Il Gattopardo

Materie:Scheda libro
Categoria:Generale
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Testo

SCHEDA LIBRO DE “IL GATTOPARDO” –G. TOMASI DI LAMPDUSA
• Titolo: “Il gattopardo”
• Autore: Giuseppe Tomasi di Lampedusa
• Anno di pubblicazione: il manoscritto risale al 1957 mentre la prima edizione, da parte della Feltrinelli, esce nel 1969.
• Riassunto: Don Fabrizio Salina è il capofamiglia di una delle più potenti casate nobiliari della Sicilia, nella seconda metà del 1800. La sua vita scorre tranquilla e spesso monotona, assieme a quella dei numerosi figli e della moglie; neppure i tumulti e le conseguenze dello sbarco dei Mille e dell’Unificazione sembrano in grado di scalfire questa situazione. L’intera famiglia si trasferisce nella residenza estiva a Donnafugata e qui il principe Fabrizio incontra don Calogero Sedara, sindaco ed esponente della nuova classe destinata a sostituire la nobiltà ormai in declino. Tancredi (nipote del principe nonché suo preferito per via di una personalità intraprendente ed esuberante, nonostante prenda parte alle vicende garibaldine), s’innamora della figlia di don Calogero, Angelica, e con lei si sposerà qualche anno dopo, un po’ per interesse e un po’ per amore: ciò lascerà nello sconforto la cugina di Tancredi, Concetta, di lui perdutamente innamorata. Nel frattempo il principe continua ad assistere impotente al lento declino della sua casata, della quale si sente ormai l’ultimo vero esponente, mentre la voglia di vivere lo abbandona a poco a poco. L’ultimo sprazzo di gioia lo trova durante un ballo, quando la bella Angelica gli concede un valzer: il mondo dei giovani è qualcosa che ormai non gli appartiene più. Pochi anni dopo il principe Fabrizio muore circondato dai parenti in una stanza d’albergo mentre le figlie, qualche decennio dopo ormai settantenni, si ritrovano ancora signorine per via del loro atteggiamento riservato ormai non più al passo coi tempi. Concetta, divenuta ormai la “padrona di casa”, chiude il romanzo con l’ordine di buttare l’imbalsamato Bendicò, il fedele cane del principe, dalla finestra, riducendolo così ad un cumulo di polvere (simbolo del destino umano).
• Sistema dei personaggi: il principe don Fabrizio Salina è il protagonista del romanzo, all’inizio del quale è quarantacinquenne. Nonostante il narratore sia esterno, spesso le vicende sono descritte da quella che potrebbe sembrare la sua posizione. Ricco feudatario, amato dagli abitanti delle sue terre, è una persona dal fisico massiccio e imponente, capelli biondi e occhi azzurrissimi, dotato di una forza incredibile ma anche capace di estrema delicatezza. Ha un grande temperamento, senso del dovere e autorità nonché una forte predisposizione per le scienze matematiche: per questo si dedica molto all’astronomia arrivando a credere, con eccessivo orgoglio, che le stelle obbediscano ai suoi calcoli. La sua vita si caratterizza per un persistente sconforto, dovuto al declino inevitabile del suo ceto, e al pensiero della morte, destino ineluttabile che accomuna tutti gli esseri umani.
Il principe nutre una profonda ammirazione per Tancredi Falconeri, suo nipote, il quale gli ricorda la propria gioventù, per via dello spirito entusiasta ed intraprendente che lo caratterizza. Tancredi si arruola nell’esercito di Garibaldi e successivamente passa a quello piemontese: nonostante questo don Fabrizio lo difende sempre e ne esalta le doti. Inoltre il giovane, nonostante l’evidente interessamento della cugina Concetta, si innamora perdutamente di Angelica, una borghese e, grazie anche all’aiuto del principe, la sposa (un po’ anche per interesse economico). Con gli anni egli entrerà nella politica del nuovo regno e quindi anche in quella classe sociale, la borghesia, che aveva sostituito l’aristocrazia di cui lui faceva parte.E’ il personaggio più vicino a don Fabrizio.
Concetta è una delle figlie del principe, innamorata di Tancredi, orgogliosa ma obbediente all’autorità paterna. Purtroppo per lei, i sentimenti verso il cugino, in un primo tempo apparentemente corrisposti, sono inutili di fronte all’arrivo di Angelica. Persino il padre preferisce che Tancredi sposi Angelica, in quanto vede in Concetta solo una “palla al piede” che potrebbe ostacolare il successo cui Tancredi è destinato. Per questo sarà l’unica a non piangere al capezzale di don Fabrizio.
