L'epistolario di Cicerone

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Testo

L'epistolario
Cicerone
I rapporti con gli amici e con la famiglia
A Tirone malato (Ad fam. 16,13)
Considererт che tu mi abbia donato ogni cosa se ti vedrт star bene in salute. Aspetto con grande ansia l'arrivo di Menandro che ti ho mandato. Curati, se mi vuoi bene, affinchй tu stia bene e, quando starai bene, vieni da noi. Saluti 10 aprile.
Venias: cong. iussivo che viene usato in luogo dell'imperativo nella lingua famigliare per attenuare il comando
Schiavo e padrone (Ad fam. 16,14)
Andrico и giunto il giorno dopo rispetto a quando l'aspettavo; e cosм ho trascorso una notte piena di timore e angoscia. Dalle tue lettere non sono affatto rassicurato in che modo tu stia, ma tuttavia sollevato. Io sono privo di ogni piacere che mi viene dagli studi letterari, a cui non sono in grado di dedicarmi prima di averti visto. Fa promettere al medico quanto di onorario richieda. Ciт scrissi a Ummio. Ascolto te dall'animo tormentato e (ascolto) il medico dire che questa и la causa del tuo malanno (che da questo tu soffri). Se mi vuoi tenere in considerazione, scuoti dal torpore la tua cultura letteraria e la tua umanitа, per motivo delle quali (sing.) mi sei carissimo. Ora и necessario che tu possa stare bene nell'animo come nel corpo. Ti chiedo di fare ciт sia per te che per me. Trattieni Acasto, affinchй tu sia servito meglio. Conservati per me. Si avvicina il giorno della promessa, che anzi anticiperт se verrai. Ancora e ancora stammi bene. 11 aprile, verso mezzogiorno.
Timoribus ac miseriis: abl. di modo retti da noctem plenam
Nihilo: abl. di misura davanti a comp. (certior)
Quo modo te haberes: int. ind.
Omnis: figura chiastica con poliptoto a sottilneare l'assenza di piacere a coltivare interessi letterari
Mercedis: gen. partit. retto da quantum
Iubeto: imp. fut.
Animo angi: abl. modo
Ex eo te laborare: infinitiva introdotta da dicere
Quam: pron. rel. riferito a litteras humanitatemque
Ut: prep. con valore di come
Quo...ministretur: finale introdotta da quo in presenza di un comp. commodius
Quem: pron. rel. riferito a dies
Ci vorrebbe un amico (Ad. Att. 1,18,1)
Ora sappi che non tanto mi manca qualcosa quanto un uomo (tale) con cui poter condividere tutto ciт che mi procura una qualche inquietudine, che mi ami, che sappia, con il quale io possa, quando parlo, nulla dire falsamente, nulla fingere, nulla nascondere. Infatti il fratello tanto sincero e affezionato и lontano. Metello non (и) un uomo ma "spiaggia e aria e pura solitudine". Tu invece che spessimo con le tue parole e la tua saggezza nel darmi consigli risollevasti la preoccupazione e l'angoscia del mio animo, che per me sei solito sia essere alleato nella cosa pubblica sia confidente della mia vita privata sia partecipe di tutti i miei dialoghi e di tutti i miei consigli, dove sei? Sono abbandonato da tutti cosм che trovo un po' di pace solo nel tempo che trascorro con mia moglie, la mia figlioletta e il dolcissimo Cicerone. Infatti quelle nostre amicizie ambiziose e apparenti sono in qualche splendore pubblico, non comportano alcuna gioia famigliare. E cosм quando la casa и completamente piana al mattino, quando scendiamo in piazza strettamente attorniati da schiere di amici, non possiamo trovare in quella grande turba qualcuno con il quale giocare liberamente o possiamo lamentarci amichevolmente. Per questo ti aspettiamo, ti desideriamo, giа infatti ti cerchiamo. Molte sono infatti le cose che mi preoccupano e mi angosciano, che mi sembrano si possano eliminare nella conversazione di una sola passeggiata se ottenessi il tuo ascolto.
