Eccessiva severità-autori antichi e moderni.

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Testo

IL SALONE DEL GRAND COUVERT
Serviva nel contempo ad anticamera e da sala da pranzo della regina. La tavola era sistemata dinanzi al camino. Sul soffitto, la famiglia di Dario prostata ai piedi di Alessandro, Copia antica di Le Brun, sostituisce un’opera di Vignon oggi scomparsa. Le volte sono ornate da dipinti di quest’ultimo. Sul camino, Arianna dormiente, copia della celebre statua antica conservata in Vaticano di Pierre Julien (1731 – 1804). Alcuni bei quadri alle pareti: in una stupenda cornice intagliata ammiriamo il primo ritratto di Maria Antonietta (1779) e Maria Antonietta con i figli di Madame Vigèè Lebrun; inoltre i ritratti delle figlie del re Luigi XV: Madame Adelaide e Madame Victoiree presso il camino Madame Elisabeth vestita alla spagnola di Adelaide Labille Guiard (1745 – 1803).
IL SALONE DEGLI SPECCHI
Questo vano d’angolo è reso particolarmente luminoso dalla presenza di alti finestroni e dalle specchiere da cui prende il nome. Nel fregio con i bambini con i simboli della pace e della guerra riscontriamo ancora l’influenza di Luigi XIV. Il sovrano infatti usava questa sala per le riunioni del consiglio. La userà successivamente il Grand Delfino, nel 1703. Luigi XV vi apportò qualche modifica e Luigi XVI la trasformò in sala del consiglio. La madre di Napoleone vi fece sistemare il Grand Cabinet come pure l’imperatrice Maria Luisa dopodiché, nel 1830, al tempo di Luigi Filippo, venne ripristinata la sala del consiglio. I lampassi azzurri delle finestre e delle specchiere erano stati scelti per Compiègne de Maria Antonietta, che non li poté mai vedere in quanto furono sistemati solo all’epoca di Napoleone, contemporaneamente alle due pregevoli consolle in mogano con ornamenti in bronzo e ai gueridons, opera di Jacob Desmalter. L’athenienne, il tripode in foggia antica, ha un piano circolare ricavato da una pietra tombale. I tavoli ed il pianoforte furono eseguiti per Maria Luisa nel 1810.
IL CORTILE DI MARMO
Il cortile originario del castello di Luigi XIII circondato da tre corpi di fabbrica, divenuto poi cortile dei marmi, è il nucleo centrale al quale si svilupperà tutta la reggia.
A partire dal 1665 Le Vau e successivamente Hardouin Mansart, nel 1679, modificarono l’aspetto primitivo aggiungendo le otto colonne marmoree all’avancorpo centrale, gli ottantaquattro busti in marmo bianco poggiati su mensole che smorzano l’austerità dei finestroni in stile Luigi XIII con i vetri a piccoli riquadri e sistemando le balaustre del tetto e gli abbaini. Le tre finestre al primo piano del corpo centrale furono arcuate successivamente; esse corrispondono alla camera di Luigi XIV, centro ideale della reggia e cuore della Francia. Sul frontone spicca un orologio fiancheggiato da Marte ed Ercole mentre i corpi laterali sono sovrastati da statue e da vasi fiammigeri. D’altronde Luigi XIV doveva considerare questo cortile come una specie di santuario poiché lo fece pavimentare di marmo aggiungendovi degli scalini per impedire alle carrozze di entrare.
Il 4 luglio 1674 Quinault e Lulli vi fecero rappresentare Alceste in occasione dei festeggiamenti in onore di Madame de Montespan. Seguì un’altra festa il 28 di luglio, questa volta con un pranzo per il quale fu sistemato un tavolo intorno alla fontana nel mezzo del cortile.
Maria Antonietta, desiderosa di rimodernare la reggia, pensò addirittura di trasformarlo, aggiungendovi un’ala di chiusura, il che l’avrebbe evitato di comparire al balcone davanti al popolo in rivolta l’8 ottobre 1789.
IL BOUDOIR
Oltrepassati i primi tre vani d’ingresso, dove si ammirano un busto di Napoleone, vari dipinti di Houasse provenienti da altre sale della palazzina e alcune vendute ai castelli di Denis Martin, si percorre una galleria, ornata da una serie di stampe raffiguranti le campagne militari di Luigi XIV, e che immette in una saletta d’angolo, il boudoir dell’imperatrice Maria Luisa. Lo scrittoio “ad arco di trionfo” in mogano con pregevoli rifiniture in bronzo era appartenuto all’imperatrice Giuseppina, prima moglie di Napoleone. Venne sistemato qui nel 1809, dopo il divorzio. Le sedie furono commissionate per Paolina Bonaparte. L’ambiente è pervaso da un senso di calma e di discreto comfort.
L’appartamento sistemato per i capi di Stato stranieri comincia sul lato sinistro e non è visitabile. A destra, si trovano gli appartamenti storici.

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