Il piccolo principe

Materie:Scheda libro
Categoria:Italiano

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Testo

SCHEDA LIBRO

Titolo: “Il Piccolo Principe” (Le Petit Prince)
Autore: Antoine Jean-Baptiste Marie Roger de Saint-Exupéry
Casa editrice: Tascabili Bompiani Ragazzi

Tempo e luogo: La vicenda si svolge nel dicembre del 1935, quando il pilota è costretto ad un atterraggio di fortuna nel deserto del Sahara, causato da un’avaria del suo aereo. I racconti del Piccolo Principe, invece, parlano del pianeta B612 e di altri piccoli pianeti fantastici situati nella galassia.

Trama: La storia comincia col ricordo dell’autore di quando, all’età di sei anni, decise di abbandonare la sua passione per il disegno. Poi Exupéry, nella parte del pilota, racconta del suo atterraggio di fortuna nel deserto e del suo incontro col Principe; da una frase semplice e inaspettata come questa: “Mi disegni, per favore, una pecora?” ebbe inizio il loro rapporto. Il ragazzino racconta al pilota le sue avventure, interrompendosi ogni tanto per delle domande sulla vita terrestre, come “A cosa servono le spine sui fiori?” o “Le pecore mangiano le rose?”.
Dopo una settimana il Principe dovette ritornare sul suo piccolo pianeta per prendersi cura dei suoi vulcani e della sua rosa. Perché ciò avvenga si fa mordere da un serpente, sotto gli occhi tristi del pilota.

Personaggi:
Il Piccolo Principe: Ha sei anni e i capelli dorati, il Piccolo Principe. È curioso, è pieno d’entusiasmo ed è anche molto insistente, infatti Exupéry dice spesso che il bambino in vita sua non aveva mai rinunciato a una domanda una volta che l’aveva fatta.
Egli è un personaggio misterioso proveniente da un pianeta minuscolo, nel quale ci sono solo tre vulcani, una rosa e dei pericolosi semi di baobab. Ogni mattina il Principe spazza il camino dei vulcani, anche di quello inattivo, perché “non si sa mai”. Poi innaffia il suo preziosissimo fiore e dopo, molto diligentemente, estirpa tutte le piccole piantine di baobab che si apprestano a nascere, per preservare il pianeta dall’essere soffocato dalle radici di quei grossi arbusti. Questo bambino è incantato dai tramonti e a volte, nel suo pianeta, si siede su una sedia e la sposta di tanto in tanto in direzione del Sole, cosi può vedere più tramonti in un giorno solo, questo avviene per le dimensioni del suo asteroide.
Il Principe intraprende un viaggio, lasciando il suo pianeta e abbandonando la sua rosa, per trovare un amico. Perché nonostante volesse molto bene al suo fiore, questi era troppo indisponente e vanitoso per poter stringere con lui un rapporto più profondo. Prima di arrivare sulla Terra si ferma a visitare molti altri piccoli pianeti, ma senza successo, perché i loro abitanti non fanno per lui.
Un’altra particolarità del bambino è che non risponde alle domande, ma a qualcuna arrossisce.

