Satyricon cap. 41

Materie:Appunti
Categoria:Latino

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Testo

Satyricon Cap. 41 (1-5; 9-12)
Nel frattempo io, che pensavo e ripensavo, mi arrovellavo il cervello per capire come mai il cinghiale fosse entrato con il cappello. Dopo che, pertanto, avevo esaurito tutte le mie supposizioni, ebbi abbastanza coraggio per chiedere a quel mio interprete su ciò che mi tormentava. Ma quello: «anche il tuo servo te lo potrebbe dire chiaramente; infatti non è un enigma, ma una cosa lampante. Questo cinghiale, essendo stato servito ieri al culminare della cena, è stato mandato indietro dai commensali; così oggi ritorna in tavola da liberto». Maledii la mia ingenuità e non feci altre domande, per non dare l’impressione di non aver mai cenato fra gente tanto a modo. (…)
Subito dopo Trimalcione si alzò per andare al gabinetto. Noi, lasciati liberi senza la direzione di un tiranno, iniziammo a invitare i discorsi dei commensali. Così Dama, dopo aver chiesto dei boccali, per primo disse: «il giorno non è niente, mentre ti giri, si fa notte. Per questo niente è meglio che alzati dal letto andare nel triclino. E sì che abbiamo avuto un bel freddo. A malapena il bagno mi ha scaldato. Tuttavia una bevanda calda è il miglior vestito. Ho tirato dietro a me una brocca piena e sono proprio fradicio. Il vino mi è salito al cervello».

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