Il pianeta acqua

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Categoria:Geografia

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Testo

Il pianeta acqua
• ACQUA
L’acqua è fondamentale per la vita, perché costituisce il mezzo in cui si svolge la maggior parte dei processi biochimici, inoltre, muovendosi incessantemente sulla superficie terrestre e tra questa e l’atmosfera, mette in circolazione innumerevoli sostanze tra i vari ambienti ed ecosistemi, e rappresenta il fondamentale fattore “geomorfologico”, cioè di modellamento del paesaggio, e “climatico”.
Ma cosa è l’acqua? L’acqua è un composto chimico formato da idrogeno e ossigeno che si combinano nella proporzione di due a uno (H2O) per dar luogo a una sostanza che, in natura, si trova allo stato solido, liquido e aeriforme. L’acqua è inodore, insapore, incolore in piccola quantità ma se osservata in massa prende una tinta verde-azzurra per via dell’assorbimento della luce. In tutti gli esseri viventi l’acqua rappresenta il costituente più importante. In media il corpo umano ne contiene il 65-70% con un massimo del 99.68% nel corpo vitreo dell’occhio e un minimo del 2% nello smalto dei denti. La sua presenza è indispensabile per il trasporto di ormoni e proteine, nei processi respiratori e riproduttivi e nella funzione termoregolatrice. Essa possiede delle particolari caratteristiche chimico-fisiche, caratterizzare dalla struttura della sua molecola, che si comporta come un dipolo elettrico. Tra ogni molecola d’acqua e altre molecole vicine si instaurano forze di attrazione, dette “ legame a idrogeno”, che spiegano una seria di “anomalie” dell’acqua. Le proprietà che vengono influenzate da questi legami sono il punto di ebollizione, il punto di fusione, la densità e la tensione superficiale.
La quantità totola di acqua sulla terra è stimata 1.5 miliardi di Km3. Di questa, il 37.4% è costituito da acqua salata (oceani e mari) e il restante 2.6% da acque dolci presenti sulle terre emerse che è “intrappolata” in ghiacciai e racchiusa in falde sotterranee. Tra questi diversi “serbatoi” avviene una continua circolazione di acqua sotto le tre forme, e gran parte dell’energia necessaria a questo processo proviene dal sole che fornisce il calore richiesto per l’evaporazione. L’acqua, quindi evapora e viene trasportata in parte sulle terre emerse, dove gli giunge sotto forma di pioggia, e circa 1/3 di quest’acqua ritorna agli oceani attraverso lo scorrimento superficiale, la parte restante raggiunge l’atmosfera per evaporazione o per traspirazione dei vegetali.
• OCEANI
Gli oceani sono la parte più vasta, ignota e misteriosa del nostro pianeta. Anche se l’uomo da molti secoli solca la loro superficie, lo studio analitico degli oceani è iniziato meno di 300 anni fa, ed attraverso diverse spedizioni nei fondi marini, con il passare degli anni e il miglioramento della strumentazione utilizzata, si è giunti ad avere un modello dei fondi marini come lo si ha della terraferma. Se sulla terraferma sono predominanti i fenomeni tettonici ed erosivi, in mare predominano il vulcanesimo, la sedimentazione e, in misura minore, i movimenti eustatici. Il primo forma le dorsali, i fondali e gli archi insulari; il secondo accumula detriti sui fondali e l’eustatismo modifica, invece, le coste.
• Proprietà chimiche: salinità, gas disciolti
L’acqua di mare è una soluzione complessa che probabilmente contiene quasi tutti gli elementi stabili; le attuali tecniche analitiche hanno permesso di ritrovarvi circa la metà degli elementi, ma di questi la maggior parte è presente in quantitativi estremamente esigui. I principali costituenti dell’acqua marina sono cloruri, sodio, solfati, magnesio, oltre a quantità più piccole di calcio, potassio, bicarbonato, bromuro, stronzio, boro e fluoro. Tutti questi componenti non sono altro che sali disciolti nell’acqua come ioni liberi ovvero sotto forma di atomi dotati di cariche elettriche positive, cationi e anioni. La quantità di sali disciolti non è uguale in tutti i mari e può variare sia orizzontalmente sia verticalmente.
