Transiberiana

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Testo

Un viaggio in Transiberiana
Un po’ di storia…
Il governo russo pensò ad un progetto di una linea ferroviaria attraverso la Siberia verso la metà del 1800, ma la decisione venne presa soltanto nel 1891 dallo zar Alessandro III , attratto dalla prospettiva di sfruttare al meglio le risorse delle regioni orientali del Paese.
I lavori iniziarono a Vladisvostok, il 19 maggio del 1891.
Per ultimare il più presto possibile i lavori, i binari vennero posati contemporaneamente in luoghi diversi, nonostante le enormi difficoltà di approvvigionamento. L’estrema scarsità di manodopera, quasi impossibile da reperire nelle regioni più orientali della Russia, costrinse i responsabili del progetto ad arruolare migliaia di prigionieri e confinati in cambio di un condono della pena.
Per ridurre ulteriormente i tempi della costruzione, dopo la stipulazione di un trattato con la Cina, si decise di deviare il percorso ferroviario facendolo passare attraverso la Manciuria, lasciando fuori l’Amur, ma risparmiando più di 800 km.
La parte più difficile della linea, quella del Bajkal meridionale, che attraversa l’impervia zona montuosa a sud del lago, rallentò il completamento dell’opera.
Nel novembre del 1901 i primi treni merci raggiunsero Vladivostok. e l’anno seguente iniziò il trasporto dei passeggeri. Allo scoppio della guerra contro il Giappone, nel 1904, restava ancora da ultimare il tratto lungo la sponda meridionale del Bajkal: i rifornimenti militari dipendevano ancora dal traghetto sul lago e in inverno fu necessario costruire un binario di fortuna sulle sue acque gelate. A fine guerra, il Giappone si impossessò della Manciuria al Giappone e, con essa, della ferrovia appena completata.
Perciò, nel 1908 iniziarono i lavori di costruzione di un altro tratto su territorio russo. Dal 1916, fu possibile percorrere 7500 km della Transiberiana.

La linea ferroviaria e il treno
La Transiberiana è la ferrovia più lunga del mondo e si estende per circa 10.000 km da Mosca fino a Vladivostok, attraversando due continenti, e sette fusi orari e collegando le città più grandi della Siberia e dell'Estremo Oriente con il centro della Russia.
Ci sono diversi percorsi di viaggio in transiberiana: il punto di partenza per i turisti europei in genere è Mosca, che si raggiunge solitamente in aereo, ma è possibile partire in treno anche da San Pietroburgo.
Il punto di arrivo è molto più vario. Ci si può infatti fermare in Siberia o in Mongolia, oppure giungere al capolinea, situato a Vladivostoksk, ai confini della Russia sul Mar di Giappone seguendo la linea originaria, la vera e propria Transiberiana, ma ci sono tratti alternativi e altrettanto famosi, come la Transmongolica, che va invece da Mosca a Pechino attraverso Ulaan Baator, capitale della Mongolia.
Naturalmente il percorso è praticabile in entrambi i sensi, anzi, se si vuole avere più tranquillità e maggiore sicurezza di posto è conveniente partire dall’Oriente e dirigersi verso ovest: è il percorso scelto dai turisti asiatici ed americani.
Durante il viaggio si toccano interessanti città e si attraversano vari paesaggi, ma il biglietto non ammette tappe non previste e quindi, se si vuole spezzare il viaggio per fermarsi da qualche parte, bisogna prevederlo in anticipo, procurarsi i visti turistici necessari ed acquistare due biglietti distinti.
Il treno raccoglie nel proprio percorso turisti curiosi ma anche normali pendolari, distinti generalmente in base alle carrozze: se per qualche ora può andar bene viaggiare anche in terza classe, non è raccomandabile per chi intende compiere un tragitto piuttosto lungo.
Per i turisti ci sono infatti a disposizione la prima classe, con due letti e il lavandino in camera, o la seconda classe, con scompartimenti a 4 letti.
Solo nei treni della Transmongolia, vi è la prima classe delux, con scompartimenti a due letti, rivestimenti in legno e docce.
In ogni vagone ci sono due persone addette al servizio di carrozza che offrono dal loro samovar, l'acqua calda per il tè, bevanda nazionale russa insieme alla vodka.
