il mondo degli agricoltori e dei pastori

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Testo

IL MONDO DELGI AGRICOLTORI E DEI PASTORI
1. Perché la scoperta dell’agricoltura rappresentò un fatto importante nella storia dell’uomo ?
La scoperta dell’agricoltura rappresentò un fatto importante nella storia dell’uomo perché:
- gli permise di poter produrre il cibo necessario invece di cacciare e raccogliere ciò che trovava
- con questa scoperta riuscì ad adeguarsi ai cambiamenti del Neolitico, infatti quando il clima migliorò, i ghiacciai si ritirarono, le foreste si estesero e aumentarono le pianure fertili e favorevoli alla coltivazione.
2. Come realmente iniziò l’agricoltura?
L’agricoltura in realtà non è una scoperta ma è stata una scelta di vita infatti gli studiosi affermano che è comparsa in diverse parti del mondo nello stesso periodo in modo autonomo.
Le tracce più antiche dell’agricoltura sono state trovate in Cina.
3. Quali sono i fattori che determinarono uno spazio agrario?
I fattori che determinano uno spazio agrario possono essere:
- fisici (visibili):
• condizioni climatiche e meteorologiche
• condizioni idrogeologiche e podologiche (tipo di suolo)
- biologici:
• delle singole specie vegetali e il loro adattamento
- antropici (invisibili):
• densità demografica
• tradizioni storico culturali
• scelte di politica economica
• tipo di conduzione agricola
• usa delle tecnologie.
Il condizionamento climatico- ambientale non sempre impedisce l’agricoltura come per esempio nella foresta amazzonica dove lo spazio agrario ha fattori:
- fisici: clima equatoriale umido e suolo poco fertile
- biologici: coltivazione di patate dolci e manioca
- antropici: scarsa densità demografica e agricoltura itinerante con la tecnica del taglia e brucia.
4. Parla della tecnologia al servizio dell’agricoltura
L’agricoltura primitiva si basa su:
- aratura, muove il terreno facilitando:
• il passaggio dell’acqua e dell’ossigeno
• la penetrazione delle radici nel suolo
- riposo periodico del terreno si basa sulla rotazione cioè alternare diverse colture nello stesso campo, per evitare l’esaurimento delle sostanze nutritive del suolo, la rotazione può essere:
• biennale: metà campo è coltivato mentre metà rimane a riposo (maggese)
• triennale: campo diviso in tre parti
1. coltura invernale (frumento)
2. cultura primaverile (orzo)
3. a riposo ma pian piano il periodo di riposo fu eliminato coltivando piante leguminose
- irrigazione che con diverse tecniche assicura l’acqua necessaria alle piantagioni
- concimazione serve per aumentare il rendimento del terreno e può avvenire:
• mettendo nel campo escrementi di animali
• usando fertilizzanti chimici
- togliere:
• le erbe infestanti con il lavoro manuale e l’uso dei diserbanti
• i parassiti e le muffe con antiparassitari e anticrittogamici

5. Parla dell’agricoltura itinerante
L’agricoltura itinerante o nomade:
- è caratterizzata dalla tecnica del “taglia e brucia”
- viene praticata oggi in alcune protoculture delle foresta equatoriale nell’Amazzonia, in Africa e nell’arcipelago dell’Indoesia
- prevede:
• scelta dell’area più adatta
• distruzione delle foresta con il fuoco
• taglio della legna e pulizia del terreno
• costruzione del villaggio
• preparazione del campo, aratura
• semina
• concimazione sparendo le ceneri
• raccolta
• esaurimento delle fertilità del campo
• abbandono del villaggio e dei campi
• migrazione in cerca di una nuova area
L’agricoltura itinerante ha determinato la migrazione dei popoli e la diffusione dell’agricoltura in tutto il mondo.
In Europa questo tipo di agricoltura arrivò dall’Asia occidentale:
- in Europa centro settentrionale via terra
- in Europa meridionale via mare.
Il passaggio dall’agricoltura itinerante all’agricoltura sedentaria si verificò spontaneamente, si pensa che in occidente sia iniziata nel bacino del Danubio e poi nell’area della mezzaluna fertile.
