Il turismo in Europa

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Testo

Turismo in Europa
“Les activités déployées par les personnes au cours de leurs voyages et de leurs séjours dans des lieux situes en dehors de leur environnement habituel pour une période consécutive qui ne dépasse pas une année, a des fins de loisirs, pour affaires ou d’autres motifs.”
L’OMT (l’Organisation Mondial du Tourisme)
Negli ultimi anni i flussi turistici internazionali, soprattutto quelli provenienti dai paesi economicamente sviluppati, sono notevolmente cresciuti, grazie all’aumento del tenore di vita, che rende disponibile parte del reddito pro-capitale per i consumi turistici. Lo sviluppo turistico di una nazione non è legato soltanto alla presenza di tali attrattive, ma anche alla sua capacità di:
- conservare, proteggere e valorizzare il proprio patrimonio naturale, storico, artistico e culturale;
- offrire ai viaggiatori servizi turistici e non, in quantità sufficiente e di qualità adeguata affinché essi possano godere appieno del loro soggiorno nella località visitata.
Il primo elemento è di principale, se non esclusiva, competenza dello Stato e degli altri enti pubblici.
Lo Stato, le Regioni e l’Unione Europea intervengono a favore dei diversi settori produttivi attraverso progetti di varia natura. L’intervento finanziario pubblico si rileva pertanto fondamentale per contribuire allo sviluppo dei diversi settori produttivi (agricoltura, industria, servizi) e delle diverse aree territoriali, in special modo per quel che riguarda le aree depresse o in declino di sviluppo.
Lo Stato e gli enti locali hanno perciò la possibilità di intervenire attraverso interventi finanziari in conto capitale o in conto interessi.
Il conto capitale: contributi pubblici tesi a ridurre il costo dell’investimento.
Il conto interessi: contributi pubblici tesi a ridurre il costo del finanziamento.
Attraverso questi interventi lo Stato persegue i propri obiettivi di politica economica e in particolare cerca di riequilibrare economicamente e socialmente il Nord e il Sud del Paese, privilegiando le zone insufficientemente sviluppate.
Nei confronti delle imprese gli interventi pubblici hanno lo scopo di sostenere il fabbisogno finanziario che può derivare dal potenziamento dell’apparato produttivo.
Gli incentivi statali hanno rappresentato a lungo una fonte rilevante d’approvvigionamento di capitali; negli ultimi anni, tuttavia, ha assunto sempre maggiore rilevanza l’intervento finanziario delle Regioni. Inoltre, alcune riforme recenti hanno rivoluzionato il sistema d’incentivazione alle imprese e hanno cercato di realizzare un passaggio quasi totale di competenze alle Regioni anche nel campo turistico. È necessario, infatti, ricordare che dapprima la legge n. 59/1997 (chiamata “legge Bassanini” dal nome dell’allora Ministro per la Funzione pubblica) e in seguito i due decreti legislativi n. 112/1998 e n. 113/1998, hanno trasferito le competenze dello Stato agli enti locali.
La riforma del titolo V (artt. 114-132) della Costituzione ha modificato la nostra forma di Stato in senso federalista: le modifiche apportate hanno ridistribuito i poteri e le funzioni tra lo Stato e gli enti locali a favore di questi ultimi. Di conseguenza anche il comparto turistico rientra in questo processo di cambiamento che si è concretizzato in un potenziamento degli interventi finanziari delle Regioni. Oggi pertanto la principale forma di finanziamento pubblico alle imprese turistiche è proprio quella regionale.
Gli interventi promossi dallo Stato e delle Regioni nel settore turistico considerano obiettivi di principale interesse:
- Lo sviluppo delle infrastrutture anche di natura informatica;
- Il potenziamento dell’offerta turistica ricettiva;
- La promozione della domanda turistica sia nazionale sia internazionale (per esempio, la legge n. 192/1986 prevedeva agevolazioni a favore dei turisti stranieri motorizzati; la legge n. 237/1993 prevedeva “pacchetti turistici per stranieri”);
- Lo sviluppo d’imprese per la fornitura di servizi al turismo;
- Lo sviluppo del turismo sociale, giovanile e ambientale;
- Lo sviluppo del turismo religioso (si vedono, per esempio, i finanziamenti previsti dalla legge n. 270/1997 in occasione del Giubileo);
- Lo sviluppo del turismo nel Mezzogiorno;
- Lo sviluppo d’aggregazioni, sistemi, reti e altre modalità d’attività imprenditoriali.
Spesso gli interventi pubblici sono rivolti allo sviluppo delle aree depresse. Nel settore turistico opera Sviluppo Italia s.p.a., una finanziaria di promozione dell’intervanto straordinario nel Mezzogiorno.
Questa società, di proprietà del Ministero dell’economia e delle finanze, contribuisce allo sviluppo di diverse strutture ricettive (in particolare villaggi turistici) attraverso la costituzione di società con operatori privati.
In collaborazione con associazioni ed enti pubblici e privati, partecipa alla realizzazione di studi e ricerche concernenti il settore turistico.
Sviluppo Italia si occupa in particolare di promozioni e investimenti nel settore turistico attraverso le seguenti attività:
- La qualificazione dell’offerta turistica;
- La promozione del prodotto turistico;
- L’assistenza tecnica agli enti locali e alle imprese;
- La valorizzazione culturale del territorio;
- La gestione dei contributi concessi dall’UE sotto forma di sovvenzioni globali per migliorare la ricettività turistica in alcune Regione italiane (Abruzzo, Molise, Basilicata, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna);
- Lo sviluppo d’iniziative imprenditoriali;
- Lo sviluppo di sistemi locali d’impresa;
- La promozione dell’innovazione.
Il ruolo delle Regioni nello sviluppo turistico locale
Come risultato del processo di riordino della legislazione del settore turistico, ancora in corso, è evidente che le regioni sono destinati a svolgere un ruolo sempre più attivo nello sviluppo turistico locale.
