Dure parole di Scipione (XXXIV, 4)

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Testo

DURE PAROLE DI SCIPIONE
Essendosi Asdrubale gettato come supplice alle ginocchia di Scipione, il console volse lo sguardo ai presenti, e disse : « Uomini, osservate quanto è abile la sorte, nel trasformare in vivi esempi i più insensati tra gli uomini. Costui è Asdrubale: solo poco fa riteneva spregevoli le molte e nobili idee da noi a lui poste, enunciando che la più dignitosa sepoltura era per lui la patria e le fiamme che lo circondavano. Ora si presenta, con bende da supplice, supplicandoci che gli sia data l’esistenza, e affidandoci tutte le sue speranze. Chi, avendo sotto gli occhi questo spettacolo, non si accetterebbe a fondo che mai, essendo uomo, deve dire o fare qualcosa di smisuratamente immodesto? » E alcuni tra i disertori, avanzando, iniziarono a offendere Asdrubale: chi per falso giuramento, urlando che quello molte volte aveva giurato durante le cerimonie liturgiche che non li avrebbe trascurati; altri, invece, per la mancanza d’ animo e, generalmente, per la meschinità d'animo.

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