Salisburgo

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Testo

Fortezza Hohensalzburg -La storia della sua costruzione ha inizio nel 1077, sotto l'arcivescovo Gebhard e termina solo nel XVII secolo. Il simbolo di Salisburgo è allo stesso tempo la più grande fortezza ancora interamente conservata del centro Europa. Domina dall'alto su una delle più belle città del mondo.
Duomo - Nel 1598 il duomo medievale fu distrutto da un incendio così, nel 1614, ebbe inizio la ricostuzione secondo i progetti di Santino Solari che vi riunì elementi del primo barocco insieme ad idee architettoniche romane. Venne inaugurato nel 1628.
Cimitero di S.Pietro- Le sue origini risalgono alla Juvavum tardo romana. È circondato da arcate ricche di epitaffi e da cancellate in ferro battuto abilmente lavorate. Ritenuto un luogo dall' atmosfera molto mistica.
Residenza - La sontuosa Residenza fu la sede dei principi-arcivescovi di Salisburgo sin dal 1120. Venne ampliata negli anni 1709-1727, periodo a cui risalgono anche gli affreschi e i dipinti sui soffitti opera di J.M.Rottmayr e di Martino Altomonte.
Mozartplatz - Questa piazza, situata nel centro di Salisburgo, è dominata dal monumento a Mozart, opera di Ludwig von Schwanthaler, ed eretto nel 1842. Nella Mozartplatz i numerosi visitatori di Salisburgo possono anche ascoltare il famoso carillon che risuona ogni giorno dal palazzo arcivescovile.
Getreidegasse - Viene definita il più bel "centro commerciale" dell'Austria. È interessante per il suo aspetto ancora largamente intatto, grazie alle insegne in ferro battuto riccamente decorate, ai portali di notevole valore artistico, alle facciate ben tenute e agli idilliaci cortili con le arcate che fanno da sfondo ideale alla vivace attività commerciale di questa via.
Casa Natale di Mozart - La casa natale per eccellenza:
vi nacque Mozart nel 1756. È situata nella Getreidegasse e i vani in cui un tempo visse la famiglia Mozart sono sede di un museo. L'accurata collezione è ogni anno la mecca degli appassionati di musica di tutto il mondo.
Chiesa dell'antica Università - Questo capolavoro di Fischer von Erlach è uno degli edifici sacrali più importanti d'Europa e rappresenta allo stesso tempo una sintesi dei grandi sistemi architettonici. Nel 1696 fu iniziata la costruzione della chiesa che venne poi consacrata nel 1707.
Il Teatro delle Marionette di Salisburgo - Le Marionette di Salisburgo presentano il repertorio di un grande teatro dell'opera servendosi di incisioni di famosi cantanti ed orchestre. Nella bella sala del teatro vengono rappresentate soprattutto opere di Mozart. Il Teatro delle Marionette di Salisburgo deve la sua fama mondiale anche alle tournèe, che da più di 80 anni lo conducono in giro per il mondo.
Chiesa dei Francescani - Sicuramente una delle chiese più antiche di Salisburgo. Le sue origini risalgono all'VIII sec. La costruzione ha subito nei secoli numerose modifiche, come per esempio la magistrale realizzazione dell'altare maggiore da parte di Michael Pacher prima e poi, nelle attuali forme barocche, da parte di J. Fischer von Erlach. Nel 1983 la chiesa è stata in parte risanata e rinnovata.
Giardino di Mirabell - Il Castello Mirabell con la sua sala per matrimoni - forse la più bella del mondo - è incantevole quanto il giardino che lo circonda. Quest'ultimo fu concepito da Fischer von Erlach sotto I'arcivescovo Johann Ernst Thun intorno al 1690. I gruppi di statue, il singolare "Giardino degli gnomi", le meravigliose decorazioni floreali, il labirinto sempreverde ed il teatrino: tutto ciò è un unico piacere per I'occhio!
Linzer Gasse - Negli ultimi anni la Linzer Gasse è divenuta una via molto apprezzata per gli acquisti. Particolarmente interessanti sono la Chiesa di S. Sebastiano e la bella, ma ripida, salita sul monte dei Cappuccini, lungo la quale si trovano le immagini raffiguranti la passione di Cristo.