Forse però, la difficoltà maggiore, soprattutto per noi ragazzi, è quella data da giorni e giorni di isolamento, chiusi nello stesso scompartimento e seduti per interminabili ore ad ammirare paesaggi, bellissimi ma monotoni, senza poter correre e giocare con nessuno.
La maggior attrazione sta semplicemente nel guardare il continuo cambiare dei paesaggi: la steppa interminabile, la taiga di sole betulle, i piccoli paesini con le tipiche case in legno, le montagne, i laghi, i fiumi, i boschi…. Il treno si ferma nelle città per 15-20 minuti e non c’è tempo per vedere nulla, anzi, il treno riparte senza alcun preavviso e bisogna stare attentissimi e non distrarsi: si resta sui marciapiedi per comprare qualcosa e poi si risale.
I lati piacevoli del viaggio sono comunque moltissimi: oltre alla possibilità di osservare paesaggi incredibili e vari, agli incontri locali e all’originalità del viaggio, mi piace l’idea di avere una disponibilità illimitata di tempo e quindi la libertà di leggere, di pensare e di ascoltare musica per ore senza che qualcuno mi dica di sbrigarmi.
Il treno, per tutto il tragitto, continuerà a seguire il fuso orario di Mosca, costringendo i passeggeri che si servono del ristorante interno a pranzare e cenare ad orari incredibili.
Per sapere in ogni momento dove si è, basta guardare sul lato sinistro della ferrovia, dove ad ogni chilometro è piantato un paletto con un cartello indicante la distanza da Mosca e per sapere se il treno è in orario bisogna controllare l'elenco delle fermate, scritto in cirillico, affisso in ogni carrozza, con la complicazione che l'orario ufficiale delle ferrovie è ovunque quello di Mosca e bisogna perciò fare il calcolo della differenza di fuso a seconda del luogo in cui ci si trovi.
Le tappe europee
Si parte da Mosca alle 23,50 di un qualsiasi venerdì, perché è proprio a quell’ora che si ripete il rito settimanale della partenza
Mosca si trova sulle rive della Moscova ed è circondata da un’immensa foresta di betulle. Per molti secoli è stata la capitale di un vasto impero e non ha perso la sua importanza neppure quando gli zar spostarono la loro residenza a San Pietroburgo.
Naturalmente, prima di intraprendere il viaggio, bisogna visitare almeno le due mete più famose della capitale russa: la cittadella fortificata del Cremino, residenza degli zar un tempo e del governo oggi, e la Piazza Rossa, con il Mausoleo di Lenin e la cattedrale di San Basilio. Per raggiungere la stazione si può utilizzare la metropolitana, considerata un vero gioiello della tecnologia russa e dell’arte, grazie alle sue stazioni ricche di sculture, mosaici, affreschi, lampadari…
In alto: il Cremino, affacciato sulla Moscova.
In basso: il Mausoleo di Lenin, sulla Piazza Rossa
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In alto: la cattedrale di San Basilio, sulla Piazza Rossa.
In basso: il Museo di Storia, sulla Piazza Rossa

Nella biglietteria per russi della stazione moscovita è riprodotto l’intero percorso della Transiberiana. Ecco le fermate più importanti: Perm, 1437 km; Omsk, 2716 km; Novosibirsk, 3343 km; Krasnojarsk, 4105 km; Irkutsk, 5192 km; Ulan-Ude, 5648, dove c’è l’innesto con la diramazione mongola; mentre la transiberiana prosegue ancora verso Khabarovsk e Vladivostok, il capolinea, la transmongolica incontra Ulan-Bator, a 6305 km da qui, e poi si dirige verso Pechino.
Le mete europee più interessanti sono Perm e Yekaterinburg, ai piedi degli Urali.
Yekaterinburg è antica città russa situata sulle rive del fiume Iset al confine tra l'Europa e l'Asia, nota soprattutto per la sua storia: qui sono stati assassinati gli ultimi Romanov, i cui resti sono stati scoperti solo negli anni 80 del secolo scorso e risepolti nel 1998 a San Pietroburgo.
Il paesaggio fin qui è vario, con pianure, colline e montagne e ricco di foreste di betulle.
