il visconte dimezzato

Materie:Scheda libro
Categoria:Italiano

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Testo

Torino,
Estate 2005
Compiti di italiano delle vacanze estive
ANALISI DEL TESTO
IL VISCONTE DIMEZZATO
di
Italo Calvino
1. Riassunto ragionato del testo con messa in evidenza di passaggi narrativi fondamentali;
2. Presentazione delle tematiche trattate dall’autore;
3. Analisi dei personaggi presi singolarmente ed in relazione con gli altri;
4. Analisi di luoghi;
5. Valutazione sullo stile dell’autore;
6. Aspetti extratestuali;
7. Commento personale oggettivo e soggettivo.
1. Il libro “Il visconte dimezzato” narra del visconte Medardo di Terralba che, partito per la guerra in favore dei Cristiani contro i Turchi, torna in patria dimezzato. Di lui, all’inizio torna solo la sua parte destra, quella che nella storia si rivela la parte cattiva.
Il visconte, infatti, in un combattimento viene diviso in due parti una cattiva e una buona . Quest’ultima compare nel testo solo verso al fine, contrapponendo la sua estrema bontà d’animo alla crudeltà dell’altra parte.
Con la giunta di una piccola e poco descritta storia d’amore, il testo si conclude con la riunione delle due parti del corpo del visconte.
2. Nel libro “Il visconte dimezzato” la tematica principale che l’autore, Italo Calvino, mette in evidenza è l’incompletezza delle persone.
Tale tematica viene rappresentata nel libro con la scissione del visconte Medardo e con la contrapposizione di due parti opposte che, quando erano unite, rendevano il visconte una persona del tutto normale, ma, che divise si dimostrano l’una buona in maniera eccessiva, l’altra altrettanto cattiva.
È inutile dire che questa tematica tratti di un argomento recente poiché l’uomo, per quando possa evolversi e progredire, è stato, è e sarà sempre soggetto a errore come a scelta corretta, non esisterà mai, a mio parere, un uomo solo buono o solo cattivo.
Nel libro trova conferma questa mia affermazione: “Così mio zio Medardo ritornò uomo intero, né cattivo né buono, un miscuglio di cattiveria e bontà, cioè apparentemente non dissimile da quello ch’era prima di esser dimezzato. Ma aveva l’esperienza dell’una e l’altra metà rifuse insieme , perciò doveva essere ben saggio.”
A questa tematica, nel libro si collegano altre due tematiche, che, anche se secondarie, a mio avviso, sono molto importanti e soprattutto attuali.
Spesso ci troviamo a discutere dei problemi delle persone disabili; l’autore tratta anche questa tematica nel libro, ma, lo fa in modo particolare. Egli non mette in evidenza le solite e sempre discusse difficoltà che le persone disabili hanno, ma fa risaltare ciò che rende queste persone più sensibili, più vicine ai problemi alla difficoltà altrui, tutto ciò che spesso manca alle persone normali. Le persone disabili sanno cosa vuol dire dover affrontare la vita con un handicap, quindi si rafforzano e possono poi aiutare le persone sane.
Qualcuno potrebbe dire che questa mia affermazione sia assurda, eppure è così, le persone disabili colmano le loro mancanze sviluppando parti fisiche e intellettuali che persone normali non sviluppano perchè sono troppo impegnate a usare tutto ciò che hanno già a disposizione. Nel libro c’è una frase che mi ha molto colpito: “Ecco ora io ho una fraternità che prima, da intero, non conoscevo: quella con tutte le mutilazioni e le mancanze del mondo.” Questa frase viene detta dalla parte buona del visconte, a pag. 65 verso il fondo, nel dialogo con Pamela, un altro personaggio del libro.
L’ultima tematica molto importante che viene presentata nel libro, ma che compare in modo esplicito solo verso la fine, è quella dell’incompletezza nella fase adolescenziale.
Tutti sanno che l’adolescenza è una fase di transizione. Tutte le persone devono attraversarla; si può modificare la reazione di ognuno,oppure può variare la situazione e il contesto in cui questo cambiamento avviene, ma, nessuno può negare che l’adolescenza sia la fase in cui non si sa bene chi essere: in alcune situazioni ci si comporta come bambini piccoli che hanno ancora bisogno dei genitori, in altre si prendono decisioni e si fanno scelte che solitamente spettano agli adulti: non si è né grandi né piccoli. Nel libro, il narratore, che è anche un personaggio del racconto, si trova in questa fase, e nella penultima pagina dice: “A volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane.
Ero giunto sulle soglie dell’adolescenza e ancora mi nascondevo tra le radici dei grandi alberi del bosco a raccontarmi storie. Un ago di pino poteva rappresentare per me un cavaliere, o una dama, o un buffone; io lo facevo muovere dinanzi ai miei occhi e m’esaltavi in racconti interminabili. Poi mi prendeva la vergogna di queste fantasticherie e scappavo.”
In questo piccolo periodo il narratore spiega tutto ciò che un ragazzo vorrebbe spiegare agli adulti che spesso non si accorgono di cosa stia succedendo ai “loro adolescenti”. Io personalmente mi trovo in questa fase della vita e posso confermare ciò che afferma il personaggio nel testo: ci sono momenti in cui guardo le mie bambole sul letto e mi viene voglia di prenderle in braccio, giocarci e parlargli cambiandogli i vestitini, poi però guardo sulla scrivania e sento il mio cellulare squillare: è un’amica che mi chiede di uscire, allora lascio le bambole, mi vasto, mi trucco ed esco, ma, l’istinto di giocare, di ridere e divertirmi con dei semplici giocattoli di stoffa ancora non mi è passato; ho ancora solo 15 anni!

