Will Hunting, genio ribelle

Materie:Tema
Categoria:Italiano

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Testo

TEMA UNO

Il protagonista del film genio ribelle ha avuto un’infanzia traumatica e difficile. Maltrattato dal padre ubriaco, è cresciuto nei quartieri poveri di Boston. I suoi amici sono simili a lui e hanno difficoltà relazionali e di integrazione in una società che non sentono loro. Non è difficile comprendere che il ragazzo non riesce ad essere aiutato dalla scuola che è impotente di fronte ai suoi problemi. Il dottor McGuire, psicologo fallito a detta di molti, riesce a far maturare il ragazzo proprio perché anche lui ha dei problemi e capisce che non sono le capacità intellettuali del ragazzo che vanno sviluppate, come vorrebbe il professore, ma quelle umane, proprio quelle che il ragazzo non ha mai allenato e coltivato abbastanza. Il professore è interessato alla sua carriera, al successo che potrebbe avere presentando un genio matematico al mondo, non gli interessano i problemi del ragazzo o il suo cuor, ma solo il suo cervello e il proprio portafoglio.
E’ come se Will, il protagonista indossasse una maschera che, grazie all’aiuto del dottor Mc Guire, riesce a sgretolare e a rivelare la sua vera identità, il suo animo da bestia ferita e il carattere sensibile e indifeso.
Il film sembra comunicare che la scuola è adatta e utile a coloro che non hanno ostacoli psicologici considerevoli, dopotutto questo campo di educazione è affidato ai genitori. Nel caso di Will però il problema sono proprio loro. Attualmente sempre in più scuole sono disponibili psicologi per aiutare i ragazzi, e questa è una buona cosa, soprattutto per chi non potrebbe permetterselo o chi ha problemi all’interno della propria famiglia. La scuola è un luogo dove apprendere concetti, sviluppare le nostre conoscenze ed è anche un luogo dove si impara a stare con gli altri, a condividere, a rispettare. Will lavora all’università, non è uno studente. Sulla sua formazione può vere anche influito il gruppo di ragazzi che frequenta: scapestrati come lui che vivono ne suo steso quartiere e che conosce da una vita; non ha inciso invece la scuola ch ha frequentato negli anni precedenti… all’universi
Il professore a mio parere non è un vero educatore, cioè una persona che non si limita a trasmettere la pr cult o il r sapere un educatore è colui cerca di favorire la crescita del ragazzo in tutti i suoi aspetti: non dovrebbe limitarsi a valutare giudicare solo matematicamente quanto vale un ragazzo, dovrebbe cercare di parlare con lui e farlo ragionare sui propri problemi, instaurare un dialogo con lui e creare intorno a lui un ambiente sereno e stimolante. Capisco che non sempre sia facile capire quando un ragazzo ha problemi, a volte sono molto evidenti come nel caso di Will, altre volte emergono con difficoltà e non sono riconosciuti come tali nemmeno da chi li sta vivendo.
Aluni giovani sostengono che un educatore debba avvicinarsi molto al mondo giovanile per essere accettato dai ragazzi. Io non sono d’accordo. Innanzitutto non mi m sentirei molto a mio agio a parlare con un professore tropo simile ai miei compagni e andrebbe a perdersi quella sosrta di distanza invisibile,cerata dal rispetto e dal timore,che separa i professori dall’alunno.
A me non piacerebbe avere un professore che cercasse di sostituire i miei amici. Il ruolo del professore al limite dovrebbe avvicinarsi più a quello del genitore ( anche se non dovrebbe mai sostituirsi ad esso) che al ruolo di un amico.
L’amico affronta un problema col tuo stesso entusiasmo e la tua stessa inesperienza, un professore lo analizza sulla base dell’esperienza e ti offre soluzioni che forse un amico non sarebbe n grado di indicare. Penso però che sia molto utile che un professore cerchi di conoscere il mondo dei ragazzi per capire meglio certi atteggiamenti per cercare di esserne partecipe non solo con il giudizio e per essere sempre “giovane” nell’entusiasmo.
Il personaggio dello psicologo nel film assume un ruolo a metà tra un insegnate e un genitore(anche se non sarebbero suoi.). Spesso anche nella vita reale succede che di fronte ad un problema si debbano assumere ruoli che non ci competono e non sempre è facile mantenere il giusto equilibrio.
Durante poco tempo il protagonista riesce a riappropriarsi della vita e prendere le redini del proprio destino: conosce una ragazza che frequenta l’università e, nonostante inizialmente abbiano un rapporto difficile, alla fine del film decide di seguirla alla volta della California per iniziare insieme una nuova vita.
Il film è pieno di contrapposizioni e gare: da un lato la ragazza, dall’altro gli amici; il professore e lo psicologo (ex compagni di scuola che si contendono il primo il cervello, il secondo il cuore)
E’ un film profondamente realistico e ricco di significati. Vengono toccati vari temi l'isolamento; la ricerca di un padre (e di un figlio) tra due persone simili e complementari; il diritto-dovere di liberarsi di un'infanzia infelice; la difficoltà di vivere di un genio – o, comunque, di un “diverso” – che non vuole farsi assorbire o stritolare dal sistema, il precario equilibrio psicologico dei giovani, la voglia di avventura e del rischio ( ne sono testimoni le varie volte in cui Will finisce “dentro” con i suoi amici), l’amore e l’amicizia, lo squilibrio sociale.

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