Nihil...tam...quam: non tanto...quanto
Scito: imp. fut. di scio usato al posto dell'imperativo presente
Una: avv. (insieme) che rinforza il valore del cum presente in comunicare
Tantum...quantum: tantum regge requietis, gen. di qualitа
Fucosus: met. per artificioso, falso
Expectamus: и un plurale maiestatis che vale quindi come singolare
Me sollicitant anguntque: riprende il nesso precedente curam et angorem
Quae: ogg. di exhaurire
Padre e figlia (Ad fam. 14,19)
Fra i miei acerbissimi dolori mi preoccupa la salute della nostra Tullia, della quale non vi и ragione perchй ti scriva di piщ; infatti so con certezza che ti sta tanto a cuore quanto a me. Riguardo al fatto che desiderate venire, mi sembra cosм che lo farт e l'avrei fatto giа anche prima, ma molte cose me lo impedirono, che neanche ora sono fuori dai piedi. Ma aspetto da Pomponio le lettere, che vorrei che mi facessi recapitare quanto prima. Fai in modo di stare bene. 28 novembre, da Brindisi.
De qua: compl. di argomento
Tibi...magnae curae esse: doppio dativo
Et iam...fecissem: cong. irreale
Tempi duri (Ad fam. 4,6)
Io davvero, o Servio, vorrei, come scrivi, che tu fossi stato con me nella mia grandissima disgrazia, quanto avresti potuto infatti aiutarmi con la tua presenza e consolato e soffrendo quasi con me facilmente capisco da questo poichй mi quietai alquanto lette le lettere. Infatti sia scrivesti queste cose tali da poter alleviare il (mio) lutto sia tu stesso ti avvicinasti a consolarmi il non lieve dolore dell'animo. Tuttavia con tutte le premure del tuo servo che si sapevano io concessi in quel tempo dichiarт sia quanto mi tenesse in considerazione sia quanto pensava che ti sarebbe stata gradita una tale sua disposizione d'animo nei miei confronti. E spesso certamente furono a me gli affari cari di quello, tuttavia mai grati. Mi procurano conforto non solo le tue parole e la tua partecipazione al mio dolore, ma anche la tua autorevolezza; credo infatti di essere turpe a non sopportare il mio caso cosм come tu dotato di tale saggezza ritieni sia sopportato. Mai talvolta sono oppresso e oppongo la forza alla sofferenza, poichй mi mancano i soccorsi che a tutti gli altri, dei quali mi propongo esempi, non mancarono in una simile circostanza. Infatti sia Q. Massimo, che perse il figlio console, uomo famoso e di grandi gesta, sia L. Paolo, che (ne perse) due in sette giorni, sia il vostro Gallo sia M. Catone, che perse un figlio di sommo ingegno e di somma virtщ, vissero in tempi tali che il loro stesso prestigio consolava il loro lutto, cosa che avevano ricevuto dallo stato. A me invece, perduti quegli onori che ti stesso ricordi e che avevo ottenuto grazie a grandissime fatiche, rimaneva quel solo conforto che era costruito. Non ostacolavano nй gli affari degli amici nй le cure dello stato nй i miei pensieri, non desideravo fare nulla nel foro, non avevo potuto vedere la curia, ritenevo, cosa che era effettivamente, di aver perso in ogni cosa me e il frutto della mia fatica e della (mia) sorte. Ma mentre pensavo con te queste cose (essere) a mio svantaggio e che fossero cose comuni con certi e mentre mi dominavo da me stesso e mi costringevo a sopportarli con pazienza avevo dove rifugiarmi, dove riposare, qualcuno nella cui dolce conversazione riporre tutte le preoccupazioni e i dolori. Ora invece per questa cosм profonda ferita anche quelle che sembravano rimarginarsi si riacutizzano. Non infatti, come allora accoglieva una mesta casa che mi offriva conforto dalla vita pubblica, cosм ora (quando mi allontano) da casa afflitto posso rifugiarmi presso lo stato in modo da trovare pace nelle sue fortune. E cosм mi allontano sia da casa che dal foro, poichй nй la casa puт oramai consolare il dolore che ricevo dalla vita pubblica nй lo stato dal dolore domestico. Tanto piщ ti aspetto e desidero vederti quanto prima. Nessun maggior sollievo mi si puт arrecare che l'unione della consuetudine e le nostre conversazioni; pertanto spero che si avvicini il tuo arrivo (cosм infatti spero). Io invece sia desidero vederti quanto prima per molte ragioni sia anche per decidere prima in quale modo dobbiamo trascorre questo periodo di tempo, poichй tutto quanto и da conformare alla volontа di uno solo, sia prudente sia liberale sia, come mi pare di aver visto chiaramente, senza ostilitа nei miei riguardi e pieno di amicizia nei tuoi. Stando cosм le cose dobbiamo vagliare tuttavia quale condotta adottare non per fare qualcosa (nella vita politica) ma per stare tranquillo grazie al suo favore e alla sua benevolenza. Stammi bene.
