Informazione gratuita on-line in crisi

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Informazione gratuita on-line in crisi

In Italia è molto diffusa l’informazione giornalistica attraverso internet, sono stati aperti molti siti (in pochi anni i quotidiani sono aumentati del 39%, le riviste dell’88% e i webzine del 44%) ma la maggior parte di essi sono stati chiusi o sono rimasti non aggiornati. Molti sono stati creati pensando che potesse bastare la pubblicità a farli visitare maggiormente e a dare buoni profitti, ma questo non si è rivelato efficace.
Marco Barberi, in una intervista, ha spiegato che l’informazione su carta stampata ha bisogno di due elementi che, al contrario, non funzionano nel mondo di internet: uno di questi è appunto la pubblicità che attirerebbe più visitatori, l’altro la diffusione che avverrebbe attraverso abbonamenti e vendite. Gli unici siti che possono guadagnare con quest’ultimo metodo possono essere i prodotti di nicchia, ovvero siti che creano una comunità che li frequenta abitualmente e che potrebbe essere interessata a pagare per informazioni di proprio interesse.
Ora nel mondo on-line esistono due tipi di siti gratuiti di informazioni: siti di giornali o riviste già esistenti fuori da internet e altri indipendenti come i motori di ricerca. Questi guadagnano veramente molto poco e si trovano in una situazione di grande difficoltà.
Come dice Marco Barbieri, ci sono siti che vanno peggio di altri, come quelli che si trovano nel web e non nella stampa, mentre funzionano meglio quelli locali o politici, cosiddetti di controinformazione, che devono la loro riuscita a un affiatamento particolare dei loro frequentatori.
Dal punto di vista delle retribuzioni, l’unica differenza che si può trovare tra le figure che lavorano in una redazione virtuale e quelle in una redazione “terrena” sta solo nello stipendio del lavoro domenicale, in cui guadagnano di più i giornalisti di carta stampata. Esistono comunque molti gruppi che lavorano sulla rete clandestinamente senza un contratto giornalistico, per questo sono a rischio di denunce: vengono pagati meno e non è leale dal punto di vista della concorrenza con altri siti che devono spendere più denaro perché pagano di più i loro lavoratori in quanto posseggono un contratto regolare.
Ora la maggior parte dei siti informativi stanno pensando di mettere alcuni servizi a pagamento, perché non riescono ad avere un buon bilancio… questo però, per me, potrebbe essere solo più svantaggioso: è poca la gente disposta a pagare per qualcosa che potrebbe trovare gratuitamente!
Questo specialmente per i giovani che usano il mondo web soprattutto per comunicare, divertirsi e cercare foto o filmati dei propri personaggi preferiti, mentre apprendono informazioni sul mondo odierno utilizzando i soliti mezzi di comunicazione come la televisione, la radio o i giornali e le riviste su carta stampata.

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