Relazione de "il sentiero dei nidi di ragno" di Calvino

Materie:Appunti
Categoria:Italiano

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Data:11.04.2005
Numero di pagine:3
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Testo

Ambientato nei mesi della Resistenza, tra i vicoli di una città ligure ed i boschi e le valli in cui si svolge la guerra partigiana, II sentiero dei nidi di ragno racconta la storia di Pin, un bambino solo e desideroso di appartenere al mondo degli adulti del vicolo e dell'osteria, dai quali cerca di farsi accettare. Insultato per le relazioni che la sorella intrattiene con i militari tedeschi e sfidato a provare la sua fedeltà, Pin sottrae all'amante della donna una pistola e la nasconde in campagna, nel luogo in cui è solito rifugiarsi, dove i ragni fanno il nido. L'azione mette in moto una sequenza d'eventi che lo portano ad entrare in contatto con quel mondo degli adulti che gli sembrava misterioso: è preso dai tedeschi; durante l’interrogatorio non riuscendo ad ottenere alcun’informazione da Pin, i tedeschi decidono di arrestarlo; condotto in prigione Pin incontra Pietromagro, il padrone della bottega dove Pin era solito lavorare. Oltre a Pietromagro, Pin incontra anche Lupo Rosso, un partigiano dalla grande fama che era stato catturato prima di lui e che ogni giorno in carcere veniva interrogato e malmenato. Grazie all’aiuto di Lupo Rosso Pin riesce a scappare, ma una volta fuori prigione si perde ed inizia a vagare da solo nel bosco fino all’incontro con Cugino che lo porta al suo accampamento e lo presenta alla banda partigiana del Dritto, composta di personaggi dubbi e poco eroici. Pochi giorni dopo però scoppia un incendio nell’accampamento a causa di una distrazione del Dritto, e tutti sono costretti a fuggire e a ripararsi in un vecchio casolare con il tetto sfondato. Qui arrivano il comandante Ferriera e il commissario Kim, che saputo di quanto accaduto vanno a trovare gli uomini dell’accampamento, anche per riferire di una battaglia che si sarebbe svolta in un monte lì vicino e che avrebbe chiesto la partecipazione di tutti. Una volta che tutti gli uomini dell’accampamento sono tornati dalla battaglia Pin decide di canzonare tutti e mentre fa questo rivela a Mancino, il cuoco, di quanto è successo tra sua moglie Giglia e il capitano, che interviene per farlo zittire, quasi rompendogli le braccia. Pin, offeso e arrabbiato, fugge e, ritornato al posto dei nidi dei ragni scopre che Pelle, un giovane partigiano giustiziato dai compagni perché faceva la spia, aveva rubato la sua pistola. Fortunatamente la ritrova nelle mani di sua sorella e dopo avergliela presa scappa anche da lei. Solo e sconsolato, mentre vagava per i sentieri vicini alla cittadina incontra Cugino al quale presta la pistola. Infine i due continuano un cammino che li terrà uniti e per Pin sarà come aver ritrovato quel padre mai avuto. In questo romanzo possiamo notare che il narratore è di primo grado ed è onnisciente, perché conosce tutti gli avvenimenti, i sentimenti e i pensieri dei personaggi. Il tempo narrativo che è utilizzato nel testo è la narrazione rallentata, poiché il narratore si sofferma a descrivere alcune circostanze. Inoltre vediamo che il rapporto tra fabula e intreccio non coincide, benché la storia è narrata successivamente, ovvero quando i fatti sono già stati compiuti, e inoltre, per narrare il brano è stato usato un lungo flashback. Questo romanzo mi ha colpito molto perché innanzitutto il protagonista è un ragazzo che ha circa la mia stessa età e quindi è stato più semplice immedesimarsi con questo. Inoltre narra di una vicenda molto scottante, ovvero la guerra, e ce la propone sotto un punto di vista di un adolescente, che proprio a causa di questa, e delle sue conseguenze, deve stare sempre in allerta e pronto ad ogni occasione e quindi è un ragazzo che è costretto a crescere. Questo penso sia una cosa molto importante soprattutto per la società attuale, in cui si continuano a far guerre e ragazzi come Pin sono costretti anch’essi a vivere situazioni drammatiche e a vivere in tranquille condizioni. Quindi io credo che questo sia un libro che serva da esempio e soprattutto ci insegni a non commettere gli stessi errori.

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