Materie: | Scheda libro |
Categoria: | Generale |
Voto: | 2 (2) |
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Data: | 16.10.2001 |
Numero di pagine: | 12 |
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Testo
LA TREGUA
AUTORE, TITOLO, EDITORE
Primo Levi é nato a Torino nel 1919. I suoi antenati erano ebrei piemontesi provenienti dalla Spagna e dalla Provenza. Nel 1934 si iscrive al Liceo “D'Azeglio”, istituto che ha ospitato docenti illustri, oppositori del fascismo (Monti, Antonicelli, Cosmo, Bobbio e molti altri ) e in prima Liceo ha come professore d'italiano Cesare Pavese. Nel 1937 si appassiona alla letteratura di testi scientifici e si iscrive al corso di chimica all'università di Torino. Negli anni seguenti vengono proclamate le leggi razziali in Italia, egli però continua i suoi studi riuscendo a laurearsi con pieni voti e con lode nel 1941. Nel frattempo il padre si ammala e così Levi è costretto a lavorare per sostenere la famiglia. Nel 1942 entra a far parte del Partito d'azione clandestino, un gruppo segreto per la lotta contro il fascismo. Durante una riunione dei partigiani del 13 Dicembre 1943 tra St. Vincent e la Val D'Ayas viene arrestato con altri compagni e viene mandato nel campo di concentramento di Carpi-Fòssoli in quanto Ebreo. Viene poi trasferito ad Auschwitz e quindi a Monowitz per essere liberato nel gennaio del 1945. Arriva a Torino il 19 Ottobre 1945. Nel 1947 sposa Lucia Morpurgo che gli dà due figli, Lisa Lorenza e Renzo. Accetta un posto di chimico di laboratorio in una fabbrica della quale dopo pochi anni diverrà il direttore. Nel 1958 esce il suo libro più famoso " Se questo è un uomo ", che sarà letto in tutto il mondo. A questo seguono altri libri e poesie che hanno tutti un grande successo e per i quali riceve diversi premi, viaggia per tutto il mondo e racconta la sua storia. Lotta per il rispetto della gente che ha dovuto soffrire le terribili esperienze che anche lui ha provato. Levi ha alternato alla sua attività di chimico quella di narratore: fra le sue opere più importanti vi sono “Se questo é un uomo” e, appunto, “La tregua”. Muore suicida l'11 aprile 1987, nella sua casa a Torino.
L’editore é Einaudi
PERIODO STORICO
I grandi incontri internazionali svoltisi a Jalta tra il 4 ed il 12 febbraio e a Postdam tra il 17 luglio ed il 2 agosto tra Inglesi, Americani e Russi ebbero come obiettivo l'organizzazione dell'Europa, e in particolare il futuro della Germania dopo la fine della guerra. La conferenza di San Francisco del 25 aprile ebbe come scopo l'organizzazione politica del mondo dopo la guerra: gli Alleati separarono la creazione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite dall'elaborazione dei trattati di pace. Mentre Stalin, De Gaulle e Chang Kai-shek rimasero al potere, Roosevelt dovette essere sostituito dopo la sua morte da Truman e Byrnes succedette a Stettinius al dipartimento di Stato americano. Il territorio tedesco fu sottoposto a bombardamenti a tappeto, che avevano il compito di danneggiare gli strumenti bellici e di fiaccare la resistenza del popolo tedesco; furono sganciate milioni di bombe, da ricordare l’attacco aereo a Francoforte; a Dresda morirono più di centomila civili, ma nonostante la città fosse stata rasa al suolo Hitler non si arrese, sperando nelle "armi segrete" in via di costruzione che non furono però prodotte in quantità sufficiente per cambiare il corso della guerra. Mussolini venne fucilato il 28 aprile dopo essere stato catturato dai partigiani mentre cercava di raggiungere la Svizzera, e due giorni dopo Hitler si suicidò a Berlino, designando come suo successore l'ammiraglio Dönitz. In Oriente i Giapponesi si impadronirono dell'Indocina a discapito dei Francesi, ma per l'accordo di neutralità la Russia dichiarò loro guerra l’8 agosto. La capitolazione del governo di Tokyo provocò lo smembramento delle conquiste giapponesi. In Indonesia veniva organizzato un governo nazionale. In Indocina, Cinesi e Britannici si divisero il controllo del territorio, in applicazione degli accordi di Quebec e di Postdam. Analoga situazione si verificò in Corea con truppe sovietiche a nord e truppe americane a sud del 38° parallelo. La fine delle ostilità non fu seguita a breve distanza dai trattati di pace; quelli che vennero stipulati furono datati in periodi successivi: trattati di Parigi del 10 febbraio 1947 per Italia, Romania, Bulgaria, Ungheria e Finlandia; trattato di San Francisco dell'8 settembre 1951 per il Giappone (a cui non partecipò l’URSS); trattato di Stato del 15 maggio 1955 per l'Austria. Gli Alleati superarono il Reno in più punti , proseguendo rapidamente la loro avanzata verso il cuore della Germania che, sottoposta a durissimi bombardamenti aerei, era ormai ridotta in gravi condizioni. Mentre i Francesi si impadronirono di Stoccarda, gli Americani invasero la Baviera e raggiunsero Monaco il 29 aprile.