S. Sebastiano - Il cimitero di S. Sebastiano è proprio adiacente all'omonima chiesa. Andrea Bertelletto lo progettò intorno al 1600 seguendo lo stile di un camposanto italiano. Vi riposano il principe arcivescovo
Wolf Dietrich, Leopold Mozart, il padre di Mozart, la vedova di Mozart Constanze, e il medico Paracelso, "padre" della medicina moderna.
Casa di Mozart - La casa situata nella Markatplatz 8, la cui prima menzione documentata risale al 1617, fu la dimora di W.A. Mozart negli anni 1773-1780. Al primo piano, nelle stanze che ospitarono la famiglia Mozart, ha sede un museo che documenta la vita della famiglia Mozart nella casa e la storia dell'edificio.
Hellbrunn - All'inizio del XVII secolo I'arcivescovo- principe Markus Sittikus dette incarico all architetto di corte Santino Solari di progettare e costruire il Castello di Hellbrunn con il suo meraviglioso parco. La sua straordinaria bellezza destò meraviglia anche all'estero. L'ampio parco, i numerosi eventi culturali, i giochi d'acqua e lo zoo contribuiscono a rendere la visita di Hellbrunn un'esperienza indimenticabile.
LA VITA DI MOZART
Salisburgo è una città, che da il nome alla omonima regione, con un’intensa tradizione culturale che risale a parecchio tempo addietro nel passato. Nel suo più famoso figlio, Wolfgang Amadeus Mozart, la tradizione musicale trova il suo culmine. Questa tradizione viene ancor oggi coltivata: da un lato presso l’Università Mozarteum, dall’altro nel Festival, ovunque conosciuto, il quale dal 1920 conduce ogni anno migliaia di appassionati di arte e di cultura di tutto il mondo a Salisburgo.
Soprattutto la musica, ma anche significativi avvenimenti di teatro hanno imposto in tutto il mondo la fama del Festival. Un momento eccezionale di attrazione è ogni anno costituito dallo spettacolo all’aperto di Jedermann davanti all’imponente retroscena della facciata del Duomo di Salisburgo. Questo monumento, assieme alle molte altre chiese nel cuore della città di Mozart, ha fatto sì che Salisburgo porti il nome di Roma del nord. Molti appassionati di musica vengono a Salisburgo ogni anno per il Festival Pfingsten Barock (Pentecoste barocche) o per il Festival di Pasqua, che è stato istituito dal direttore d’orchestra Herbert von Karajan.
Anche il grande Adventsingen salisburgese (singspiel d’Avvento), al quale risale la tradizione degli Adventsingen in tutto il paese d’Avvento Salisburghese, attira molti visitatori.
Basta uno sguardo alle statistiche del 1998 per giustificare il fatto che Salisburgo venga giustamente dichiarata città di cultura mondiale: Circa 4.000 manifestazioni di teatro e concerti a pagamento hanno attirato quasi un milione di visitatori nella città. Quest’anno si è svolta una media di 11 di manifestazioni al giorno. Il carnet si estende dai concerti orchestrali ai concerti rock, dall’opera al musical, dall’opera teatrale alla letteratura, dai balli folkloristici alle feste per strada.
Né vanno dimenticati, nel presentare questa offerta culturale, i numerosi musei e gallerie che Salisburgo ha da offrire, tra i quali la Casa della Natur, il museo Carolino Augusteum, il museo – internazionalmente rinomato – Rupertinum, la galleria della Residenza e il Salzburger Freilichtmuseum, museo all’aperto unico al mondo. Attualmente è in fase di esecuzione un cambiamento radicale nel panorama dei musei di Salisburgo.
Sarà presto in costruzione un nuovo interessante museo regionale nel palazzo nuovo della residenza che dimostrerà nel futuro l’importante e molt autonoma posizione della regione. Nel 2000 si ha cominciato a costruire il museo del Moderno sulla collina Mönchsberg (MaM). Oltre collezioni del Rupertinum contenerà 50 capolavori di una delle collezioni d’arte più importanti al mondo, cioè la collezione Batliner.
LUOGHI DI INTERESSE