Il pilota: Questo personaggio, come del resto tutti gli altri personaggi del racconto, non ha un nome. Il pilota è il narratore della storia, che racconta i fatti in prima persona. Questo racconto è, in un certo senso, autobiografico, perché questo personaggio e quello del Piccolo Principe rispecchiano lo scrittore in due età diverse: il pilota, adulto e schematico come la sua età impone e il bambino, che non risponde alle domande ma arrossisce e che è capace di capire veramente la vita andando oltre le apparenze, come solo i bambini sanno fare.
Nel modo di parlare e di raccontare del pilota si nota un odio o forse un disprezzo per “i grandi”, ovvero per gli adulti. Perché li considera superficiali e attenti solo alle cifre. La cosa è molto evidente in questo passo del libro:
“Se vi ho raccontato tanti particolari sull’asteroide B612 è proprio per i grandi che amano le cifre. Quando voi gli parlate di un nuovo amico, mai si interessano alle cose essenziali. Non si domandano mai: -Qual è il tono della sua voce? Quali sono i suoi giochi preferiti? Fa collezione di farfalle?-
Ma vi domandano: -Che età ha? Quanti fratelli? Quanto pesa? Quanto guadagna suo padre?- …
… Sono fatti così. Non c’è da prendersela. I bambini devono essere indulgenti coi grandi”.
Non si conosce niente delle caratteristiche fisiche del pilota, non sappiamo il colore dei suoi occhi né possiamo immaginarci la fisionomia del suo corpo. Ma conosciamo la parte più importante di questa persona, il carattere: egli ha il sangue freddo e una certa abilità con i motori. Queste qualità si manifestano quando riesce a riparare il suo aereo, che aveva subito un guasto ed era precipitato, e quando dimostra di essere capace di mantenere la calma anche se è disperso nel deserto con riserve d’acqua minime. Il pilota è anche paziente e comprensivo.
Questo personaggio soffre molto per la decisione del Principe di farsi uccidere per tornare dalla sua rosa, ma rispetta comunque questa scelta. Una cosa è certa: non ha mai dimenticato il suo piccolo amico.

La rosa: La rosa è la cosa più bella e importante che il Piccolo Principe possiede. Per questo la tratta con grande cura e con rispetto. Ma il fiore è molto indisponente, presuntuoso e caparbio. Diciamo che non ha un bel carattere e tratta male il suo padroncino. Questi, nonostante tutto, accondiscende sempre il suo volere, tanto da arrivare a metterlo sotto una campana di vetro per proteggerlo del vento. La rosa aveva raccontato al Piccolo Principe di essere l’unica di quella specie in tutto l’universo, perciò il bambino rimane molto deluso quando, sulla terra, si trova davanti ad un campo di rose. Ma dopo una prima delusione si accorge comunque di volere molto bene al suo fiore e a questo proposito dice delle cose molto belle: “Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente. Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora è per me unica al mondo.
Voi siete belle, ma siete vuote. Non osi può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli. Ma lei. lei sola, è più importante di tutta voi, perché è lei che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho riparata col paravento. Perché su di lei ho uccisi i bruchi (salvo due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa.

La volpe: La Volpe è il fattore cha dà al bambino degli insegnamenti essenziali e gli trasmette il valore dell’amicizia. E’ lei che si vuol fare addomesticare dal principe perche anche lei sente la mancanza di un amico. E’ molto saggia, in quanto spiega lei le tappe che il ragazzino deve compiere affinché essa venga addomesticata per bene. Si nota anche la sua astuzia in quanto ha capito che il suo “giorno di vacanza” è il giovedì, perché in questo giorno i cacciatori fanno festa, e quindi lei può tranquillamente andare alla vigna.
La volpe dice delle frasi che voglio elencare perché mi sono piaciute molto:
“Le parole sono una fonte di malintesi”
“Siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici.”
“Se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me l’unico al mondo, e io sarò per te l’unica al mondo.”
“Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.”
“Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato”

Il re: Il Re mi fa molta pena. È la persona più triste che il Piccolo Principe abbia incontrato durante il suo viaggio. Per lui ogni persona è un suddito e ogni suddito obbedisce ai suoi ordini. E questo accade veramente, perchè lui dice sempre che per farsi obbedire bisogna dare ordini che possano essere obbediti e che “se ordinassi a un generale di trasformarsi in un uccello marino e lui non lo facesse la colpa sarebbe mia e non del povero generale”.
A tal proposito ordina al Sole di tramontare, e questi, alla sera, tramonta: il re è stato obbedito.
Questo personaggio è molto malinconico, perché vuole a tutti i costi comandare su qualcuno, ma non c’è nessuno sul suo pianeta.
Pur di impedire che il Piccolo Principe, suo primo e unico suddito, se ne vada, lo nomina prima ministro di giustizia, e poi ambasciatore, ma il bambino lo lascia comunque solo perché ritiene molto presuntuosa e stupida la convinzione del re di regnare su TUTTO.