In Italia, dopo l’inverno, il generale Clark e il maresciallo Alexander lanciarono un'offensiva generale su tutto il fronte che portò le truppe alleate a raggiungere i principali centri dell'Italia settentrionale dove il 25 aprile il generale Cadorna, comandante militare del CLNAI, aveva ordinato l'insurrezione generale delle forze partigiane, che a partire dalla fine del 1943 avevano impegnato sempre più seriamente i Tedeschi e i fascisti. La resa delle forze tedesche avvenne per gradi: il 29 aprile a Caserta per le truppe in Italia e Austria; il 4 maggio a Luneburgo (4 maggio) per quelle in Vestfalia, Danimarca e Olanda; infine la resa incondizionata nelle mani dei comandanti in capo alleati firmata il 7 maggio a Reims da Jodl e confermata l'8 maggio a Berlino. Le bombe atomiche lanciate su Hiroshima e Nagasaki rispettivamente il 6 ed il 9 agosto costrinsero il Giappone a dichiarare la sua resa. Le ostilità vennero sospese il 16 agosto 1945.
AMBIENTE
Gli ambienti che troviamo descritti nel libro sono vari.
Durante il suo viaggio Primo Levi attraversa, nell’ordine, Polonia, Russia, Romania, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacca, Austria, Germania, di nuovo l’Austria e l'Italia per raggiungere Torino, casa sua. Si capisce subito nel libro che c’é una profonda differenza tra questi paesi e l’Italia, a cominciare dalla lingua, dall’abbigliamento e dalle abitudini. Ma al contempo vi é una somiglianza che scaturisce dal fatto che in ogni luogo visitato vi é la stessa solidarietà tra esseri umani che si trova in patria. Ci sono poi altri luoghi (il treno, la casa rossa, i paesi in cui si ferma il treno) ma sono presentati molto superficialmente e sono utili solamente per descrivere le azioni e le emozioni dei personaggi.
CONTENUTO
La liberazione dal lager era ormai vicina. I primi a vedere i soldati russi furono Primo e Charles mentre trasportavano il corpo di un morto in una fossa comune. Il giorno dopo giunsero numerosi polacchi che si misero a pulire e a riordinare le baracche. Ma quando il protagonista venne finalmente liberato si ammalò di scarlattina e venne ricoverato in un'infermeria provvisoria allestita nel campo. Qui conobbe Henek e Hurbinek, due ragazzi dei quali non si sa molto tranne che il secondo morì. Durante la permanenza in infermeria Primo apprese da una partigiana slovena di nome Olga che tutti i prigionieri che erano stati catturati con lui erano morti. Dopo essere stato dimesso per una fortuita coincidenza Primo si ritrovò in viaggio verso Cracovia insieme a molte altre persone tra cui un greco di nome Mordo Nahum, con cui stringe un rapporto di amicizia-profitto. Trovato rifugio in una caserma a Cracovia i due andarono all’improvvisato mercato locale dove riuscirono a guadagnare un po' di soldi vendendo camicie. Dopo poco tempo però i due amici partirono per Katowice dove si separarono. Primo venne accolto nel campo di Bogucice, comandato dal ragionier Rovi, che ospitava numerosi Italiani e lì conobbe Leonardo, un medico reduce da Auschwitz, e l’infermiera Marja. Primo riuscì a farsi assumere nell'infermeria del campo: il suo compito era di registrare i nomi di coloro che si facevano visitare; ma, dato che non sapeva parlare il polacco, gli venne affidata un'interprete di nome Galina. Essendo stato assunto in infermeria lo scrittore aveva ottenuto il lasciapassare per uscire dal campo e con questo, dopo l’arrivo della buona stagione, Primo uscì dal campo per andare in città insieme a Cesare, un uomo che aveva conosciuto nel campo e che era diventato suo amico. Katowice era rimasta segnata dalla guerra ma la gente aveva ripreso la vita di un tempo. Cesare decise di improvvisarsi commerciante e si mise in società con un certo Giacomantonio, il quale gli procurava la merce da vendere al mercato. L'Aprile del 1945 stava per finire; l'otto maggio la guerra sarebbe finita. A Bogucice erano rimasti molti Italiani ed i Russi stavano organizzando una grande festa per il giorno della fine della