1. Fortezza di Hohensalzburg, Museo della Fortezza, Rainermuseum, Museo delle Marionette, Funicolare della Fortezza
2. Monastero di Nonnberg
3. Chiesa di S. Erardo
4. Chiesa di S. Gaetano
5. Abbeveratoio cavalli
6. Arcibadia di S. Pietro, Cimitero e Catacombe
7. Luogo commemorativo di Johann Michael Haydn
8. Duomo, Museo, del Duomo, Museo degli Scavi del Duomo
9. Residenza, Saloni di gala e Galleria
10. Fontana della Residenza
11. Chiesa di S. Michele
12. Nuovo Palazzo della Residenza e Carillon Mozartplatz:
13. Luogo commemorativo di Georg Trakl Alter Markt
14. Oreficeria storica
15. Chiesa dei Francescani
16. Rupertinum ? Museo d'arte moderna e contemporanea
17. Chiesa dell'antica Università
18. Casa natale di Mozart Getreidegasse
19. Vecchio Municipio
20. Palazzi del Festival
21. Abbeveratoio
22. Museo dei giocattoli
23. Chiesa di S. Biagio
24. Costumi regionali del Salisburghese ? antichi a moderni
25. Ascensore del Mönchsberg, Terrazza panoramica
26. Salzburger Museum Carolino Augusteum ? Museo d'arte e di storia della civiltà
27. Museo di Storia Naturale
28. Chiesa di S. Marco
29. Chiesa di Mülln
30. Birreria di Mülln (Augustiner Bräu), Convento di Mülln
31. Castello Mirabell, Giardino di Mirabell
32. Museo Barocco
33. Conservatorio Mozarteum
34. Teatro delle Marionette e Teatro da Camera
35. Teatro Regionale
36. Luogo commemorativo di Christian Doppler
37. Casa d'abitazione di Mozart, Museo Audiovisivo Mozartiano
38. Chiesa della SS. Trinita
39. Chiesa di Loreto
40. Chiesa di S. Sebastiano, Tomba di Paracelso, Cimitero con Ia tomba della famiglia Mozart e mausoleo Wolf Dietrich
41. Chiesa e Convento dei Cappuccini
42. Chiesa di S. Giovanni all'Imberg
43. Castello di Hellbrunn a glochl d'acqua, Museo del folclore e giardino zoologico
44. Stlegl's Brauwelt - Birreria, Museo
Mozart, tra storia e leggenda
Vivere in un’epoca di generale disincanto, come la nostra, ha tra i suoi effetti la fine di innumerevoli leggende e aneddoti che per molto tempo hanno popolato la storia delle “arti belle”. Nessuno crede ormai che Zeusi dipingesse uva su cui le rondini andavano a beccare, né che Parrasio ingannasse lo stesso Zeusi dipingendo un velo tanto realistico da indurre il suo rivale a cercare di scostarlo, né ancora che Giotto avesse disegnato una mosca tanto perfetta da indurre Cimabue, suo maestro, a tentare di scacciarla. La storia del diavolo che detta musica a Tartini viene ricondotta nell’ambito delle interpretazioni oniriche, mentre l’idea che un sonno più duro a venire, quello del conte Hermann Carl von Keyserlingk, sia all’origine delle bachiane Variazioni Goldberg viene liquidata come un’amenità, una favoletta buona a incantare solo chi dorme davvero, ma a occhi aperti.
Allo stesso modo, nessuno crede più, oggi, all’immagine di un misterioso messaggero della morte che commissiona a Mozart una messa da Requiem la cui composizione avrebbe coinciso con le ultime settimane di vita del compositore. Un’arte della veglia e della documentazione, la ricerca storica, ha fugato, con dati ben concreti, ogni nostra credulità a riguardo: il Requiem venne richiesto a Mozart da un singolare personaggio, il conte austriaco Franz von Walsegg, proprietario di ampie tenute nella zona del fiume Enns, il quale aveva la debolezza di vantare un grande talento musicale e spacciava, perciò, come sue, musiche scritte per lui da alcuni celebri compositori di allora (analoghe operazioni sono state documentate ai danni, ed economicamente a beneficio, di nomi piuttosto conosciuti all’epoca, come François Devienne e Franz Anton Hoffmeister). Il 14 febbraio 1791 era improvvisamente morta la moglie del conte, non ancora ventunenne, e a lei Walsegg volle dedicare una composizione richiesta a Mozart tramite il suo amministratore, l’avvocato Johann Sortschan. Poiché Walsegg non compariva mai ufficialmente nel suo ruolo di committente, l’avvocato ne difese rigidamente l’anonimato, circostanza alla base delle future fioriture di aneddoti.