Da qui in poi solo Siberia: steppa infinita, paesi sperdutii, povertà e strade non ancora asfaltate… Siberia, viene forse dall'antica lingua tartara Sib, dormire, e Ir, terra, terra dormiente, o forse dal mongolo siber, meraviglioso, bello. Una terra sconfinata e verdissima, quasi 7000 kilometri da ovest verso est, delimitata dagli Urali, ad ovest, e dal fiume Amur, ad est. I principali centri della Siberia meridionale sono Omsk, Novosibirsk (sul fiume Ob), Krasnojarsk (sullo Jenissej), Irkustk (sul lago Bajkal); qui la linea si divide e la transmongolica punta verso sud, per raggiungere Pechino, attraversando Ulan Bator, la capitale mongola, e il deserto di Gobi; mentre la Transiberiana vera e propria prosegue verso est, per Vladivostok, attraversando Khabarovsk, sul fiume Amur.
La Siberia
La regione è formata da tre grandi aree:
• il Bassopiano Siberiano, solcato dal fiume Ob e delimitato a ovest dagli Urali e a est dal fiume Jenisej;
• l'Altopiano della Siberia Centrale, tra lo Jenisej a ovest e la vallata della Lena a est, rialzato a sud, al confine con la Mongolia, dai Rilievi degli Altaj;
• il complesso sistema montuoso all'estremità orientale, costituito da imponenti catene e vulcani, di cui circa una ventina ancora attivi, concentrato nella Penisola della Kamcatka .
I corsi d'acqua principali, Ob, Jenisej e Lena, gelati per gran parte dell’anno, sfociano nel Mar Glaciale Artico, mentre l'Amur, che segna un lungo tratto del confine con la Manciuria cinese sfocia nel Mar di Ohotsk, subsezione dell’Oceano Pacifico; ad ovest, a proseguire il confine con l’Europa segnato dagli Urali, c’è il fiume Ural, che nasce dalla catena che gli ha dato il nome e sfocia nel Mar Caspio.
La Siberia dispone di numerosi bacini lacustri, tra cui il più vasto è il Bajkal.
Il clima è continentale freddo (le temperature diminuiscono da sud verso nord), con inverni rigidissimi (polo del freddo: Ojmjakon, -67,8 o C) e brevi estati in cui il rapido disgelo dei corsi d'acqua provoca gravi allagamenti. Le precipitazioni, sono assai limitate (circa 500 mm annui).
Gli ambienti
Il paesaggio della tundra, gelata e povera di vegetazione diversa da muschi e licheni, domina la zona costiera settentrionale e le aree di montagna.
La fascia centrale è interessata dalla foresta di conifere e betulle, la taiga, che in alcuni punti lascia il posto a vaste paludi.
Il clima freddo rende poco diversificata la vegetazione della taiga. Le specie arboree più diffuse sono i pini, gli abeti e i larici, le cui foglie aghiformi e la cui chioma piramidale permettono di sopportare le intense nevicate, e le caratteristiche betulle dal tronco bianco. La taiga ospita numerosi animali, tra cui grossi mammiferi come l’orso, l’alce, la renna e il lupo; ma anche animali di taglia più modesta come la lince, il ghiottone e lo zibellino.
A sud, la taiga si allunga una stretta fascia di steppe, ora irrigate e coltivate a cereali e ortaggi, e, al confine con la Manciuria, si sviluppa la foresta di latifoglie.
La Siberia occidentale si compone di tre ambienti differenziati:
• la grande pianura dell'Ob,
• le terre cerealicole meridionali, al confine con il Kazakistan,
• la regione mineraria e industriale del Kuzbass.
La grande pianura si spinge in profondità verso sud
Verso il 55° parallelo alla foresta subentrano le praterie. Le terre agricole si allungano dal margine degli Urali al Kuzbass.
La colonizzazione agricola, iniziata lungo la Transiberiana nei primi anni del Novecento, è stata rilanciata nel 1955 con il progetto "terre vergini", che ha portato ad una grandissima estensione delle aree coltivabili. Sotto le paludi sono stati scoperti grandi giacimenti di petrolio e gas: la pianura dell'Ob contiene infatti uno dei più grandi giacimenti di idrocarburi del mondo. Le attività estrattive si spingono sempre più a nord.