Questo processo, in realtà, è stato avviato negli anni 1970, con il progressivo trasferimento alle regioni di molte competenze precedentemente riservate allo Stato; la stessa prima legge quadro aveva attribuito alle regioni numerose competenze, quali: l’espletamento delle attività di promozione delle risorse turistiche locali e d’informazione e accoglienza ai turisti, attraverso la creazione di Apt (aziende di promozione turistica) e di Iat (uffici d’informazione e accoglienza ai turisti); la classificazione delle strutture recettive; il vincolo di destinazione; l’autorizzazione all’esercizio dell’attività delle imprese di viaggi e turismo; l’accertamento dei requisiti per l’esercizio delle professioni turistiche (guida, corriere, interprete ecc.).
D’altronde, le progressive trasformazioni del mercato turistico, sia dal lato dell’offerta (concorrenza sempre più agguerrita, anche da parte di paesi lontani), sia dal lato della domanda (sempre più esigente e “specializzata”) hanno, di fatto, da tempo indotto le regioni e gli altri enti locali a intervenire in vario modo per sviluppare arrivi e presenze di turisti verso il territorio di propria competenza, attraverso le cosiddette attività di macromarketing, che ormai spaziano dalle tradizionali attività promozionali e pubblicitarie per far conoscere il proprio territorio, all’organizzazione di eventi specifici in grado di attrarre segmenti di clientela particolari (mostre, fiere, congressi e convegni, meeting sportivi ecc.), alla tutela e valorizzazione del territorio in generale e del patrimonio storico-artistico in particolare, fino alla realizzazione di progetti insieme con i soggetti economici privati, in un’ottica di marketing integrato.
Attualmente le regioni hanno dunque vaste competenze in ambito turistico, che svolgono direttamente o delegandole a province e comuni (laddove gli enti locali non godano già di compiti specifici, come per quanto riguarda l’autorizzazione all’esercizio degli esercizi ricettivi, che deve essere rilasciata dal Sindaco del comune nel cui territorio è situato l’esercizio).
La loro potestà legislativa, in particolare, spiega come mai le procedure da seguire per autorizzazione all’esercizio delle attività turistiche non siano identiche in tutto il territorio nazionale (per esempio, può essere prevista una procedura di autorizzazione, oppure di denuncia di inizio attività), o perché l’organizzazione turistica pubblica regionale possa differire da regione a regione, prevedendo, secondo i casi, la creazione delle tradizionali Apt, oppure la loro sostituzione con organismi a partecipazione mista pubblica/privata di vario tipo.
La collaborazione tra Pubblica amministrazione e settore privato ai fini della promozione delle risorse turistiche locali è anche alla base dei sistemi turistici locali di cui abbiamo parlato precedentemente, che sono stati introdotti dalla nuova legge quadro.
I sistemi turistici locali (Stl) possono essere promossi dagli enti locali o da soggetti privati; essi non hanno una forma giuridica obbligata, ma perché possa esistere uno Stl sono necessari:
- un’area caratterizzata da una propria specifica offerta turistica, derivante dall’insieme di elementi ambientali e strutturali;
- il coinvolgimento di più soggetti, pubblici e privati, interessati alla realizzazione di un progetto di sviluppo turistico nell’area.
Il turismo in Europa
La vocazione turistica dell’Europa
Il turismo è un’attività economica relativamente recente. Se il bisogno di rilassarsi e riposarsi godendo di bei paesaggi e quello di conoscere popoli, terre e culture nuove esiste da sempre, fino al XX secolo, tuttavia, solo le classi sociali più agiate potevano soddisfarlo e ancor oggi rimane una realtà inaccessibile per le popolazioni degli stati più poveri. I paesi industrializzati, in particolare quelli europei, dominano nettamente il settore. Sette degli stati più visitati del mondo sono in Europa; gli europei, che rappresentano circa l’8% della popolazione del globo, contribuiscono al bilancio mondiale del turismo per oltre il 50% del fatturato.
E il turismo, da Capo Nord allo stretto di Gibilterra, è in continua espansione: il numero dei visitatori può registrare un incremento anche in annate deboli per la crescita economica complessiva persino in paesi che non fanno propriamente parte delle destinazioni di viaggio più ambite. L’alto tenore di vita rende possibile a molti europei viaggi in parte lunghi, ma il piacere di viaggiare dipende in buona misura anche dal fatto che, nella pur piccola Europa, si può trovare tutto ciò che un turista esigente cerca: belle spiagge, straordinari paesaggi naturali, edifici di ogni epoca e di notevole pregio, città interessanti.
L’attrattiva delle città
Oggi il turismo urbano (che in media cresce più velocemente, sia pure soprattutto in forma di viaggio breve) alletta con altre attrazioni: oltre al richiamo della grandi metropoli internazionali come Parigi e Londra, si registra un crescente interesse per gli aspetti urbanistici e storico-artistici, tanto da poter parlare di un vero e proprio “assalto alle città d’arte”.
L’Egitto, terra delle piramidi
Siamo in Egitto. Il territorio dell’Egitto è prevalentemente desertico. Le aree fertili, coltivate e abitate sono meno del 10% della superficie complessiva e coincidono con le valle del Nilo, il suo delta e le oasi presenti nella sezione occidentale del vasto tavolato desertico.
Egitto (Repubblica Araba d’Egitto), stato dell’Africa nordorientale comprendente la penisola del Sinai, in Medio Oriente. Confina a nord-est con Israele, a sud con il Sudan, a ovest con la Libia ed è bagnato a nord dal mar Mediterraneo e a est dal mar Rosso. Ha una superficie di 997.739 km e un’estensione costiera di 2.450 km. La capitale è il Cairo.
La lingua ufficiale è l’arabo; diffusi in ambito commerciale e turistico, e tra le classi colte, sono inoltre l’inglese e il francese. Il copto è utilizzato quasi esclusivamente nelle cerimonie religiose. La lingua berbera è parlata in alcuni villaggi delle oasi occidentali.
La religione è quella islamica.
Il clima è caratterizzato da una stagione calda, da maggio a settembre, e una stagione fresca, da novembre a marzo. Le temperature in entrambe le stagioni sono influenzate dai venti che soffiano da nord. Nella regione costiera le temperature medie variano da un massimo di 37°C a un minimo di 14°C.
