I Gattici di Pascoli

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Testo

I GATTICI
di Pascoli

E’ un testo sulla morte, tema cardinale della poesia pascoliana: guardando il paesaggio autunnale, il poeta si ricorda della primavera e sente con dolore che la stagione sta precipitando verso l’inverno, cioè verso il periodo dei “crisantemi” e dei morti; le illusioni della giovinezza sono passate esattamente come le “gemme” primaverili sono diventate foglie ingiallite trasportate dal vento.

E vi rivedo, o gattici d'argento,
brulli in questa giornata sementina:
e pigra ancor la nebbia mattutina
sfuma dorata intorno ogni sarmento.

Già vi schiudea le gemme questo vento 5
che queste foglie gialle ora mulina;
e io che al tempo allor gridai, Cammina,
ora gocciar il pianto in cuor mi sento.

Ora, le nevi inerti sopra i monti,
e le squallide pioggie e le lunghe ire 10
del rovaio che a notte urta le porte,

e i brevi dì che paiono tramonti
infiniti, e il vanire e lo sfiorire,
e i crisantemi, il fiore della morte.

METRICA: sonetto con rime secondo lo schema ABBA, ABBA, CDE, CDE.

PARAFRASI:
e vi rivedo, o pioppi bianchi [che siete] spogli in questa giornata di semina: e, pigra, la nebbia dorata del mattino ancora rende sfocato nei contorni ogni tralcio di vite.
Questo vento che ora fa vorticare queste foglie ingiallite un tempo vi aveva aperto le gemme; e io che allora gridai al tempo[:] Cammina, ora mi sento gocciolare il pianto nel cuore.
Ora [restano soltanto] le nevi immobili sopra i monti, e le tristi piogge, e le lunghe ire del vento di tramontana che di notte scuote le porte, e [restano soltanto] i giorni brevi che sembrano tramonti infiniti, e il dissolversi delle cose e lo sfiorire [ della natura], e, [fioriscono solo] i crisantemi, il fiore della morte.

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