"La Vita scritta da esso", Alfieri

Materie:Tema
Categoria:Italiano
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Testo

Tema traccia2)
Alfieri

Alfieri, nell’epoca quarta della “Vita”, presenta momenti di narrazione critica e meditativa, con aspetti talvolta pacati e dubbiosi,ma anche ironici. Questa sua opera nei momenti più vivi appare una tragedia in cui l’autore rivela il conflitto eroico che ha dovuto sostenere per raggiungere la gloria poetica. Alfieri stesso si focalizza e si sofferma sul fatto che e’ partito da nulla ed e’ arrivato in alto. Per trasmettere al lettore questa sua crescita nella formazione propone strutture stilistiche e lessicali molto ricercate. Fa uso perciò di aggettivi molto intensi che danno un significato immenso ai termini. Per esempio, parlando di se stesso utilizza spesso superlativi o aggettivi che mettono in rilievo con efficacia le sue qualità(...animo risoluto, ostinatissimo e indomito..). E parlando della sua situazione prima che intraprendesse gli studi utilizza vocaboli (...una petulanza incredibile...) che rafforzano il messaggio che vuole trasmettere, quindi il suo progresso, da una quasi totale ignoranza a un grande studio.
Alfieri da’ moltissima importanza al suo nuovo impegno artistico tanto che scrive che non risparmierebbe ne’ fatica ne’ noia nessuna pur di sapere la sua lingua quant’ uomo d’ Italia. Da’ anche molto valore ad una formazione non immediatamente perfetta, bensi’ che cresce e migliora nel tempo; e nonostante talvolta creda di aver sbagliato tutto sa che arriverà il momento in cui raggiungerà l’apice e quindi la gloria. Questo aspetto molto interessante di Alfieri rivela una sua incontenibile autostima. Ad Alfieri interessava il consenso del pubblico, ma non più del raggiungimento dei suoi obbiettivi. Per quanto riguarda “il Filippo” e “il Polinice”, nonostante la commozione che queste opere avevano provocato in molti ascoltatori durante la lettura, Alfieri si attiva in tutti i modi per realizzare il suo proposito; sapere perciò la lingua come uomo d’Italia e saper quindi scrivere le opere in italiano e raggiungere la tanto ricercata gloria poetica. Persiste comunque nel soffermarsi sul fatto che per lui continua ad essere arduo scrivere tragedie in italiano e non in prosa francese, dal momento che era abituato a sentir parlare questa seconda lingua.
In Alfieri sono molto accentuate e chiare alcune caratteristiche cosiddette pre-romantiche, quali l’individualismo e la passionalità. Anche nel raccontare lo scrittore le vicende e’ sempre molto passionale e sembra vivere tutto quello che scrive. Per quanto riguarda l’individualismo l’Alfieri non lo maschera, anzi, anche solo nel dare poca importanza al giudizio del pubblico e nel mettere quindi su un piano molto più alto il suo obbiettivo, dimostra di essere individualista. Il processo di formazione lo percorre senza dare troppa importanza agli uditori, ma spostando tutta l’attenzione sulla sua persona. Lui scrive le sue opere perché siano lette e per arrivare alla gloria, ma talvolta sembra quasi che gli basti arrivare ad una realizzazione individuale, a una gloria individuale e , raggiunta questa, si può pensare alla gloria “da condividere”.

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