Esplorazione di Marte

Materie:Appunti
Categoria:Fisica

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Testo

Mars Explorations

Marte, il Pianeta Rosso. Quarto pianeta del Sistema Solare, in ordine di distanza dal Sole. È il corpo celeste, tra quelli conosciuti, più simile alla Terra, sia per dimensione che per struttura molecolare, per questo motivo è stato oggetto di numerose missioni con lo scopo di rivelare la presenza di forme di vita.
Osservato dalla Terra si presenta come un ammasso di rocce rosse perché ossidate con, ai due poli, due calotte glaciali ricche di acqua allo stato solido. La restante acqua è presente sotto forma di vapore acqueo nell’atmosfera. Infatti, su Marte non è possibile trovare acqua liquida perché la pressione atmosferica, essendo lo 0,6% di quella del nostro pianeta, la farebbe evaporare, come succederebbe sulla Terra se noi portassimo un barattolo di H2O a 35 Km di altezza. La temperatura superficiale varia notevolmente a seconda dell’ora, della stagione e della latitudine, ma anche a causa dell’illuminazione del Sole, perché tra una zona d’ombra e una di Sole ci può essere un’escursione termica di 30°– 40°.
Superficie e interno del pianeta
Marte si presenta diviso in due emisferi: quello settentrionale e quello meridionale. L’emisfero a nord, essendo poco craterizzato è probabilmente più giovane e formato da colate laviche, mentre nella parte sud del pianeta sono presenti numerosissimi vulcani, che per i geologi sta a significare un’antica origine del terreno. Caratteristico del suolo Marziano è la presenza di numerose insenature simili a letti di fiumi oramai scomparsi, che però rappresentano un motivo di studio per gli scienziati, che credono nell’attuale esistenza di vita su Marte, o che almeno ce né sia stata in passato.
Ricerche e missioni dell’uomo

La scoperta di questi canali nell’antichità ha fatto subito pensare alla presenza di strutture artificiali, e quindi alla presenza della vita, di conseguenza, sono stati realizzati alcuni progetti per esplorare questo pianeta così simile alla Terra. La prima navetta inviata su Marte è stata la Mariner 4 arrivata il 14 luglio 1965 che orbitando intorno al pianeta diverse volte ha scoperto la presenza di acqua ghiacciata sotto forma di permafrost, e ha rivelato che i canali visti dalla Terra non sono altro che faglie naturali. Moltissime altre missioni si sono succedute alla volta di Marte, le ultime due sono state: la “Mars Polar Lander” e “New Millenium Deep Space 2”. Quest’ultima è stata definita dagli scienziati della NASA come una tra i più grandi “fallimenti ignoti”, perché non sono ancora riusciti a capire dove sia finita la nave. Ma in ogni caso la sonda che ha avuto più successo è comunque stata la “Pathfinder” quella che per prima è atterrata sul Pianeta e ce ne ha dato una visione molto accurata della superficie. Gli scopi di questa missione erano: quello si verificare la compattezza del suolo per futuri atterraggi, ed esplorare l’intera superficie alla ricerca di nuovi oggetti non ancora stati identificati dalle altre sonde orbitanti. Dopo questa è stata progettata un’intera “scala” di altre missioni fino al 2025. La prima a esser lanciata, benché destinata a Marte per il 2001, è stata la “Mars Polar Lander”, la prima progettata per l’atterraggio nelle zone polari, qui avrebbe dovuto raccogliere materiale e poi ripartire alla volta della Terra e portarci campioni del suolo Marziano, ma per un errore del computer la sonda si è avvicinata troppo rapidamente all’atmosfera del pianeta e si è disintegrata prima di toccare il suolo. Gli scopi di questa missione, oltre che prelevare campioni, erano:
• Osservare il clima di Marte nell’arco di un anno, con eventuale prelievo di campioni d’aria;
• Caratterizzazione dei temporali che spesso si verificano;
• Determinare il cambiamento generale delle condizioni atmosferiche nell’arco di 5 anni per comprendere i climi passati.
Essendo fallita questa missione la NASA ne ha progettata subito un’altra: “Deep Space 2” la quale aveva come obiettivi:
• Analizzare sul posto la composizione molecolare della superficie al fine di trovare un modo per produrre carburante per le astronavi future con equipaggio, al fine di riuscire, dopo aver costruito una base di osservazione a tornare sulla Terra;
• Finire di analizzare l’atmosfera;
• Verificare la presenza di ghiaccio sotto la superficie;
• Valutare la diversità della temperatura al cambiamento dell’altitudine.
Per riuscire a far fronte a tutte queste missioni la NASA ha progettato una navicella molto particolare: è composta da due parti, una rimane in orbita, mentre l’altra scende a grande velocità nel pianeta, e come un proiettile penetra la superficie e, scavando nel sottosuolo andrà alla ricerca di possibili molecole di acqua allo stato solido.
La missione è iniziata il 3 gennaio 1999 alle ore 15,21 UTC con una partenza regolare senza problemi, anche la rotazione e l’uscita dall’atmosfera sono state eseguite nei tempi previsti. Dopo circa un anno, il 3 dicembre 1999 la DP2 è arrivata a destinazione e dopo aver compiuto alcune orbite attorno al pianeta, è iniziata la divisione delle due parti, ma da quel momento non è stato registrato più nessun segnale proveniente dalla nave; gli scienziati della NASA sono ancora al lavoro perché non credono che si sia schiantata sulla superficie, dato che non è stata trovata neanche la parte superiore dell’astronave, quella che sarebbe dovuta rimanere in orbita, e questo fa pensare che non si sia ancora distrutta me che è semplicemente nascosta in una posizione tale da non riuscire a ricevere segnali, e di conseguenza rimane ferma in attesa di “ordini”.

Ultime novità
L’ultimissima novità è stata resa nota dalla rivista “Science” che ha pubblicato un’analisi dettagliata della prima carta topografica tridimensionale di Marte elaborata sulla base di 27 milioni di misurazioni effettuate tra il 1998 e il 1999 dal “Mars Orbiter Laser Altimeter” (MOLA). Dalla mappa si accerta la presenza, sul pianeta, di montagne di origine vulcanica. I ricercatori hanno stabilito che la cima più alta è il Monte Olimpo (un vulcano alto 27000 m), mentre il punto più basso è situato nel cratere Hellas profondo 9 km e ampio 2100 km. Inoltre si è osservato che l’emisfero settentrionale è in generale più basso di 5 km rispetto a quello meridionale, il che fa pensare che una volta fosse ricoperto di acqua.

Progetti recenti per il futuro
La prossima missione destinata a Marte è la “Mars 2001 Orbiter” che accoppiata con la “Mars 2001 Lander” dovranno partire una a Marzo e l’altra a Aprile del 2001. La prima avrà il compito di prelevare campiona d’aria e di analizzarli, mentre la seconda, scesa sulla superficie avrà il compito di analizzare il suolo per un possibile futuro atterraggio di uomini. Le ultime due missioni rese note dalla NASA sono: “2003 Sample Return” e “2005 Sample Return”, la prima ha solo il compito di toccare il suolo di Marte e di ripartire, mentre la seconda sembra che sia stata gia progettata per contenere un equipaggio.

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