In acqua, inoltre, non mancano i gas: azoto, anidride carbonica argo e ovviamente ossigeno. La loro concentrazione è in equilibrio con la salinità, la pressione e la temperatura. Aumenta al crescere della pressione, diminuisce con l’aumento della salinità e della temperatura. Due sono i gas di maggior interesse, perché legati alla biosfera: l’ossigeno e l’anidride carbonica. L’ossigeno è prodotto dalla fotosintesi nei primi metri di profondità, dove viene consumato dai pesci e dai processi di decomposizione. Per l’anidride carbonica il discorso è analogo a quello dell’ossigeno però mentre con l’ossigeno gli scambi sono a resto zero, nel caso dell’anidride carbonica si ha un deficit e la maggiore necessità viene sopperita dagli scambi con l’atmosfera.
• Motti oceanici: correnti, moto ondoso, maree
1. Correnti oceaniche: correnti superficiali, profonde, verticali
Le correnti sono spostamenti di grandi masse d’acqua e vengono generate dai venti costanti, come alisei e monsoni, dalle differenze di densità dell’acqua dovute alle variazioni di salsedine e dalle differenze di temperatura. I movimenti delle acque portano ossigeno nelle zone profonde e distribuiscono uniformemente i sali e gli altri minerali, rendendo cosi possibile la vita.
- Le correnti superficiali, sono dovute all’interazione del vento con l’acqua: il vento di taglio provoca un attrito tra aria e acqua e trascina con sé l’acqua. In più, l’acqua subisce l’azione della rotazione terrestre, che si manifesta nell’effetto Coriolis, ovvero la forza prodotta dalla rotazione terrestre; questa forza è zero all'equatore e raggiunge il massimo ai poli. A causa della bassa forza di Coriolis alle basse latitudini, i venti in queste zone hanno la tendenza a spirare direttamente dalle zone di alta a quelle di bassa pressione; mentre, a latitudini più alte, dove la forza di Coriolis è grande, i venti soffiano quasi parallelamente alle isobare. Per questo, e anche a causa della forma degli oceani, i movimenti delle correnti descrivono grandi flussi circolari detti celle rotatorie o gyre, in senso orario nei mari settentrionali e in senso antiorario in quelli meridionali.
- Le correnti profonde, sono lentissime, circa mille volte più lente di quelle superficiali. Il valore ambientale di queste correnti è fondamentale perché esse trasportano i sali, i materiali nutrizionali e i gas. Ma soprattutto, per la loro temperatura, più fredda o più calda nell’ambiente circostante, sono un fattore climatico planetario di primo ordine. Dunque, costituiscono un termostato di notevole potenza nella termoregolazione del pianeta, smussando le punte climatiche estreme. Nell’ oceano pacifico sono assenti, in quello Atlantico sono stati rilevati almeno quattro strati di queste correnti e anche nel Mar Mediterraneo seppur in forma ridotta sono presenti.
- Le correnti verticali, sono dovute dall’azione del vento sulla costa. Si vanno a creare in questo modo delle zone di affondamento (downwelling) e delle zone di risalita (upwelling). Questa tipologia di correnti favorisce lo scambio tra acqua profonde e superficiali che consente la circolazione delle acque in tutti gli oceani favorendo un continuo rimescolamento, termico, salino, gassoso ecc con i materiali profondi, che in questo modo vengono rinnovati continuamente, anche se con tempi notevolmente lenti.
2. Moto ondoso
Le onde sono prodotte dell’azione della pressione del vento sulla superficie, e queste sono dette onde vive o di superficie, e possono propagarsi a grandi distanze delle zone in cui sono state generate, e le onde di propagazione sono dette anche onde morte; tra queste le più significative sono gli tsunami. Quando le onde si avvicinano sufficientemente alla costa diventano instabili, si frangono e investono più o meno violentemente la costa stessa. L’energia che l’onda trasporta viene così spesa nell’urto contro le rocce, portando ad un’azione corrosiva che può essere molto forte. Ciò determina la frantumazione e l’asportazione della roccia. I detriti così prodotti possono accumularsi alla base delle coste o essere dispersi.
Ogni onda possiede delle caratteristiche, con le quali vengono identificate, quali: lunghezza d’onda, altezza, ampiezza, periodo, frequenza e velocità.
- La lunghezza d’onda (λ) è la distanza tra due creste ( o due ventri) consecutivi;
- L’altezza (h) è la distanza verticale tra cresta e ventre;
- L’ampiezza (M) è pari a metà dell’altezza, M=h/2;
- Il periodo (T) è il tempo necessario perché si compia un’oscillazione completa delle particelle d’acqua.
