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Categoria: | Fotografia |
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Testo
Circoli di confusione
Problema della messa a fuoco; immagine sfuocata, non definita.
Nitidezza: immagine tale quando è formata da punti di luce.
L’immagine è sfuocata se il piano focale non è sulla convergenza dei punti di luce.
Il circolo di confusione è il limite che ha il nostro occhio di distinguere un cerchio da un punto; è una cosa soggettiva.
Il passaggio tra la zona di sfocatura e la zona nitida e la dimensione del dischetto di luce in quel punto è il circolo di confusione.
La profondità di fuoco è l’intervallo tra il circolo di confusione, lo spazio entro il cui si può muovere il piano focale per ottenere immagini nitide.
Serve a spiegare perché esiste la profondità di campo.
La profondità di campo esiste perché esiste quella di fuoco. Cambiano al variare dell’obbiettivo, del diaframma e della distanza fra obbiettivo e punto di messa a fuoco.
- obbiettivi grandangolari: maggiore
- più chiuso il diaframma, maggiore la profondità
- più lontano il punto di messa a fuoco, maggiore la profondità
distanza iperfocale
Distanza tra l’obbiettivo e dove inizia la profondità di campo quando metto a fuoco all’ ∞.
Lo spazio oltre il soggetto se posto all’infinito è sprecato; lo si sposta in avanti e si mette a fuoco sul punto iperfocale.
Si ottiene una profondità di campo in modo da guadagnare profondità in avanti.
Cambia a seconda dell’obbiettivo e diaframma.
Obbiettivi
• obbiettivi zoom.
Obbiettivi a focale variabile (non fissa), possibilità di un intervallo di focali.
Obbiettivo fisso es. 50 mm; uno variabile può avere una focale es. dal 35 al 70
Digitali: cambia la focale, si muove l’obbiettivo costruttivamente.
Focali corte valori bassi: grandangolari.
Valori alti es. 1000.. valori da teleobbiettivi. Obbiettivo zoom mai come un ottica fissa.
• Obbiettivi fish eye
Obbiettivi a occhio di pesce, super grandangolari (grandangolare normale dai 60 ai 90°); in questi obbiettivi l’angolo di campo è superiore ai 100°, può arrivare persino a 180°
Focali di 12, 15 mm, cortissime. Costosi perché se ne producono pochissimi, hanno usi rari, poco usati. Ai lati l’immagine che si forma è molto deformata.
L’immagine nel fotogramma è rotonda nonostante il formato rettangolare perché nono ha un potere di copertura abbastanza grande da coprire un fotogramma.
Sono obbiettivi molto grandi, hanno una lente anteriore molto curva e sporgente. Più la focale si accorcia più la curvatura aumenta.
• Obbiettivi afocali
Non hanno una lunghezza focale. Erano molto diffusi una volta. Vengono usati in coppia con gli obbiettivi tradizionali. Aumentano il doppio la lunghezza focale dell’obbiettivo in uso.
Riceve i fasci di luce dell’obbiettivo precedente; è da sconsigliare perché la qualità è pessima.
• Obbiettivi cattadiotrici
Obbiettivi speciali, anziché essere costruiti con lenti sono costruiti con specchi.
Lenti – rifrazione ; specchi – riflessione
Lavora per riflessione dai 300 in su.
Vantaggiosi per ottenere teleobbiettivi molto
spinti cioè lunghezze focali molto lunghe.
Teleobbiettivi focale 100, se fossero costruiti
con lenti ci sarebbero troppe cose da portare,
luminosità bassa.. sono l’alternativa.
Pesano pochissimo, sono molto compatti, piccoli,
leggeri e luminosi e relativamente a basso costo.
Qualità dell’immagine
Gli usi degli obbiettivi sono diversificati per la qualità dell’immagine prodotta sul piano focale, relativa alla condizione di osservazione.
Per valutare un obbiettivo si guarda l’immagine prodotta sul piano focale e si guardano tre fattori :
- nitidezza ; quando ad ogni punto del soggetto corrisponde un punto, ed è quindi formata da punti ed ha una riproduzione fedele della realtà.
