Relazione sul consultorio pediatrico

Materie:Tema
Categoria:Igiene

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Data:04.05.2005
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Testo

di Giovanni Gava
- Ambientazione dell’esperienza
Mercoledì 5 maggio gli alunni della classe 4°C hanno avuto un incontro con la dottoressa Bocchese. La dottoressa, tuttora pediatra di comunità, si è laureata a Padova nel 1978 in Medicina ed successivamente ha ottenuto la specializzazione in clinica pediatrica. Abitualmente la dottoressa è accompagnata da un’infermiera che l’aiuta nel vari compiti assegnateli.
- Descrizione esperienza
Inizialmente la dottoressa ci ha spiegato un po’ la situazione dell’università e la difficoltà degli esami d’entrata; successivamente ci ha presentato il suo compito come pediatra di comunità e le varie opere di prevenzione che la Sanità può intraprendere.
I servizi sanitari sono principalmente suddivisi in due parti: una parte detta centrale e una detta territoriale. Quella centrale si occupa di servizi “più importanti” come il ricovero, mentre quella territoriale si occupa delle cure infermieristiche, del medico di base e della pediatria che a sua volta si divide in:
In generale la pediatria si occupa di individui da 0 a 14 anni, ma già dai 6 anni si può scegliere di porre il proprio figlio sotto la sorveglianza di un medico per adulti.
I punti principali dell’attività di pediatra di comunità consistono in:
1) Attività di educazione alla salute
2) Prevenzione di malattie infettive (vaccinazioni, controlli igienico-sanitari nelle comunità …)
3) Attività di screening (ad esempio, riguardo al virus audiometrico – auxologico)
4) Prevenzione dell’obesità
5) Sorveglianza igienico-sanitaria (su ambienti e refezioni scolastiche …)
6) Assistenza al bambino extracomunitario (che viene dotato di una tessera “light”, “leggera”, acquisendo il diritto a un’assistenza sanitaria di base dei servizi pediatrici)
7) Assistenza al bambino con speciali bisogni
8) Sorveglianza igienico-sanitaria all’asilo nido
9) Progetto ”Primi giorni” e “Percorso nascita”
10) Lavoro di rete con pediatri di libera scelta
Una cosa importante, a cui la dottoressa ha fatto più volte riferimento è l’educazione alla salute nelle scuole, perché secondo lei è importante che i bambini imparino fin da piccoli ad assumere un certo tipo di atteggiamento preventivo.
In riferimento a questo ci ha citato il Decreto ministeriale del 1979, in linea alla riforma sanitaria 833/78, che ha sancito l’obbligatorietà di inserire l’educazione alla salute nei programmi scolastici. Tenendo conto di questo decreto l’USL 16 ha effettuato proposte di educazione e promozione della salute per la scuola, rivolte sia ad alunni che insegnanti. Questi corsi vengono e realizzati con la collaborazione tra insegnanti e assistenti sanitari.
L’obiettivo da raggiungere è:
LA PROMOZIONE DI COMPORTAMENTI E DI STILI DI VITA SANI
Si fanno fare: conoscenze, esperienze (manualità, tatto, profumo…) ed emozioni ai bambini, affinché possano aumentare i valori e diminuire i pregiudizi, e successivamente, attraverso l’abilità, modificare gli atteggiamenti e i comportamenti.
Un altro concetto principale del nostro incontro è stata la prevenzione delle malattie infettive. Uno dei metodi più semplici per ottenere una buona immunità nei confronti delle malattie infettive è la somministrazione di anticorpi con i vaccini.
Il vaccino è un preparato con lo scopo di produrre gli anticorpi specifici per una determinata malattia, in modo di fornire all’organismo una immunità verso la malattia stessa.
La dottoressa ci ha spiegato che esistono quattro tipi di vaccini:
1) preparato con agenti infettivi interi, vivi, attenuati ed inattivati o uccisi. Fanno parte di questo gruppo i vaccini: OPV → vaccino antipoliomielitico
MPR → vaccino contro morbillo, parotite e rosolia
IPV → vaccino antipoliomielitico → s’utilizzano microrganismi morti
2) costituiti da componenti del microrganismo (antinfluenzali…)
3) costituiti da antigeni coniugati con proteine di supporto. È il caso della meningite…
4) costituiti da antigeni combinati di più microrganismi. Si può riuscire ad avere anche sei vaccini in un’unica fiala. Ultimamente infatti si è ottenuta una fiala esavalente, da utilizzare con bambini di tre mesi, contenente vaccini contro la difterite, il tetano, la poliomielite, l’epatite B, la pertosse e la meningite.