Il Nilo nasce (5584km) in Uganda, dal lago Vittoria, e prosegue in direzione nord attraversando il Sudan e l’Egitto prima di sfociare nel mar Mediterraneo con una dei più estesi delta del mondo. Navigabile per gran parte del suo corso, il grande fiume è un’importante via di comunicazione per i paesi che attraversa.
L’Egitto è il più importante produttore mondiale di cotone a “fibra lunga”. Altri prodotti agricoli sono mais, frumento, canna di zucchero, riso e pomodori. Si coltivano inoltre miglio, orzo, ortaggi e frutta, quali agrumi, datteri, fichi e uva.
Le attrattive turistiche del Paese sono immense, sia di tipo naturale relative non solo al fiume Nilo ma anche alle coste mediterranee e del Mar Rosso e all’area desertica, che di tipo culturale grazie alla presenza di un patrimonio archeologico unico.
Le piramide è la struttura architettonica caratteristica delle tombe reali dell’Antico e del Medio Regno: al suo interno era garantita la vita del sovrano oltre la morte, nell’oltretomba; nelle vicinanze sorgevano a volte anche un tempio e altre costruzioni religiose. L’edificio racchiudeva la camera funeraria, dove era deposta la mummia del faraone. Le piramidi testimoniarono una tecnica costruttiva di alto livello, tenuto conto della mancanza di attrezzi di ferro e di macchine per sollevare gli elementi della struttura: gli strumenti erano in pietra e i blocchi da costruzione, del peso di molte tonnellate, erano trascinati su scivoli e terrapieni, in tempi molto lunghi e con impegno di un elevatissimo numero di uomini e animali da tiro. Eccezionale è la precisione con cui questi monumenti sono orientati astronomicamente, rivolti a nord.
L’esempio più antico è rappresentato dalla piramide del faraone della 111 dinastia Zoser (2737-2717 a.C.) nata come mastaba (tumulo a forma di parallelepipedo in muratura), poi trasformata in una costruzione a sei gradoni.
Le località balneari
Le isole e le coste, come mete di viaggio e località di soggiorno, costituiscono tradizionalmente un’alternativa rispetto al turismo urbano: promettono, infatti, solitudine, ritiro, un riposante distacco dalla vita di tutti i giorni. In Europa le località balneari più frequentate si trovano nelle isole e lungo le coste del Mediterraneo. Offrono sole e bel tempo per gran parte dell’anno, ma anche in molti casi (come nelle isole Grecia ) mari celebri per la trasparenza e i colori, oltre che siti archeologici da visitare (come in Sicilia o in Spagna): un turismo quindi balneare e culturale insieme.
L’Italia, nel panorama internazionale, è ancora al quarto posto in termini sia di numero di arrivi internazionali, sia di entrate valutarie generate dal turismo. La ricchezza di attrattive naturali e soprattutto storico-artistiche e il clima favorevole rendono il nostro paese una meta ideale per molti tipi di turismo, da quello balneare e montano a quello culturale e religioso, per citarne solo alcuni.
Il nostro paese tuttavia si è trovato, soprattutto negli ultimi anni, a dover affrontare la concorrenza di paesi vicini e lontani. Alcuni di loro, come gli Stati Uniti, la Spagna, la Francia e l’Inghilterra, vantano anch’essi una lunga tradizione in campo turistico; altri hanno invece solo recentemente ampliato la propria quota di mercato a livello internazionale, conquistando posizioni ragguardevoli nella graduatoria dei paesi più visitati (Cina, Russia, Messico, per citarne solo alcuni).
E’ evidente che le sole attrattive turistiche non sono più per sé sufficienti a garantire una posizione privilegiata del nostro paese nel contesto turistico internazionale.
Les èchanges touristique de la France
La France, pays récepteur
La France occupe une place de tout premier plan dans le tourisme mondial. Les 70 millions de tourists ètrangers qu’elle accueille en font l’une des principales destinations touristiques du monde, devançant les eats-Unis, l’Espagne et l’Italie et confirmant sa position, occupèe depuis 1992, de premier pays rècepteur mondial. L’OMT prèvoit pour la France un chiffre de 90 millions de visiteurs aux environs de 2010. L’Hexagone reçoit essentiellement des tourists europèens (87,6% des ètrangers accueillis en France) et selon la Direction du tourisme (DT) le nombre total de nuitèes pasèes par les tourists sur le sol français s’èlève à 1350 millions. Cette activitè reprèsente depuis les annèes 80 un chiffre d’affaires de plus en plus important, dèpassant largement celui d’autres secteurs importants comme l’agriculture, l’industrie automobile et le commerce de luxe. En termes de reception, la region Provence-Alpes-Côte d’Azur vient en première position avec 12,3% des nuitèes, suivie par les Alpes (10,6%), la Bretagne (6,5%) et la Pays de Loire (6,4%).
OMT – c’est une organisation intergouvernementale qui reunite 125 pays et qui a pour mission d’affirmer l’importance du facteur tourisme dans le cadre de l’économie mondiale tout en réduisant au minimum ses impacts négatifs sur les sociétés.
La météo du jour à Nice
Nice bènèficile d’un microclimat exceptionnel qui contribue à sa renommé depuis bientôt deux siècles. Ouverte sur la mer, la ville est protègèè des vents par ses collines puis, à l’ouest, par le massif de l’Esterel et au Nord-Ouest par le barrière des Alpes du Mercantour. Le climat, toujours doux en hiver, n’est jamais trop chaud en ètè, grace à la brise de mer.
Il n’est pas rare de déjeuner en terrasse, vêtu d’un simple tee shirt, en plein mois de février alors que le reste de la France est dans le froit.
E’ stata effettuata una statistica che riguarda la temperatura, dell’aria e del mare, rilevata in un intero anno, nel periodo che và dal 2000 al 2004, a Nice.
I dati raccolti nella seguente tabella sono di tipo quantitativo.
