Era, è, e sarà, l'eterna favola del tempo

Materie:Tema
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Testo

DEST: Rivista culturale

TITOLO: Era è e sarà: l’eterna favola del tempo

Millenni, secoli, anni, mesi, settimane, giorni, ore, minuti, secondi, attimi, istanti = tempo.
Ma che cos’è, chi è il tempo?Quando è nato, quando finirà? Come fermarlo? Esiste davvero?
Come scrive Tabucchi “Di questo nostro coinquilino esistenziale, che non sappiamo Che stiamo attraversando o se lui che ci attraversa, non conosciamo il volto”. Per questo il tempo è sempre stato oggetto di speculazione culturale, strettamente connesso sia all’evoluzione biologica sia, allo stesso tempo, filosofica/letteraria/artistica dell’uomo.
Da ciò è nata una suddivisione del tempo in molteplici sottogruppi, ad esempio, il tempo naturale, quello storico,quello della poesia e quello dell’anima; stiamo parlando di una schematizzazione, una teoria operata dall’uomo,
È importante sottolineare il fatto che siamo stati noi stessi gli artefici del tempo perché, pur essendone gli iniziatori, gli uomini ne sono divenuti schiavi e, senza neanche rendersene conto, ogni giorno si prostrano ai suoi piedi allo stesso modo in cui un servo fa dinanzi al suo padrone.
Come fermare il tempo? Come sostiene il poeta greco Vaghenas, la risposta sta nella poesia, una delle forme superiori in grado di “sospendere il tempo”. Il tempo della poesia ha modalità e misure proprie: il poeta si ferma. Guarda. È in grado di superare il concetto limite dello spazio temporale che la società si è autoimposta.
Ma esiste davvero il tempo? Non la pensano tutti così; come appunto afferma Raffaele Riefoli in arte Raf nella canzone “In tutti i miei giorni” “Il tempo scorre e non trascorre mai, a volte non esiste, per questo non ha cancellato tutti i miei giorni con te (…) Il tempo scorre inesorabile… ” o ancora in “Infinito” “(…) attimi vissuti con te. È passato tanto tempo ma tutto è talmente nitido, così chiaro e limpido che sembra ieri (…) L’infinito sai cos’è?(…)”
Ma quanto è lungo un attimo? Quanto è lungo un istante? A queste domande Einstein tentò di dare una risposta formulando la teoria detta della relatività del tempo che dice che il tempo è relativo, ad esempio un istante di una farfalla non è uguale ad un istante umano.
La cantante Elisa ci propone un’altra dimensione del tempo unendolo alla fantasia e alla magia, un po’ come il tempo delle fiabe, sognando dice “(…) il tempo prenderà la mia mente e la porterà via lontano, lì dove possa volare (…)”.
Perché i bei momenti durano poco e gli orrori che per secoli e secoli di storia si sono susseguiti sembrano non finire mai? Basti pensare all’infanzia, il periodo più bello felice e dolce di essere umano, dove egli fa le sue prime esperienze, i primi passi, che se pur piccoli, rendono il bambino grande e fiero. “I giorni dell’ infanzia erano lunghi e senza fine, un’ora era un universo, un’epoca intera che un semplice gioco riempiva; la storia era ferma. Quel tempo era lungo, fermo, pieno di cose” esclama Carlo Levi nell’Orologio, che vede nella sua fanciullezza anni felici in cui i minuti parevano essere eterni, così come il Paradiso Terrestre, un luogo senza tempo né storia e per questo perfetto ed etereo.
“(…) Le azioni incalzano, i giorni fuggono,uno dopo l’altro, e non c’è tempo di guardarli, di numerarli, di vederli quasi, che sono già svaniti, lasciando nelle nostre mani un pugno di cenere” afferma, ancora, tristemente Levi.
Se tutto questo è vero da un lato “il tempo è un dono prezioso, datoci affinché in esso diventiamo migliori, più saggi, più maturi”, per usare le parole di Thomas Mann in Romanzo di un Romanzo, d’altra parte durante la crescita abbandoniamo il nostro piccolo ed incantato Paradiso Terrestre privo di lancette per cominciare a prostrarci ai piedi del tempo.
Come pure Camilleri sostiene, probabilmente la risposta alla questione del tempo è che esso è “faccenda complicata assai, tale da sbatterci la testa e rompersela”, era la stessa conclusione alla quale era arrivato anche Sant’Agostino ai suoi tempi.
Quest’ultimo tagliava corto, affermando che “Il tempo scorre solo per noi”; il monaco sosteneva che Dio fosse al di là del tempo e che la creazione non fosse avvenuta nel tempo, in quanto questo prima della creazione non esisteva.
Possiamo quindi affermare che il tempo è una “non realtà”, infatti se si analizzano i suoi tre momenti principali, (passato, presente e futuro), ci si accorge che il passato è ciò che non è più; il futuro è ciò che non è ancora e il presente e ciò che non è né breve né lungo, un brevissimo attimo che fugge e che non si può raggiungere.
Ma che cos’è allora realmente il tempo? Tanti sono i dubbi e poche le certezze su questa faccenda davvero complicata.
Quando finirà il tempo, quando “verrà il giorno che metterò fine ai giorni, l’ora finale, l’istante oltre al quale termineranno le vicissitudini, l’incerta sequela dei fatti, e non accadrà più nulla?” Si chiede anche Savater.
Ma alla fine il tempo chi è, riusciremo mai a fermare la sua corsa, riusciremo mai a liberarci dalla sua schiavitù? “Carpe diem” disse Orazio, celebre poeta latino, senza pensare al “Panta Rei” o meglio “Tutto Scorre” del filosofo Greco Eraclito, cioè, senza pensare all’angoscia dello trascorrere del tempo.

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