- Potere risolvente; capacità di un obbiettivo di risolvere i più piccoli particolari, dettagli. Si fanno dei test, si fotografa una tabella tipo; un astigmatico non distingue i più piccoli particolari.
- Contrasto; diversi gradi di contrasto; obbiettivi con segno netto oppure con un passaggio graduale. Qualità del contrasto tra bianchi e neri; basso contrasto – alto potere risolvente o viceversa; vede tutto ma se non è nettamente segnato il potere è vanificato.
Gli obbiettivi più usati oggi hanno un basso potere risolvente ed un alto contrasto.
Macrofotografia – fotografare a distanza ravvicinata
21∙36, 50 mm focale; possibilità di avvicinamento a soggetti.
50mm focale ∙ 10 = 50
teleobbiettivo
200mm ∙ 10 = 2m
grandangolare
24 mm = 24 cm
l’immagine che si raccoglie sul piano focale più sarà vicina più sarà luminosa.
L’esposimetro dà i valori corretti per condizioni di lavoro normali dall’infinto alle dieci focali.
• Tubi di prolunga : di diverse profondità di campo che si interpongono tra il corpo macchina e l’obbiettivo in modo da aumentare la distanza; ci sono anche dei soffietti. L’esposimetro in questo caso non va più bene.
Immagine buia; le fotocellule dell’esposimetro sono sul piano focale, sui bordi della pellicola, viene letta la luminosità dell’immagine indipendentemente dal tubo. Nel 90% dei casi è lì l’esposimetro.
Tecniche per macro a basso costo.
• Lenti addizionali; lenti poste davanti all’obbiettivo, delle triplette. Sconsigliate perché la qualità precipita, lenti economiche e scadenti, tipo lenti di ingrandimento.
• Obbiettivo macro; già in partenza fatti per soggetti molto vicini. È come gli altri, senza il problema della luminosità.
• Obbiettivi zoom; molte colte con posizione macro, però con grossi limiti, qualità in precipitazione.
Il problema è nella profondità di campo che sparisce, non esiste più. L’unico modo per ottenere un po’ di profondità è quello di chiudere il diaframma.
Circoli di confusione
Problema della messa a fuoco; immagine sfuocata, non definita.
Nitidezza: immagine tale quando è formata da punti di luce.
L’immagine è sfuocata se il piano focale non è sulla convergenza dei punti di luce.
Il circolo di confusione è il limite che ha il nostro occhio di distinguere un cerchio da un punto; è una cosa soggettiva.
Il passaggio tra la zona di sfocatura e la zona nitida e la dimensione del dischetto di luce in quel punto è il circolo di confusione.
La profondità di fuoco è l’intervallo tra il circolo di confusione, lo spazio entro il cui si può muovere il piano focale per ottenere immagini nitide.
Serve a spiegare perché esiste la profondità di campo.
La profondità di campo esiste perché esiste quella di fuoco. Cambiano al variare dell’obbiettivo, del diaframma e della distanza fra obbiettivo e punto di messa a fuoco.
- obbiettivi grandangolari: maggiore
- più chiuso il diaframma, maggiore la profondità
- più lontano il punto di messa a fuoco, maggiore la profondità
distanza iperfocale
Distanza tra l’obbiettivo e dove inizia la profondità di campo quando metto a fuoco all’ ∞.
Lo spazio oltre il soggetto se posto all’infinito è sprecato; lo si sposta in avanti e si mette a fuoco sul punto iperfocale.
Si ottiene una profondità di campo in modo da guadagnare profondità in avanti.
Cambia a seconda dell’obbiettivo e diaframma.
Obbiettivi
• obbiettivi zoom.
Obbiettivi a focale variabile (non fissa), possibilità di un intervallo di focali.
Obbiettivo fisso es. 50 mm; uno variabile può avere una focale es. dal 35 al 70
Digitali: cambia la focale, si muove l’obbiettivo costruttivamente.
Focali corte valori bassi: grandangolari.
Valori alti es. 1000.. valori da teleobbiettivi. Obbiettivo zoom mai come un ottica fissa.