Mesi
Aria
Mare
Gennaio
8,7 °C
13,6°C
Febbraio
9,4 °C
13,1 °C
Marzo
10,9 °C
13,3 °C
Aprile
13,2 °C
14,2 °C
Maggio
16,4 °C
17,2 °C
Giugno
19,9 °C
20,4 °C
Luglio
22,9 °C
23,8 °C
Agosto
23 °C
25,2 °C
Settembre
20,5 °C
22,5 °C
Ottobre
17 °C
19,9 °C
Novembre
12,4 °C
17,3 °C
Dicembre
9,6 °C
14,9 °C

I dati riportati nella tabella di frequenze sono rappresentati nel seguente grafico cartesiano.

Le attività sportive
Come ogni ambito sociale ed economico, anche il turismo conosce nuove tendenze e sviluppi continui. Il turismo culturale è un fenomeno relativamente ristretto, così come, d’altra parte, sono ormai in diminuzione coloro che trascorrono le vacanze nelle località di mare semplicemente distesi sulla spiaggia ad abbronzarsi. Il nuovo turista è soprattutto attivo nello sport: passeggia, si arrampica, si immerge, fa surf, vela, gioca a golf, fa sci d’acqua. Poiché la maggior parte di queste attività sono tecniche e necessitano di corsi per essere apprese, il turismo sportivo diventa una voce preziosa nel bilancio economico. Non vanno trascurate le conseguenze che in molti casi questi sport hanno sul piano ecologico: solo per fare qualche esempio, per mantenere verde un campo da golf sono necessarie grandi quantità d’acqua; gli impianti di risalita comportano invece un consistente mutamento nel paesaggio montano; lo sci d’acqua è responsabile dell’inquinamento acustico e idrico provocato dai motoscafi.
Recycling rubbish: what can be done ?
Whisky, which is one of the main products in Scotland, and beer, one of the products of England, are also linked to an enormous production of bottles and cans. And bottles and cans are pert of the tonnes of rubbish that the average British family produces every year. But once they have put their dustbins out for collection, they don’t care about what happens next.
In fact, getting rid of rubbish is an enormous problem. Whether it’s buried or burnt, the cost to the environment is too high a price to pay. All refuse disposal methods cause pollution to the soil, air or water. And what’s more, such pollution is unnecessary because some 80% of the contents of the dustbins can be recycled.
Every year in Britain 6 billion bottles are used and the amount of the glass buried in the soil is nearly equal to the weight of 3,500 jumbo tonnes of plastic, a third of which is packaging. Millions of birds and other animals die annually because they get tangled up in, or choke on discarded plastic. Moreover, 9,5 million tonnes of paper and board are used – over two trees per person, equivalent to a forest the size of Wales. And finally, British people use 17 billion cans, that’s an average of 300 per person.
Almost all of the above rubbish could be recycled. Recycling helps to conserve the world’s limited natural resources – trees, metals, oil, coal and gas. For example, new glass can be made from old bottles, using less energy than making glass from raw material. Recycling plastic means that much less oil is used, while recycling paper means cutting down fewer trees which are essential as the prevention of soil erosion and for supporting many kinds of life. And recycling drinking cans uses only 5% of the energy needed to make new cans. This can help reduce global warming and climate changes.
Il turismo d’avventura ed ecologico
L’impatto ambientale delle attività turistiche è in genere concentrato in zone limitate, come alcuni tratti delle coste del Mediterraneo. Ma sono numerose le regioni in Europa dove esistono paesaggi ancora intatti, di grande interesse per i turisti dalle esigenze più ricercate. In Italia un esempio può essere offerto dalle Cinque Terre, lungo la Riviera ligure (le cui coste sono quasi tutte attrezzate con stabilimenti balneari e strutture ricettive), una regione costiera che si conserva ancora meravigliosamente intatta, con gli insediamenti arroccati lungo le pareti rocciose a picco sul mare e le caratteristiche sistemazioni agricole a terrazze coltivate perlopiù a vite e ad ulivi.
Da questo punto di vista, tanto i paesi dell’Europa meridionale, più battuti dal turismo di massa, quanto quelli del Nord e dell’Est, offrono numerose occasioni. Questi ultimi, rimasti esclusi dai flussi turistici per tutto il periodo della guerra fredda, hanno oggi la possibilità di orientare la loro offerta promuovendo vacanze ecologiche dove il contatto con una natura incontaminata è prioritario.
I paesi del Nord, proprio per il loro approccio molto libero nei confronti dell’ambiente naturale, rappresentano un modello: qui è perfino possibile piantare liberamente la tenda negli spazi aperti. In Norvegia, il concetto di “turismo”, parola che in altri paesi comunica il senso di un muoversi frenetico, è espresso con il termine Reiselivet, che rimanda invece all’idea di viaggio (Reise) come espressione di vita (Livet).
Viaggiare… Cosa noi intendiamo dicendo viaggiare? Spostarci da un luogo ad un altro per fuggire dalla vita quotidiana?
Gottfried Benn nella poesia “Reisen” visita Zürich und Habana.
Zürich ist eine tiefere Stadt, hat geistige Mercmale. Habana ist farbig (weiβ und hibiskurst). Die an die Natur erinnern, die Stadt ist lebhaft.
Gottfried Benn
REISEN
Meinen Sie, Zürich zum Beispiel Bahnofstaβen und Rueen,
Sei eine tiefere Stadt. Boulevards, Lidos, Laan -
Wo man Wunder und Weihen selbst auf den Fifth Avenueen
Immer als Inhalt hat? Fällt Sie die Leere an -
Meinen Sie, aus Habana, Ach, vergeblich das Fahren!
Weiβ und hibiskusrot, Spät erst erfahren Sie sich:
Bräche ein ewiges Manna bleiben und stille bewahren
Für Ihre Wüstennot? Das sich umgrenzende Ich.
Gottfried Benn ist eine der Hauptvertreter der Bewegung “expressionismus”.
Typisch für das expressionistische Lyrik ist die Empfindung die Einsamkeit, die Leere, die Ziellosigkeit der menschlichen Existenz, die Trauer, die Bedrohung durch die Umwelt, die vernichtende Gewalt des krieges, die Unmenschlichkeit und zerstőrende Kraft der Groβstadt, die antiantoritäre Revolte, der Generationskonflikt und die Sehnsucht nach einer besseren Welt.