In una vita così breve e folgorante come quella di Mozart, non è certo questa l’unica leggenda tramandata, l’unico episodio trasformato in pura narrazione da una memoria che ha significativamente deformato i dati di realtà. Al contrario, si può dire che ogni episodio della vita di Mozart – dalla prodigiosa memoria del bambino che riproduceva alla perfezione composizioni ascoltate una sola volta, sino al fatidico calcio nel sedere con cui venne cacciato dalla corte arcivescovile di Salisburgo e alla morte per avvelenamento da parte di un collega invidioso – sia stato oggetto di un investimento fantastico e sia diventato parte di un romanzo collettivo. Un’affabulazione così estesa e capillare da non poter essere ricondotta a un’epoca di credulità, a un mondo che aveva fiducia nelle favole e che si volle rispecchiare in esse. L’illuminismo di cui Mozart fu contemporaneo aveva combattuto contro questo genere di incantamento e aveva ammesso la creazione di nuove favole solo ove queste fossero un modo per comunicare, sotto metafora, contenuti razionali, proprio come avviene nel Flauto magico, l’opera che Mozart scrisse collaborando con l’attore, impresario e librettista Emanuel Schickaneder. E d’altra parte non c’è dubbio che la vita di Mozart continui a proiettare intorno a sé un alone di leggenda anche oggi, seppure a farsene portatore non è più il genere della biografia romanzata, scritta, ma quello del colossal cinematografico. Dobbiamo pensare, allora, che se una vita è stata così feconda nella produzione di contenuti immaginari è perché i suoi dati di realtà superavano l’esperienza comune e sfociavano continuamente nella dimensione dello straordinario. Spesso gli aneddoti, così come le metafore, rispecchiano il tentativo di dar forma a qualcosa che non appare immediatamente comprensibile. Così è nel caso di Mozart, il cui talento senza eguali non solo affascina, ma mette in imbarazzo, spinge a rifugiarsi nella narrazione, come se per venire a patti con la sua eccezionalità fosse necessario metterlo a fianco di personaggi immaginari, come Don Chisciotte o Wilhelm Meister. Uno storico acuto, come Harold C. Robbins Landon, non può impedirsi, allora, di enfatizzare una citazione di Haydn al termine di uno studio fino a quel punto molto misurato e documentato: un genio così, aveva detto Haydn dopo la morte di Mozart, non si vedrà al mondo per altri cent’anni; ne sono passati duecento, aggiunge Robbins Landon, e ancora non l’abbiamo visto. E allo stesso modo un filosofo della scienza influente come Herbert Simon, in un libro nel quale nega la sostenibilità di nozioni come quelle delle “idee innate” o del “talento innato”, finisce per scontrarsi con il caso-Mozart e arriva al paradosso di sostenere che, malgrado lo stupore dei contemporanei per le sue composizioni adolescenziali, anche lui aveva avuto bisogno di passare per un periodo sufficientemente lungo di apprendistato e formazione, tanto che nulla di quanto aveva scritto prima dei venticinque anni poteva davvero considerarsi “di livello mondiale”. Di parere del tutto opposto Glenn Gould, che con il suo solito spirito di provocazione ha affermato che, contrariamente all’opinione di tutti, Mozart non è morto “troppo presto”, ma “troppo tardi”, essendo la scabra genialità dei suoi primi lavori incomparabile con quella degli ultimi, evidentemente afflitti dal bisogno sociale del compromesso.
