Un mondo ineguale

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Testo

CHE COS’È IL SOTTOSVILUPPO?
Lo sviluppo indica la capacità di soddisfare i bisogni primari della popolazione e contemporaneamente migliorare la loro qualità della vita. Questo implica una crescita del reddito e della produzione, il progredire del livello di istruzione e delle condizioni sanitarie ed una diminuzione del tasso di disoccupazione e degli squilibri sociali.
Il sottosviluppo indica bassi redditi e scarsa produzione industriale, basso livello di istruzione, pessime condizioni sanitarie, ma anche forti disparità sociali ed alti livelli di disoccupazione.
Attualmente i divari di sviluppo sono indicati dalla divisione tra il Nord del mondo, caratterizzato da un alto livello di vita e il Sud del mondo, dove le condizioni di vita sono basse.
Le differenti disponibilità alimentari demarcano la differenza fra il Nord e il Sud del mondo. Nell’emisfero settentrionale la popolazione assume spesso più calorie giornaliere di quelle necessarie causando problemi di sovrappeso e obesità, mentre nell’emisfero meridionale 800 milioni di persone soffrono di problemi di malnutrizione.
La differenza fra i paesi sviluppati e quelli sottosviluppati si può notare analizzando la crescita numerica della popolazione. Nei primi si verifica un basso aumento del tasso demografico, mentre nei paesi sottosviluppati si registra una crescita di popolazione molto elevata.
Un ulteriore causa di sottosviluppo è la situazione geopolitica perché i conflitti armati determinano un peggioramento delle condizioni di vita.
La divisione tra il Nord e il Sud del mondo non è statistica in quanto i paesi possono essere soggetti ad un peggioramento o ad un miglioramento.
IL NORD DEL MONDO: LA TRIADE.
Il Nord del mondo è formato dalla TRIADE, cioè tre grandi giganti economici e da alcuni paesi molto avanzati, come il Canada, l’Australia, la Nuova Zelanda, Singapore e Corea del Sud.
La più grande superpotenza economica è rappresentata dagli Stati Uniti che si distingue anche come potenza politica e militare. Gli Stati Uniti influenzano principalmente il Canada e l’America Latina.
Il secondo “gigante economico” è l’Europa occidentale che possiede un notevole peso industriale. Nel 2003 quindici paesi hanno aderito all’Unione Europea e dodici di essi hanno adottato l’Euro e quindi hanno intensificato la collaborazione economica. La Germania è diventata la terza potenza economica mondiale.
Il terzo “gigante economico” è il Giappone che è la seconda potenza mondiale e la sua influenza comprende la Corea del Sud e gran parte dell’Asia orientale, dove è intensa l’esportazione di merci, capitali e tecnologie.
In questi ultimi anni la Cina ha avuto una notevole crescita economica ed un incremento del ruoto geopolitica. Essa si caratterizza per le tradizioni culturali basate sulla religione confuciana, buddista e taoista e sulla vita collettiva, organizzata in modo gerarchico e accentrato.
IL SUD DEL MONDO: I PAESI IN VIA DI SVILUPPO.
Il Sud del mondo è suddiviso in quattro gruppi in relazione al grado di sviluppo economico.
Un primo gruppo è costituito dai paesi definiti potenze economiche di secondo livello, come l’India, il Brasile e il Sudafrica. Essi sono ricchi di materie prime, ma posseggono anche le tecnologie per sfruttarle e quindi hanno un settore industriale molto avanzato.
Un secondo gruppo è formato da paesi come la Turchia, il Messico, il Cile, le Filippine, la Malaysia e Taiwan che sono definiti nuovi paesi industriali (NIC). Queste zone hanno conosciuto fin dagli anni Sessanta un grande processo di industrializzazione che ha stimolato l’esportazione di beni industriali.