In der letzten Strophe ist die Meinung des Dichters ganz klar.
- Es lohnt sich nicht zu reisen.
- Es ist wichtig, sich selbst zu kennen.
- Reisen kann eine Enttäuschung sein.
Il turismo culturale
Nell’Europa settentrionale l’interesse prevalente di turisti e viaggiatori è quello naturalistico: edifici significativi, come le antiche chiese lignee norvegesi, i siti preistorici della regione svedese del Bohuslan, avvenimenti culturali, come la stagione operistica estiva di Oslo, sono piuttosto gli “extra” del programma di viaggio. Chi invece visita la Toscana o Venezia, o ancora le chiese barocche dell’alta Svevia, privilegia gli interessi culturali.
Per i turisti della cultura, l’Europa è una fonte inesauribile, sia essi visitano i castelli della Loira, ammirino i tesori custoditi al Louvre o agli Uffizi, sia partecipino ad uno dei numerosi festival musicali – come quello di Salisburgo – o esposizioni artistiche, come la Biennale di Venezia.
Noi viaggiamo per strade e mari al fine di vedere ciò che
non degniamo di uno sguardo, quando si trova sotto i nostri
occhi. Ciò accade perché la natura ha cosi fatto le cose: che
noi prediligiamo ciò che è lontano e restiamo indifferenti a
Ciò che è vicino (…) ”
(Plinio il Giovane)
17 marzo 2005 a Rende (CS) al MAON (Museo d’arte dell’Otto e Novecento) a Palazzo Vitari è stata organizzata la mostra “Benedetto + Futurismo” dal Centro “A.Capizzano”. Il professore di Storia d’arte all’Università “La Sapienza” di Rende, Calvesi Maurizio, è uno dei massimi studiosi del futurismo, con Augusta Monferini, storica dell’arte e direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, si sono lungo soffermati sulle cento opere esposte, a partire da quello di Enzo Benedetto, futurista d’origine calabrese da cui ricorre quest’anno il centenario della nascita, e degli altri futuristi in mostra apprezzando in particolare le opere di aeropittura di Benedetto, due disegni di Umberto Boccioni, un olio di Fortunato Depero, una natura morta di Gino Severini, un paesaggio caprese di Enrico Trampolini, un’opera dinamica di Gerardo Dottori, un polimaterico di Antonio Marasco, un ritratto – caricatura di Ivo Pannaggi.
Il futurismo è un movimento artistico che esaltava il dinamismo e il carattere frenetico della moderna vita urbana. Maggiore centro dello sviluppo del futurismo fu Milano.
I futuristi, quindi, rinnegarono il passato e guardarono alla realtà dell’era meccanica nella quale tutto si muove, tutto corre. Nacque da ciò l’esigenza di dipingere l’oggetto in movimento, o meglio il movimento stesso degli oggetti nello spazio, creando composizioni in cui sono resi concreti dinamismo, velocità, suoni, odori, rumori; gli oggetti, in tal modo, erano rappresentati con un procedimento molto simile a quello attuato dai cubisti che, sulla superficie piana della tela, scomponevano l’oggetto nei suoi volumi, in tutte le sue parti, visibile e nascoste, riducendolo quasi ad una sequenza di forme geometriche organizzate in una visione simultanea nel tempo e nello spazio. Si tratta di immagini che si deformano in un turbine di linee, forme e colori, dentro il quale lo spettatore si sente quasi trascinato. (Per rendere evidente questa esplosione di movimento e velocità i futuristi scomposero e costruirono le immagini con un procedimento molto simile a quello adottato dai Cubisti.)
Al di là di ogni pericolosa e ambigua esaltazione, resta in ogni modo che oggi tutta la critica riconosce che il Futurismo italiano è stato il movimento d’avanguardia più innovativo del Novecento anche a livello europeo. Ripulito dalle incrostazioni di regime, esso è così riconsegnato ad una dimensione artistica più propria, di sicuro più asettica e meno manichea, caratteristica di un processo di rivalutazione che, attraverso un pullulare di mega-mostre e convegni, sembra contraddistinguere questi operativi anni Ottanta.
Umberto Boccioni fu il principale esponente del futurismo. Giunto nel 1901 a Roma da Reggio Calabria, dove era nato, scoprì l’espressionismo e il divisionismo. Ma fu a Milano, dal 1907, che egli maturò le sue scelte artistiche. Si occupò di pittura e di scultura, scrisse tesi teorici che spiegarono le sue opere e la poetica futurista.
Il suo stile giunse a maturazione quando egli aderì al divisionismo, di cui accettava il principio della scomposizione del colore e la carica simbolica assunta dal colore stesso.
Nel quadro della serie Stati d’animo, l’artista ha sintetizzato in un’immagine tutto ciò che lo circondava. Il treno in corsa è avvolto in un vortice di rotaie, sbuffi di vapore, brani di cielo multicolore; la campagna è frantumata in piccole forme in movimento, che si apre alla corsa del treno. Attimi di memoria sono fissati in pochi elementi: tralicci, il numero della locomotiva, il fumaiolo.
La locomotiva è vista di fronte e di lato, perché così è fissata nella mente del pittore: è il senso costruttivo del cubismo, di cui l’arte futurista ha saputo cogliere la rappresentazione completa del volume, sfaccettandolo su più piani. Ma i futuristi hanno operato secondo un principio dinamico, proiettando con rapidità le forme in molteplici direzioni.
Come altri della stessa serie il quadro esprime, lo dice il titolo, uno stato d’animo: nell’impero emotivo, il futurista Boccioni non ha potuto rinnegare la sua formazione culturale di matrice romantica.
Forme uniche nella continuità dello spazio rivelano invece le straordinarie potenzialità della scultura nell’interpretazione del pensiero futurista. La tridimensionalità esalta gli effetti dinamici: Boccioni ha tolto alla scultura il ruolo prevalentemente celebrativo avuto nell’Ottocento, rifiutandone lo statico monumentalismo.
