Il Principe

Materie:Tema
Categoria:Italiano

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Data:13.11.2006
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Testo

Niccolò Machiavelli, nato a Firenze nel 1469, scrisse nel 1513, nella sua dimora di San Casciano Val di Pesa, la sua opera maggiore “Il Principe”, scritta in volgare, innovativa, una sintesi dell’esperienza vissuta dall’autore. Il Principe tratta i principati e il loro governo, L’autore si dedicò alla stesura dell’opera ponderando e analizzando la crisi di Firenze e dell’Italia. Il Principe è un opera che ha carattere pratico, è dedicato a Lorenzo De’Medici possibile futuro principe di uno stato mediceo. Lo scrittore vuole consigliare Lorenzo De’Medici nel mantenere un ruolo laico, accettando qualsiasi mezzo per arrivare al fine, ovvero il mantenimento dello stato. Niccolò sperava che, consigliando il futuro principe, potesse rientrare nella vita politica fiorentina ma ciò non accadde poiché citò come esempio Cesare Borgia, noto avversario dei Medici, con grande spregiudicatezza morale.
Il Principe è un’opera che ha valenza culturale e politica, che rompe la tradizione ed inaugura un pensiero politico moderno. Machiavelli affronta il problema del principato da uomo politico, analizza realmente il Principe italiano e lo definisce triste, ingannato e ingannatore, egoista e ignorante, ciò fa scaturire la sua proposta politica secondo la quale il potere deve essere conquistato e conservato. L’autore propone i classici come modelli di abilità politica che andrebbero imitati.
I 26 capitoli dell’opera sono divisi in quattro gruppi tematici: dal I all’XI capitolo Machiavelli parla del principato, che può essere ereditario, misto, se viene acquisito dopo un matrimonio, acquisito o nuovo, su quest’ultimo l’autore si sofferma di più perché con questo può nascere la nuova figura del principe, attore della storia che può forzare gli eventi per una migliore costruzione dello stato.
Dal capitolo XII al XIV viene discusso il tema della milizia, secondo Machiavelli lo stato che non ha armi proprie è destinato ad andare in rovina, il principe deve impegnarsi a costituire un esercito composto dai cittadini. Dal capitolo XV al XXIII l’autore parla del principe, che deve essere un politico disposto ad entrare nel male se ce n’è bisogno, deve essere pronto a rinunciare alla morale. Il principe ha di natura una “parte animale” che non può modificare ma deve reprimere e controllare; il principe politicamente virtuoso può essere moralmente vizioso. Dal capitolo XXIV al XXVI l’autore esamina la situazione italiana attraversata da conflitti tra Francia e Spagna, Machiavelli esorta i principi italiani a estromettere gli stranieri e a prevenire nei momenti di calma i possibili futuri momenti di sfortuna.
Il principe deve essere razionalmente spregiudicato e capace di agire su un progetto preseguendo un fine.

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