L’ubriacone: Il Piccolo Principe vede quest’uomo “In silenzio davanti a una collezione di bottiglie vuote e a una collezione di bottiglie piene”. Alla domanda “Perché bevi?” l’ubriaco risponde che beve per dimenticare che ha vergogna di bere.
Questa argomentazione lascia il Principe molto stranito, tanto che egli se ne va subito dal pianeta, senza nemmeno salutare.

Il vanitoso: Egli è convinto che ogni persona sia un suo ammiratore. Chiede al Piccolo Principe di ammirarlo, ma lui, ignorando questo termine, chiede spiegazioni e, una volta ricevutole, si offre di ammirare il vanitoso, nonostante sia solo sul pianeta. Poi capisce che tutto ciò è molto stupido e se ne và, nonostante le implorazioni dell’uomo che gli chiedono di restare a contemplarlo.

L’uomo d’Affari: E’ un calcolatore, più che un uomo: non si degna neppure di salutare il Piccolo Principe al suo arrivo perché troppo impegnato con i suoi conti. Praticamente passa le giornate a contare e ricontare le stelle, perché ha avuto la “brillante” idea di possederle e dice che sono sue solo perché nessuno ci aveva mai pensato prima. Dice che possedendo le stelle si sente ricco anche se non trova risposta quando alla fine, il bambino gli fa notare che mentre lui è utile alle cose che possiede, perché spazza i vulcani e annaffia i fiori, l’uomo non è affatto utile alle stelle.

Il lampionaio: Il Lampionaio è un uomo il cui lavoro è molto strano, deve accendere il lampione che sta sul suo pianeta ogni minuto, per colpa di una consegna datagli quando la velocità di rotazione del suo pianeta era molto inferiore. Il Piccolo Principe rimane molto perplesso e affascinato dal suo lavoro, lo ritiene interessante e bello, perché è come se ogni minuto si accendesse una nuova stella. Il bambino vorrebbe aiutare quel poveretto, che nella vita vorrebbe solo dormire, perché gli è simpatico e gli sembrerebbe adatto per essere suo amico, quindi gli dà il consiglio di camminare per il pianeta così da non dover mai accendere il lampione, ma il Lampionaio non lo prende in considerazione perché questa soluzione non gli permetterebbe comunque di riposare. Il Principe lascia a malincuore il pianeta del lampionaio, perché è il solo, fra tutti coloro a cui aveva fatto visita, che non gli sembrava ridicolo, perché si occupava di altro che non di se stesso. Ma quel pianeta era troppo piccolo per due persone.

Il geografo: Egli abita in un pianeta dieci volte più grande di tutti gli altri che il bambino aveva vistato. Per lui tutti i visitatori sono esploratori. Il suo lavoro, a giudizio del Piccolo Principe è molto interessante ed è un vero mestiere. Ma ciò che delude il bambino sta nel fatto che, non essendoci esploratori sul suo pianeta, lui non può fare niente e non sa se vi siano oceani, monti o città;
Il geografo si commuove appena realizza che il Principe è un esploratore che viene da lontano, e gli chiede di descrivergli il suo pianeta. Il bambino lo accontenta, rendendolo molto soddisfatto.
Il geografo spiega al Piccolo Principe che la rosa che egli possiede è un effimero, cioè “è minacciato di scomparire in tempo breve”. Con questa risposta, il geografo fa sentire in colpa il Piccolo Principe per aver lasciato solo il suo fiore, ma nonostante il rammarico il Principe si fa coraggio e chiede all’uomo cosa gli consiglia di andare a visitare. Sarà il geografo che indirizzerà il bambino verso il pianeta Terra.

Commento:
“Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”.
Questa frase è la “chiave” di tutta la storia del Piccolo Principe, vi è secondo me concentrato il riassunto di un rapporto vero, di quell’amicizia che rende una persona unica al mondo e indispensabile all’altra.
È molto importante il fatto che questa lettura così intensa sia messa alla portata di tutti grazie alla facile e scorrevole scrittura, perché fa capire molto bene tutti i valori dell’amicizia e il significato di questo magnifico sentimento.

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