I germani: territorio, flotta, donne

Materie:Appunti
Categoria:Latino

Voto:

2.5 (2)
Download:125
Data:17.05.2007
Numero di pagine:8
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
germani-territorio-flotta-donne_1.zip (Dimensione: 12.13 Kb)
trucheck.it_i-germani:-territorio,-flotta,-donne.doc     53.5 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

IL TERRITORIO
Germania abitata da molteplici popolazioni, raggruppate sotto il nome di Germani: FRISI, CAUCI, SASSONI, SUEBI, CATTI, ERMUNDURI, MARCOMANNI. Tacito ci da un’accurata descrizione del territorio e delle popolazioni.
OVEST→ fiume Reno separava con i Galli
SUD → il Danubio separava dai Rezi e dai Pannoni
NORD → mar del nord e baltico
EST → pianure molto vaste e popolazioni nomadi
Territorio pressoché pianeggiante con pochi rilievi, comunque bassi, molti fiumi e territorio fertile grazie al GREEST, sabbia argillosa e ghiaia. Principalmente ricoperta da un manto selvoso con delle foreste: SELVA DI TEUTOBURGO, TURINGA, MARCIANA. C’erano anche molte paludi. Il clima era umido verso ovest e ventoso a sud est.
Massiccia era la presenza di fiumi: RENO confine con la Gallia ed importante via di comunicazione, con i suoi affluenti utilizzati per scopi militari, ELBA obbiettivo non raggiunto, DANUBIO.
LIMES
La parola limes diversi significati: STRADA MILITARE, CONFINE AMMINISTRATICO, BARRIERA NATURALE, ZONA CON COSTRUZIONI MILITARI. Mancava però presso i romani una politica difensiva del confine, infatti un esempio di confine era un corso fluviale usato per il trasporto. Le linee difensive con le mura, non erano un vero e proprio confine ma servivano solo per intimorire.
LIMES SUL RENO MOLTO IMPORTANTE
Fino a Domiziano: solo torri in legno;
Adriano: aggiunta di una palizzata in legno;
Metà del II secolo: costruzione di nuove torri in pietra ed allungamento di 30 km verso est;
Tra il II e il III secolo: creazione di un fossato;
Intorno al IV secolo: fortificazione di tutte e due le rive del limes con campi militari e fortificazioni.
Confine sul Reno diviso in 2 tipologie: solo con il fiume e quella con l’aggiunta di castra, con torri di guardia, fortificazioni ecc.
I CASTRA erano degli insediamenti con pianta rettangolare e angoli arrotondati, possedevano due strade principali, che s’ incontravano ortogonalmente sul modello urbanistico romano.
All’interno potevamo ritrovare: i principia (quartier generale del dux) e il praetori (residenza del dux), posti al centro dell’ accampamento. Inoltre, venivano costruite altre strutture: terme, magazzini, le scuderie, le caserme.
PROGRESSIVA SI HA UNA TRASFORMAZIONE DEGLI INSEDIAMENTI MILITARI IN INSEDIAMENTI CIVILI: in questo passaggio si ha lo sviluppo di canabae, cioè residenze artigiane o di mercanti, che operano per l’esercito e si insediano in abitazioni in origine precarie, ma da cui hanno origine poi agglomerati più stabili.
Unico elemento che ci permette di ricostruire l’edilizia pubblica e privata è il mosaico della casa “di Dioniso” a Colonia.
Esempi di castra: MAGONZA, XANTEN e COLONIA.
MAGONZA→ l’odierna città di Mainz è sorta sui resti di Mogontiacum, il castrum costruito tra il 16 e il 13 a.C., sul luogo in precedenza abitato dai Celti Vangiones (l’area alla confluenza tra Reno e Meno).Questo castrum divenne successivamente la capitale della Germania.
COLONIA E XANTEN → entrambe le città della Germania Inferior hanno avuto origine sul sito di insediamenti più antichi, come, nel caso di Colonia, l’oppidum Ubiorum. Anche qui si è passato da un castra ad un insediamento più importante attraverso un processo di urbanizzazione.
Come Mogontiacum, dunque, hanno subito un processo di urbanizzazione, che ha causato il passaggio attraverso diversi livelli di organizzazione strutturale ed economica: dal primitivo castrum, dove gli Ubi (o un’ altra popolazione germanica per quanto riguarda Xanten) erano stati trasferiti dal princeps per la grande fedeltà dimostrata, alla Colonia Claudia Ara Agrippinensium (così fu chiamata Colonia dall’ imperatore Claudio nel 50, in onore della moglie Agrippina, che qui era nata) o Colonia Ulpia Traiana (Xanten) ed infine alla città moderna e sviluppata di oggi.
Nonostante il grande arco di tempo trascorso, sia l’una che l’altra città conservano nell’impianto urbanistico elementi dell’originario castrum (cardi nord-sud e decumani est-ovest) e strutture tipiche dell’ urbanistica romana: a Colonia, infatti, troviamo le mura, il Capitolium, il foro, il teatro, le terme e a Xanten ricompaiono le mura (non del tutto regolari), il foro, i templi, l’ anfiteatro ed il quartiere generale (principia).
Xanten→ vediamo che l’insediamento civile ben distinto dalle canabae costituiva certamente l’oppidum centrale della Civitas Cugernorum. Tra il 98 e il 105 fu trasformato in una colonia di veterani da Traiano e completamente ricostruito. La nuova città (Colonia Ulpia Traiana), occupante una superficie molto vasta (83 ettari), comprendeva circa 40 insulae che risultavano più grandi nella parte orientale piuttosto che quelle orientali, che tendevano alla forma quadrata, forse per mantenere le strutture dell’antico oppidum.
La civitas di Xanten fu sempre utile anche dal punto di vista economico e strategico, come dimostra il diretto intervento dell’imperatore per la sua ricostruzione dopo l’incendio del 160.
Colonia Ulpia Traiana (Xanten)
Le insulae di Xanten: quartieri che hanno accolto diversi complessi monumentali senza apparenti difficoltà: l’isolato delle terme occupava una superficie di 360 piedi Romani di lato (106 m.); il forum e il Capitolium si iscrivono in un isolato doppio, mentre il grande complesso a sud est delle terme non è ancora noto per quanto concerne la sua destinazione, ma si suppone che si trattasse di una residenza palaziale. Manca il teatro, ma è presente un imponente anfiteatro a est delle mura come accade spesso nei castra.
Colonia→ l’oppidum Ubiorum, l’insediamento da cui si sviluppò Colonia, acquisì notevole importanza già dal primo decennio a.C. dalla fondazione dell’ara, l’altare di Roma e Augusto che costituirà uno dei cardini