Nella mezzaluna fertile si verificò il passaggio dall’agricoltura di sussistenza a quella di mercato infatti si passò dal produrre per la sopravvivenza della famiglia a produrre per poter vendere e scambiare cosi si formarono le prime grandi città.
6. L’ecosistema dello spazio agrario
Lo spazio agrario è formato da:
- un ecosistema naturale o spazio naturale, è costituito da colline, foreste, pianure, fiumi, ecc.
- un ecosistema organizzato o spazio organizzato dall’uomo:
• posizione, distribuzione e dimensione dei centri abitati
• terre coltivate, lasciate al pascolo e incolte
• alternanza delle colture e loro varietà
• rete viaria (strade, sentieri ecc.)
• canali d’irrigazione.
I due spazi naturale e organizzato dipendono uno dall’altro ad esempio su una collina le case sono allineate sul crinale, in una pianura sono a scacchiera.
7. L’ecosistema del campo coltivato
Un campo coltivato:
- costituisce un ecosistema creato dall’uomo
- produce alimenti direttamente e indirettamente (es. il foraggio serve per nutrire gli animali che danno la carne
Nell’agricoltura di:
- sussistenza l’energia necessaria è fornita dal sole, dall’acqua, dai sali minerali dal suolo e dal lavoro umano o animale
- tipo industriale interviene anche l’energia prodotta da fonti non rinnovabili per poter far funzionare i macchinari e per produrre fertilizzanti chimici, diserbanti e antiparassitari.
I fertilizzanti chimici aumentano di molto la produttività del campo ma hanno bisogno di molta acqua pulita perché i loro residui inquinano il suolo e le falde acquifere.
Le moderne tecniche agricole hanno portato ad una modificazione del paesaggio rurale che spesso è caratterizzato da specie di vegetali coltivate in ambienti diversi da quelli di origine.
8. Cosa si ottiene dalla pastorizia e dove prevale questa economia?
Dalla pastorizia si ottengono:
- alimenti: carne, latte e derivati
- giaciglio e copertura: pelli
- indumenti: lana
- combustibile: ricavato con gli escrementi degli animali essiccati.
La pastorizia si è sviluppata nelle regioni ai limiti dell’abitabilità, dove il terreno dava solo erba da pascolo, le due zone dove è prevalente sono:
- le steppe dell’Asia, i deserti del Sahara e dell’Arabia e le savane dell’Africa
- le praterie dell’America settentrionale e la pampa dell’estremo sud continente Americano.
9. Nomadismo e la transumanza
I pastori sono nomadi non trasformano il territorio ma lo sfruttano e si spostano continuamente alla ricerca di nuovi pascoli e acqua, però alcune volte il suolo viene sfruttato troppo così si va verso la desertificazione.
I governi oggi cercano di trasformare i nomadi in sedentari convincendo le popolazioni oltre al allevamento a praticare l’agricoltura così il nomadismo si trasforma in transumanza.
I popoli transumanti si differenziano dai popoli nomadi perché vivono una parte dell’anno in insediamenti stabili.
10. Perché il modello di vita pastorale è in antitesi con quello agricolo?
Il modello di vita pastorale è in antitesi con quello agricolo perché:
- la pastorizia:
• richiede enormi spazi liberi
• bisogna continuare a spostarsi alla ricerca di pascoli e luoghi per abbeverarsi
- l’agricoltura
• ruota intorno al campo coltivato
• il campo deve essere recintato
Spesso tra pastori e agricoltori costretti a vivere nello stesso territorio è nato uno stato di conflittualità come per esempio:
- le razzie fatte dai pastori Masai dell’Africa Orientale agli agricoltori Kikuyu
- gli scontri tra i contadini e i pastori avvenuti al tempo della conquista e colonizzazione del Far West nordamericano
- il pastore pensa di avere una cultura maggiore dell’agricoltore o viceversa come nel Sahara i Tuareg pastori nomadi si dedicano esclusivamente all’allevamento dei dromedari mentre gli indigeni africano curano i campi nelle oasi, mentre i kikuyu popolo di agricoltori del Kenia si sentono superiori al popolo dei Samburu dediti alla pastorizia
- In Africa è scoppiato un conflitto tra i pastori Tutsi e gli agricoltori Hutu
11. Quando e perché si raggiungere una perfetta integrazione tra le due attività?
Una perfetta integrazione fra la pastorizia e l’agricoltura si raggiunge quando tra i due modelli di vita si crea un certo equilibrio perché si instaurano rapporti di tipo economico con lo scambio dei prodotti e addirittura gli agricoltori sfruttano i rifiuti organici degli animali per concimare i campi.