L’incedere dell’uomo determina una sintesi di attimi successivi, colti in una visione simultanea. L’osservatore è spinto a percepire e ad interpretare le forme non come entità inanimate ma in continuo divenire. È “forma unica”, come suggerisce lo stesso autore, perchè sostituisce “al vecchio concetto di divisione il nuovo concetto di continuità”.
Giacomo Balla “Dinamismo di un cane al guinzaglio”, “Compenetrazione iridescente”.
Fortunato Depero “I miei balli plastici”.
Il turismo di massa.
Molti centri turistici in Europa si trovano di fronte a un problema di notevole portata: i visitatori rappresentano un’irrinunciabile risorsa economica ma gli effetti del turismo di massa ricadono in molti casi in modo negativo sulle stesse località di soggiorno. Il numero di turisti che trascorrono all’estero le proprie vacanze è, infatti, cresciuto notevolmente a partire dalla seconda meta del XX secolo in tutto il mondo, soprattutto in Europa.
Un tempo per raggiungere le isole delle Baleari non c’era alcuna difficoltà a trovare un volo: oggi l’aeroporto di Maiorca in un solo mese estivo deve sopportare l’assalto di oltre un milione e mezzo di persone. In un anno, il rapporto tra gli abitanti dell’isola e i turisti è divenuto di uno a 20. Circa 50.000 auto a noleggio intasano le strade, l’acqua potabile scarseggia e si accumulano grandi quantità di rifiuti.
Le località termali
I soggiorni alle terme e nei luoghi di cura hanno una tradizione altrettanto antica quanto i viaggi devozionali. Già nell’antica Roma esistevano uffici turistici ante litteram presso i quali ci si poteva informare e si potevano prenotare soggiorni di cura. Quando i romani scoprivano sorgenti minerali o acque termali, sorgevano nel territorio dell’impero impianti, come quelli di Aquae Gratianae in Gallia (Aix-les-Bains), Aquae Granni – così chiamata dal dio della salute Grannus – in Germania o la britannica Aquae Sulis (Bath). La tradizione delle sorgenti di acque minerali si è estesa dal Medioevo fino all’età moderna e ha fatto sorgere tra il XVIII e il XIX secolo centinaia di siti termali ufficialmente riconosciuti. In Italia vi sono numerosissimi luoghi di cura tra stazioni climatiche e termali e fra queste molte sono famose per le acque o per i fanghi o ancora per la talassoterapia. Terme Luigiane
Andare in vacanza genera aspettative e predispone al benessere.
Le TERME LUIGIANE, classificate al livello qualitativo 1° Super, utilizzano acque ipertermali sulfuree salsobromojodiche con il più grado sofidrometrico d’Italia (173 mg/1), offrendo un trattamento completo ed idoneo alla più vasta gamma d’indicazioni terapeutiche.
La Direzione Sanitaria rivolge particolare attenzione all’aspetto culturale e scientifico del termalismo. Infatti, le Terme Luigiane sono convenzionate con Centri di Ricerca universitari per lo svolgimento di studi e ricerche scientifiche sulle acque e sulle terapie. Inoltre, periodicamente sono effettuate visite guidate da esperti alle sorgenti termali ed incontri con il personale medico, per illustrare alla clientela le caratteristiche delle acque e i vari tipi di cure termali offerte.
Annualmente si svolge un convegno medico con la partecipazione di illustri cattedratici ed esperti del settore.
Le Terme Luigiane hanno partecipato alla realizzazione di un progetto di ricerca scientifica chiamato NAIADE: si tratta del più grande lavoro clinico-epidemioligico fatto in Italia nella cura delle acque.
I pellegrinaggi
I pellegrinaggi, quelli più brevi come quelli più lunghi, che hanno costituito la forma più antica di viaggio, vanno perdendo considerevolmente terreno di fronte alle varianti moderne del viaggiare. Tuttavia, in alcuni luoghi o in alcuni periodi essi hanno ancora notevole importanza. L’istituto più alto della civiltà umana è quello religioso. Ci riferiamo al sentimento di elevazione spirituale che l’uomo ha sentito e sente nel suo procedere storico traducendolo nelle forme esterne delle varie Chiese o in quelle interne della preghiera, dello slancio mistico della tensione verso l’infinita bellezza o l’infinito mistero. Da uno a due milioni di persone ad esempio, partecipano ogni anno al più celebre pellegrinaggio dell’Andalusia e si radunano la domenica di Pentecoste a EI Rocio per la messa. Secondo l’Agenzia Romana per la Preparazione del Giubileo, più di settanta milioni di pellegrini hanno festeggiato a Roma l’Anno Santo del 2000; ogni anno a Lourdes ne affluiscono invece sei milioni.
La vita dell’uomo è spesso complessa, contraddittoria, assurda, ma ha una sua fondamentale ragione di essere: è in ogni caso vita, ritmo della natura, energia primordiale, respiro della terra e di Dio; è questo il suo “giusto”, di Luzi, il poeta della nostra poesia novecentesca. Furono due tempi fondamentali: un primo, che si collega all’ermetismo fiorentino, e un secondo, che è caratterizzato dalla partecipazione attiva del poeta ai movimenti realistici e sociali del dopoguerra. Le raccolte di questo periodo sono numerose ma vanno citate in particolare Nel magma, del 1963, che descrive appunto questa percezione di vivere in un fluire indifferenziato nel quale è arduo trovare un senso; Su fondamenti invisibili, del 1971, che nel titolo già indica la ricerca di un punto fermo che sia oltre l’apparire del mondo; Al fuoco della controversia, del 1978, dove a prevalere sono il dubbio e la contraddizione. La poesia ha sempre l’ansia metafisica e la sua connotazione religiosa.
E la ricerca della verità il tema di fondo della poesia di Luzi, una verità che ha connotati metafisici nella misura in cui ciò che il poeta cerca è l’essere, la sostanza ultima e prima del reale. E un’ansia che ha uno sfondo religioso e quindi tende a cogliere i segni dell’assoluto, del divino.