Un terzo gruppo comprende i paesi africani, come Algeria, Libia, Nigeria, quelli asiatici fra cui Arabia Saudita, Emirati Arabi e americani, come il Venezuela che sono grandi produttori ed esportatori di petrolio (OPEC). Questi paesi utilizzano i capitali derivanti dalla vendita di materie prime per avviare trasformazioni interne, ma in certi casi anche per costruire armi utilizzate per aumentare il peso geopolitico.
IL QUARTO MONDO: I PIÙ POVERI.
Il termine Quarto Mondo indica i paesi in cui l’economia è da anni in via di sottosviluppo in quanto non possiedono risorse naturali, i redditi per abitante sono bassi e il tasso di analfabetismo è alto. L’industria è quasi assente e il commercio interno è basato frequentemente sul baratto.
Questi paesi sono spesso quasi isolati rispetto all’economia mondiale perché sono colpiti da guerre civili.
I paesi del Quarto Mondo sono localizzati principalmente nell’Africa a sud del Sahara, nell’America centrale ed in alcuni paesi dell’Asia.
Tra il 1980 e il 2000 questi paesi hanno visto diminuire ancora il reddito per abitante.
LO SVILUPPO ECONOMICO SI PUÒ MISURARE.
Lo sviluppo economico si può misurare utilizzando il valore del Prodotto Interno Lordo pro capite (PIL). Esso rappresenta un limite perché non include le produzioni per l’autoconsumo ed è un valore statistico medio in quanto non rivela l’effettiva ricchezza o povertà della popolazione.
La crescita del PIL bisogna confrontarla con la crescita demografica perché questa relazione mette in evidenza se un paese si arricchisce o impoverisce. Se la crescita demografica è superiore a quella del PIL, il Prodotto Interno Lordo diminuisce di anno in anno e quindi aumenta il grado di povertà della popolazione.
Un altro indice utilizzato è rappresentato dalla ripartizione della popolazione attiva nei diversi settori economici. Un paese per essere sviluppato deve avere un elevato numero di persone addette nel settore terziario. Al contrario i paesi sottosviluppati hanno la maggior parte delle persone impiegate nel settore primario. Nel Sud del Mondo è molto praticata l’economia informale, cioè è frequente vedere per strada barbieri, sarti o dattilografi.
Un altro indicatore che mostra il livello di crescita economica è rappresentato dal settore ricerca e sviluppo perché mette in evidenza le principali basi dello sviluppo. L’indicatore utilizzato in questo campo è relativo alle spese nel settore Ricerca e Sviluppo in percentuale del PIL.
SVILUPPO ECONOMICO E SVILUPPO UMANO.
Nell’analisi del fenomeno di sottosviluppo bisogna tenere in considerazione sia il grado di sviluppo economico che umano.
Lo sviluppo economico rappresenta un mezzo per raggiungere un determinato livello di vita.
Lo sviluppo umano indica una crescita quantitativa, ma anche qualitativa del tipo di vita della popolazione.
Negli ultimi anni nella maggior parte degli stati del Sud del Mondo è aumentato il divario economico rispetto ai paesi industrializzati. Nel frattempo è leggermente diminuito il divario nel campo della sopravvivenza tra il Nord e il Sud del Mondo.
L’ONU per misurare il grado di sviluppo economico ed umano ha istituito un indicatore, l’ Indice di Sviluppo Umano (ISU).
L’INDICE DI SVILUPPO UMANO (ISU).
L’indice di sviluppo umano (ISU) è un indicatore utilizzato per misurare il progresso umano, elaborato su iniziativa del PNUS (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo) a partire dal 1990.
I suoi tre elementi chiave sono:
➢ Il livello della salute, rappresentato dalla speranza di vita alla nascita;
➢ Il livello di istruzione, rappresentato dal tasso di alfabetizzazione e dal tasso di scolarizzazione della popolazione fra i 12 e i17 anni;
➢ Il PIL per abitante individuato tenendo conato del potere di acquisto reale della popolazione.
I valori dell’ISU sono compresi fra 0 e 1; più il valore si avvicina ad 1 più il paese è sviluppato, al contrario un valore in prossimità dello 0 indica un paese sottosviluppato.
