Materie: | Tema |
Categoria: | Italiano |
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Data: | 21.11.2005 |
Numero di pagine: | 2 |
Formato di file: | .doc (Microsoft Word) |
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Testo
Durante la notte tormentata, Don Abbondio pensa a Renzo in questi termini: quel ragazzone…un giovanetto ignorante. Vuole, insomma, a tutti i costi farne un ingenuo e uno sprovveduto, per superare il timore di doverlo affrontare il mattino seguente. I due dialoghi con Renzo con il curato, e tra il primo e il secondo, quello con Perpetua, smentiscono tale giudizio. Partendo all’analisi dei suddetti episodi, traccia un breve ritratto del protagonista maschile del ritratto.
Lorenzo o, come dicono tutti, Renzo Tramaglino è un popolano di vent’anni, non molto istruito, ma abbastanza astuto. Fin dall’adolescenza, è rimasto orfano sia di padre che di madre.
Esercita la professione di filatore di seta. Questa attività in passato era molto redditizia, ora però il lavoro va diminuendo, ma consente di guadagnare abbastanza per potere vivere dignitosamente, causa l’emigrazione continua degli operai verso gli Stati vicini.
Renzo è un grande lavoratore e risparmiatore e, oltre alla sua attività di filatore, cura un poderetto, che gli permette di lavorare anche quando il filatoio rimane fermo: economicamente si può definire agiato.
Quando Renzo si reca da Don Abbondio per sapere l’ora del matrimonio, è ben vestito, con penne di vario colore al cappello, col pugnale nel taschino dei calzoni e un aspetto festoso. Solo ora comincia a conoscere il male del mondo, nei soprusi degli uomini potenti; ma, non disposto a lasciarsi piegare da loro, reagisce con tutte le sue forze. È un giovane ingenuo che conosce poco il mondo, e quindi facile da essere preso e sviato dagli eventi. È d’animo pacifico, odia la violenza, l’inganno, ma la sua impulsività può indurlo a perdere il controllo e a trasformarlo in una persona ingenuamente minacciosa, specie se ferito nella sua appassionata ricerca della giustizia.
Infatti il giovane si è subito insospettito dello strano comportamento di Don Abbondio e, quando questo gli riferisce che il matrimonio non si può celebrare, i suoi modi gioviali e risoluti si tramutano immediatamente in infiammate di ribellione.
L’ira di Renzo, una volta suscitata, cresce gradualmente e provoca immagini sempre più fosche e spinge il giovane ad ingenue o affrettate conclusioni.
D’altra parte dimostra di conservare un autocontrollo e anche una certa astuzia quando estorce con furbizia la confessione a Perpetua. La rabbia di Renzo si trasforma allora in una specie di sogno, di incubo dal quale lo risveglia il pensiero della sua Lucia. Egli segue con convinzione i principi della religione cristiana, ma trova difficoltà a metterli in pratica, quando essi si scontrano con la sua natura tesa in ogni momento all’affermazione dei propri diritti e animata da una sempre viva ricerca della giustizia.
L’immagine di Lucia non richiama in lui solo l’oggetto del suo amore, ma rappresenta anche un modello di valori morali.
L’autore fa di Renzo una delle figure più grandi della nostra letteratura per l’ingenuità e la fede, per la semplicità e la bontà e per il suo cuore passionale. Non si capisce perché venga sempre confuso con figure non positive: un ribelle da Don Abbondio e un bravo da Azzecca-garbugli.