Renzo - Ferrer nei Promessi sposi

Materie:Riassunto
Categoria:Italiano

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Data:07.03.2007
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Testo

ANALISI
Renzo, terminato il tumulto e placatasi la rivolta davanti alla casa del vicario, sentendo un gruppo di persone parlare di piani e congetture per il giorno seguente, non può resistere alla tentazione di esporre il suo “debol parere”, forte di quella pur minima esperienza che nella sua ingenuità lo fa già sentire un veterano delle insurrezioni. Riferendosi alle ragioni del tumulto non può che fondare il suo intervento sulle sue esperienze personali, per cui tutto, secondo lui, si può ricollegare ai soprusi dei potenti, uomini malvagi che per soddisfare i propri capricci sono disposti a compiere atti di ogni tipo e ne vanno fieri, poiché questi sono per loro motivo di orgoglio e soddisfazione. Si può ottenere giustizia facendosi sentire dai potenti ed ideando rivolte affinché il mondo “vada un po’ più da cristiani”. Suggerisce quindi di rompere quella lega, quella sorta di congregazione segreta di ricchi e potenti che ostacolano i poveri e i governanti che vogliono render loro giustizia recandosi l’indomani da Ferrer, del quale, essendosi guadagnato durante il trambusto falsi sorrisi di riconoscenza, già si sente un intimo amico. La pressione popolare può imporre senza fatica la propria volontà obbligando chi di dovere a rispettare gli impegni presi. Come ripete più volte con velate o meno allusioni alle ingiustizie da lui subite, la causa dell’abuso di potere è sempre la prepotenza dei signori e la loro abitudine a proteggersi l’un l’altro. Nella sua placida ingenuità afferma con commovente fiducia nel prossimo che le grida ci sono, firmate spesso da personaggi illustri e rispettabilissimi come Ferrer, segno che da parte dei legislatori c’è la volontà di fare giustizia, ma la paura, la corruzione, il desiderio di quieto vivere fanno sì che coloro ch dovrebbero farle applicare manchino al proprio dovere. Renzo divide i potenti in “buoni” e “cattivi”, senza sfumature o vie di mezzo, non riuscendo a immaginare che sotto l’apparente cordialità e disponibilità di Ferren si nasconda un animo forse non così nobile. Così, fiduciosamente, propone una soluzione per eliminare una volta per tutte inganni e soprusi che vedono inevitabilmente come vittime la povera gente. Si deve andare a informare “quel caro vecchione” del grancancelliere delle circostanze terribili di cui sicuramente non è al corrente ed egli immediatamente “non vorrà più che il mondo vada così, e ci metterà un buon rimedio”. Senza dubbio neanche loro hanno piacere nello scrivere delle leggi che nessuno rispetta. Se delle persone poco raccomandabili si rifiutano di ubbidire, la brava gente accorrerà in suo aiuto per fare in modo che i malviventi finiscano in prigione, i governanti facciano davvero il loro lavoro e gli avvocati siano dalla parte dei poveri e parlino in loro difesa.

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