Ma la fede di Luzi non è mai dogmatica certezza, è anzi sistematico dubbio dell’interrogarsi sul reale, sulla storia, sugli uomini. Se prima della seconda guerra mondiale questa ricerca si orienta verso il trascendente ciò che è oltre (trans) la realtà, dopo la tragedia bellica Luzi cambia prospettiva: che senso ha la ricerca di qualcosa oltre l’umano? E qui, nella terrestre e violenta storia, che occorre cercare i segni di qualcosa che non muta e dia giustificazione e fondamento al magmatico divenire umano. E questo cambiamento di prospettiva a spiegare il modificarsi dello stile e della poesia di Luzi: dalla trascendenza all’immanenza, all’impegno verso il presente, al bisogno di comunicare.
In questo tempo troviamo anche Quasimodo che è intesamente religioso, tormentato dal bisogno di accordare il piccolo consumo dell’uomo con quello grande che è la natura e Dio. Luzi coglie codesto “giusto” pur in mezzo alle strutture false in cui l’uomo si trova spesso ad operare, denunciare dunque il male, che si fa cosi opachi i grigi: questo è il “vero”, che può renderci meritevoli di ristretto e di “onore” (Il giusto della vita, Onore del vero).
Nelle poesie (La Corriera) ritroviamoci in un ambiente affine: da una parte un paesaggio montuoso aspro e spezzato dal vento; e dell’altra un paesaggio interno di uomini legati da un comune destino di “viaggio”. Il poeta contempla il suo rapporto con questi segni di vita e sente di vivere non più per suo conto, in senso egoistico, ma attraverso quei segni, per “mediazione” dei suoi “simili”. Il diverso rispetto a L’osteria, è nella chiusa, la quale schiude il discorso ad una soluzione di più disteso cristianesimo.
Attraverso i gesti più elementari del nostro prossimo possiamo ritrovare una qualche ragione di noi e del nostro “viaggiare”, un qualche segno del nostro stesso destino. E attraverso questa sofferenza di tipo purgatoriale che il poeta può confessare di avere ritrovato la ragione del giusto vivere e la misura giusta dell’amore.
Quasimodo non poteva aderire alla storia e alla società del suo tempo così dominante dalle violenze e dalle offese alla dignità dell’uomo (fascismo e nazismo); perciò tentava di “ridurre” quanto più poteva il suo rapporto con il tempo. Uno dei modi di cotesta riduzione, necessariamente violenta, era appunto la ricerca religiosa: una sorta di furore mistico da intendersi come brama disperata di liberarsi dalla propria condizione presente per ridursi all’accordo originario con quel mondo di pura felicità che è Dio. Una religiosità, dunque, intensa e tormentata dalla difficoltà della conquista. Naturalmente, di questo tormento si nobilita la poesia quasimodiana, la quale evita così le soluzioni facili che sono sempre deboli e superficiali, si propone nei termini dell’angoscia, della difficile comunicabilità, della più universale coscienza umana e crisi (Curva minore, Lamentazione di un fraticello d’icona, La mia giornata paziente, Metamorfosi nell’urna del Santo, Dammi il mio giorno). La conclusione del processo riduttivo e del rapporto con Dio non può che essere il grido religioso più biblico e medievale (il “miserere”): un suono sospirato ed enorme, cupo e sanguigno, che copre di lutto tutto il mondo.
I poeti del Novecento, della una corrente letteraria – l’Ermetismo – diventano più consapevoli, però non hanno fiducia nella ragione dell’uomo ed il mistero dell’esistenza. L’ermetismo scioglie decisamente dalla poesia tutte le regole grammaticali e sintattiche per dare alla parola una sensibilità nuova. Questa poesia è sostenuta soprattutto da un’intelligenza critica che stimola il lettore e lo fa partecipare attivamente all’opera del poeta, ricreandone i movimenti fondamentali in un’unica armoniosità. Le origini dell’ermetismo sono date dalla poesia simbolica francese e in Italia inizia nel 1914 con una rivista, ma si sviluppa soprattutto dopo la prima guerra mondiale. I poeti ermetici vogliono far affiorare il mondo del subconscio spingendosi oltre la soglia del mondo cosciente ed, infatti, il linguaggio della poesia ermetica è basato non su legami logici ma intuitivi.
Infatti, tuttora ancora non si è riusciti a dare un giudizio definitivo agli ermetici, perché la loro poesia è ancora incomprensibile e oscura.
Invano cerchi tra le polvere,
povera mano, la città è morta.
È morta: s’è udito l’ultimo rombo
Sul cuore del Naviglio. E l’usignolo
È caduto dall’antenna, alta sul convento,
dove cantava prima del tramonto.
Non scavate pizzi nei cortili:
i vivi non hanno più sete.
Non toccate i morti, così rossi, così gonfi:
lasciateli nella terra delle loro case:
la città è morta, è morta.
S.Quasimodo, da Giorno dopo giorno
“Uomo del mio tempo” è l’ultima lirica di “Giorno dopo giorno” e, come le altre che compongono la raccolta, riflette la “svolta impegnata” di Quasimodo, la sua intenzione di “rifare l’uomo” attraverso una poesia che affondasse la tematica nella realtà e nelle condizioni dell’uomo del suo tempo. Il compito era indubbiamente alto, forse troppo per gli strumenti a disposizione di Quasimodo, e la poesia approda spesso a risultati di nobile retorica, di alto magistero morale, ma distante da un felice esito artistico.
“Uomo del mio tempo” è un implacabile atto di accusa contro l’agghiacciante disumanità della guerra, contro la ferocia, bestiale e razionale allo stesso tempo, cui si sono abbandonati gli uomini nella seconda guerra mondiale. Agli occhi del poeta appare un’umanità mostruosa che inizia il suo cammino cl più belluino dei suoi gesti: il fratricidio. Su di un piano morale, l’uomo dell’epoca attuale non si discosta dall’uomo dell’età della pietra, che scaricava la sua istintualità selvaggia contro i suoi simili con il sasso scagliato dalla fionda. Il progresso della civiltà non ha certamente mutato quegli istinti primordiali: l’odio è rimasto uguale e insaziabile.
