Dossier Anni di piombo e strage di piazza Fontana

Materie:Riassunto
Categoria:Italiano

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Testo

MASOLO MARTINA 4 A

GLI ANNI DI PIOMBO E LA STRAGE DI PIAZZA FONTANA

Il termine “anni di piombo” è usato per intendere un periodo storico dell’Italia che dura all’incirca dieci anni, gli anni ’70. L’inizio di questo periodo viene fatto coincidere con l’attentato denominato la “strage di piazza fontana” del 1969 quando, il 12 dicembre, scoppiò una bomba presso la Banca Nazionale dell'Agricoltura a Milano, provocando sedici morti e ottantotto feriti. Il motivo dell’appellativo di “anni di piombo” è che molte persone ritenevano che la lotta armata fosse una scelta di vita praticabile. Tutti gli anni ’70 videro susseguirsi una serie di stragi, le più note delle quali furono:
12 dicembre 1969 Strage di piazza Fontana a Milano 28 maggio 1974 Strage di Piazza della Loggia a Brescia 4 agosto 1974 Strage sull'espresso Roma-Brennero (Italicus) 2 agosto 1980 Strage della stazione di Bologna
Le cause dei conflitti interni all’Italia erano di natura politico-ideologica. Negli anni che precederono quelli di piombo, il paese aveva attraversato un periodo di innovazione a cui non tutti erano favorevoli. L’economia italiana era cresciuta rapidamente portando a un miglioramento del tenore di vita, e a una crescita culturale che però era spesso egemonizzata dalla sinistra. Questa situazione insieme alla continua crescita del Partito Comunista Italiano causarono una crescente attenzione da parte di chi apparteneva a movimenti politici di estrema destra che nel tentativo di imporsi sulla sinistra attuò una politica chiamata “strategia della tensione”. Questa vedeva la destra segretamente alleata con i servizi segreti e impegnata ad organizzare stragi e attentati al fine di far ricadere la colpa di questi su esponenti della sinistra, riuscendo contemporaneamente a liberarsi di personaggi scomodi e a influenzare l’opinione pubblica a svantaggio della sinistra. Gli anni ’70 furono un periodo buio per l’Italia, segnato da scontri e conflitti armati quotidiani, in particolare "nel '77, divampò la generalizzazione quotidiana di un conflitto politico e culturale che si ramificò in tutti i luoghi del sociale, esemplificando lo scontro che percorse tutti gli anni Settanta, uno scontro duro, forse il più duro, tra le classi e dentro la classe, che si sia mai verificato dall'unità d'Italia. Quarantamila denunciati, quindicimila arrestati, quattromila condannati a migliaia di anni di galera, e poi morti e feriti, a centinaia, da entrambe le parti” 1. Gli anni di piombo e la strategia della tensione terminarono quando gli episodi di violenza scemarono insieme all’idea che la lotta armata potesse essere un mezzo per risolvere i conflitti sociali. "Alla fine del decennio '70 ogni comportamento anti-lavorista venne colpevolizzato, criminalizzato e rimosso, [...] il realismo del capitale riprendeva il posto di comando, con il trionfo delle politiche neo-liberiste. Iniziava la controffensiva capitalistica, la vita sociale veniva nuovamente sottomessa alla produttività, la competizione economica veniva santificata come unico criterio di progresso”2

1 Primo Moroni e Nanni Balestrini, L'ORDA D'ORO, SugarCo 1988
2 Franco "Bifo" Berardi, Il sapiente, il mercante, il guerriero, Derive Approdi, 2004
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