Le più forti concentrazioni umane e urbane si sono formate nella regione industriale del Kuzbass, che contiene uno dei più grandi giacimenti di carbone del mondo e vecchie montagne ricche di minerali di ferro. Il grande fiume che lo attraversa, l'Ob, fornisce l’energia idroelettrica necessaria. Negli anni ’30, è quindi nato un complesso industriale basato sulla siderurgia (grazie al carbone) e sulla lavorazione dell'alluminio (bauxite degli Urali) e costruzioni meccaniche. Le fabbricazioni più specializzate si sono installate a Novosibírsk e a Omsk, considerata la metropoli della Siberia agricola.

La grande metropoli industriale è invece Novisibirsk. Nel 1893 la città, allora un borgo di 3.000 ab., venne scelta come punto di attraversamento del fiume Ob da parte della ferrovia transiberiana e ciò determinò il suo grande sviluppo come nodo delle comunicazioni e centro di smistamento delle merci. Successivamente, nell’area urbana vennero localizzati grandi impianti industriali. La città ha oggi quasi due milioni di abitanti ed un’estensione di 40 km per 20. A poca distanza, è stata costruita una piccola città della scienza, dove lavorano più di 20.000 ricercatori e tecnici; dotata di un grande palazzo dei congressi e di una esposizione permanente, è luogo di incontro per scienziati di tutto il mondo.
La Siberia centrale, tra lo Jenissej e la Lena, ha condizioni ambientali molto dure.
L'altitudine, pur non essendo elevata, aggrava sensibilmente la severità del clima: l’inverno è feroce, con una temperatura che per molte settimane scende al di sotto di -40 gradi. Cade poca neve, poiché le precipitazioni sono deboli, ma abbonda il ghiaccio, il suolo è duro come pietra: il disgelo in estate è solo superficíale (permafrost). La foresta è rada e fragile, anche se la sua enorme estensione ne fa una abbondante riserva di legname.
Il grande fiume è lo Jenissej, con un corso di 4.750 km.
Nasce sul versante meridionale dei monti Sajani, attraversa una zona di colline fino a Krasnojarsk dove è valicato dalla ferrovia transiberiana. Scorre poi in pianura nella zona della foresta e poi della tundra e sbocca nel Mar di Kara con una grande foce ad estuario. Nei mesi estivi si verificano enormi piene che provocano inondazioni nel territorio circostante, mentre nel lungo inverno il fiume rimane bloccato dai ghiacci. Navigabile dopo il disgelo, il basso Jenissej funge da asse di comunicazione e di urbanizzazione.
La Siberia centro-orientale contiene il 5o% del potenziale energetico russo: giganteschi bacini di lignite, capacità idroelettriche e termoelettriche notevoli, grazie ai fiumi e ai giacimenti carboniferi, ma la valorizzazione delle risorse pone molti problemi: la scarsità di manodopera, le condizioni climatiche, i rischi ambientali.
La Siberia orientale, ad est del fiume Lena, è formata da due regioni differenziate:
• la repubblica autonoma di Jacuzia,
• l'Estremo Oriente russo.
In Jacuzia vivono circa un milione di Jakuti, allevatori di bovini e di renne, per lo più concentrati lungo il corso della Lena, che con i suoi 4.400 km di corso, costituisce l'asse idrografico della regione. Il clima è gelido e secco.
Nell'Estremo Oriente la vegetazione è favorita da una umidità maggiore che in Siberia, ma l'ambiente rimane freddo e nebbioso. La tundra scende sino al 60° parallelo. La prateria occupa alcuni bacini interni, mentre la foresta mista di conifere e latifoglie si estende su gran parte del territorio. La Russia si affaccia sul Pacifico con una lunghissima costa, dallo stretto di Bering al confine con la Manciuria e la Corea del Nord.
Nell'insieme la regione dell'Estremo Oriente ospita 7 milioni di abitanti, di cui l’80% è concentrato nella valle dell'Amur e nell'area di Vladivostock; il resto è un deserto umano.
Basi militari, cantieri forestali, insediamenti di minatori, basi costiere di pesca sono disperse in un territorio quasi privo di strade. I principali mezzi di comunicazione sono l'aereo e, per i centri costieri, il battello. Habarovsk è la metropoli regionale, mentre Vladivostock è base militare, porto e terminal della ferrovia.