Intorno al quale si evolverà il centro monumentale della colonia Claudia e che sarà inserito anche nella sua nomenclatura (la zona dove sorse l’ ara corrisponde all’ area Ubiorum).
Quest’altare fu utilizzato come luogo di riunione per le province germaniche, ponendo l’agglomerato come potenziale centro amministrativo religioso. Gia in età Augusto-Tiberiana esisteva una rete stradale ortogonale, che formerà il nucleo della città coloniale.


Non si ha la certezza che sul sito dell’oppidum sia veramente esistito un accampamento legionario, ma le fonti antiche (in particolare Svetonio) attestano la presenza di un praesidium sin dal tempo di Tiberio. La successiva Colonia Claudia, invece, possedeva mura delimitanti un’area di novantasette ettari, divisa in ottanta insulae e una rete fognaria risalente alla fine del regno di Claudio. L’impianto cittadino è articolato su due vie perpendicolari orientate sui due punti cardinali e le strade più importanti, con portici laterali gia nel primo secolo, sono di gran lunga più larghe rispetto alla media del mondo occidentale: il Cardo Maximus è largo 32 m. a nord e 22 m. solo nello spazio racchiuso tra i portici.
Le insulae di Colonia: quartieri caratteristici di tutte le città Romane, originati dall’incontro di vie perpendicolari tra loro, parallele al cardo e al decumano, presentano solitamente forma rettangolare, eccetto in periferia dove seguono l’andamento curvilineo delle mura e non hanno un modulo costante: le fasce di isolati presenti su entrambi i lati del foro sono più strette rispetto alle altre.