Per l’età pediatrica, in Italia sono previste alcune vaccinazioni obbligatorie e altre facoltative. Le vaccinazioni obbligatorie comprendono l’antidifterica, antitetanica, antipoliomielitica e antiepatite B; mentre sono solo consigliate l’antipertossica, antimorbillosa, antirubeolica, antiparotitica, antimeningite. Sono poi previste per soggetti a rischio vaccinazioni particolari come l’antitubercolare, antiepatite A, antipneumococcica, antivaricella (per i bambini senza milza che hanno difficoltà nel produrre una risposta immunitaria alle infezioni).
Ogni bambino provvisto di tessera sanitaria ha diritto a un medico curante e viene inserito nell’anagrafe sanitaria. Al compimento del terzo mese viene recapitato alla sua famiglia il materiale informativo sui vaccini. Questo materiale informa i genitori del bambino sul tipo di vaccino da somministrare, le modalità di somministrazione, la possibilità di eventuali effetti collaterali o il rischio di anafilassi.
È anche previsto un colloquio del pediatra con la famiglia con la finalità di avere qualche elemento in più sullo stato fisico e psichico del bambino. È importante che s’instauri un buon rapporto tra i genitori e il pediatra.
La somministrazione dei vaccini obbligatori e consigliati nella prima infanzia e nell’età evolutiva è stabilità dal calendario delle vaccinazioni (vedi testo di Igiene – Tabella 5.2 – pag. 409).
I vaccini vengono somministrati in particolare per:
1) Malattie per cui non esiste una terapia come epatite B o poliomielite
2) Malattie per cui la terapia prevista non è così efficace, come tetano, difterite e meningite.
L’anno scorso l’OMS ha promosso il progetto “Salute per tutti” che prevede un programma di immunizzazione esteso al fine di ridurre di tre milioni i morti per malattie infettive. Tale programma prevede di vaccinare il 90% dei bambini di tutto il mondo contro difterite, tetano, pertosse, poliomielite, morbillo, tubercolosi ed epatite B.
Può sembrare stupido continuare a vaccinare le persone contro la poliomielite quando in Italia questa malattia è scomparsa da molti anni. La Sanità nazionale invece continua a vaccinare le persone contro questa malattia, perché in alcune aree del mondo è ancora presente e può capitare che si possa scatenare una pandemia.
L’unica malattia contro cui non ci si vaccina più è il vaiolo, perché è stato ormai debellato dal mondo (si conservano sono dei campioni in laboratorio).
La vaccinazione contro la poliomielite ha consentito di raggiungere questi risultati:
1962: 3200 casi
1963: 2830 casi
1964: 824 casi → il vaccino viene proposto solo ad alcune categorie e l’adesione risulta bassa a causa dei timori della popolazione
1965: 261 casi
1966: 67 casi → la vaccinazione viene resa obbligatoria per tutti i bambini
1998 in poi: in Europa non si registrano più casi di poliomielite
Le malattie infettive si possono trasmettere per:
1) Via diretta (contatto fisico)
2) Via indiretta:
- aerea (tosse, starnuto, vociferazione, goccioline, polvere contaminata…)
→ Varicella, Scarlattina, Pertosse, TBC, Polmonite…
- oro - fecale (mediata da veicoli, quali acqua, alimenti, oggetti, mani, o vettori, quali pidocchi …)
Per la prevenzione di tali malattie sono di importanza primaria le misure contumaciali (attuate da pediatri di comunità e assistenti sanitari unitamente al medico curante) e l’osservanza delle norme igieniche:
1) Individuali: igiene personale, cura del vestiario, alimentazione corretta, riposo, attività fisica, vita all’aria aperta …
2) Collettive: igiene degli edifici, pulizia degli ambienti, igiene alimentare, sorveglianza degli spazi esterni, norme igieniche comunitarie (misure contumaciali) ….
Norme Igieniche
- Competenze Richieste
Le conoscenze che la dottoressa è stata in grado di trasmetterci derivavano da anni di studio e di stretto contatto con le persone. Per completare io suoi studi infatti si è specializzata in Clinica pediatrica e negli anni successivi ha frequentato e seguito corsi d’aggiornamento e perfezionamento che le hanno permesso di completare le sue conoscenze.
- Valutazione delle proprie Attitudini
L’incontro con la dottoressa Bocchese mi è stato molto utile perché ho potuto apprendere qualcosa di più “pratico” nell’ambito medico. Una cosa che ritengo mi sia servita molto è che mi ha chiarito la mia posizione nei confronti della pediatria.
Infatti a me piace stare con i bambini, ma non nell’ambito medico. Comunque per quanto riguarda gli argomenti da lei affrontati è stata molto soddisfacente e non ho avuto difficoltà a seguirla nei ragionamenti.
- Valutazione delle proprie Competenze
Definirei fondamentali le basi acquisite durante il periodo scolastico, infatti mi hanno permesso di acquisire almeno i punti principali di questo argomento. Comunque se avessi studiato meglio questi argomenti forse gli avrei capiti ancora meglio.

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