guerra con spettacoli musicali e teatrali. La pace fu festeggiata anche con una partita di calcio fra Italiani e Polacchi, ma in seguito a questa il protagonista si ammalò gravemente di pleurite, e riuscì a salvarsi solo grazie alle assidue cure ed all’impegno di Leonardo e di Cesare che gli procurarono le medicine necessarie. Dopo molti giorni di convalescenza giunse nel campo la notizia, accolta con molta gioia, che gli Italiani sarebbero tornati a casa passando per Odessa. In seguito a questo annuncio tutti si impegnarono nel raccogliere le loro cose e nel fare provviste per il viaggio. Il giorno dopo tutti gli Italiani presero il treno che li avrebbe portati ad Odessa. Il treno sostò per una notte a Leopoli, poi al tramonto del giorno successivo giunse a Proskurov. Lì Primo pernottò insieme agli altri nella sala d'aspetto della stazione dove conobbe due ragazze di Minsk. Durante il viaggio lo scrittore fu ancora vittima della febbre ma riuscì a guarire grazie ad una vodka artigianale datagli da Cesare. Il treno proseguì verso Zmerinka, e lì gli Italiani appresero una triste notizia: il treno non poteva proseguire il suo viaggio. Inoltre agli Italiani provenienti da Katowice se ne aggiunsero altri seicento provenienti dalla Romania. Dopo alcuni giorni di sosta a Zmerinka Primo e gli altri Italiani presero un treno diretto verso Nord, quindi dopo due giorni e mezzo di viaggio giunsero in una località chiamata Sluzk dove trascorsero dieci giorni in un complesso di caserme sovietiche abbandonate. Durante la permanenza a Sluzk Primo rincontrò Mordo Nahum. Per raggiungere il paese successivo, Staryje Doroghi, gli Italiani si dovettero spostare a piedi per 70 Km. Primo, Cesare, Daniele, Leonardo ed Unverdoben decisero di allontanarsi dal gruppo per riprendere con calma la marcia al mattino. Primo e Cesare andarono due volte in un villaggio vicino per barattare i loro piatti con un pollo e per farsi trasportare con un carretto a destinazione. Lì lo scrittore e gli altri Italiani soggiornarono in un edificio chiamato "Casa Rossa" ; che comprendeva anche una scuola, un teatro, un'infermeria e una palestra. Primo riprese a lavorare in infermeria e Cesare, intanto, aveva trovato il modo per vendere il pesce che veniva fornito dai russi facendolo rendere di più, in quanto vi iniettava dell'acqua con una siringa facendolo gonfiare. Nella foresta vicino alla casa rossa vi si erano trasferiti numerosi Italiani tra cui Cantarella, un marinaio calabrese che fabbricava pentole. Un giorno mentre Primo stava lavando alcune patate vicino ad un torrente vide un giovane soldato russo che gli insegnò la sua lingua, permettendogli di avere maggiori contatti con gli abitanti del villaggio. In infermeria Primo rivide Flora, una donna che era stata prigioniera ad Auschwitz e che molto spesso aveva procurato del cibo a lui ed al suo amico Alberto. Nel teatro della casa Rossa, per alcune serate era stato allestito da alcuni ambulanti un cinematografo e nei giorni successivi erano stati organizzati spettacoli teatrali da Russi ed Italiani. Poi un bel giorno arrivò la lieta notizia: a breve sarebbero ripartiti per tornare a casa. Giunse una macchina alla Casa Rossa. e da quella scese un ufficiale: era il Maresciallo Timosenko; il quale confermò l’annuncio. Pochi giorni dopo un treno di sessanta vagoni merci era pronto per trasportare gli Italiani nella loro patria. Il tragitto del treno non era ben definito: all'inizio si diresse verso nord, ma, successivamente, si diresse verso sud, ripercorrendo nuovamente il percorso fatto da Zmerinka a Sluzk. Durante la sosta in un piccolo villaggio, Cesare, riuscì a vendere un anello di ottone spacciandolo per oro e, fortunatamente, riuscì a sfuggire al contadino che si era accorto della truffa. Giunti ad un villaggio di nome Kazatin il treno si fermò nuovamente, lo scrittore scese ed alla stazione ritrovò Galina, la sua interprete durante la permanenza a Katowice. Il treno ripartì ed arrivò a Iasi in Romania e, dopo