Harry Potter e i Doni della morte

Materie:Scheda libro
Categoria:Italiano

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1.7 (3)
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Data:19.02.2008
Numero di pagine:3
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Testo

Harry Potter
e i doni della morte

l’anno scorso avevamo lasciato Harry Potter e i suoi compagni in lutto per la tragica morte del preside della scuola di Hogwarts, Albus Percival Wulfric Brian Silente e alle prese con una missione appena affidatagli da Silente stesso: dare la caccia agli Horcrux ( oggetti magici contenenti frammenti dell’anima di un mago oscuro rendendolo cosi’ immortale) e distruggerli, per poi poter uccidere una volta per tutte Lord Voldemort (noto mago oscuro, talmente temuto che viene chiamato con l’appellativo di: Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato o Tu-Sai-Chi) il quale, dopo la morte dell’unico mago che abbia mai temuto, che e’ appunto Albus Silente riesce a salire al potere, disseminano il terrore ovunque; e’ in questa situazione che ritroviamo,il protagonista, assieme ai suoi amici, costretto a nascondersi da voldemort (di cui e’ nemico giurato) per compiere la propria missione che poi riuscira’ a portare a termine solo grazie a molti sacrifici sia dal punto di vista umano che di sforzi, attraversando anche molte difficolta’. Il libro si conclude, come era d'altronde previsto da anni con la morte di Voldemort, anche se, come gia detto, a caro prezzo, infatti nei vari scontri contro i mangiamorte (seguaci di Voldemort)perdono la vita molte persone, fra cui : Remus Lupin (ex insegnante di difesa contro le arti oscure e lupo mannaro), Ninfadora tonks (auror e moglie di Lupin con particolari doti per cambiare il proprio aspetto fisico, ovvero in trasfigurazione), Alastor “malocchio” moody (ex auror e ex insegnante di Difesa Contro le Arto Oscure), Fred Weasly (fratello di Ronald, Ginny, Fred bill e Charlie Weasly) e anche molti compagni di scuola di Harry, ma soprattutto la scomparsa di uno dei personaggi fondamentali di tutte queste sette avventure, un personaggio di cui la lealta’ e’ sempre stata ambigua destando cosi’ nel lettore innumerevoli dubbi, che vengono sciolti alla fine del libro; Severus Piton, che nonostante tutte le ostilita’ che ha sempre avuto con Harry, riuscira’ poi ad attere la sua fiducia dimostrando la propria lealta’ a Silente.
In questo libro, la scrittrice, lascia il lettore con molti interrogativi nel corso della storia tessendo una tela che poi alla fine viene svelata con ricchi colpi di scena dando un senso a tutto cio’ di rimasto insensato o dubbio anche negli altri libri, o spiegando eventi gia’ noti con una versione totalmente diversa se non opposta lasciando cosi’ chi legge di stucco; una frase molto enigmatica, e’ quella che Silente lascia ad Harry come indizio per aprire il boccino d’oro. “Mi apro alla chiusura”, tale affermazione infatti, cosi’ a prima vista sembrerebbe un contro senso che rimarra’ tale per tutta la storia, infatti, e’ solo alla fine che si capisce che per chiusura si intende quella della vita, ma anche qui non e’ tutto chiaro, infatti il boccino si apre perche’ e’Harry a decidere di morire o si sarebbe aperto anche se fosse morto contro la sua volonta’?
Questo libro, comunque nonostante sia il continuo, o meglio dire la fine di una saga che si sviluppa in sette volumi, non ha le caratteristiche dei precedenti, infatti, le vicende degli altri sei libri si sono svolte prevalentemente all’interno della scuola di howarts e avevano come personaggi principali dei ragazzini, forse anche un po’ immaturi, che a volte non si rendevano conto dei pericoli, nel settimo libro, invece i protagonisti sono estremamente cambiati, dimostrandosi molto maturati rispetto all’anno precedente, rendendosi perfettamente consapevoli della situazione e dei rischi che corrono nell’agire in determinati modi tanto che, come gia’ detto, pur di porre fine al regime di terrore imposto da Voldemort abbandonano gli studi per dare la accia agli Horcrux, facendolo pero’ con cautela e attenzione, senza esporsi troppo ai pericoli, anche con la consapevolezza che se loro dovessero venire uccisi dai seguaci di voldemort, il segreto di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, ovvero l’esistenza degli Horcrux, rimarrebbe tale e il nemico contro cui hanno sempre lottato vincerebbe definitivamente.
Il linguaggio della narrazione e’ semplice, viene fatto molto uso di dialoghi, ma sono presenti anche alcuni monologhi interiori che racchiudono tutte le riflessioni del protagonista.
I termini non sono ricercati, anzi, sono abbastanza semplici, e’ comunque riscontabile la presenza di molti neologismi usati per definire tutti gli oggetti, animali ecc. presenti solo nel mondo magico.
Il narratore e’ esterno ma non onnisciente, infatti non sa tutti i fatti come andranno a finire, o quanto meno non lo da ad intendere, infatti narra la storia fatto per fatto nei momenti in cui essi si svolgono senza anticipare nulla.
Insomma il libro e’ un mix di avventura e suspence e talmente coinvolgente che a volte si riescono a vedere le immagini e a percepire le situazioni di pericolo o di meraviglia e che una volta letto lascia il lettore con il piacevole ricordo di un mondo alternativo, probabilmente migliore che da la speranza a chi legge che possa essere la realta’, o quantomeno che sia un luogo dove potersi rifugiare quando se ne ha voglia e facendolo senza problemi, usando semplicemente l’immaginazione e sfogliando qualche pagina.

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