Popolazione, economia e comunicazioni
L'economia, fino a non molti anni fa basata solo sullo sfruttamento della foresta, sulla caccia e l'allevamento degli animali da pelliccia, sulla pesca (costa orientale) e su una povera agricoltura (cereali, semi oleosi, barbabietole da zucchero, tabacco, frutta), ha avuto negli ultimi anni uno sviluppo industriale straordinario per la necessità di decentrare e disperdere su uno spazio più vasto le industrie della parte europea e per sfruttare le risorse locali: carbon fossile, petrolio, gas naturale, ferro, stagno, zinco, rame, nichel, bauxite, manganese, oro, diamanti, sali potassici e fosfati.
L'energia viene prodotta da centrali termiche, più a nord, e da alcuni bacini idroelettrici sui fiumi Ob e Amur.
L'Asia settentrionale è uno spazio immenso e ricchissimo di risorse, ma ancora sottopopolato e di difficile valorizzazione. Alcune dífficoltà sono di tipo amministrativo: strade, ferrovie e porti sono costruiti e gestiti da amministrazioni diverse, altre di tipo climatico.
Le condizioni del clima comportano pesanti sovracosti: a - 40 gradi l'acciaio diventa fragile, la gomma si disgrega, l'olio lubrificante si solidifica; ogni attività deve cessare. Mezzi di trasporto e macchine si guastano continuamente. I muri devono essere più spessi che nella Russia europea e le condutture interrate a una profondità tre o quattro volte superiore.
Gravi sono anche i rischi ecologici. Gli equilibri naturali sono fragili: nella taiga gli alberi crescono molto lentamente e il rimboschimento, dopo il taglio, è un processo assai lungo.
La capacità di autodepurazione dei fiumi siberiani è più bassa di quelli europei dato che il freddo diminuisce la quantità di ossigeno contenuta nelle loro acque e il gelo blocca per molti mesi tutti i processi biologici. Le minacce di inquinamento industriale del lago Bajkal, una delle maggiori riserve di acqua dolce del mondo, ha mobilitato gli ecologisti siberiani.
La produzione agricola locale è largamente insufficiente. L'arrivo irregolare dalle regioni europee dei rifornimenti di carne, frutta e legumi freschi crea gravi disagi. Le condizioni di vita - alloggi mediocri, pochi servizi - annullano di fatto il vantaggio degli alti salari e spiegano l'apparente paradosso per cui la Siberia ha un saldo migratorio negativo a favore della Russia europea. Dopo essere più che raddoppiata fra il 1920 e il 1955, da 10 a 23 milioni di abitanti, la popolazione è aumentata di soli 5 milioni di abitanti nei tre decenni successivi, e solo grazie ad una natalità più elevata che nella Russia europea.
Assai forte e continua è invece la spinta all'urbanizzazione.
Oltre alla Ferrovia Transiberiana e alle sue molte diramazioni, i mezzi di trasporto sono costituiti dalla navigazione sul Mare Glaciale Artico (estiva), sull'Oceano Pacifico e sui fiumi interni (estiva) e da un sistema di strade. Numerosi gli aeroporti. Fitta e in continua espansione la rete di oleodotti e metanodotti.
Le tappe asiatiche
Durante il viaggio si incontrano frequentemente grandi complessi industriali completamente abbandonati, capannoni ridotti a scheletri corrosi dalla ruggine, segno del disfacimento di una economia non più all'altezza di reggersi autonomamente dopo la liberalizzazione dei mercati.
Sulle strade circolano diverse auto di fabbricazione sovietica, vecchie e malridotte. Ai bordi inoltre si trovano diverse carcasse di camion e “Trabant”, le utilitarie di pessima qualità che testimoniano il tentativo fallito di motorizzare il popolo sovietico e che circolano anche in Ungheria e in tutta l’Europa dell’Est.
Novosibirsk è la città più grande della Siberia e per superficie è la terza città del paese situata sulle rive del bel fiume Ob. Nella foto qui sotto vediamo la stazione della città.
Le pianure sterminate si alternano ai rilievi montuosi e ai profondissimi laghi.
Il più grande di questi è il lago Bajkal, il più profondo lago al mondo e costituisce da solo il 23% delle riserve d'acqua dolce dell'intero pianeta. Con i suoi 620 kilometri di lunghezza è considerato dai siberiani un "mare glorioso e sacro", e dall’Unesco un patrimonio da tutelare.