Per calcolare il valore dell’ISU si prendono in considerazione i tre indici assegnandoli un valore massimo e uno minimo:
➢ per la speranza di vita, 85 anni e 25 anni;
➢ per il tasso di alfabetizzazione e il numero di anni di scuola frequentati da 0% a 100%;
➢ per il PIL reale per abitante da 100 a 40000 dollari;
successivamente si fa una media delle tre cifre ottenute, che viene infine sottratta alla cifra 1.
L’ISU si può arricchire con altri dati, per esempio prendendo in considerazione le differenze sociali o le disparità tra uomini e donne, che possono comportare una differenza nel valore che si ottiene rispetto a quello registrato in precedenza.
In relazione al valore dell’ISU ottenuto i paesi vengono classificati in:
➢ paesi a sviluppo umano elevato, in cui il valore dell’indice è compreso tra 0,80 e 1;
➢ paesi a sviluppo umano medio, in cui il valore dell’indice è compreso tra 0,50 e 1;
➢ paesi a sviluppo umano basso, il cui valore dell’indice è inferiore allo 0;50.
CAUSE STORICHE DEL SOTTOSVILUPPO.
Le cause storiche del sottosviluppo sono da ricercare nel fenomeno del colonialismo.
Le conquiste coloniali intraprese alla fine del quindicesimo secolo da parte dei paesi europei hanno avuto come conseguenza l’imposizione del modello economico, sociale, politico e culturale dell’Europa nei paesi colonizzati. Ad esempio le società dei Maya e degli Incas e di alcuni grandi regni africani erano sviluppate sia dal punto di vista economico che scientifico e culturale, ma la colonizzazione ha causato un fattore negativo per la loro società.
La colonizzazione europea del mondo è stata un origine del sottosviluppo, tuttavia, alcuni paesi sono diventati più ricchi della madrepatria, come gli Stati Uniti.
Un’altra causa del sottosviluppo è rappresentata dal tipo di economia e di società che si è formata nei vari paesi.
Uno sviluppo economico è avvenuto dove era presente un’economia mercantile e industriale e si distingueva la borghesia produttiva.
Quindi, la forza politico – militare espressa dai paesi colonizzatori e la spinta dell’economia capitalistica e delle classi borghesi sono all’origine delle differenze tra paesi ricchi e poveri.
LE INTERPRETAZIONI TEORICHE DEL SOTTOSVILUPPO.
Gli studiosi hanno formulato diverse interpretazioni teoriche del sottosviluppo.
Una prima interpretazione affermava che i popoli dei paesi colonizzati erano inferiori culturalmente rispetto ai paesi colonizzati e questi ultimi permisero di raggiungere la civilizzazione. In realtà questa teoria si è dimostrata errata in quanto alcune civiltà colonizzate erano molto sviluppate.
Un’altra interpretazione, chiamata determinismo ambientale, asserisce che il sottosviluppo è dovuto da cause naturali. Questa teoria si è dimostrata incompleta perché gli aspetti naturali non determinano il sottosviluppo anche se lo condizionano.
Intorno al 1960 ha preso vigore la teoria degli stadi di sviluppo, di stampo liberista. Essa sostiene che i paesi sottosviluppati sono solamente in ritardo nella crescita rispetto a quelli sviluppati. Questa teoria si dimostrò poco realistica perché è basata su un eccessivo ottimismo relativo alle prospettive di progresso economico dei paesi sottosviluppati e su una visione schematica del processo. La tesi ha dimostrato che il processo di sviluppo è condizionato dalle scelte interne ai paesi e dalla capacità di iniziativa.
Un’altra interpretazione del sottosviluppo, formulata dalla scuola Keynesiana, sostiene che lo sviluppo squilibrato su scala nazionale e mondiale è causato da un processo di causazione circolare cumulativa. Se l’azione delle imprese e dei governi viene lasciata libera si verificano disuguaglianze che aumentano in quanto capitali, tecnologie e risorse umane si concentrano nei luoghi forti. Questa teoria è considerata tuttora valida, ma anche troppo rigida perché non permette lo sviluppo autonomo.
