De Bello Gallico (Cap. XVII)

Materie:Versione
Categoria:Latino

Voto:

1.5 (2)
Download:348
Data:31.01.2001
Numero di pagine:1
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
de-bello-gallico-cap-xvii_1.zip (Dimensione: 2.89 Kb)
readme.txt     59 Bytes
trucheck.it_de-bello-gallico-(cap-xvii).doc     19.5 Kb


Testo

DE BELLO GALLICO
Capitolo XXVII

Gli dei gallici, assimilati alle divinità romane

Tra gli dei onorano soprattutto Mercurio. Di questo esistono moltissimi menhir, tramandano che questo sia stato inventore di tutti i mestieri, che questo sia guida delle strade e dei viaggi, ritengono che questa divinità abbia la massima influenza per i guadagni e per i commerci (hune con i suoi casi diversi casi è un poliptoto, un iperbato è la separazione di due termini contigui “ amnium artium). Dopo questa divinità onorano Apollo, Marte, Giove e Minerva. A proposito di questi hanno più o meno la stessa credenza che hanno gli altri popoli. Che Apollo tenga lontano le malattie, che Minerva insegni i principi delle arti e dei mestieri, che Giove abbia l’impero delle cose celesti, che Marte presieda alle guerre. A questa divinità, quando hanno stabilito di combattere in battaglia, per lo più promettono in voto ciò che abbiano preso in guerra (il cong. perché è un’azione eventuale)
Quando vincono sacrificano gli animali catturati e ammassano in un unico luogo le altre cose. Presso molte tribù è possibile vedere in luoghi consacrati mucchi accumulati di queste cose e non spesso capitò che qualcuno, accantonato lo scrupolo religioso, osasse o nascondere presso di se il bottino o portare via le offerte, ed è stata stabilita per questa cosa l’estremo supplizio con la tortura.

Esempio