E’ forse questo il luogo più consigliato per una sosta di qualche giorno. Alcune agenzie organizzano bellissime escursioni sulle isole in mezzo al lago, dove ci sono alberghi attrezzati e accoglienti con una buona cucina russa che permette di dimenticare i cetrioli del treno, la bania, tipica sauna russa, e la possibilità di divagarsi sulla spiaggia, in barca, a cavallo, a piedi, a pesca…
Non distante dal Bajkal c’è Irkutsk, capitale culturale della Siberia meridionale, detta la Parigi della Siberia.
I siberiani non mostrano grande interesse per i turisti e ciò rende più complicato il soggiorno: ad eccezione dei grandi alberghi e ristoranti di livello internazionale, è raro trovare un menù che non sia scritto in cirillico e chiedendo informazioni ad uno sportello l'addetto risponde tranquillamente in russo e veramente pochi parlano un po' d'inglese. Le ragioni di tutto ciò credo vadano spiegate con il grande isolamento della gente comune in quella che è stata l'Unione Sovietica fino a poco più di dieci anni fa e la storica inimicizia con le nazioni anglofone. I servizi sono piuttosto scadenti e bisogna adattarsi anche alla doccia calda con pentole di acqua scaldata sui fornelli.
Dopo cinque giorni di viaggio non è solo il paesaggio a cambiare: iniziano a mutare le
fisionomie del viso del passeggeri che continuano a salire, e degli addetti al controllo ferroviario delle stazioni. Dai lineamenti caucasici si passa a sguardi sempre più orientali, fino ad arrivare al momento in cui la transiberiana si biforca in due direzioni: attraverso la Mongolia fino a Pechino, sulle rotaie della trans-mongolica, oppure verso la meta finale di Vladivostok, ai bordi del Pacifico.
Non esiste località più lontana dalla Russia europea di questa famosa città portuale e base militare sul Pacifico.
La Trans-mongolica
A Ulan-Ude parte la derivazione che porta a Pechino. Il treno percorre la linea Trans-Mongolica fino a Ulan Bator, capitale della Mongolia, attraversa il deserto di Gobi ed entra in Cina. In Mongolia si attraversano praterie e deserti , incontrando mandrie di animali che pascolano vicino alla linea ferroviaria: nel primo ambiente vivono cavalli, greggi di pecore e capre, nel secondo sono sostituite dai branchi di cammelli. Nello spazio mongolo, ampio quasi quanto la metà dell’Europa, è davvero difficile incontrare esseri umani: ci sono infatti sei animali da pascolo per ogni abitante e la densità più bassa del mondo.
Ogni tanto si vede qualche accampamento nomade costituito da qualche yurta, o gher, la tipica tenda circolare di feltro, con cavalli e pecore liberi al pascolo.
Ulan Bator, la capitale della Mongolia, veniva definita all'inizio del secolo scorso, la città di feltro, proprio perché era costituita prevalentemente da queste tende, cosa che si può vedere anche oggi in periferia, dove quasi ogni casa in legno ha nel cortile la sua tenda, segno evidente che i mongoli sono rimasti una popolazione nomade, almeno nell'animo.
Oggi questa capitale, chiamata semplicemente UB, è una vivace città con grandi palazzi dall'architettura moderna, squadrati e un po' scrostati, molto sovietica e brutta.
La grande piazza centrale è il centro vitale di UB, dove si ritrovano i ragazzi e passeggiano gli anziani vestiti con l'abito tradizionale e gli stivali da cavallo.
In città c’è il Museo di Storia Naturale dove sono conservati i due soli scheletri completi di dinosauri finora rinvenuti (uno è un Tirannosaurus rex).
Sono invece i suoi dintorni a meritare una sosta.
Il costo della vita è molto economico e vale la pena mangiare l’ottima carne di montone servita in ogni ristorante; da qui, inoltre, si parte per il Parco Naturale di Terelj con un’escursione organizzata in un accampamento di yurte: al centro dell’accampamento una grande tenda serve per i pasti in comune e, una costruzione più lontana ospita i bagni e le docce.
L'interno della yurta è composto da 3 o 4 letti, una stufa a legna ed una candela. Bisogna procurarsi la legna per il fuoco facendo lunghe passeggiate e cavalcate nel parco e vivendo in mezzo a cavalli, yak, pecore e vitelli.