Negli anni settanta una nuova interpretazione di stampo marxista sostiene che le cause del sottosviluppo sono da ricercare nell’iniquità dell’ordine economico e politico internazionale. I paesi più sviluppati hanno accumulato capitali grazie allo sfruttamento dei paesi meno sviluppati. L’unico sistema per evitare squilibri sarebbe stato eliminare il capitalismo; questa ipotesi si è verificata però poco realistica.
Alcuni economisti marxisti hanno formulato una teoria in base alla quale si ritiene che esiste una gerarchia nei rapporti economici tra i paesi, con il “centro” in posizione dominante e poi situazioni sempre più in declino.
Nella seconda metà degli anni ottanta venne definito il pragmatismo scientifico che sostiene che il sottosviluppo è dovuto da cause esterne e interne, ma soprattutto ritiene che ogni paese abbia una propria situazione e debba avere un proprio sviluppo.
CAUSE E INFLUENZE ESTERNE.
La fine del colonialismo e il raggiungimento dell’indipendenza politica non hanno coinciso con un’autonomia decisionale in campo economico.
Nella maggior parte dei casi continua a verificarsi un rapporto di dipendenza fra il Sud e il Nord del Mondo a causa di condizionamenti esterni ai quali i paesi del Sud del Mondo devono sottostare.
Innanzitutto, intorno agli anni Settanta c’è stato un grande afflusso di capitali, sottoforma di prestiti, nei paesi del Sud del Mondo. L’eccessivo afflusso di capitali ha determinato il crearsi di un elevato debito estero in questi paesi.
I paesi ricchi hanno permesso l’afflusso di capitali anche grazie agli investimenti diretti, come la creazione di multinazionali. Tuttavia le multinazionali determinano effetti negativi perché l’imprenditoria locale resta separata dal contesto produttivo della multinazionale (economia dualistica).
I paesi sottosviluppati hanno una forte dipendenza tecnologica con i paesi ricchi perché non sono riusciti ancora a raggiungere uno sviluppo autonomo in campo tecnologico.
Inoltre gli stati che riescono a fornire solo a merci a basso valore aggiunto, come prodotti agricoli di piantagione, hanno visto peggiorare le proprie ragioni di scambio, in quanto i prezzi dei prodotti industriali sono cresciuti più di quelli dei beni tipici dei paesi più poveri.
Il WTO ha cercato di risolvere il problema dello scambio ineguale in campo commerciale sostenendo l’importanza della concorrenza e dell’iniziativa locale.
CAUSE E INFLUENZE INTERNE.
Il fenomeno del sottosviluppo è influenzato anche da cause interne dovute dalle scelte dei singoli paesi.
Innanzitutto la gestione delle risorse umane svolge un ruolo importante nel grado di sviluppo economico di un paese.
Altrettanto importante è la formazione delle risorse umane, cioè le politiche relative all’istruzione, alla medicina e alla ricerca scientifica.
Un terzo ostacolo allo sviluppo è determinato dal tipo di struttura sociale dei paesi. Il processo di decolonizzazione ha causato una grande sperequazione, infatti, convive una ristretta cerchia di persone molto ricche con la maggior parte della popolazione che vive in condizioni di povertà assoluta.
Un’altra piaga dei paesi sottosviluppati è rappresentato dal fenomeno della corruzione che si verifica frequentemente nelle classi dirigenti e nella Pubblica Amministrazione. Inoltre, in molti casi il potere politico è gestito da un gruppo ristretto di persone, a volte militari, che risolvono spesso i problemi con le armi.
Solo in alcuni paesi, come l’Argentina, il Messico e il Venezuela hanno regimi liberal-democratici e una partecipazione dei cittadini alla vita politica.
Un ultimo e importante impedimento allo sviluppo è causato dalle difficoltà ambientali.
I metodi per permettere uno sviluppo dei paesi del Quarto Mondo è di affrontare cure diverse in relazione ad ogni tipologia di paese.

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