Vita di alcuni autori

Materie:Appunti
Categoria:Italiano

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Testo

SAFFO
Vissuta nel VII sec. Nell’isola di Lesbo, dove fondo un collegio per sole ragazze aristocratiche, Saffo è, nel mondo greco dominato da un’ottica rigidamente maschile, una donna che s’impone per le capacità d’insegnante e d’artista. La sua poesia è piena di soggettività: vi domina, l’io che esalta la validità delle proprie scelte con forza e intensità espressive rimaste insuperate.
“A me pare uguale agli dei”
Saffo dà voce a tutte le sfumature dei sentimenti che si accompagnano al manifestarsi dell’amore.

CATULLO
Gaio Valerio Catullo nacque a Verona, intorno all’84 a.C. da sua famiglia prestigiosa. Verso il 60 si trasferì a Roma dove fece parte del gruppo “poetae novi” (nuovi poeti). A Roma Catullo conobbe la donna che determinò il corso della sua vita, ispirando la maggior parte delle liriche: la cantò con il nome di Lesbia, forse per omaggio alla poetessa Saffo nativa dell’isola di Lesbo. La donna era in realtà Clodia, donna sposata e di 10 anni più grandi del poeta; bella e spregiudicata. Catullo se ne innamorò perdutamente, legandosi a lei in una relazione che, a causa dell’incostanza della donna, alternava attimi di gioia profonda a drammatiche delusioni. Da Roma si allontanò per un viaggio in Bitinia, in quella occasione visitò la tomba del fratello sepolto a Troia. Poco dopo il ritorno la relazione con Clodia finì e secondo la tradizione Catullo morì l’anno successivo (nel 54). “raccolta di carmi”
Le rime per Lesbia sono autobiografiche: Catullo canta la propria esperienza d’amore con un’intensità e una profondità nuove nel mondo romano. L’amore si configura come l’evento determinante della vita, fonte di passione, sconvolgimento dell’animo in un alternarsi continuo che traduce la difficoltà del rapporto che legò il poeta alla donna.

SABA
Umberto Saba nasce a Trieste nel 1883. Ebreo per parte materna, solo in età adulta conoscerà il padre, che aveva abbandonato la famiglia prima della sua nascita. La consapevolezza di appartenere ad una razza perseguitata e la disgregazione della famiglia alimentarono in lui il senso della frattura e della divisione e si concretizzarono nel rifiuto della figura paterna, di cui arrivò a ripudiare anche il cognome Poli. Lo pseudonimo Saba (in ebraico → pane) venne adottato dal poeta in omaggio dalla madre e all’amata nutrice Peppa Sabaz. Umberto Saba ha sempre considerato come sua vera madre la nutrice e non la madre vera. Cominciò a lavorare molto presto prima come mozzo su una nave mercantile. Si sposò con Carolina Woelfer, donna più giovane, che riassumeva la doppia faccia delle due madri. Acquistò poi una libreria antiquaria a Trieste presso la quale pubblicò “il canzoniere”. Saba lasciò la città solo nella seconda guerra mondiale quando in seguito a persecuzioni razziali dovette rifugiarsi a Firenze, Milano e Roma, dove venne aiutato da Ungaretti e Montale. Tornato nella sua città dopo la guerra, morì a Gorizia nel 1957.
“a mia moglie”:
Saba, parlando della moglie, descrive le maggiori virtù della donna.Tutto questo nasce dall'osservazione della sua naturalezza:ne sottolinea la protettività materna,la dolcezza che si unisce alla gelosia aggressiva, l'eleganza delle movenze come nella rondine, la fedeltà laboriosa come quella della formica.

ORAZIO
È un poeta latino (65-8 a.C) , contemporaneo a Virgilio, fa parte anche lui del coricalo di mecenate anche se la vicenda è diversa. Partecipa attivamente alla vita politica e militare delle guerre civili e favorevole al partito dei Cesaricidi. Esce sconfitto dalla guerra civile. Virgilio e Orazio sono grati a Mecenate perché non hanno un lavoro vero e proprio ma possono ispirarsi alla loro vena poetica. Orazio invita la destinataria della sua lirica, la giovane Leucònoe a non pensare al domani, ignoto o incontrollabile, ma a vivere l’oggi, assaporando le gioie dell’esistenza. Nella breve composizione “il carpe diem” reso con “cogli la giornata” Orazio esprime con tono sobrio, l’ineluttabilità della condizione umana, in cui la felicità è solo un breve attimo da cogliere al volo.

OMAR KHAYYAM
Il tema del “carpe diem” è presente anche in culture lontane dal mondo occidentale: Omar Khayyam, filosofo matematico e astrologo vissuto in Persia nel XII secolo, affida alle sue Quartine, brevi testi poetici, le riflessioni sul senso della vita, sul trascorrere del tempo e sui piaceri e le tristezze connaturate alla vicenda dell’uomo.

UNGARETTI
Giuseppe Ungaretti nacque l’8 febbraio 1888 ad Alessandria d’Egitto, da genitori italiani originari di Lucca. Orfano di padre a soli due anni, compì i suoi studi nel collegio migliore della città. Nel 1912 lasciò l’Egitto e si trasferì a Parigi dove entrò in contatto con le avanguardie artistiche e letterarie francesi. Alla prima guerra mondiale, tornò in Italia e si schierò con gli interventisti. Ungaretti si opponeva alla retorica dannunziana( il bel gesto, la ricerca della gioia, ecc..). In questo periodo c’erano i futuristi; il futurismo nasce in Italia, è un movimento della prima guerra mondiale, e vede nella guerra l’unica igiene del mondo. Il futurismo vuole la modernità → esalta la guerra, che elimina il vecchio. Dopo la guerra si era trasferì a Roma.In quegli anni scrisse “il sentimento del tempo”. Gli morì solo a nove anni il figlio Antonietto. Tornato in Italia, ungaretti ottenne la cattedra di letteratura italiana all’università di Roma. Pubblicò altre poesie tra le quali “il dolore” riferito alla morte del figlio e di altri familiari. Il 1917 (guerra lampo→di logoramento senza azioni eroiche)fu per lui l’anno più critico dove scrisse “allegria di naufrago”. Tutto questo periodo portò a scrivere una poesia scarna, basata sulle analogie, come un urlo di dolore. Morì a Milano nel 1970.
“i fiumi”
E’ una poesia dove descrive la natura e principalmente i vari fiumi paragonandoli alla sua vita.

Esempio