Al confine tra Cina e Mongolia c’è il Deserto di Gobi, caratteristico perché alterna zone sabbiose ad altre aride e steppose: il popolo mongolo lo chiama “deserto vivo” perché popolato da animali. Dal finestrino è possibile individuare i cammelli a due gobbe e i loro allevatori.
Qui si effettua una lunga sosta per permettere le ispezioni doganali e il cambio dei carrelli dei treni, perché lo scartamento delle ferrovie cinesi è diverso da quello russo e mongolo. Ogni carrozza, completa di tutti i passeggeri viene sollevata per cambiare le ruote: è un lavoro che viene svolto tutti i giorni per tutti i treni in transito!
Consigli pratici
Acquisto del biglietto
Impossibile comprare il biglietto del treno in un agenzia italiana.
Esiste un sito www.transiberiana.com che vende pacchetti biglietto+bed&breakfast in famiglia ma bisogna già programmare tutto (num. di notti nelle varie località in cui ci si intende fermare) e il prezzo inoltre è parecchio alto anche se il servizio sembra ottimo (assistenza coi visti inclusa), il sito poi è veramente ben fatto!
Vivendo a Roma abbiamo preferito non appoggiarci ad agenzie per i visti, perché basta rivolgersi alle ambasciate.
Per semplificarsi la vita si può comperare il biglietto dall’agenzia White Nights di San Pietroburgo (www.wnights.com) via e-mail. I biglietti vi vengono consegnati direttamente alla stazione di Mosca. In questo caso il costo è di 267 $ a persona per la tratta Mosca-Ulan Batar, cuccette per 4 persone di 2’ classe.
Questa è la soluzione più economica anche se volete scendere al lago Baikal perché fino a Irkutsk il biglietto costa di più, ma non si capisce il perché. Infatti, aggiungere fermate al viaggio fa crescere notevolmente il costo del biglietto perché la somma dei vari biglietti supera di molto il prezzo di un biglietto senza soste (Mosca-Pechino con White Nights costa 320$).
Quando avrete in mano il biglietto vedrete anche quanto costa. Il nostro Mosca-Ulan Batar costava 110$ prenotazione inclusa. La provvigione che si prende l’agenzia è quindi molto alta, perciò se avete qualche amico russo fatevi comperare il biglietto da lui. La soluzione migliore è acquistare il biglietto direttamente a Mosca, o alla stazione o in agenzia, ma bisogna comunque avere chiare le idee su quante volte scenderete dal treno e quante notti volete fermarvi..
La cosa si complica terribilmente da Ulan Batar a Pechino. I biglietti in estate sono spesso esauriti, quindi questa tratta conviene comperarla molto tempo prima tramite l’agenzia. Se vi trovate a Ulan Batar senza biglietto, potete sempre prendere il treno fino al confine dove jeep fungono da taxi e vi fanno riprendere un altro treno dal lato cinese, ma ci vogliono 60 ore circa!!!

I visti
Il visto cinese è semplicissimo e costa poco: si ottiene in una settimana pagando solo 16 euro!
Il visto mongolo è complicato da fare in Italia: molto più semplice ottenerlo, in due sole ore e 50 dollari, a Mosca o a Irkutsk.
Il visto russo di transito è molto semplice ed economico, ma potete fermarvi in Russia meno di una settimana e dovrete mostrare biglietto del treno e visto mongolo e cinese.; se volete il visto turistico, per stare più a lungo in Russia, dovete invece presentare tutte le prenotazioni alberghiere. Naturalmente se ci si rivolge all’agenzia si ottengono anche prenotazioni false che risolvono ogni problema. Le agenzie italiane specializzate sulla Russia vi chiedono circa 100 euro per questo servizio. Inoltre ci vuole l’assicurazione sanitaria: la Europe Assistance va benissimo e si compra a Roma con facilità.
Il viaggio
Ogni carrozza ha il recipiente di acqua calda: portatevi bustine di te, di caffè solubile e zucchero perché non è facile trovarle. Il ristorante è un luogo piacevole dove fare conoscenza con altri viaggiatori (metà giovani e metà adulti) e molti vi passano intere giornate leggendo e chiacchierando. Prima di partire vi consiglio comunque di fare una bella spesa.
Желаю приятно провести время
(Gilàiu priàtna pravestì vrèmia)
da Andrea Zennaro
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