Materie: | Scheda libro |
Categoria: | Generale |
Voto: | 1.5 (2) |
Download: | 581 |
Data: | 25.01.2001 |
Numero di pagine: | 3 |
Formato di file: | .doc (Microsoft Word) |
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Testo
Lazarillo de Tormes
CONTESTO STORICO
Il romanzo “Lazarillo de Tormes” e ambientato nella Spagna del XVI se-colo, in particolare nelle città di Toledo, Salamanca, Torrijos, Maqueda, e altri sobborghi della Spagna centrale.
EVENTI STORICI
Nel libro sono riportati alcuni accenni a fati che avvennero durante la vita di Lazaro de Tormes; egli ricorda che nella sua infanzia il padre partecipò come scudiero alla guerra che si tenne in Spagna per liberare la penisola dalla presenza dei moriscos (1492, battaglia di Granada). Viene anche in-direttamente menzionata la battaglia di Pavia del 1525, infatti, Lazaro di-ce, ad un certo punto della vicenda, di non riuscire a dormire non perché era preoccupato per il re di Francia, bensì per altri suoi motivi; il re di Francia Francesco I, infatti, era stato sconfitto a Pavia e fatto prigioniero degli Spagnoli. Un ultimo riferimento ad eventi storici è che l’ultimo an-no descritto nel romanzo è l’anno in cui l’imperatore tenne a Toledo le Cortes (parlamento spagnolo).
VITA MATERIALE
Da questo romanzo si deduce che in Spagna c’era una grande povertà e carenza di cibo, almeno negli strati più bassi della popolazione, e se qual-cuno aveva una certa abbondanza di cibo, veniva mangiato con parsimo-nia, preferendo patire un po’ la fame che finirlo in poco tempo. L’alimen-to più diffuso era senza dubbio il pane, anche se talvolta non mancava la verdura (lattuga, cipolle), il pesce, la carne da allevamento e la frutta (u-va, mele, pere). Il sabato era abitudine mangiare il montone.
Dall’abbigliamento risultavano evidenti le differenze sociali, infatti le persone delle classi più povere avevano pochi abiti, rozzi, logori e spor-chi, mentre le persone di un certo livello sociale indossavano indumenti nuovi ed eleganti.
Le città erano antigieniche e povere e la cosa si rispecchiava anche nell’ arredamento delle abitazioni che talvolta erano pressoché vuote: c’erano delle cassepanche, un armadio, una tavola, delle sedie e il letto, che non era costituito da delle assi di legno ricoperte di paglia.
Per riscaldare la casa si bruciavano dei pezzi di legno e per dissetarsi non c’era acqua corrente ne’ pozzi, bisognava andare a prenderla nel fiume o comprarla da un uomo che la distribuiva con dei secchi trasportati da asi-ni.
MENTALITA’ COLLETTIVA
A quel tempo era consuetudine vendere le indulgenze e i venditori di bolle (coloro che vendevano le indulgenze), Lazaro starà con uno di loro per un po’ di tempo, non si facevano scrupoli pur di riuscire a farsele acquistare: inventavano false storie, facevano messe in scena, ecc. La gente, d’altra parte, era condizionata dalla Chiesa e seguiva con estremo rigore tutto ciò che gli veniva detto da persone aventi a che fare con essa (imbroglioni inclusi).
La giustizia adottava sistemi di punizione corporale, per esempio i colpe-voli di furto venivano frustati e poi veniva versato del grasso sulle loro ferite.
Le persone non si creavano troppi problemi a fregarsi l’un con l’altro pur di ottenere del cibo o del denaro. Era molto diffusa la pratica dell’elemo-sina e, sebbene ci fossero molti poveri, si riusciva ad ottenere quasi sem-pre dei pezzetti di pane, anzi il più delle volte lo donavano i poveracci an-ziche i benestanti, i quali volevano avere sempre di più e dare sempre di meno.
Inoltre per alcune persone, spesso si trattava di giovani scapestrati, era più importante sembrare persone nobili senza bisogno di lavorare che cercare un lavoro e guadagnarsi di che vivere; così si vede come un ra-gazzo, senza l’ombra di cibo o di denaro, alloggi in una casa in affitto, fa-cesse la corte a delle ragazze e andasse a giro con aria distinta pur sapen-do che a casa non aveva di che mangiare e che alla fine del mese non a-vrebbe potuto pagare l’affitto, ma la cosa che più contava era far vedere che egli era di nobili origini.
Per di più questi uomini pretendevano di essere rispettati anche più del dovuto, infatti volevano che fossero gli altri, anche se più nobili, a to-gliersi il cappello per primi e non loro, come avrebbero dovuto (togliersi il cappello era un modo di salutarsi).
CULTURA E SENSIBILITA’ COLLETTIVA
Non si riscontrano nel romanzo elementi inerenti a questi argomenti.