Storia di animali

Materie:Tema
Categoria:Italiano

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Data:28.09.2007
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Testo

Un tempo lontano viveva un coniglietto bianco che giocava tutto il giorno nel grande parco della giostra con i suoi fratellini, ed era molto felice.
Correva sin dal mattino, si nascondeva, masticava la sua erbetta e aspettava i bambini della zone, cuoi amici, per giocare insieme. Là c’era una grande confusione; i bambini correvano per prenderlo, saltavano, ridevano, lui si nascondeva nei cespugli ma anche lì riuscivano a trovarlo. E di nuovo ricominciava la cacci. Così si divertivano tutti moltissimo. Dopo essersi riposati qualche minuto, i bambini correvano di nuovo, questa volta dietro le oche, i pavoni, poi andavano sulle giostre, e in tal modo, per un po’, il coniglietto poteva riposarsi con i suoi fratelli chiudendo gli occhietti rossi o masticando felici l’erba invitante del prato.
Quando giungeva la sera, i bambini tornavano a casa, e i pavoni andavano a riposare nei loro cantucci, emettendo strani suoni per salutare il giorno che sse ne andava e per augurare la buonanotte agli altri animaletti del parco.
Un giorno accadde una cosa molta curiosa. Il coniglietto bianco, mentre si trovava in una stradina del grande giardino, vide un filo argentato. Iniziò allora a giocare come un pazzo.
Che bel gioco! Dava la caccia al ilo, lo ingarbugliava tra le sue zampette, lo perdeva, lo riprendeva, e trattenendolo nuovamente faceva delle buffe piroette su se stesso, e continuò così fino a quando riuscì ad attorcigliarsi il filo tutto intorno al corpo. Allora, tutto soddisfatto, si sedette per un po’ sorridendo sotto i baffi.
A un certo punto, però, senti il filo d’argento si irrigidiva e si stringeva intorno a li, trascinandolo in avanti. Com’era strano tutto ciò! Il coniglietto cercava di opporre resistenza ma non c’era niente da fare.
Dopo un altro po’ guardando verso l’alto, cosa vide? Su, in alto, all’altro capo del filo era legato un grande pallone gonfio a forma di cuore.
Com’era bello e lucente! Ma il coniglietto non fece in tempo ad ammirarlo. Forse perduto da un bambino, il vento lo trascinava ed il piccolo coniglio, molto impaurito, si sentiva mancare la terra sotto i piedi.
A questo punto il coniglietto cominciò a gridare, a gridare, emettendo i suoi urletti e chiedendo aiuto, ma invano. Il pallone indifferente continuava a salire, e sotto, tutto legato, il nostro amico era sempre più paventato.
Il povero animaletto chiese, ingenuamente, al palloncino dove egli lo stesse portando.
Il pallone si muoveva a destra e a sinistra, implacabilmente, e con vanità disse al coniglietto che la colpa non era sua ma del vento che lo trascinava per aria.
In coniglietto bianco continuava intanto a essere trascinato e a chiedere aiuto inutilmente, e dopo un po’ tutto il giardino sottostante era in allarme; si udivano urli strani, richiami d’intesa, fino a quando un pavone, saltando di ramo in ramo, riuscì a salire sopra un albero alto e da lì lanciare alcune grida di segnalazione. Il pavone chiese cosa stesse succedendo.
In quel momento un gruppo di uccellini dal becco appuntito si mise in formazione e si lanciò contro il pallone, mentre il povero coniglietto, sempre più agitato, si dava gran da fare sbattendo disperatamente le zampette in tutte le direzioni. Gli uccellini, agitandosi a vicenda con tutte le loro forze, furono addosso al pallone. Allora il pallone chiese cosa volessero fargli ma non fece in tempo a finire la frase. Le forze vennero a mancargli, mentre un leggero soffio usciva dai buchi prodotti nella sua corazza dai piccoli becchi degli uccelli.
Il pallone, ormai sgonfiato, prese a scendere pian piano. Appena il coniglietto fu a terra, benché tremendamente spaventato per la brutta esperienza, si riprese vedendosi circondato da tanti ragazzini esultanti, mentre una mamma riusciva a togliere el filo d’argento dalle sue zampette.
Tutto tornò normale. Il pericolo era passato. I bambini cominciarono di nuovo a dargli la caccia per gioco, a nascondersi, a saltare, e lui con loro, ancora tanto felice per quella bella e buona compagnia.

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