una sosta, proseguì verso sud. Dopo sei interminabili giorni di sosta in un villaggio chiamato Curtici, Cesare prese la decisione di lasciare i suoi compagni promettendo che sarebbe tornato in Italia comodamente su un aereo (e riuscì effettivamente nel suo intento, anche se dopo molto tempo rispetto a tutti gli altri). Il treno passò per l’Ungheria ed al vagone di Primo si unirono altri due personaggi: i giovani Vincenzo e Pista. Il convoglio giunse a Vienna e proseguì verso St. Valentin, dove gli Italiani passarono sotto la scorta degli Americani. Proseguirono verso l'Italia passando per la Germania fino a giungere al campo di Pescantina, presso Verona, dal quale ognuno proseguì per la sua strada. Primo prese un treno diretto a Torino e riuscì a ritrovare la sua casa e i suoi familiari, ma restò profondamente segnato dall’esperienza vissuta negli ultimi anni e ci mise molto tempo a riadattarsi al normale modo di vivere.
AMBIENTE SOCIALE
La maggior parte dei personaggi descritti é stata nei campi di concentramento, l'autore stesso ha vissuto ad Auschwitz per un anno. Egli é laureato in chimica ma nella situazione in cui si trova la sua laurea é totalmente inutile. E’ una persona comune come tutti i suoi compagni di viaggio che é stata vittima di uno strano ed avverso destino. Nel libro quindi non viene descritta tanto la posizione sociale dei reduci dal campo di sterminio, quanto le loro idee e la loro fatica per ingegnarsi e così sopravvivere. Intorno a tutti questi personaggi troviamo molte figure dei più svariati ceti sociali, primi fra tutti i militari, quindi infermiere, contadini, mercanti, dottori. Ma non possiamo suddividere neppure questi personaggi in categorie poiché Primo Levi descrive ogni personaggio come un soggetto a sé, non rimandabile ad un gruppo particolare.
ANALISI DEI PERSONAGGI
Primo Levi, il protagonista é molto debole fisicamente ed infatti si ammala due volte nel corso della narrazione; probabilmente questo suo stato é dovuto alla terribile esperienza passata nel campo di concentramento. Nonostante ciò è dotato di una grande forza interiore, è intelligente e si sa adattare alle varie situazioni, riesce a comunicare con persone di cui non conosce molto bene la lingua ed é solidale con i compagni (anche per necessità), si salva grazie alle sue abilità e all'aiuto dei suoi amici.
Cesare é un grande amico ed un importante compagno del protagonista, grazie a lui lo scrittore riesce ad avere le medicine per guarire dalla pleurite che lo aveva colpito. E’ intraprendente e per questo é un ottimo commerciante, cerca sempre di volgere la situazione a proprio vantaggio. Propone molto spesso idee utili a lui ed agli amici per guadagnare e per vivere meglio.
Il greco Mordo Nahum é un uomo di all’incirca cinquant’anni. E’ uno dei tanti compagni di viaggio di Primo Levi, ma il suo rapporto con il protagonista é ben diverso da quello di Cesare: egli pensa molto di più al proprio tornaconto. Come dice lo stesso scrittore il loro rapporto varia "da padrone-schiavo a titolare-salariato, a maestro-discepolo, a fratello maggiore-fratello minore". Sembra insomma che il Greco pensi soprattutto a sfruttare le doti dell’autore.
Marja Fjodorovna é un’infermiera di circa quarant’anni che Levi incontra nel campo di sosta di Katowice e con la quale collabora per un certo periodo presso l'infermeria del campo. E’ simile ad un gatto sia per gli occhi obliqui e selvatici, che per il naso breve dalle narici frontali, e per le movenze agili e silenziose. Nel libro sono descritte anche le sue origini: veniva dai boschi, dal cuore della Siberia, da un luogo dove ogni movimento è teso alla sopravvivenza fisica.
Daniele è un ragazzo che faceva parte del ghetto di Venezia, la sua famiglia era stata sterminata e lui era l'unico superstite.
Leonardo è un medico nel campo di raccolta di Katowice; e prende l’autore sotto le sue dipendenze come infermiere. Grazie al suo aiuto l’autore riesce anche a guarire dalla pleurite che lo aveva colpito.