La piena integrazione fra pastorizia e allevamento si attua ad esempio:
- in Europa Occidentale dal Medio Evo dove l’agricoltore allevava gli animali per sfruttare la loro energia, ricavare prodotti alimentari e produrre letame, coltiva anche i foraggi
- in Niger i pastori di Bororo, all’inizio della stagione delle piogge abbandonano le rive del fiume per permettere agli agricoltori di seminare i campi, si spostano verso nord, andando da un pozzo all’altro fino a ottobre quando gli agricoltori hanno già raccolto il miglio ritornano sulle rive del fiume a pascolare liberamente concimando così i campi per la futura semina.
12. Le due grandi regione agrarie
L’agricoltura e l’allevamento sono praticati in modo diverso a secondo delle aree climatiche, delle diverse tradizioni storico-culturali, delle differenti strutture socio-economiche con differenze tecnologiche a disposizione degli agricoltori ma possiamo distinguere due grandi regioni agrarie che comprendono continenti e aree climatiche diversi ma sono accomunate dalle stesse forme di agricoltura:
- nella prima regione prevale l’agricoltura di sussistenza:
• cioè almeno i 2/3 del lavoro e del suolo sono finalizzati per l’autoconsumo
• è praticata in quasi tutta l’Africa, in America Centrale, e Meridionale e nell’Asia Meridionale sud orientale
• si usano attrezzi rudimentali, la produttività è bassa a causa della mancanza di macchinari, di energia animale e fertilizzanti
- nella seconda regione c’è un’agricoltura e un allevamento di tipo commerciale:
• sono altamente specializzati, chi vi lavora è un tecnico specializzato capace di azionare complessi macchinari, dotato di uno spiccato senso degli affari e attento alle esigenze del mercato agricolo
• gli spazi agricoli sono caratterizzati dalla coltivazione di un solo cereale su aree molto estese
• l’agricoltura commerciale è praticata : in America Settentrionale, in Europa e in limitate zone degli altri continenti
• l’allevamento commerciale è praticato in America Meridionale, in Australia e in sud Africa
13. Come sono organizzati i villaggi stabili?
Un centro abitato che si trova in una zona prevalentemente agricola si chiama villaggio o paese.
I villaggi:
• sono abitati da poche famiglie
• comportano una organizzazione stabile dello spazio agricolo e interventi collettivi sul territorio come risorse idriche e rete di comunicazione
• hanno la loro forma che rispecchia i caratteri morfologici del terreno e cambia a secondo che si trovano in pianura, sui fianchi di una collina o su un crinale
• si trovano in posizione diversa a secondo delle diverse motivazioni storico economiche dell’uomo ad es. in cima ad un colle per ragioni difensive o in posizione marginale rispetto ai campi per avere più spazio da coltivare e non sempresono vicini a risorse idricheche vengono quindi procurate con pozzi, cisterne o lunghi acquedotti.
14. Come si passò dal villaggio alla città commerciale?
Il passaggio dal villaggio alla città commerciale avvenne perché:
• Nei villaggi dove c’è un’agricoltura di sussistenza, quasi tutta la popolazione si dedica alla produzione agricola e i prodotti si scambiano nel mercato del paese; dove invece la tecnologia lo permette si producono anche delle eccedenze che vengono vendute, scambiate e servono per nutrire commercianti e artigiani che producono altri beni.
• La maggior produzione alimentare porta ad un aumento della popolazione, un aumento del villaggio e la nascita delle città che si differenzia dal villaggio non solo per il numero di abitanti ma per i servizi che offre come punto di incontro , di scambio e di commercio.
• Per poter scambiare le merci nascono le piste carovaniere e contemporaneamente alle estremità degli itinerari o nei punti di scambio si sviluppano delle città non agricole ma commerciali il cui cuore è il mercato.

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