Chi risparmia il bastone odia suo figlio, chi lo ama è pronto a correggerlo

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Testo

Più di duemila anni fa, Salomone sintetizzò con queste parole la sua opinione riguardo l’amore che un genitore ha verso i proprio figli “chi risparmia il bastone odia suo figlio, chi lo ama è pronto a correggerlo”.
Oggi come oggi l’affermazione rimanda molti ai tempi dei nostri nonni, dove al minimo errore non si esitava ad alzare le mani, contrariamente al periodo storico attuale in cui la tendenza è quella di assecondare i figli in ogni loro capriccio e sorvolare sugli eventuali sbagli.
Ma vediamo questo bastone in senso anche più metaforico, vediamolo anche come un semplice rimprovero, è giusto o meno far notare a un figlio i suoi errori?
Penso che istintivamente la risposta di tutti sia affermativa, ma quante volte i figli sono stati realmente ripresi?
In media non molte, si tende a dare la colpa a persone estranee alla famiglia (in eventuali discussioni fuori dall’ambito familiare), che per qualche strano motivo ‘perseguitano’ il figlio (considerato ancora ingenuo ed inesperto dai genitori).
A mio parere Salomone aveva ragione allora come la ha adesso.
La famiglia, sebbene abbia avuto una certa evoluzione nel tempo, non ha mai avuto cambiamenti particolarmente rilevanti, e sostanzialmente l’amore che lega i genitori ai figli è rimasto immutato.
Il dovere di un genitore è quello di aiutare il proprio ragazzo a crescere e di prepararlo alla vita, dove potrà avere sia ragione che torto, e come si potrà abituarlo a ciò se sembra sempre che la colpa sia degli altri e mai sua?
Ragazzi che maturano con la convinzione di essere sempre nel giusto diventano uomini e donne testardi, immaturi, superbi e male integrati nella società, dove vengono lasciati in disparte per l’eccessiva caparbietà.
Così i genitori, che volevano il meglio per i loro figli finiscono per essere la causa del loro fallimento e isolamento.
A volte è necessario essere duri con una persona per aiutarla a migliorare, anche se le si vuole molto bene.
C’è un detto inglese che recita ‘you have to be cruel to be kind’ (devi essere severo per essere gentile) e un buon genitore a volte ha questo dovere, proprio per dimostrare al figlio l’immenso bene che prova per lui.
Ma come ogni cosa, anche la severità va usata con giudizio e moderazione, esagerando infatti si ottiene solo l’opposto di ciò che si desiderava.
Inoltre il figlio potrebbe provare sentimenti di rancore verso i genitori per l’eccessiva intransigenza.
Un buon genitore deve anche essere in grado di dare una ‘punizione’ al ragazzo in proporzione alla gravità dell’errore commesso.
Concludendo a volte numerosi divieti, rimproveri, castighi,… non sono altro che manifestazioni d’amore e non fanno altro che aiutare colui che li riceve a crescere e correggersi.

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