• Obbiettivi fish eye
Obbiettivi a occhio di pesce, super grandangolari (grandangolare normale dai 60 ai 90°); in questi obbiettivi l’angolo di campo è superiore ai 100°, può arrivare persino a 180°
Focali di 12, 15 mm, cortissime. Costosi perché se ne producono pochissimi, hanno usi rari, poco usati. Ai lati l’immagine che si forma è molto deformata.
L’immagine nel fotogramma è rotonda nonostante il formato rettangolare perché nono ha un potere di copertura abbastanza grande da coprire un fotogramma.
Sono obbiettivi molto grandi, hanno una lente anteriore molto curva e sporgente. Più la focale si accorcia più la curvatura aumenta.
• Obbiettivi afocali
Non hanno una lunghezza focale. Erano molto diffusi una volta. Vengono usati in coppia con gli obbiettivi tradizionali. Aumentano il doppio la lunghezza focale dell’obbiettivo in uso.
Riceve i fasci di luce dell’obbiettivo precedente; è da sconsigliare perché la qualità è pessima.
• Obbiettivi cattadiotrici
Obbiettivi speciali, anziché essere costruiti con lenti sono costruiti con specchi.
Lenti – rifrazione ; specchi – riflessione
Lavora per riflessione dai 300 in su.
Vantaggiosi per ottenere teleobbiettivi molto
spinti cioè lunghezze focali molto lunghe.
Teleobbiettivi focale 100, se fossero costruiti
con lenti ci sarebbero troppe cose da portare,
luminosità bassa.. sono l’alternativa.
Pesano pochissimo, sono molto compatti, piccoli,
leggeri e luminosi e relativamente a basso costo.
Qualità dell’immagine
Gli usi degli obbiettivi sono diversificati per la qualità dell’immagine prodotta sul piano focale, relativa alla condizione di osservazione.
Per valutare un obbiettivo si guarda l’immagine prodotta sul piano focale e si guardano tre fattori :
- nitidezza ; quando ad ogni punto del soggetto corrisponde un punto, ed è quindi formata da punti ed ha una riproduzione fedele della realtà.
- Potere risolvente; capacità di un obbiettivo di risolvere i più piccoli particolari, dettagli. Si fanno dei test, si fotografa una tabella tipo; un astigmatico non distingue i più piccoli particolari.
- Contrasto; diversi gradi di contrasto; obbiettivi con segno netto oppure con un passaggio graduale. Qualità del contrasto tra bianchi e neri; basso contrasto – alto potere risolvente o viceversa; vede tutto ma se non è nettamente segnato il potere è vanificato.
Gli obbiettivi più usati oggi hanno un basso potere risolvente ed un alto contrasto.
Macrofotografia – fotografare a distanza ravvicinata
21∙36, 50 mm focale; possibilità di avvicinamento a soggetti.
50mm focale ∙ 10 = 50
teleobbiettivo
200mm ∙ 10 = 2m
grandangolare
24 mm = 24 cm
l’immagine che si raccoglie sul piano focale più sarà vicina più sarà luminosa.
L’esposimetro dà i valori corretti per condizioni di lavoro normali dall’infinto alle dieci focali.
• Tubi di prolunga : di diverse profondità di campo che si interpongono tra il corpo macchina e l’obbiettivo in modo da aumentare la distanza; ci sono anche dei soffietti. L’esposimetro in questo caso non va più bene.
Immagine buia; le fotocellule dell’esposimetro sono sul piano focale, sui bordi della pellicola, viene letta la luminosità dell’immagine indipendentemente dal tubo. Nel 90% dei casi è lì l’esposimetro.
Tecniche per macro a basso costo.
• Lenti addizionali; lenti poste davanti all’obbiettivo, delle triplette. Sconsigliate perché la qualità precipita, lenti economiche e scadenti, tipo lenti di ingrandimento.
• Obbiettivo macro; già in partenza fatti per soggetti molto vicini. È come gli altri, senza il problema della luminosità.
• Obbiettivi zoom; molte colte con posizione macro, però con grossi limiti, qualità in precipitazione.
Il problema è nella profondità di campo che sparisce, non esiste più. L’unico modo per ottenere un po’ di profondità è quello di chiudere il diaframma.