Casa di Bambola

Materie:Scheda libro
Categoria:Italiano

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Testo

TRAMA
Un giorno d’inverno un fattorino suona alla casa di Nora per consegnare un abete di Natale e una cesta. Quindi, la donna mostra gli acquisti al marito Helmer Torvald, che si lamenta per le troppe spese, dicendo che non vuole avere debiti con nessuno.
Appena pronunciate queste parole il campanello suona, la cameriera apre la porta, davanti a lei ci sono il dottor Rank, che si accomoda nello studio di Helmer, e una signora che inizia a parlare con Nora, la quale riconosce in lei Kristine Linde, venuta a passare in compagnia le vacanze di Natale. Mentre chiacchierano, Nora tocca l’argomento del marito di Kristine e della sua morte che ha portato un grande scompiglio nella vita della donna, che ha dovuto arrangiarsi per campare ma, ora, morta la madre e cresciuti i figli, si sente sola e vuole trovare un’occupazione qui, in questa città. Nora promette di aiutarla. Kristine la ringrazia, ma le dice anche che lei non conosce i pesi e le difficoltà della vita, questo la irrita e le dice che è per merito suo che Torvald è ancora vivo, che è lei che ha messo da parte tutti i soldi per il viaggio in Italia, facendoseli prestare a insaputa del marito.
Quindi suona il campanello del vestibolo, la cameriera va ad aprire e vede il procuratore Krogstad, che cerca Helmer per un colloquio d’affari. Rank esce dallo studio, si siede sul sofà con le signore e parla un po’ con loro, Helmer esce dallo studio e si presenta alla signora Linde, Nora dice che la donna sta cercando un lavoro e il marito le dice che cercherà di aiutarla. Ad un certo punto Helmer, Kristine e Rank se ne vanno, lasciando Nora sola in casa, poi arrivano la bambinaia e i bambini che si mettono a giocare con la loro mamma. Entra nella stanza Krogstad, chiede di essere lasciato solo con la signora e la supplica di non far assumere da suo marito la signora Linde in banca, perché teme che gli possa rubare il posto, minacciandola di dire a suo marito del prestito e facendogli capire che lui aveva scoperto che la firma del padre sulla ricevuta in realtà l’aveva fatta lei e quindi avrebbe potuto denunciarla alla giustizia, dopo di che se ne va.
Quindi Nora comincia ad ornare l’albero di Natale, spaventata; arriva suo marito e le chiede se fosse venuto qualcuno, lei nega ma quando lui dice di aver visto Krogstad, deve dargli ragione.
Helmer si siede e comincia a mettere a posto delle carte della banca, allora Nora gli chiede se la potrebbe aiutare a scegliere il vestito per il ballo in costume a casa Stenborg. Poi i due cominciano a parlare di Krogstad, Helmer dice che è un delinquente, che ha falsificato delle firme e che ha mentito di fronte alla moglie e ai figli. Aggiunge infine che i figli che hanno una madre bugiarda di solito sono precocemente corrotti, poi si ritira nel suo studio. Il giorno dopo la bambinaia e Nora prendono il costume per il ballo, chiacchierano un po’, poi la signora Linde suona il campanello, entra e parla un po’ con Nora fino a che arriva Helmer. I due parlano di nuovo di Krogstad e la donna lo prega ancora di non licenziarlo, ma lui non l’ascolta. Poi arriva Rank, Nora lo intrattiene a parlare e il dottore gli confida di avere un debole per lei, quindi arriva la cameriera che consegna un biglietto alla donna, Nora dice a Rank di raggiungere Torvald nello studio. Arriva nella casa Krogstad e minaccia ancora la signora, poi mette una lettera nella cassetta della posta di Helmer con scritta tutta la verità sul prestito che ha fatto a Nora che, spaventata, confida tutto a Kristine raccontandole anche che ha falsificato una firma. Quindi entra in scena Helmer che, dopo tante suppliche da parte della moglie, le insegna i passi di danza per il ballo e le promette che non leggerà la lettera fino a mezzanotte del giorno dopo. Più tardi, la signora Linde chiama Krogstad e cominciano a parlare della loro vita, Kristine gli dice che vorrebbe ritornare insieme a lui, ma poi l’uomo se ne deve andare perché stanno per tornare gli Helmer dalla festa. Al loro ritorno vedono Kristine, parlano un po’ con lei ma dopo la donna se ne va, allora arriva Rank ma anche lui se ne va presto. Helmer va ad aprire la cassetta delle lettere e trova due biglietti da visita di Rank con una croce nera, Nora gli spiega che questo vuol dire addio e che il pover’uomo sta per morire, poi i due vanno a dormire ma Helmer si porta la corrispondenza in camera. Nora allora prende lo scialle e, mentre sta per fuggire per sempre di casa, il marito spalanca la porta e urla, mentre lei gli confessa la verità. Dopo poco suonano alla porta, poi la cameriera porta loro una lettera di Krogstad nella quale ci sono la ricevuta e le sue scuse per quello che ha fatto. Helmer si mette ad urlare ancora più forte, consolando la donna che va a mettersi il vestito di tutti i giorni, dicendogli che devono parlare. Quindi comincia a fare un lungo e serio discorso su come lei è sempre stata considerata sia da lui, sia da suo padre: una bambola, poi aggiunge che deve cominciare a crescere e ad avere un’educazione. Questo però lo deve fare da sola e per questo lo deve lasciare, anche perché ha appena capito che non lo ama più. Helmer la implora di rimanere, che cambierà carattere e modo di comportarsi verso di lei, ma la donna si rifiuta e se ne va di casa, dicendo che solo un prodigio potrà cambiare le cose.
ARCO DELLE VICENDE NARRATE
Questo romanzo racchiude un arco di tempo di parecchi mesi, dalla morte del padre di Nora e dalla firma falsa del contratto di prestito, fino alla decisione di Nora di andarsene di casa perché non amava più il marito ed era stufa della sua vita con lui e di come era trattata.
“quando suo marito si ammalò lei venne a chiedermi in prestito milleduecento talleri…”
“La firma del babbo l’ho fatta io…”
“Ecco il punto. Tu non mi hai capita. Avete agito molto male, con me, Torvald. Prima il babbo, e poi tu…”
“Addio Torvald. Non voglio vedere i bambini…”
PERSONAGGI
NORA: Nora è una donna molto bella e giovane, ama ballare per il suo adorato marito Helmer, che lei chiama affettuosamente Torvald.Ha tre bambini che ama con tutta se stessa, così come ama il marito, o meglio, crede di amare.Quando l’uomo si è gravemente ammalato lei, sapendo che l’unica sua salvezza sarebbe stato un costoso viaggio in Italia, fa di tutto per racimolare i soldi necessari, facendoseli anche prestare da uno strozzino a nome di suo padre e falsificando la sua firma. Lo strozzino, quando ha scoperto che la firma era falsa, è andato da Nora per minacciarla dato che Helmer lo voleva licenziare dalla sua banca. Da qui sono nate molte paure in Nora, ha cercato in tutti i modi di non far sapere la verità a Torvald che, quando l’ha saputa, ha cominciato ad urlare come un pazzo facendo capire alla donna che in realtà non lo amava. Infatti, alla fine del romanzo, stufa di essere considerata una buona a nulla, una persona immatura che deve ancora crescere, Nora dimostra di saper essere decisa e indipendente abbandonando il marito e, a malincuore, anche i figli.
HELMER: Helmer è un uomo che ha dovuto affrontare tante difficoltà nella vita, come la mancanza di soldi e una terribile malattia per la quale a momenti ci lasciava le penne. Nonostante tutto è riuscito sempre a cavarsela e ora si trova in un periodo felice, in cui i soldi non mancano e ha un bel lavoro come direttore di una banca. Al suo fianco c’è la bella Nora, con la quale ha avuto tre figli. Per lui la moglie è importantissima, è molto innamorato di lei e la chiama sempre con soprannomi buffi ma nello stesso tempo affettuosi quali lodoletta, scoiattolino, lucherino, allodola canterina…ecc
“…ed io non ti vorrei diversa da quello che sei, mia cara piccola allodola canterina.”
“…già, ma non voglio che la lodoletta trascini le ali. Cosa c’è? Lo scoiattolino fa il broncio?…”
Però, la tratta come un incapace, non le permette di gestire il denaro e la giudica molto indifesa e immatura. Per questo motivo Nora, alla fine del romanzo, decide di andarsene di casa dicendo che è ora che si dia un educazione; Torvald fa di tutto per trattenerla e la prega in ogni modo ma lei, stanca della vita con lui, se ne va e gli dice addio.

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