Ulisse: IL CANZONIERE

Materie:Altro
Categoria:Italiano

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Testo

IL CANZONIERE

La poesia “Ulisse” conclude la raccolta Mediterranee che appartiene, come tutta la produzione di Saba, al Canzoniere (concepito dall’autore come autobiografia totale).
Vi furono tre edizioni del Canzoniere,la prima pubblicata nel 1921 che raccoglieva tutte le produzioni precedenti, la seconda del 1948 e l’ultima, pubblicata postuma, del 1961.
I temi della Sua poesia sono Trieste , la città natale, il mare, simbolo di avventura spirituale, gli affetti personali e familiari, le memorie dell’infanzia (vita travagliata..), il rapporto con la natura e le riflessioni sull’attualità (leggi razziali..).
Il Canzoniere segue fedelmente la vita dell’autore e ne narra poeticamente gli eventi più importanti.

“ULISSE”

Il titolo di questa poesia è significativo infatti Ulisse è il mito antico simbolo dell’inquietudine morale e filosofica dell’uomo. Usato per prima volta da Omero è stato spesso rivisitato con rielaborazioni da Dante (XVI canto inferno), da Foscolo (a Zacinto), da Pascoli(quando rivisita l’Odissea Omerica), da D’annunzio (nel’ incontro di Ulisse), da Ungaretti.
La poesia è una metafora della vita e gli elementi presenti ( il mare, gli isolotti scivolosi al sole…..) hanno un significato simbolico alludono alla compresenza della bellezza e del dolore nella vita, che rendono difficile il cammino, che però secondo l’autore va sempre affrontato. La lirica è una accettazione della vita che ha i suoi punti fermi (il porto illuminato), ma è una continua e incessante navigazione verso l’ignoto (..me al largo sospinge ancora il non domato spirito..).
Infatti Saba come Ulisse è approdato nella sua Itaca, ha cioè trovato se stesso, ma questo è solo un punto di riferimento che il suo spirito ribelle guarda da lontano prendendo forza da esso per poi riprendere ancora il mare verso la terra di nessuno che è ilo suo regno.
Fino al 9 verso sono presenti strofe riferite all’immagine del ricordo. In particolare il poeta ricorda quando faceva il mozzo in una barca che navigava lungo le coste della Dalmazia ed era in continua ricerca dell’avventura. Ricordando gli scogli del mare, li paragona all’adolescenza in quanto gli scogli coperti di alghe sono scivolosi, così come la giovinezza è difficile da affrontare e basta poco per “scivolare”. L’adolescenza però è anche bella come gli scogli verdi che colpiti dal sole sembrano smeraldi, ma nascondono mille insidie (per dire ciò si avvale della similitudine). La notte e la marea sono considerati elementi traditori in quanto nascondono il pericolo, costringendo le barche a vagare al largo per evitare il rischio come le situazioni oscure che celano grandi pericoli. La dimensione esistenziale in cui si trova meglio è quella della terra che nessuno vuole per la paura che incute ciò che non si conosce. La seconda parte (introdotta da “oggi”), descrive l’attuale stato psicologico del poeta. Qui il poeta esprime la sua mancanza di soddisfazione che lo porta a tentare come faceva Ulisse. L’avverbio “oggi” introduce la seconda parte e si passa ad un secondo piano temporale, ovvero dal ricordo passato alla situazione presente. “Oggi il mio regno è quella terra di nessuno” è un evidente richiamo alle celebri parole pronunciate da Cristi: “il mio regno non è di questo mondo”. Il porto rappresenta la vita tranquilla e la vecchiaia che non attira il poeta ancora assetato di avventura, ma il suo “non domato spirito” ne rimane lontano perché vuol andare alla ricerca di nuove esperienze; è presente una metafora nell’espressione il porto accende i suoi lumi, ciò rappresenta il porto come simbolo della vecchiaia che attira gli uomini. Analizzando le figure retoriche troviamo la sineddoche nell’espressione “vele sottovento”, (una parte per il tutto) in cui le vele rappresentano le barche.

La poesia è una metafora della vita che si esprime con l'immagine del poeta che naviga lungo la costa dalmata. Saba afferma di aver navigato tra "isolotti a fior d'onda", cioè tra le opportunità della vita, che in gioventù appaiono meravigliose e realizzabili, ma che nella vecchiaia rivelano tutta la loro inconsistenza. Per il poeta il viaggio per mare è metafora del suo percorso nella vita: egli cerca nel mare aperto il senso dell'esistenza ed una tranquillità interiore che non ha ancora raggiunto. Da una lato il mare sconfinato rappresenta un mistero, la voglia d'avventura, dall'altro il viaggio senza una meta precisa con tutte le possibili difficoltà è fonte di incertezza ed instabilità. Saba, come Ulisse, rifiuta la sicurezza del porto e si lascia "trasportare al largo dall'amore della vita", poiché il suo spirito ribelle lo porta a lottare per essa.

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