- La frequenza (F) è l’inverso del periodo, ossia il numero di oscillazioni nell’unità di tempo;
- La velocità (v) è il rapporto tra lunghezza e periodo, v= λ/T
3. Maree.
Le maree sono l'effetto più tangibile dell'influenza esercitata dal Sole e dalla Luna sul nostro pianeta, e sono quindi causate in maniera diretta dalla forza di gravitazione universale che vuole due qualsiasi corpi attrarsi in maniera reciproca in funzione della propria massa e della distanza che li separa. La Luna esercita infatti una forza di attrazione sulla Terra che maggiormente si ripercuote sulla massa liquida perché questa, a differenza di quella solida, è più soggetta alle deformazioni. Ad incrementare il fenomeno concorre anche il Sole con la sua forza di attrazione che però agisce in misura minore rispetto alla Luna.
Il risultato di queste forze sarà un'oscillazione della massa liquida che provocherà in ogni istante un rigonfiamento del livello delle acque che si rifletterà anche nella parte opposta della Terra. Viceversa in altri due punti, diametralmente opposti, avremo due abbassamenti. Sono i cosiddetti fenomeni di alta e bassa marea.
Oltre alla forza di gravitazione universale in questo fenomeno entra in gioco anche un'altra forza, quella centrifuga. Infatti la Terra e la Luna, costituiscono un unico sistema che ruota attorno ad un baricentro collocato tra esse. I livelli d'innalzamento delle acque si fanno sentire particolarmente vicino le coste e possono raggiungere anche i 15 metri, mentre in mare aperto o in mari chiusi come l'Adriatico, toccano il metro di altezza.
Questo fenomeno oltre ad agire sulla massa liquida influenza anche il moto di rotazione della Terra, infatti, la Luna trascinando con sé le acque, agisce come un freno sul nostro pianeta, con il risultato di farne rallentare il periodo di rotazione, e dunque la durata del giorno, che va crescendo sempre più anche se in maniera impercettibile.
La maree possono essere distinte in:
• Lunari: quando l'innalzamento delle acque si verifica in direzione della Luna;
• Antilunari: quelle che si creano nella direzione opposta;
• Equinoziali o Vive: nei periodi di Luna Piena o Nuova e perciò quando all'allineamento si aggiunge anche il Sole;
• di Quadrature o Morte:al primo o all'ultimo quarto è perciò quando il nostro pianeta ed i due astri maggiori formano un angolo di 90°.
COSTE
Le coste sono la zona di contatto tra la terraferma e gli oceani o mari; in maniera semplicistica si possono distinguere in: coste alte e coste basse.
Ogni tipo di costa però può modificarsi abbastanza rapidamente sotto l’azione degli agenti esogeni, insomma le coste si modificano e passano da uno stadio giovanile, tutto baie e promontori, a uno maturo, in cui si notano vistose troncature dei promontori e rilevanti interramenti delle baie, fino alla fase senile, che presenta un susseguirsi di coste a picco e spiagge allungate sulla stessa linea.
• Coste alte
Il modello più rappresentativo, di costa alta sono le falesie, coste unite, rettilinee, a strapiombo soggette a una forte abrasione marina, con rapido arretramento della terraferma. Sempre dello stesso tipo sono le coste tettoniche; in questo caso la scarpata scoscesa è data da una superficie di faglia. Più complessa è la situazione delle coste a rias, ovvero le valli fluviali che sono state invase dalle acque; un’altra costa alta, è il fiordo, ovvero le valli glaciali invase dalle acque marine.
• Coste basse
Il tipo più frequente di coste basse è rappresentato dalle coste a lido, come evoluzione di una laguna. Se la laguna è collegata al mare e si ha un ricambio delle acque si avrà il caso delle lagune vive; però può anche che gli scambi con il mare aperto si chiudano e la laguna si colmi andando a creare le lagune morte. Quando prevalgono i venti a direzione costante si possono formare dune sabbiose costiere parallele alla linea di spiaggia. Di origine decisamente fluviale sono le coste a delta, nate dalla deposizione dei sedimenti portati dai grandi fiumi; al contrario, se l’azione di marea drena i depositi fluviali e li disperde intorno, abbiamo una foce a estuario, che favorisce la formazione laterale delle spiagge. Una varietà di costa abbastanza tipica delle zone tropicali è la scogliera corallina, dove a ridosso di una costa piuttosto profonda di formano accumuli di polipai, costruiti dai coralli gli uni sugli altri.

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