Romantic poetry

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ROMANTIC POETRY
Sotto quest’ampia definizione c’è un enorme varietà di autori e tendenze nella poesia prodotta tra il 1790 ed il 1830 che non è possibile ridurre ad un unico movimento.
Non possiamo negare che tutti questi poeti, apparentemente differenti tra loro, sono accomunati dallo stesso Zeitgeist (una parola tedesca significante “spirito del tempo”), cioè erano tutti consapevoli delle principali idee riguardo il tempo nella società, nella storia, nella scienza e nella conoscenza. Sulla base di questo Zeitgeist possiamo adesso illustrare i miti, concetti, immagini, temi e gli stili condivisi dalla maggior parte dei poeti romantici.
Tra i miti quello del peccato originale di Adamo ed Eva è il più adatto a spiegare la nascita dell’immaginazione umana. La trasgressione di Adamo alla legge Divina rispecchia il suo desiderio di essere come Dio e diventare egli stesso un Creatore. Con l’espulsione dall’Eden l’uomo e la donna perdono la loro armonia con Dio e con la natura in cui hanno vissuto e si condannano ad un conflitto senza fine. Il paradiso perduto di John Milton si rifà a questo mito.
La maggior parte della poesia romantica si fonda su questo mito, la separazione dall’iniziale unità, l’alienazione dalla natura e la perdita dell’innocenza originaria dell’uomo. Solamente che il conflitto non è più esterno, ma interiore. Quello che i poeti romantici sentono è la perdita dell’unità della coscienza, e l’oggetto delle loro opere è le psiche umana, intesa come un assemblaggio di parti eterogenee, delle quali la coscienza è la più visibile. Oltre un secolo prima di Freud, i romantici scoprono l’inconscio, quella punta dell’iceberg sommersa sotto la coscienza, che nonostante venga continuamente repressa riemerge nelle nostre attività meno controllate.
La scoperta di istinti e sentimenti di cui la coscienza non era consapevole, produce un senso di alienazione perché l’individuo non si riconosce, e si sente straniero in casa sua. Ma prova lo stesso senso di separazione di un neonato dalla propria madre, capendo di essere una persona distinta e sola. Di qui si sviluppa il desiderio di ritornare a quella fase originaria di unità, prima della nascita, nel grembo materno, o nell’Eden prima della caduta.
Possiamo dividere il sentimento romantico in tre fasi:
• L’Io inteso come un tutt’uno con la natura e se stesso;
• L’Io alienato dall’unità originaria;
• L’Io che desidera nostalgicamente un ritorno all’integrità (ritorno che può avvenire solo nell’immaginazione).
Possiamo trovare questo modello nell’opere di Wordsworth, Blake, Shelley e altri poeti. Per i romantici l’infanzia è vista come la fase ideale alla quale ritornare, nella quale il sentimento d’unità era ancora forte, invece l’età adulta è una separazione dolorosa, per la quale solo l’immaginazione può offrire un sollievo temporaneo.
La poesia romantica diventa essenzialmente una meditazione nell’Io, che prende spunto da un soggiorno (un esilio ad esempio), un pellegrinaggio, o una ricerca, grazie ai quali il protagonista affronta se stesso in solitudine. Il tema del soggiorno ricorre in un grande numero di poemi romantici: che sia per mare, per terra, che sia un ritorno alla terra originaria, o una fuga fantastica per terre lontane, il soggiorno è sempre metafora di una ricerca interna, un’esplorazione dei poteri inconsci della mente. La passione romantica per stati remoti è indice della discesa dell’Io nelle profondità della psiche.
Essendo una ricerca verso l’Io, la meta romantica è sempre diretta verso il basso. Per questo motivo i romantici sfruttano abissi, cave e luoghi sotterranei. D’altro canto il lavoro dell’inconscio è spesso ritratto come un eruzione dal basso, di qui l’uso di rappresentare vulcani e fontane. Il caos primordiale dell’inconscio è paragonato talvolta all’acqua, il mare e l’oceano, in cui la piccola barca viene trasportata dalle onde, come la Madre natura fa con i suoi figli perduti.
Avendo rotto dalle regole del linguaggio neoclassico, i romantici si sentono Creatori, supportati dalla loro immaginazione. Inoltre, la loro capacità di esprimere la verità degli uomini, gli conferisce il ruolo di law-giver, mentre la facoltà di vedere oltre l’apparenza dentro il regno delle idee gli conferisce il titolo di profeti.
Tuttavia, da una parte il poeta si sente leader della comunità, uno psicologo il cui compito è curare le malattie dei suoi poveri uomini, ma d’altro canto è una figura solitaria, qualcosa di separato dal resto del mondo, perso, emarginato, come i membri marginali della società (mendicanti, lunatici, detenuti, fuoricasta) che sono rappresentati nei suoi poemi.
In aggiunta al nuovo soggetto, la poesia romantica usa una grande varietà di forme metriche. Oltre la ballata, il sonetto e la rima ottava che erano ancora in uso dal periodo precedente, il verso sciolto (pentametro giambico senza rima) domina le produzioni. Il motivo è che, grazie alla sua misura flessibile, si adatta facilmente al movimento irregolare del pensiero del poeta, alle digressione e alle variazioni di umore. Perciò, contrariamente al periodo precedente neoclassico, il romanticismo è irregolare e incompleto.
La poesia romantica, ed in particolare il quest poem, è come un viaggio senza meta. Descrive un processo più che un risultato, e questa è la ragione per cui i poemi del tempo sono chiamati unfinished. La struttura flessibile dei più grandi poemi romantici evidenzia il progresso di una meditazione che continua dopo la morte dell’autore nel lavoro interpretativo del lettore.

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