Come si vede, si continua a narrare e a fantasticare su Mozart anche fuori dal cinema, sia pure con un linguaggio diverso e a volte con scopi diversi. L’unico modo per uscire da questa impasse, verrebbe da dire, sarebbe quello di rivolgersi alla sua musica, dunque di ascoltarla direttamente, senza mediazioni. Ma è un consiglio dal quale non deriva nessuna demistificazione della leggenda mozartiana poiché, al contrario, è proprio la musica a rappresentare quell’eccezione da cui proviene la necessità di raccontare.
Un mese di ascolto in diversi luoghi, con programmi che vanno dalle prime alle ultime composizioni di Mozart, è da questo punto di vista una prova sufficiente, uno stimolo della fantasia che non richiede ulteriori attestati. Perché le pagine del Requiem, così rispettose della dimensione sacra eppure così dirette al cuore di una riflessione laica sulla finitezza dell’esistenza, non sono più sorprendenti ed eccezionali della Sinfonia K. 16, la prima del suo catalogo, scritta con incredibile sicurezza all’età di otto anni, con un linguaggio convenzionale, certo, ma carico di energia e accattivante come nessun altro. Perché sorprendente in Mozart, sempre, è l’abbondanza di idee, il rigoglio di temi che si moltiplicano e che sarebbero bastati, ad altri, per almeno altre cinque composizioni, come nel caso del Concerto per pianoforte in mi bemolle maggiore K. 449, del 1784 (un concerto, sia detto fra parentesi, che forse Glenn Gould avrebbe salvato, benché composto a ventotto anni, in forza della sua fitta scrittura contrappuntistica).
E perché non meno sorprendente è un’opera come Così fan tutte, l’ultima della trilogia realizzata con Lorenzo Da Ponte: un’opera tanto ingenua e fiabesca nei toni quanto astratta e geometrica nella concezione, con i protagonisti divisi in coppie di due voci che si combinano in formazioni diverse, ma sempre rispettando un canone di perfezione, di equilibrio e di trasparenza musicale che rende emotivamente, sentimentalmente credibili anche le scene più inverosimili dal punto di vista della situazione drammaturgica.
Come nei racconti che duplicano la dimensione narrativa e che inseriscono il teatro nel teatro, il cinema nel cinema, o più semplicemente la finzione nella finzione, così anche nel caso di Mozart sembra che un modo per arrivare più vicini al nocciolo della sua verità artistica sia quello di aggiungere fantastico al fantastico, come avviene nel caso dell’incontro di Mozart con un’altra leggenda, stavolta integralmente letteraria e teatrale: quella di Don Giovanni. Il rilancio immaginativo della famiglia Cuticchio, che porta Don Giovanni fra le storie tradizionali dei pupi, è un omaggio particolarmente sensibile alla natura di Mozart, così divisa fra realtà storica e fiaba.
Salisburgo, la città di Mozart
Salisburgo, città dell’Austria (146.000 abitanti) vicinissima al confine con la Baviera meridionale, è situata in una posizione di singolare bellezza sul fiume Salzach affluente dell’Inn. Fu antico centro romano con il nome di Iuvavum o Iuvavia elevato dall’imperatore Claudio a municipio. Nell’VIII secolo San Bonifacio vi istituì un vescovado che in seguito divenne con il vescovo Arno un arcivescovado di grande importanza, tanto da ottenere dagli Asburgo il titolo di Principi dell’Impero per i suoi vescovi.

