scheda libro "Senilità" di Italo Svevo

Materie:Scheda libro
Categoria:Italiano
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Testo

SENILITÀ di ITALO SVEVO
NOTIZIE SULL’AUTORE
Italo Svevo nacque a Trieste nel 1861, da padre tedesco, ebreo, e madre italiana. Lo pseudonimo (infatti il suo vero nome era Ettore Schmitz) non stava ad indicare questa sua origine – il padre e il nonno si sentivano triestini -, ma la volontà di unire la cultura tedesca a quella italiana. Al ritorno dalla Germania, dove era stato inviato per studiare, divenne impiegato di banca; nel frattempo maturava una vocazione letteraria che lo spingeva a leggere autori italiani quali Machiavelli e Boccaccio. Ma Trieste (che apparteneva all’Impero Austro – Ungarico) era un crocevia di popoli, dalle culture più varie e questo sta ad indicare che la formazione di Svevo non venne solo dallo studio della letteratura francese e inglese, ma anche dalla letteratura russa e tedesca. Uno dei pochi dati che conosciamo dello scrittore è l’amicizia con Joyce, che conobbe ed ospitò a Trieste ed al quale dedicò un dramma, Exiles. Svevo è, rispetto alla cultura italiana, decisamente ai margini e per lui la lingua stessa è una conquista di studio ed applicazione: legge qualche classico italiano, i naturalisti francesi, conosce bene il tedesco; è, insomma, del tutto estraneo alla letteratura italiana di fine 1800. Il primo romanzo che scrive è “Una vita” (Trieste 1892), che contiene gia tutti i dati fondamentali della sua grandezza di narratore, sia pure ancora con qualche difetto: la rappresentazione dell’uomo in crisi, incapace di azione, di scelta, continuamente oscillante tra ambizioni e disperazione, sogni eroici e miseria quotidiana; insomma una “specie” di perdente. Quando pubblica a Trieste, nel 1898, il suo secondo romanzo, “Senilità” nessuno come lui in Europa ha raggiunto la sua chiarezza nella rappresentazione della crisi moderna. Il libro è un capolavoro: l’incapace a vivere, ad agire è ora precisato nel simbolo della “senilità” (che sta ad indicare la vecchiaia) e, appunto nella vecchiaia morale che annulla qualsiasi scatto vitale, ogni entusiasmo, rende sbagliati tutti gesti, modi di fare, di agire e vane tutte le speranze che sono rimaste. Comunque l’insuccesso totale di Senilità convinse Italo ad abbandonare la letteratura: a questo romanzo segue un lungo e totale silenzio. Solo dopo una ventina d’anni (Bologna, 1923), Svevo torna alla narrativa con un’opera molto importante: “La coscienza di Zeno”. È un romanzo costruito su una base di psicoanalitica, teoria che conosceva gia dai primi del ‘900 (leggendo libri di Freud) e che gli consente di dare un fondamento saldo al suo discorso particolareggiato, alla sua ricerca delle ragioni della vita entro la fenomenologia della coscienza, il romanzo esprime nel migliore dei modi l’interpretazione dell’autore della situazione dell’uomo in crisi. I racconti di Svevo, invece, rispetto ai suoi romanzi, sono meno significativi, perché il suo discorso ha bisogno di “ampi spazzi”, di stendersi ampiamente lungo quel suo stile caratteristico (definito da molti “scriver male”) pieno di inversioni e complicazioni sintattiche. Svevo ha scritto inoltre alcune commedie, di non grande importanza, ma anche queste percorse dalla dissacrazione e dall’impertinenza borghese di quei tempi: “Le teorie del conte Alberto”(1880), “La verità” (1880), “Le ire di Giuliano” (1881), “Il ladro in casa” (1880 – 1890), “Una commedia inedita” (1880 – 1890), “Terzetto spezzato” (1890), “Un marito” (1903), “L’avventura di Maria” (1920), “Inferiorità” (1921. Esistono inoltre alcuni saggi, frammenti biografici, lettere (come le note sulla psicoanalisi o sull’amico Joyce). Italo Svevo muore a Motta di Livenza nel 1928.
