"Nuovo laboratorio di traduzione" - vari esercizi

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Testo

Versione n. 50 pag. 102, Agli inizi delle guerre galliche (Cesare)
Da “Nuovo laboratorio di traduzione” di E. Degl’Innocenti
Gli Edui, dal momento che non potevano difendere se stessi e i loro beni da quelli (gli Elvezi)
mandano dei legati a Cesare, per chiedere aiuto. Nello stesso tempo gli Ambarri, fratelli di raz
za degli Edui, informano Cesare che, devastati i loro campi, essi stessi non possono facilmente
respingere dalle città gli attacchi dei nemici. E così gli Allobrogi che possedevano villaggi e ter
re aldilà del Rodano, si rifugiano da Cesare e dicono che a loro nulla è rimasto, tranne la terra dei
campi. Spinto da tali argomenti, Cesare stabilisce che non deve aspettare che gli Elvezi giungano
ai territori dei Santoni, dopo aver distrutto tutte le sostanze degli alleati.
Versione 44 pag. 96, Episodi della vita di Timoleonte (Cornelio Nepote)
Da “Nuovo laboratorio di traduzione” di E. Degl’Innocenti
Dal momento che un certo Lafistio, uomo petulante e ingrato, voleva costringerlo a com
parire in giudizio, perché sosteneva di avere una pendenza legale con lui ed erano ac
corsi in molti che cercavano di rintuzzare con la forza l'arroganza di quell'uomo, ma Ti
moleonte pregò tutti di non farlo. E infatti (disse) che aveva affrontato le più grandi fa
tiche e i più gravi pericoli perché a Lafistio e a chiunque altro fosse lecito fare ciò.
(Disse che) infatti l'idea della libertà esisteva se per tutti era lecito affrontare per vie le
gali qualunque questione. Dato che allo stesso modo un tale simile a Lafistio, di nome
Demèneto, in un'assemblea popolare cominciò a sminuire le sue gesta e a lanciare in
vettive contro di lui, (Timoleonte) disse di aver raggiunto il suo scopo: infatti aveva sem
sempre chiesto questo agli dèi immortali, di restituire ai Siracusani una libertà tale per
cui fosse lecito a chiunque di parlare francamente di ciò che volesse.

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