Nel 1809 il principato di Salisburgo passò al regno di Baviera di Massimiliano I, bisnonno del “re della favole” Ludwig II, e nel 1816 ritornò definitivamente all’Austria con la fine del dominio napoleonico.

La città vanta importanti edifici storici come il Duomo, risalente all’VIII secolo e riedificato nel 1600 da Santino Solari su ordine del principe-vescovo Markus Sittikus che favorì così la penetrazione del barocco italiano, la chiesa di St. Peter in stile romanico nel cui cimitero riposa la sorella di Mozart “Nannerl”, il convento benedettino di Nonnberg con affreschi del XIII sec., la chiesa dei Francescani (Franziskanerkirche) con la navata centrale in stile romanico e la fortezza Hohensalzburg, costruita nel 1077 su una collina di 542 metri che domina tutta la città, ampliata nel periodo rinascimentale e comodamente raggiungibile con una funicolare.

Salisburgo vanta diversi monumenti in barocco italiano come la Residenza dei Principi-vescovi, la monumentale fontana della Residenzplatz, il palazzo Mirabell con il suo bel giardino, e molti altri in barocco austriaco che nel ‘700 hanno dato l’impronta caratteristica alla città come la chiesa della Collegiata (Kollegienkirche). Nel 1997 il centro storico di Salisburgo è stato dichiarato dall’Unesco patrimonio universale della cultura.

La città è anche un grande centro di studio, è ricca di istituzioni culturali e biblioteche. Notevole importanza riveste la musica che è strettamente legata al benessere della città grazie soprattutto al suo figlio più celebre, Wolfgang Amadeus Mozart, che rappresenta il richiamo principe del Festival di Salisburgo.

Questo evento, ideato nel 1920 dal direttore teatrale Max Reinhardt, dal compositore Richard Strauss e dal poeta Hugo von Hofmannsthal all’insegna della purezza e della bellezza in senso mozartiano, ha assunto nel tempo una risonanza mondiale. A Salisburgo vengono invitati insigni maestri, cantanti e direttori d’orchestra che attirano folle di turisti e amanti della musica ogni anno tra la fine di luglio e la fine di agosto. Il Festival include rappresentazioni di autori classici e contemporanei che si svolgono in diversi luoghi ma gli eventi più significativi sono concentrati nella Festspielhaus, nella Felsenreitschule e nel cortile della Residenza.

Uno dei pezzi forti del Festival, ma che non ha nulla a che vedere con la musica, è la rappresentazione dello “Jedermann” (Ognuno), dramma allegorico medievale adattato dal poeta Hofmannsthal. Si tratta di un sontuoso banchetto offerto da un uomo ricchissimo alla sua amante, la festa si svolge in allegria ma improvvisamente arriva un ospite non invitato, la Morte. I commensali fuggono, il ricco uomo si ritrova solo e disperato e viene accompagnato nella tomba dalla fede, dalla speranza e dalla carità. Scendono le tenebre e il dramma si conclude con il lugubre richiamo di “Jedermann, Jedermann….”. Il palcoscenico per questa recita è il sagrato del Duomo e la sua facciata che fa da sfondo scenografico.
SULLE TRACCE DI MOZART

Il grande Amadeus nacque a Salisburgo il 27 gennaio 1756 al terzo piano della casa che si trova nella Getreidegasse 9 (oggi è la via principale dello shopping dalle artistiche insegne e dalla caratteristiche botteghe). La casa natale di Mozart (Geburtshaus) ora è un museo gestito dalla Fondazione internazionale del Mozarteum e raccoglie diversi oggetti del compositore, quali strumenti musicali, ritratti, lettere, spartiti e il suo primo pianoforte. Proprio suonando questo pianoforte il direttore d’orchestra Leonard Bernstein si commosse sino alle lacrime per l’onore ricevuto e il grande pathos.