SINTESI
Emilio Brentani, trentacinquenne, precocemente invecchiato e tormentato dal rimpianto di una vita passata ormai inutilmente, è un impiegato che vive con la sorella Amalia, senza ambizioni letterarie tanto segrete: ha infatti scritto e pubblicato in età giovanile un romanzo che, a Trieste, città dove Emilio vive, era stato abbastanza apprezzato dalla gente. Poi, però, la routine di un’esistenza piccolo–borghese, lo aveva distolto dal proseguire l’attività di scrittore, lasciandogli però come una disposizione ad interrogarsi sul mondo, nonché un’ansia riguardo al proprio destino d’individuo. Brentani è un personaggio che trova il suo perno nell’attesa di un’epifania della vita, che arriva in età non troppo giovane quando incontra una certa Angiolina Zarri, una ragazza che lo affascina con una vitalità quasi animale. È la stessa vitalità che Emilio aveva avvertito nell’amico Stefano Balli, scultore, tanto inserito nel flusso della vera esistenza quanto lui, Emilio, se ne teneva lontano. E sarà proprio la gelosia nei confronti di Stefano, del quale Angiolina diventerà presto la modella, a complicare fin dall’inizio la storia d’amore. A poco a poco Emilio scopre i tratti poco rassicuranti della ragazza, ne individua gli amanti e comprende le motivazioni dei suoi comportamenti; però tutto questo non lo fa allontanare da lei. Pur non riuscendo a vivere pienamente l’esperienza del rapporto con la donna amata, Emilio finisce per affidargli quasi inconsapevolmente ogni residua speranza di salvezza. Questa avventura non sconvolge soltanto la vita di Emilio, ma ha ovvie ripercussioni anche su quella della sorella Amalia. Sola e ammalata, da sempre innamorata del Balli, la donna perde il gia precario equilibrio quando sente mancarsi l’affetto del fratello. Comincia allora a drogarsi con l’etere e a delirare, si convince di essere sposata con lo scultore ed a questa idea si attacca al punto da respingere qualsiasi tentativo di riportarla alla ragione da parte di Emilio; alla fine, intossicata dalle sempre più massicce dosi di etere iniettatesi, muore. La scomparsa di Amalia, coincide con la fine del rapporto tra Angiolina e Emilio, che conserva il ricordo di due donne che rappresentavano una la salute (Angiolina) e l’altra la malattia (Amalia). Per difendersi dalla morte che purtroppo si è manifestata, Emilio Brentani avverte la necessità di rinunciare anch’egli alla vita.
TEMPI E LUOGHI
E’ possibile affermare che il romanzo sia compatto nello spazio e nel tempo;è ambientato nella Trieste di fine 800 anche se ciò non è mai esplicitamente espresso nel testo;essendo questa la città natale di Svevo, ci vengono riportati fedelmente parecchi luoghi caratteristici quali i nomi delle vie e delle piazze che fungono da scenario alla vicenda di Emilio e Angiolina. Attraverso gli innumerevoli riferimenti all’abbigliamento dei protagonisti, ai colori ed alle descrizioni dei luoghi e dei paesaggi, si deduce che la durata dell’azione è all’incirca di un anno.
STILE
Senilità é principalmente un romanzo di tipo psicologico in quanto predilige l’analisi caratteriale dei personaggi e il rapporto che intercorre tra essi. La scrittura diventa quindi uno strumento di conoscenza degli eventi e dei protagonisti, in chiave, però, psicologica. Svevo sceglie per questo testo una focalizzazione interna,secondo la quale i fatti sono visti attraverso l’ottica di Emilio. Vengono spesso utilizzati il discorso indiretto libero, il monologo interiore e il flusso di coscienza che porta alla superficie in modo immediato le idee del personaggio così come si presentano alla sua mente. Inoltre lo sguardo del narratore talvolta assume il punto di viste del Balli o di Amalia. L’autore, tuttavia non manca mai di far sentire la propria presenza ed il proprio giudizio. Infine è possibile notare come venga attuata una particolare scelta del lessico che tende a privilegiare termini abbastanza insoliti e ormai fuori uso.