3. Nel libro “Il visconte dimezzato” il protagonista è il visconte Medardo di Terralba, il quale in guerra viene dimezzato.
Il visconte, da intero, ha sembianze comuni a tutti gli esseri umani, ma, non viene descritto dall’autore; anche il suo carattere è normale, né buono né cattivo.
Egli è diviso in due metà perfettamente simmetriche, l’una sinistra l’altra destra.
La parte sinistra, quella cattiva, è costituita da tutto ciò che posto a sinistra nel corpo del visconte: ha solo il braccio e la gamba sinistra, ha solo metà faccia e metà busto; il suo comportamento è pessimo. Egli cerca di dividere tutto ciò che trova sul suo cammino, condanna a morte molti dei suoi sudditi, terrorizza gli abitanti delle terre vicine e pur essendo innamorato di Pamela, una semplice contadinella, la tratta male, costringendola a scappare e nascondersi nel bosco.
La parte destra è l’opposto di quella sinistra non solo dal punto di vista fisico. Essa è gentile, premurosa, socievole e attenta ai bisogni altrui; aiuta tutti e in cambio non chiede niente, ma a volte, la sua bontà è esagerata e non viene apprezzata, come succede nelle vicende con gli ugonotti, un popolo che vive nelle vicinanze di Terralba, che dopo essere fuggito dalla Francia, ha abbandonato i testi religiosi e vive una specie di monachesimo che induce solo al lavoro; oppure come nelle vicende con i lebbrosi. Vicino a Terralba si trova un piccolo villaggio dove gli ammalati di lebbra vengono rinchiusi. In questo villaggio, Pratofungo, i lebbrosi fanno sempre baldoria e si divertono, ma con l’arrivo della parte buona del visconte, devono smettere di fare quello che vogliono poiché il visconte, altrimenti, li sgrida.
Nel villaggio di Pratofungo è stata rinchiusa, dal visconte cattivo, anche la balia del castello di Terralba, la gran balia Sebastiana.
La gran balia ha un cuore d’oro e vuole tantissimo bene al visconte.
Si aggiungono a questa gamma di personaggi, il dottor Trelawney, un dottore inglese arrivato a Terralba con una nave, e infine il narratore, anche lui un personaggio del racconto. Il narratore è il nipote del visconte, di lui non si sa nulla, eccetto che è un adolescente molto curioso e allo stesso tempo molto saggio.
4. Il luogo dove si svolge la vicenda non è un luogo reale: Terralba, Pratofundo… sono luoghi inventati. Questi luoghi tuttavia sono caratterizzati da colline e vasti campi che si affacciano sul mare. Su queste colline si trovano innumerevoli boschi e alcuni laghetti.
5. L’autore, in questo libro si basa soprattutto sui dialoghi tra i personaggi; si trovano poche e brevi descrizioni che rimangono, però, molto scorrevoli e piacevoli da leggere. Il testo è scritto in terza persona, tutto narrato da un narratore interno, anch’esso un personaggio del racconto. Il linguaggio non presenta una terminologia specifica, ma a volte vengono apostrofate alcune parole o proposizioni che oggigiorno si usano di meno. Non ci sono frasi strutturate in modo particolare, la lettura risulta scorrevole e il testo facile da capire.
6. Nel libro non si trovano riferimenti all’autore, anche se la tematica dell’incompletezza, così ben descritta, può far pensare a un particolare momento di transizione che lo scrittore stesse attraversando in quel momento della sua vita.
7. Il libro “Il Visconte dimezzato” mi è piaciuto perché rimane molto scorrevole da leggere e perché si presentano numerosi dialoghi che sostituiscono delle lunghe possibili descrizioni. A me personalmente non piacciono molto i libri dove l’autore si perde in interminabili descrizioni, perché secondo me, tali descrizioni appesantiscono il testo e lo rendono noioso; invece, in questo libro, l’autore concentra innumerevoli dialoghi che fanno risaltare i diversi punti di vista dei vari personaggi. In oltre il testo rimane, sino alla fine, facile da comprendere, dando sempre una visione completa di ciò che accade.
Per finire questo libro mi ha colpito molto nelle sue tematiche.
Delle tre che ho precedentemente analizzato, quella che mi ha coinvolto maggiormente è quella dell’incompletezza nella fase adolescenziale.
Alla mia età spesso mi trovo ad ascoltare adulti che discutono della psicologia adolescenziale, però, mai nessuno ha colto così, come fa l’autore al termine del libro, il come ci si senta in questo momento della vita.
2^scientifico B

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