Adelchi

Materie:Appunti
Categoria:Italiano

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Testo

Una prima stesura, iniziata nel novembre del 1820, era già terminata meno di un anno dopo; furono successivamente composti i cori. La stesura definitiva, col visto della censura, venne stampata negli ultimi mesi del 1822. La tragedia fu rappresentata per la prima volta a Torino nel 1843; uscì in edizione definitiva senza innovazioni rilevanti nel 1845.
L'azione della tragedia comprende vicende del periodo 772-774, legate alla calata in Italia di Carlo, re dei Franchi, chiamatovi dal papa Adriano contro Desiderio, re dei Longobardi, che aveva incominciato a invadere i territori della Chiesa. Facciamo seguire una traccia dell'Adelchi, atto per atto.

Atto primo: l'azione si svolge a Pavia, capitale del regno Longobardo: Vermondo, scudiero di Desiderio, annuncia a questi e ad Adeichi di aver scortato dalla Val di Susa fino alle mura della città Ermengarda, figlia di Desiderio e moglie ripudiata di Carlo; Desiderio ordina che ella sia discretamente condotta al palazzo reale, e, rimasto solo con il figlio, gli espone la volontà di vendicarsi dell'affronto subìto da Carlo, costringendo Adriano a incoronare re dei Franchi i figli di Gerberga (la moglie del fratello di Carlo, rifugiatasi nella corte longobarda): vanamente Adelchi tenta di far recedere il padre dai bellicosi propositi, ricordandogli, oltre alla venerabilità del Pontefice, la dubbia fedeltà dei sudditi e la forza militare dei Franchi; commozione nei due congiunti suscita l'arrivo di Ermengarda, che chiede al padre il permesso di ritirarsi per il resto della vita in monastero; il colloquio è interrotto da Anfrido, scudiero di Adelchi, che avverte della presenza nella reggia di un ambasciatore di Carlo: ricevuto da Desiderio con la corte, l'ambasciatore, sentendo respinte le imposizioni di cui è latore, pronuncia la dichiarazione di guerra; l'ultima parte dell'atto ha per scena la casa di Svarto, un soldato ambizioso, nella quale duchi longobardi concertano di stringere segreti accordi con Carlo: Svarto stesso si propone per stringere il patto di tradimento col re dei Franchi, e parte per il loro campo.

Atto secondo: l'azione si svolge nel campo dei Franchi in Val di Susa: Pietro, legato papale, esorta Carlo a continuare nell'impresa militare, dalla quale egri vuole desistere, non riuscendo a forzare le Chiuse (complesso di fortificazioni a protezione dello sbocco in ltalia della Val di Susa); sopraggiunge il diacono ravennate Martino, che dichiara di aver scoperto una via tra i monti che permette di aggirare le Chiuse e di assaltare il campo longobardo da un lato indifeso.

Atto terzo: l'azione si svolge nel campo longobardo: Adelchi confida ad Anfrido il suo desiderio di gloria, che sente tuttavia irrealizzabile; giunge notizia che il campo è attaccato di sorpresa dai Franchi e ogni tentativo di resistenza fatto da Desiderio e da Adelchi si rivela vano: mentre parte dei Longobardi fugge (ma Anfrido muore eroicamente), parte, secondo quanto pattuito da Svarto, si pone agli ordini di Carlo, che resta padrone del campo; coi fedeli rimasti, Desiderio e Adelchi si accingono a ritirarsi l'uno in Pavia e l'altro in Verona. Alla conclusione dell'atto è il coro Dagli atrii muscosi, dai fori cadenti in cui si confrontano tre popoli: i vecchi e i nuovi invasori (Longobardi e Franchi) e l'imbelle gente latina.

Atto quarto: la prima scena rappresenta Ermengarda morente, nel giardino del monastero di San Salvatore in Brescia, che cade in delirio quando Ansberga, sua sorella e badessa, le comunica che Carlo è passato a nuove nozze: alla scena segue il coro Sparsa le trecce morbide; la restante parte dell'atto si svolge sulle mura di Pavia, ove il duca Guntigi, cui ne è affidata la guardia, riceve segretamente Svarto, creato nobile del regno franco, e con lui si accorda per far entrare a tradimento il giorno dopo le truppe di Carlo in città.

Atto quinto: le prime tre scene si svolgono nel palazzo reale di Verona: Adelchi, informato che i duchi e i soldati a lui subordinati chiedono la resa alle truppe franche che, dopo aver preso Pavia, assediano Verona, recita un disperato monologo: pensa a gettarsi contro i nemici, a uccidersi, ma infine risolve di riparare presso l'imperatore di Bisanzio, per tornare in aiuto del padre prigioniero, e della decisione informa il fedele Teudi; le rimanenti scene si svolgono nel campo dei Franchi sotto Verona: Desiderio chiede a Carlo l'impunità per Adelchi, irresponsabile delle azioni belliche contro il Papa e anzi contrario a esse, e, vedendo Carlo irremovibile, gli rinfaccia le sue colpe, subendone poi la dura replica; il conte Arvino annuncia ai due che Verona si è arresa, che i pochi longobardi che hanno cercato di fuggire sono stati uccisi o catturati, che Adelchi, ferito mortalmente, chiede di parlare al padre e a Carlo; Adelchi, trasportato nella tenda reale, ottiene da Carlo la promessa di una dignitosa prigionia per Desiderio, dal quale prende poi con animo religioso l'estremo congedo.

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