Epicureismo di Lucrezio

Materie:Appunti
Categoria:Latino

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Testo

L'EPICUREISMO DI LUCREZIO

Il piщ importante continuatore della filosofia di Epicuro и il poeta latino Tito Lucrezio Caro, su cui abbiamo scarse informazioni. Sappiamo di certo solo che и vissuto a Roma due secoli dopo il maestro (verso il 96-55 a.C.) e che ha scritto uno dei piщ grandi poemi della letteratura mondiale, il De rerum natura. Secondo la tradizione, attacchi di follia lo porteranno al suicidio: ma questa probabilmente и solo una leggenda.
Mentre infuriano a Roma le guerre civili che porteranno alla fine della repubblica, il poeta riprende le posizioni epicuree, dandone una lettura personalissima, nella quale le tesi del maestro acquistano un significato e una connotazione nuovi.
Il poema si apre con la celebrazione di Venere (cioи della dea dell'amore e del piacere, la quale soltanto puт vincere Marte e distoglierlo dai "fieri tumulti di guerra") e si conclude con la cupa descrizione della peste.
La gioia e l'orrore sembrano quindi i due poli intorno a cui si svolge l'esistenza umana. La stessa - splendida - celebrazione del piacere che si trova all'inizio e all'interno del poema si accompagna a una descrizione, altrettanto efficace, dell'incapacitа umana di fruirne, anzi della vera e propria miseria morale e materiale che caratterizza la vita degli individui.
In Lucrezio si accentua l'istanza epicurea di una lotta a fondo contro la superstitio. Anche per il poeta, infatti, il terrore per le pene dell'oltretomba nasce solo dalla superstizione, cioи dalla paura degli dei e del destino che incombe sull'esistenza: un timore che solo con la ragione puт esser combattuto e vinto. Egli poi riprende e sottolinea con forza il fatto che la libertа umana riposi sul clinamen, cioи sulla deviazione degli atomi: afferma che, se i movimenti degli atomi formassero una sola catena di cause, all'infinito, e non ci fossero le improvvise deviazioni che interrompono quella catena, non ci sarebbe alcuna libertа del volere, alcuna possibilitа di cercare - e scegliere - ciт che puт darci piacere; saremmo invece senza speranza, fatalmente soggetti ad una ferrea necessitа causale.
Lucrezio manifesta, inoltre, un atteggiamento pessimistico nei confronti dell'esistenza. Egli descrive in modo drammatico la contraddizione che esiste fra l'amore che si dispiega nel mondo e da cui ogni cosa trae origine e la serie di mali che, invece, accompagna l'uomo nel corso della vita. Rimarca l'altra - non meno evidente - contraddizione fra il progresso civile e materiale dell'umanitа e il concomitante sviluppo di passioni (ad esempio quelle per la ricchezza e per il potere) che hanno aumentato l'infelicitа degli individui. Egli tratteggia con straordinaria finezza e modernitа d'accenti il dramma dell'alienazione umana: il fatto che la maggior parte degli uomini viva senza tener conto di ciт di cui avrebbe realmente bisogno e senza avvalersi delle possibilitа di una esistenza serena, priva di affanni.
In questo, egli recupera un ruolo essenziale alla filosofia: "perchй niente и piщ bello dei templi sereni edificati dai saggi, delle altezze ben munite della sapienza, e dominarle". И dall'alto della sapienza che possiamo contemplare le miserie umane, l'errare degli uomini lungo le vie di un'esistenza nella quale essi cercano solo di competere, di combattersi, di accumulare ricchezze, di conquistare posizioni di dominio, perdendo ciт che v'и di piщ prezioso.

Esempio



  


  1. Aurora

    Appunti sulla vita di Lucrezio e sul "De rerum natura" devono essere sintetici e facili da capire.