Vero: avv. davvero
Casu: casus и vox media
Quantum...potueris: interr. Indiretta
Quod...adquevi: completiva con quod in funzione epesegetica del prolettico ex eo
Litteris lectis: abl. assoluto
Quae...possent: relativa consecutiva
Non mediocrem: litote
Quanti...faceret: inter. indiretta
Quanti: gen. di stima
Quam...putaret: inter. indiretta
Cuius: nesso del relativo
Scilicet: concessivo
Interdum: avv. talora
Fortuna: и vox media
Summo ingenio: abl. di qualitа
Summa virtute: abl. di qualitа
Quo: avv. di moto a luogo
Consuanisse e recrudescunt: sono forme incoative, indicano cioи il cominciare di un'azione
Levaret: cong. caratterizzante
Ut...adquiescam: ha valore tra consecutivo e finale
Quod...potest: causale
Sperabam e audiebam: l'imperfetto и tempo epistolare
Et prudentis et liberalis: genitivi concordati con unius
Ut...videor: proposizione incidentale
Magnae deliberationis: gen. di convenienza o pertinenza
Quae sit ineunda: interr. indiretta
Nobis: plurale maiestatis
Non agendi...sed...quiescenti: gen. del gerundio retti da ratio
L'esilio
La via dell'esilio (Ad Att. 3,3)
Voglia il cielo che veda quel giorno in cui io abbia a ringraziarti, perchй mi hai costretto a vivere! tuttora certo me ne rammarico molto. Comunque ti prego di venire da me presso Vibo, da dove io mutai per molti motivi il mio itinerario. Ma se verrai qui, potrт ricevere consiglio su tutto il mio itinerario e il mio esilio. Se non lo farai, mi stupirт; ma confido che tu lo farai.
Utinam...videam: enunciato ottativo
Quo: avv. di moto a luogo
Eo: avv. di moto da luogo
"Come sa di sale lo pane altrui..." (Ad Att. 3,5)
Terentia ti rivolge spesso moltissimi ringraziamenti. Ciт mi и assai gradito. Io vivo nella piщ grande infelicitа e mi struggo nel dolore piщ grande. A te non so che cosa scrivere. Se infatti sei a Roma, giа non puoi piщ raggiungermi; se poi sei sulla via, come sarai raggiungendomi, esamineremo insieme quel che si dovrа fare. Ti prego tanto di, poichй amasti sempre me stesso, di essermi sempre affezionato; io infatti sono lo stesso. I miei nemici mi portarono via le mie cose, non me stesso. Abbi cura e stammi bene. Consegnata il 10 aprile a Turi.