Nel libro sono poi presenti molti altri personaggi, che però vengono citati una sola volta o che comunque non sono importanti per la narrazione come il compagno nel campo di concentramento Charles, i due ragazzi Hurbinek e Henek, le due infermiere polacche, il moro di Verona (uomo poco socievole che vive unicamente per la figlia paralizzata) e molti altri. Alcuni servono anche per dare un’opinione sulla guerra, come l’anziana signora che nel suo negozio offre da bere a Cesare ed al protagonista, tramite la quale Primo Levi esprime la critica che “se i grandi della terra ascoltassero i consigli della gente comune il mondo sarebbe migliore”.
TEMATICHE
Tema della sopravvivenza alla guerra: naturalmente il conflitto di cui si parla é la Seconda Guerra Mondiale. Nel libro sono presenti molti episodi in cui possiamo notare come coloro che non sono morti nei campi di concentramento si siano ingegnati per trovare espedienti atti alla sopravvivenza ed al ritorno a casa, molti dei quali sono contro la legge, come il mercato nero, le truffe ed i furti. Ma per sopravvivere non ci si poteva certo fare degli scrupoli.
Tema del viaggio: il viaggio qui compiuto é un “viaggio di ritorno” verso la propria patria. Benché il treno vada in più direzioni prima di arrivare in Italia il tragitto é verso l’interno propro in quanto è un viaggio di ritorno e permette all’autore di far riflettere sulla guerra.
Tema della solidarietà: si vede nel rapporto tra Levi e Cesare, grandi amici che si danno vicendevolmente una mano per sopravvivere e condurre una vita migliore di quella umile che stavano vivendo. Questo tema si riscontra anche nell’episodio in cui Leonardo per salvare lo scrittore deve recarsi al mercato nero ed in tutta la città per trovare le medicine adatte.
VISIONE DEL MONDO
Non ho trovato molte chiavi di lettura per questo libro, che anche se tratta un argomento molto importante é scritto in modo molto semplice.
La prima chiave di lettura é quella letteraria-storica, cioè la narrazione in cui sono presenti alcune annotazioni storiche, anche se sono molto poche. E’ sicuramente la più facile da comprendere e da seguire, ma non per questo é la meno importante.
La seconda chiave di lettura é quella umana. Lo scrittore ha inserito nel corso della narrazione episodi che fanno riflettere sul comportamento degli uomini e sulla guerra. Le conseguenze di questa e della persecuzione degli Ebrei non possono essere dimenticati facilmente ed infatti é proprio questo uno degli intenti del libro, cioè far capire e ricordare a tutti cosa hanno provato coloro che sono sopravvissuti alla guerra per tornare in patria.
ANALISI DELLO STILE
“La Tregua” é un'opera autobiografica di un uomo vissuto in un periodo particolarmente significativo e negativo per il mondo. Sicuramente questo libro può essere considerato come un’opera di memorialistica di guerra, in quanto l'autore scrive per raccontare agli altri ciò che lui ha passato negli anni della Seconda Guerra Mondiale. Il libro é scritto in modo semplice ma descrive molto bene i particolari che secondo l’autore sono importanti. L’autore non dà solamente descrizioni oggettive ma esprime sempre un parere personale, cosa ovvia in quanto Primo Levi mette per iscritto i propri ricordi.
INTERESSE DEL LIBRO
Il libro é interessante soprattutto perché l’autore ha vissuto veramente l’esperienza che racconta. Mi é piaciuto molto di più di “Se questo é un uomo” in quanto ne “La tregua” la narrazione si svolge per la maggior parte in posti sempre diversi e non in un triste ed opprimente lager, simbolo di morte e di persecuzione. Ne “La tregua” si nota come la reclusione nei campi di concentramento cambi radicalmente la mentalità di un uomo, ma si osserva anche la voglia di vivere dei sopravvissuti alla guerra che ormai hanno la speranza di tornare a casa, una nuova ragione di vita dopo la loro terribile esperienza. E’ stato interessante anche scoprire come i personaggi abbiano cercato di trovare degli espedienti per sopravvivere (come l’idea di Cesare di vendere un anello di ottone come se fosse d’oro). E’ ottima anche la rappresentazione dei personaggi, anche se spezza più volte la narrazione. Nonostante questo la lettura é stata scorrevole e piacevole, anche se mi aspettavo che la parte del viaggio avesse più importanza rispetto alle (troppo lunghe) soste.