Materie: | Tema |
Categoria: | Italiano |
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Data: | 06.10.2005 |
Numero di pagine: | 2 |
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Nel gennaio del 2004,finito lo svezzamento della bambina,verrà, quasi certamente eseguita l’orrenda condanna a morte,ad opera del tribunale islamico nigeriano, di Amina Lawal, condannata alla lapidazione perché dopo il divorzio era rimasta incinta e aveva messo al mondo una bambina.
Donne velate, punite orribilmente, stuprate pubblicamente o privatamente, ridotte in schiavitù sono all’ordine del giorno in paesi appartenenti alla sfera orientale soprattutto in Bangladesh, in Pakistan, in Afghanistan e gran parte del mondo musulmano.
Al giorno d’oggi tutto ciò appare come una realtà impossibile, ma che rimane pur sempre una realtà.
Situazione completamente diversa da quella occidentale dove già nel XIX secolo ebbero inizio le prime battaglie e i primi scontri che portarono la donna alla conquista della propria libertà e, per la prima volta nella storia dell’umanità, all’ammissione ai seggi elettorali, che in Italia avvenne nel 1946.
Al giorno d’oggi questi diritti sono esplicitamente sanciti nella costituzione italiana, nell’articolo 35 dei rapporti economici in cui viene proclamato che la donna lavoratrice ha gli stessi diritti, la parità di lavoro,le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore.
Considerandolo sotto altri punti di vista il ruolo femminile risulta addirittura più articolato e a volte più impegnativo di quello maschile.
La vita delle donne si divide infatti in diversi spazi e dimensioni che a volte possono coesistere a volte essere separati.
La donna può realizzarsi pienamente nel suo ruolo di madre o moglie, tenendo desta la tradizione della casa e della famiglia,nel rispetto però di se stessa e senza necessariamente annullarsi o diventarne vittima.
Spesso concilia questa sua parte con quella di lavoratrice, contribuendo a migliorare il bilancio domestico senza tuttavia trascurare i doveri famigliari.
Dopo il 1968 e la rivoluzione femminista molte donne hanno deciso di liberarsi da ogni vincolo per raggiungere le molteplici aspirazioni di successo, di affermazione personale e di realizzazione professionale.
Nonostante ciò sono ancora molti gli uomini incatenati a sorpassate usanze, a sostenere che la donna non sia assolutamente adatta al lavoro, ma che il suo compito sia esclusivamente quello di stare in casa ad allevare i figli, nella più silenziosa obbedienza.
Pregiudizi sbagliati e decisamente antiquati, anche se bisogna ammettere che il mondo professionale femminile può presentare dei limiti.
Numerosi sono le attività che una donna difficilmente può svolgere, per esempio è raro vedere una lavoratrice in miniera, le cause di ciò non sono però legate ad una mancanza di volontà o capacità ma a questioni riguardanti la forma fisica, come la costituzione o la resistenza.
D’altra parte anche il lavoratore maschio non può considerarsi onnipotente poiché verso altre attività mancherà della sensibilità e dell’accuratezza tipiche del tocco femminile.
È perciò impossibile stabilire il vero ruolo che la donna occupa nella nostra società, poiché questo rispecchia principalmente il carattere e le aspirazioni di una persona; l’unica cosa di cui si può essere certi è che la donna, come essere umano va rispettata e approvata in tutti i suoi molteplici aspetti e,in grado o no di lavorare, il suo ruolo non ha niente da invidiare a quello maschile.