De bello Gallico cap. IV n° 23

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Testo

I galli e i germani
De bello gallico, VI, 23
"Per le popolazioni germaniche и segno di grandissima gloria avere intorno ai propri territori, per il maggior raggio possibile, il deserto, dato che le regioni circostanti sono state messe da loro a ferro e a fuoco. Questo poi considerano come indice di valore: che coloro che sono stati scacciati dai propri territori cedano quelli confinanti e che nessuno osi stabilirsi nei pressi: nello stesso tempo pensano che in questo modo possano essere piщ sicuri, dato che и stato tolto di mezzo ogni timore di improvviso attacco. Quando una popolazione respinge una guerra scatenata contro di essa o la scatena contro altri, i magistrati scelgono coloro che abbiano il comando supremo di questa guerra, tanto da avere potere di vita o di morte. In tempo di pace non c'и nessun magistrato che stia al di sopra di tutti i Germani, ma i capi delle regioni e dei villaggi stabiliscono il diritto all'interno della propria gente e pacificano le controversie. Le razzie che vengono consumate fuori dei confini della propria terra non costituiscono per niente un atto disonorevole, e anzi essi sostengono che queste vengono organizzate per esercitare la gioventщ e per ridurre i momenti di ozio.
E quando qualcuno dei capi nell'assemblea dichiara che farа da guida e invita chi voglia seguirlo ad esprimersi apertamente, si alzano quelli che approvano sia il motivo dell'azione militare, sia l'uomo che si и fatto avanti e promettono il loro aiuto, vengono applauditi dalla folla; coloro invece dei presenti che non abbiano approvato la proposta, sono annoverati, nel numero dei diserto-ri e dei traditori e, in seguito, a costoro viene tolta la fiducia circa ogni cosa. Ritengono un sacrilegio violare l'ospite, proteggono dalle offese coloro che sono giunti per qualsiasi ragione presso di loro, e li considerano sacri, e a loro si aprono le case di tutti e con loro si divide il cibo".

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