LA DONNA PRESSO I GERMANI
GERMANI
ROMA
ETA’ INFANTILE
Lo zio materno aveva anche il ruolo del padre.
Alle bambine venivano insegnati i lavori di casa e quelli del marito, nel caso rimanessero vedove.
Alle bambine veniva insegnato un comportamento pudico e i vari mestieri di casa, come testimoniano i ritrovamenti.
ETA’ ADULTA
Dote data dal marito alla moglie (2 buoi, 1 cavallo, 1 scudo, 1 lancia, 1 spada). La donna regalava armi.
La donna dava la dote al marito.
ADULTERI
Punita la donna veniva frustata nuda per il paese.
La donna veniva uccisa o se si sospettava di lei si decideva la questione con i parenti.
CURA DEL CORPO
Nessuna cura per il corpo, il tempo era per i figli e il marito. Vestiti lunghi in pelle e molto imbottiti.
Molta cura per il corpo, come testimoniano gli oggetti ritrovati.
DONNA COME MADRE
La donna allevava solo i suoi figli.
Spesso i figli erano allevati da altre donne.
DONNA IN PUBBLICO
Aveva il compito di curare le ferite del marito ed incitare al combattimento.
Molte donne romane avevano ereditato molte ricchezze e in assenza del marito badavano loro alla casa e decidevano loro.
PROFEZIA
La donna era talvolta vista come profetessa e veggente, gli uomini ascoltavano molto i loro consigli. Velda predisse la sconfitta dei romani a Vetera.
BRUNILDE
Donna vista come esempio, che voleva sposare solo chi sarebbe riuscito a batterla Gunter con Sigfrido la battè imbrogliandola, lei si accorse e fece uccidere Sigfrido, dimostrando la sua forza.
DONNE E POLITICA
Alcune tribù erano governate da donne, es Cartimandua, regina dei Briganti che stipulò un accordo di neutralità con i romani. Boadicea guidò invece la rivolta contro i romani. Insegnava a combattere ai suoi uomini ed era sempre presente.
LA FLOTTA
Inizialmente si sa che i romani non amassero tanto il mare. Erano un popolo di pastori e agricoltori, fino a che decisero di riprodurre una nave cartaginese, affondata, aggiungendo una passerella. Con questa imbarcazione vinsero tre battaglie contro la flotta più forte del mediterraneo, perdendone solo una.
Le LIBURNE sono un tipo di imbarcazione leggere, veloci e molto manovrabili, usate per l’inseguimento di altre navi. Inizialmente avevano un solo ordine di remi, ma poi diventarono due. Molto importante nella flotta, la liburna finì con l’indicare la generica imbarcazione da guerra. Tuttavia di quest’imbarcazione non si hanno dei ritrovamenti e la ricostruzione è avvenuta grazie ai riferimenti archeologici, letterari, epigrafici.
LE NAVI DI MAGONTIACUM → nel 406 d.C. i germani attraversano il Reno e attaccano di massa la città di Magonza. I romani sono costretti alla fuga e lasciano le navi incustodite nel porto, che in breve tempo si inabisseranno. Nel 1981, si ebbero i primi ritrovamenti di queste navi, con la creazione di siti archeologici.
Sono state ritrovate 4 navi per il trasporto delle truppe e 1 per il pattugliamento.
Tacito ci dà una descrizione delle caratteristiche e possiamo constatare queste cose:
- Navi corte strette a poppa e a prua, larghe ai fianchi e a chiglia piatta;
- Presenza di un ponte per il trasporto di macchine da guerra, cavalli e viveri;
- Navi predisposte sia all’uso della vela che all’uso dei remi.
Dai ritrovamenti che si trovano al museo navale di Magonza, possiamo dire:
- I Romani sul Reno svilupparono soprattutto navi da guerra;
- Le navi da guerra erano veloci e molto manovriere, con uno o due ordini di remi e attrezzate con rivestimenti protettivi, come cuoio e tessuti imbevuti d'aceto, per proteggerle dal lancio di materiali incendiari o esplosivi;
- Le navi per il commercio erano invece attrezzate con grandi vele quadrate su tre alberi e potevano avere una seconda vela.
TACITO negli Annales ci dice due cose molto importanti riguardo alla flotta romana:
- La flotta romana era molto temuta dai Germani;
- L’esercito romano era fortissimo, perché, nonostante la flotta fosse stata distrutta, riuscì a vincere una battaglia e conquistò un’enorme credibilità nei confronti dei nemici.
Nella flotta vi era una GERARCHIA NAVALE, dove le persone avevano diversi compiti e diverse retribuzioni.

Cesare decise di costruire un ponte sul Reno senza usare un ponte di barche, perché:
- Parte della cavalleria delle popolazioni germaniche degli Usipeti e dei Tencteri, attraversata la Mosa a scopo di razzia e in cerca di grano, si era rifugiata al di là del Reno, nelle terre dei Sicambri, unendosi ad essi: dunque dalle popolazioni al di là del Reno venivano provocazioni e minacce
- I Sicambri, richiesti da Cesare di consegnargli chi aveva mosso guerra a lui e alla Gallia, arrogantemente avevano risposto che il Reno segnava i confini del dominio di Roma; se Cesare riteneva ingiusto che i Germani, contro il suo volere, passassero in Gallia, perché pretendeva di aver dominio o potere al di là del Reno?
- Gli Ubi, unici alleati di Cesare al di là del Reno, gli chiedevano aiuto contro le minacce degli Svevi; si accontentavano di un gesto esemplare e minaccioso, come poteva esserlo il fatto che Cesare conducesse l'esercito al di là del Reno. A questo scopo promettevano una grande quantità di barche per traghettare l'esercito romano.

Esempio