Quasimodo rimprovera all’uomo del suo tempo non solo di essere ancorato alla dimensione morale della preistoria, ma anche di aver costretto la sua scienza così superbamente perfezionata a divenire strumento di sterminio, piuttosto che di civile progresso, senza curarsi di un sia pur minimo sentimento di solidarietà e d’amor per i suoi simili, senza Cristo, simbolo s’amore oltre ogni fede e ogni ideologia. Non solo, quindi, non è mutato nulla da allora, ma l’uomo ha mirato a perfezionare sempre di più gli strumenti dello sterminio; ha rivestito la guerra di ideali, legittimando perfino gli assassini. La cosiddetta “civiltà”, quindi, invece di rendere gli uomini più buoni, li lasciò fermi nei loro istinti di primitivi, di uomini-belva, alla barbarie di Caino. Ma le nuove generazioni devono avere ora il coraggio di vergognarsi dei loro padri e di dimenticarli, piuttosto che vergognarsi di essere uomini, e devono sostituire, finalmente, la legge di Caino con quella di Cristo.
Il secondo conflitto mondiale
È cominciato nel 1939 il 1 settembre.
La strategia militare dei tedeschi era basata sulla guerra lampo con l’utilizzo dei mezzi corazzati e dell’aviazione; questo perché la Germania non aveva le risorse economiche per condurre una guerra di logoramento. In poche settimane fu conquistata la Polonia, poi successivamente Varsavia. Un altro obiettivo di Hitler fu la Danimarca e la Norvegia, occupò anche i paesi neutrali come il Belgio e l’Olanda e poi conquistò la Francia. Mussolini che non era in grado di partecipare alla guerra firmò il patto di non belligeranza; vedendo che Hitler ebbe molto successo per non rimanere fregati qualora si dovessero dividere i profitti di guerra, fece entrare in guerra l’Italia con una guerra parallela.
In primo attacco dell’Italia fu quello in Grecia, dove a contrario di quello che diceva Mussolini, ebbe molta difficoltà tanto da avere molte perdite umane e da ritirarsi in Albania. La situazione migliorò quando la Germania attaccò la Jugoslavia. Il primo insuccesso per il dittatore tedesco fu quello contro l’Inghilterra con la quale fece sia una guerra sui mari (dove ebbe la meglio l’Inghilterra) sia una guerra aerea dove, grazie all’uso del Radar l’Inghilterra cose un altro successo.
Nel 1941 ci fu altri avvenimenti importanti. Ad esempio, la guerra lanciata dai tedeschi ai Russi e soprattutto l’entrata in guerra dei Stati Uniti. La guerra in Russia in primo momento vide vincente la Germania, poi per svariare vicende la situazione peggiorò per quest’ultima; l’inverno russo poi, congelò la situazione per diversi mesi.
Ci fu anche l’entrata in guerra del Giappone, decisione maturata in seguito alle restrizioni economiche che gli USA gli avevano imposto.
Gli Stati Uniti entrarono in guerra, perché vedevano in modo dannoso l’affermarsi delle idee di destra nel vecchio continente. In seguito all’entrata in guerra degli USA le cose cambiarono molto: in Italia ci fu la caduta del fascismo e l’arresto di Mussolini; i tedeschi a questo punto occuparono la parte centro settentrionale dell’Italia. Fu fondata da Mussolini, liberato da Hitler, la reppublica sociale Italiana. Al sud rimasero il re e gli alleati. In Europa con lo sbarco in Normandia e gli Stati Uniti, con la loro entrata, portarono la Germania alla resa. Ci fu l’aiuto della Russia che si rivelò molto importante).
Dopo la seconda guerra mondiale, ci fu la formazione di un nuovo ordine internazionale: Russia e USA comandavano praticamente tutto. Nel 1945 fu poi istituita l’organizzazione delle nazioni unite. Al processo di Norimberga fu “fatta” giustizia per quanto riguarda il genocidio fatto dai tedeschi nei lager.
Nacque la guerra fredda che vedeva impegnate USA e URSS, le quali combattevano non con armi normali, ma con le armi della diplomazia.
Per quanto riguarda la Germania, non si trovò un accordo per la sua divisione perché questo paese, rivestiva un ruolo strategico per molte potenze. La decisione fu presa quando gli occidentali occuparono la parte ovest della Germania. La parte ovest fu occupata dai sovietici. Nacquero la repubblica Federale e la repubblica Democratica tedesca.
In Europa grazie agli Stati Uniti si cominciò la “ricostruzione” (si elaborò il piano Marshal) e fece un patto politico-militare di tipo difensivo, chiamato patto Atlantico. Il piano Marshal consisteva nel prestare denaro a interessi bassi o addirittura a titolo gratuito, per finanziare l’acquisto di macchinari, attrezzature, materie prime. In contrapposizione al Patto Atlantico, gli URSS fecero il Patto di Varsavia, che era anche questa un’Alleanza militare con paesi dell’Europa orientale.
Dopo l’avvento della bomba atomica da parte degli Stati Uniti, anche altri paesi costruirono questa pericolosa arma dalla potenza micidiale. Si venne a creare una minaccia atomica.
In Corea intanto si venne a creare una situazione molto difficile. Prima della guerra la Corea era stata comandata dal Giappone, poi successivamente, con la guerra, ci fu l’occupazione da parte delle truppe statunitensi e russe. Questo porto ad uno scontro tra USA e Giappone e Russia, che appoggiò il governo comunista (senza però inviare truppe). Il conflitto si risolse con la decisione di dividere in due parti la Corea (Corea del Sud e Corea del Nord).
Il solo fatto certo riguardo alle vittime della guerra è che essa uccise più uomini che donne. Nel 1959 c’erano ancora in URSS, tra le generazioni di età tra i trentacinque e i cinquant’anni, sette donne per ogni quattro uomini. Dopo la guerra fu più facile ricostruire gli edifici distrutti che le vite dei sopravvissuti.
Leone Ginzburg: “Guerra è il mondo storico, pace è il mondo umano.”
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