Me adsequi: adsequor piщ acc. della persona
Ego...conficior: il pronome personale sottolinea e accentua lo stato di grave depressione morale di Cicerone
Te oro ut...ut: la ripetizione di ut dа un forte pathos e intensitа alla preghiera
Thuri: caso locativo del nome Thurium, cittа della Magna Grecia
Tutto quanto nel cor gli rugge (Ad Att. 1,5;8)
Essendo giunto a Roma per primo e avendo trovato (una persona) a cui consegnare con sicurezza una lettera per te, non ritenni che si dovesse fare niente prima di ringraziare te assente per il nostro ritorno. Infatti so, come in veritа scrivo, che tu nei consigli da dare a me (che mi dai) non sei nй piщ forte nй piщ prudente di me stesso nй anche per la mia troppo diligente osservanza verso di te nella cura della mia salvezza; e so che tu stesso, che per primo nei tempi fosti partecipe del mio errore o della mia piщ grande follia e fosti alleato di un falso timore, hai sofferto con molto dolore la nostra lontananza e portasti a conclusione il mio ritorno con soprattutto azione, impegno, scrupolositа, fatica. E cosм ti dico questo in veritа, con grande letizia e sincera gratitudine che mi manca una sola cosa per essere pieno di gioia la vista o il tuo piщ grande abbraccio. E una volta che avrт avuto questo non ti lascerт piщ e se non raccoglierт anche tutti i frutti trascurati della tua amabilitа del tempo passato sicuramente non mi riterrт proprio abbastanza degno di questa recuperata fortuna. Io infatti ho ottenuto ciт che credevo molto difficile si potesse riacquistare nella mia situazione, la mia gloria forense d'un tempo e nel senato autoritа e presso gli uomini onesti un prestigio maggiore di quanto desidero; per quanto poi concerne il patrimonio, che tu sai essere in qualche modo misero, dissipato, sottratto, sono molto angustiato, e ho bisogno non tanto delle tue risorse, che ritengo essere nostre, quanto i tuoi consigli sul radunare e costituire il mio patrimonio. Ora, sebbene tutte le cose o che sono state scritte secondo il tuo volere o che sono state annunciate da corrieri e voci, tuttavia scrivo brevemente queste cose che penso tu principalmente voglia conoscere dalle mie lettere. Il 4 agosto sono partito da Durazzo, in quello stesso giorno che fu approvata la legge da noi. Giunsi a Brindisi il 5 agosto. Qui era presente la mia piccola Tullia proprio il giorno del suo compleanno, giorno che per caso era anche l'anniversario della fondazione della colonia di Brindisi e del tempio della Salute, tua vicina; e questa coincidenza essendo stata notata fu celebrata dalla moltitudine con grande manifestazione di gioia dei Brindisini. Il 13 agosto seppi, essendo a Brindisi, dalle lettere di mio fratello Quinto che la legge venne approvata dai comizi centuriati con grande entusiasmo di ogni etа e ordine e con incredibile partecipazione dell'Italia. Di lм mi misi in viaggio sicchй da ogni parte mi giungevano deputazioni di cittadini per congratularsi. Giunsi a Roma cosм che non vi fu nessuno di alcuna classe sociale noto al nomenclatore che non mi era giunto incontro, ad eccezione di quegli avversari ai quali non era possibile dissimulare o negare proprio questo, cioи di essere miei nemici. Giunto alla porta Capena, i gradini dei templi erano affollati dalla plebe piщ umile. Essendomi stata mostrata grande gratitudine da quel grande applauso, mi si celebrт in modo simile sia per intensitа che per applauso fino al Campidoglio e nel foro e nello stesso Campidoglio la folla fu straordinaria. Il giorno seguente, che fu il 5 settembre, in senato ringraziai. Cosм stanno le mie cose, "incerte nei tempi felici, buone nei tempi tristi". Quanto ai beni famigliari, come sai, sono molto preoccupato. Inoltre vi sono alcune contrarietа in famiglia che non affido alle lettere. Amo cosм come devo mio fratello Quinto straordinariamente insigne per pietа, virtщ, fedeltа. Ti aspetto e ti prego di affrettarti e di venire con tale disposizione d'animo da non lasciare che io avverta la mancanza del tuo consiglio. Do inizio per cosм dire ad un'altra vita. Giа certi che noi assenti difendemmo incominciano ad adirarsi di nascosto con i presenti, a invidiare apertamente. Ti rimpiangeremo molto.
Darem: il congiuntivo и caratterizzante
Nihil prius...quam...gratularer: prop. temporale con il cong. che esprime intenzionalitа
Qui...fuisses: relativa, dipendente dall'infinito tulisse, con il verbo al cong. obliquo
Operare...laboris: gen. di quantitа
Operare, studi, diligentiae, laboris: climax
Nisi...exegero...iudicabo: l'anterioritа и resa con il fut. secondo (exegero), la cui azione verbale si esaurisce al momento in cui и espressa, mentre il fut. primo (iudicabo) indica uno stato durevole
Viros bonos: aristocratici
Fracta, dissipata, direpta: i tre verbi in climax e legati asindeticamente accentuano lo stato di grave depressione di Cicerone
Non ignoras: litote
Mihi...mea: allitterazione intensiva
Qui...venerit: frase relativa consecutiva
Quibus liceret: enunciato relativo consecutivo
In senatu...senatui: effetto intensivo dell'iteratio
Oro ut mature...venias: completive con il cong. volitivo
Eoque animo...ut non...sinas: enunciato consecutivo

Esempio