Padre Pirrone, gesuita, è il “responsabile” spirituale di casa Salina. E’ molto affezionato al principe, nonostante i comportamenti di quest’ultimo non siano sempre ineccepibili dal punto di vista cristiano, ma anche molto timoroso nei suoi confronti. Con grande ingegno riesce a risolvere una questione matrimoniale nel suo paese natale, durante un breve soggiorno e a questo fatto è dedicata una lunga digressione all’interno del libro. E’ molto timoroso per le confische che il nuovo regno farà al patrimonio ecclesiastico.
Angelica Sedara è la bellissima ragazza di cui Tancredi si innamora. Figlia di don Calogero, grazie a parecchi anni passati in un collegio fiorentino, ha perso i modi di fare rozzi ed ora sembra una vera e propria nobile nonostante appartenga alla nuova classe borghese. Anche da parte sua il matrimonio con Tancredi è un po’ dovuto alla convenienza di avere così un lasciapassare per il mondo dell’aristocrazia. L’autore ci informa che la loro unione, negli anni, non funzionò perfettamente, tanto che lei tradì il marito con il suo amico Tassoni.
Don Calogero Sedara è il padre di Angelica nonché sindaco di Donnafugata. Ha accresciuto notevolmente il suo patrimonio dopo l’unificazione, arrivando a competere coi Salina stessi: è il rappresentante della borghesia, la classe che si afferma in questo periodo come nuovo ceto dominante. Don Calogero è un personaggio dai modi un po’ grezzi (seppur inconsciamente), molto attento al lato economico delle cose. Il principe, una volta diventati parenti, tenta nelle diverse situazioni di smussare i suoi lati più rozzi e inadatti al mondo nobiliare.
Tra gli altri personaggi di secondaria importanza vanno ricordati: Stella, moglie di don Fabrizio e donna molto emotiva il cui atteggiamento spinge il marito a tradirla più volte; il conte milanese Carlo Cavriaghi, amico di Tancredi, che più volte dimostra inutilmente il suo amore verso Concetta; Caterina e Carolina, sorelle di Concetta, accomunate da un atteggiamento timido e riservato che le porterà a restare “zitelle”; Chevalley, un emissario del governo regio, che propone al principe la carica di senatore; Tumeo, fedele dipendente di don Fabrizio nonché suo grande compagno di battute di caccia e lunghe chiacchierate.
• Paesaggi e ambientazione: la storia è ambientata nella Sicilia della seconda metà del 1800. La narrazione comincia infatti dal 1860 e copre un cinquantennio, riservando però uno spazio ben maggiore ai primi anni. I paesaggi in cui si svolge la vicenda sono quelli della Sicilia rurale (boschi, valli, paesini di campagna come Donnafugata), ma molti sono anche gli ambienti chiusi (gli immensi palazzi dei Salina per esempio). Tutti sono descritti in modo ampio e dettagliato, con dovizia di particolari e utilizzando molte figure retoriche.
• Lingua e stile: il linguaggio usato dall’autore è molto elaborato e curato. Nei frequenti discorsi diretti è fatto largo uso del dialetto siciliano, nonché di citazioni latine e frasi in francese. Spesso l’autore utilizza anche personaggi mitologici per spiegare delle vicende o puntualizzare dei particolari. L’ipotassi prevale indubbiamente sulla paratassi: i periodi sono molto lunghi e complessi e talvolta addirittura difficili da capire.
• Tematiche principali: il romanzo, nonostante non si basi su una vicenda vera, descrive molto bene un’epoca importante per il nostro Paese. Ci viene dato un quadro dettagliato della situazione sociale in Sicilia al termine del regno borbonico: l’aristocrazia in declino, l’ascesa della borghesia sono elementi ricorrenti nell’opera. In qualche caso ci viene anche fornita una nuova visione della “questione meridionale”.
Interessanti sono anche le riflessioni sulla morte e sul destino comune degli uomini fatte dal principe Fabrizio, soprattutto quando si trova in punto di morte.

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