il disagio giovanile

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Il disagio giovanile

Ho scelto di svolgere questa traccia per analizzare il modo di vivere l’adolescenza la giorno d’oggi. Guardando il telegiornale e leggendo i quotidiani ho preso coscienza dei tanti problemi che si riscontrano nel cammino nella nostra crescita.
Da due anni a questa parte si è incrementato il problema della violenza sui minori, con conseguenze gravi sulla psiche giovanile. In altre parole, i giovani vittime di molestia tendono a chiudersi in se stessi, a non condividere con nessuno questo loro disagio e nella maggior parte dei casi non denunciano l’accaduto. Molti di loro, come si è potuto appurare attraverso i mezzi di informazione, hanno scelto il modo più estremo per metter fine a questo problema: il suicidio. Ragazzi giovani, miei coetanei, che trovano nella loro disperazione interiore il coraggio di togliersi la vita.
Spesso, però, accade che la morte non sia una scelta diretta ma la conseguenza delle loro azioni. Infatti si è riscontrato anche il problema della droga: tanti adolescenti fanno abuso di stupefacenti come reazione a problemi personali, con la certezza di dimenticarli, o semplicemente per sentirsi grandi ed apparire dei “miti” agli occhi degli altri.
Ed ecco appunto un’altra questione: il sentirsi mito, ovvero: il problema del bullismo. Molti ragazzi, forti della consapevolezza di essere appoggiati da altri loro coetanei, si sentono grandi e compiono atti di emulazione contro chi, a loro avviso, è più debole. Di solito i più colpiti da questo atteggiamento sono le persone sole, che non hanno una comitiva, e in quanto ali non riescono a difendersi contro chi agisce in gruppo. Nella maggior parte dei casi, anche nei confronti di questa difficoltà, le “vittime” si chiudono in se stesse timorose di parlare per non aggravare la situazione.
Ho elencato brevemente quali sono i principali motivi di disagio giovanile, ma vorrei approfondirne uno in particolare, che non ho ancora citato: la separazione di genitori.
Forse sembrerà un piccolo problema se paragonato agli altri elencati precedentemente, ma io lo sto vivendo e posso garantire che so soffre. Quando ero più piccola e vedevo le mie coetanee piangere perché i loro genitori si separavano, pensavo: “Io sono fortunata perché la mia mamma ed il mio papà staranno sempre insieme!”, ora invece capisco quanta sofferenza c’era nelle loro lacrime. Tanti giovani si sono rifugiati nella droga credendo, come ho scritto in precedenza, di dimenticare, altri invece hanno iniziato a compiere atti vandalici per sfogare la loro rabbia interiore, e alcuni hanno soffocato il dolore chiudendolo in loro stessi, soffrendo da soli. I faccio parte dell’ultimo gruppo.
L’unica persona ad essere al corrente di questo mio problema è il mio fidanzato, non ne ho parlato nemmeno con la mia migliore amica per paura di essere giudicata o compatita.
Insomma, tutti questi problemi provocano disagio giovanile, soffocato dalla paura di affrontarli perciò il dolore cresce dentro noi stessi ed è destinato ad uscire fuori, a volte, anche nei modi più estremi.

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