PERSONAGGI
Emilio Brentani: è il protagonista del racconto e di lui non viene detto niente sul suo aspetto fisico, tranne che è un uomo precocemente invecchiato. È un trentacinquenne, con un carattere strano, di difficile interpretazione, facente parte della piccola borghesia di Trieste, città in cui vive assieme alla sorella Amalia. Di lavoro fa l’impiegato, ma non ha mai nascosto la sua vocazione letteraria avendo scritto anche un piccolo libro che non è stato del tutto disprezzato dagli abitanti della sua città. È un inetto, che cerca nel sogno la sua incapacità di vivere; perde la testa per una donna, Angiolina, che non potrà mai sposare. Esso rappresenta l’ “intellettuale sognatore”, che vive un’esperienza d’amore con abbandono totale, disposto ad educare Angiolina, fino a restare sconvolto dal suo prevedibile tradimento. All’inizio lo vediamo alle prese con una storia che non piace a nessuno; poi le alternate vicende con la sorella Amalia, l’amico Stefano Balli e la stessa Angiolina lo portano a trascorrere una vita un po’ “sbiadita”. Emilio raffigura in qualche modo l’autore del romanzo, Italo Svevo, che si è innamorato realmente di una certa Angiolina che viveva nella sua città.
Angiolina: è colei di cui s’innamora il protagonista. È una ragazza molto bella, con i capelli biondi e gli occhi azzurri; una popolana, molto esuberante e piena di vita, costretta ormai a giocare il proprio futuro sulle relazioni amorose, ben gestite dalla madre, ed ancora disposta a vivere l’amore come un’avventura. Tenendo conto degli insegnamenti che le dà Emilio diventa una persona meno onesta, più scaltra e più astuta; all’inizio sembra che sia Emilio a controllare il comportamento su di lei, poi però le parti s’invertono e Angiolina sfrutta il protagonista. La ragazza s’innamora dello scultore amico del Brentani, Stefano Balli. La donna rappresenta un personaggio reale che abitava a Trieste, della quale lo scrittore del romanzo, Italo Svevo, si è innamorato realmente.
Amalia Brentani: è la sorella del protagonista. È la vittima della confusione che ha creato Emilio, privata della sua vita è pronta a lasciarsi prendere dalla passione travolgente che i racconti del fratello hanno risvegliato in lei; si innamora di Stefano Balli. Ha un fisico abbastanza anonimo, dove solo le mani apparivano di bell’aspetto; non è mai stata un fiore nel corso della sua gioventù, ma anzi porta su di se il dolore per la morte dei genitori. È una donna molto debole, sempre “giù d’animo” e si sente un po’ meglio solo quando va a trovarla Stefano Balli, lo scultore di cui è innamorata. Le sue doti principali sono la cucina, la precisione ed il suo amore per l’ordine della casa. La donna, in crisi depressiva a causa dell’amore non corrisposto da parte di Stefano Belli, comincia a drogarsi con l’etere e la “pazzia” la porta a dire strane cose; gira dicendo di essersi sposata con lo scultore ed in nessun modo il fratello riescea riportarla alla ragione. Alla fine muore optando per la soluzione più drastica: il suicidio.
Stefano Balli: è l’amico d’infanzia di Emilio Brentani. L’autore lo descrive come una persona alta e robusta, di giovane aspetto, che mostra un’età matura solo per qualche capello bianco che ha. È anche lui, come il protagonista, un’artista (precisamente fa lo scultore), che però non ha ottenuto molto successo con le sue opere d’arte; lui giustifica questo insuccesso dicendo che è colpa del nuovo stile con cui modella le sue opere. A volte usa come modella anche Angiolina la quale, come del resto Amalia, s’innamora di lui; con la prima avrà anche una relazione. Capiamo allora che Stefano ha maggior successo del protagonista con le donne, cosa che rende molto invidioso Emilio del primo.
Elena Chierici: è la donna che assiste con molto sacrificio la povera Amalia con la stessa attenzione che avrebbe avuto nei confronti dei figli; fa la sua comparsa solo verso la fine del romanzo. È una donna alta e bruna, che appare molto gentile ed altruista; ha vissuto molti drammi in passato: la perdita del figlio e del marito. Anch’ella si rivela però un po’ ambigua: sembra infatti portata ad occuparsi degli altri, ora che è rimasta vedova, per dimenticare una sete insoddisfatta d’amore.
Sorniani: è un uomo asciutto e molto vanitoso. Non appare molto nella vicenda, ma contribuisce a rendere complessa la situazione di Angiolina, affermando di averla sedotta.

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