Nel 1773 la famiglia Mozart si trasferì nella casa detta anche “Casa del maestro di ballo” situata nella Hannibalplatz (oggi Makartplatz 8). Amadeus vi abitò fino al 1780, dopodiché si trasferì, per contrasti con il principe-vescovo Hieronymus von Colloredo, a Vienna dove morì nel 1791. In questa casa morì nel 1787 il padre Leopold, che è sepolto con la moglie di Amadeus Costanza nel cimitero annesso alla chiesa di St. Sebastian che si trova nella vicina Linzer Gasse. Anche questa abitazione, in parte ricostruita secondo l'antico progetto, è diventata un museo della Fondazione sopraccitata, che gestisce l’eredità artistica del compositore. Qui si trovano arredi dell’epoca, celebri ritratti, preziosi documenti, strumenti musicali e in tutte le sale aleggiano le sue armonie. La cosa più incredibile di questo casa-museo è il sotterraneo dove nel caveau si custodisce, utilizzando i più sofisticati criteri di sicurezza e conservazione, il tesoro musicale di Mozart: lettere autografe, diari e spartiti originali il cui valore è inestimabile. Purtroppo nessun estraneo può accedervi.

Al centro della Mozartplatz è stato collocato nel 1842 dalla città il primo monumento a lui dedicato.

CURIOSITÀ
A Salisburgo è stato girato nel 1965 il film americano “Tutti insieme appassionatamente” (“The Sound of Music”) - premiato con 5 Oscar e diventato poi di culto - con Julie Andrews e Christopher Plummer. Tra i set principali si segnalano il convento di Nonnberg, il palazzo e il giardino Mirabell, il cimitero di St. Peter e la Felsenreitschule. La villa della famiglia von Trapp è il castello di Leopoldskron (facciata sul lago) e il castello di Frohnburg (facciata principale e cortile).
DINTORNI

Nei dintorni della città consiglio una visita alle miniere di sale di Bad Dürrnberg (Hallein), che hanno assicurato ricchezza e prosperità a Salisburgo dall'epoca celtica fino al regno dei principi-vescovi. I turisti le possono ammirare anche oggi con emozionanti visite guidate.

Nella cittadina di Hallein ha vissuto Franz Gruber, organista e maestro del coro della chiesa parrocchiale che ha musicato nel 1818 su una poesia mistica di un prete poeta la canzone "Stille Nacht", una melodia natalizia conosciuta in tutto il mondo. Una targa lo ricorda nella via principale dove si trova la sua casa, oggi trasformata nel museo "Stille Nacht", e nella parrocchiale, dove è sepolto, si può ammirare l'organo che lui suonava.

Per gli amanti della neve ci sono molte località sciistiche ed in particolare la cittadina di Saalbach, un vero paradiso per gli sciatori.

Un'altra tappa da non perdere (a circa 45 km in direzione Vienna) è la Kaiservilla di Bad Ischl. Questa elegante residenza venne donata nel 1854 dall'arciduchessa Sofia d'Austria al figlio, l'imperatore Francesco Giuseppe, in occasione del matrimonio con la principessa Sissi (Elisabetta di Baviera). Alla fine di luglio del 1854 la coppia imperiale visitò per la prima volta la Kaiservilla, che divenne la residenza ufficiale estiva dell'imperatore. Da qui sono passati centinaia di regnanti di tutta Europa, un lungo elenco aperto il 23 agosto 1854 dalla visita di stato di re Ferdinando di Portogallo.

A pochi km, in Baviera, si trova il Nido dell'aquila, celebre residenza estiva di Hitler sulla montagne di Berchtesgaden.

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