Il colore dei corpi

Materie:Altro
Categoria:Fisica

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Testo

Il colore dei corpi
• Colori
• Disco di newton
• Colori complementari
• Colori fondamentali
• pigmenti
Lo spettro visibile
Ovvero l’arco delle radiazioni elettromagnetiche a cui l’occhio umano è sensibile, è formato
da luci monocromatiche comprese tra le lunghezze d’onda di 380 e 760 nanometri*
Il colore di un fascio di luce monocromatico, o che contiene radiazioni elettromagnetiche
comprese entro una ristretta banda di lunghezze d'onda, viene detto colore puro o tono di
colore. I colori puri sono definiti saturi, e capita molto raramente di poterli vedere al di fuori
dei laboratori dove vengono prodotti artificialmente. Un'eccezione è la luce delle lampade
ai vapori di sodio usate talvolta nella illuminazione stradale, che di fatto è giallo saturo. La
gran varietà di colori che vengono percepiti ogni giorno, nella vita comune, sono colori
meno saturi, ovvero sono un miscuglio di radiazioni luminose visibili con diverse lunghezze
d'onda. Il tono di colore e la saturazione sono le due differenze qualitative tra colori reali; la
differenza quantitativa è la brillanza, o intensità della luce.
*(un nanometro corrisponde ad un milionesimo di millimetro).
Il prisma ottico
Isaac Newton dimostrò che un raggio di luce bianca è composto da tante radiazioni di
colore diverso. Egli scoprì che facendo passare un fascio di luce solare attraverso un
prisma di vetro, si scopre che in realtà la luce che ci appare bianca è il risultato della
sovrapposizione di diversi colori. Questo fenomeno è dovuto alla proprietà del prisma
ottico di deviare i raggi di colore diverso in direzioni diverse: la luce rossa subisce la
deviazione minore, la luce blu quella maggiore.
Il disco di newton
Serve a mostrare come la luce bianca sia composta da
luce di ‘colori’ diversi che, nel loro insieme, producono
sul nostro occhio la sensazione del bianco. In realtà si deve
parlare di frequenza della luce.
(A colori diversi corrispondono frequenze diverse)
I dischi sono suddivisi in 7 (o 14) settori di uguale
ampiezza, ciascuno corrispondente a un colore dell’iride.
Se si mette il disco in rapida rotazione, l’occhio non
percepisce più i singoli colori ma la loro sovrapposizione.
La sensazione risultante non è in genere quella del bianco,
ma quella del ‘grigiastro’ perché i colori usati solitamente
non sono i colori spettrali puri, ma colori composti, e perché
le ampiezze dei settori dovrebbero essere proporzionali
alle larghezze occupate nello spettro dai singoli colori.
La condizione richiesta è soltanto che
la velocità angolare di rotazione sia tale che il colore
riflesso da ogni settore all'occhio dell'osservatore
permanga sulla retina di quest’ultimo per meno di l/10
s, in modo da non consentire la percezione cromatica
separata dei vari colori.
Il cerchio cromatico
Nel cerchio cromatico sono disposti i tre colori
primari ed i colori derivati, perciò si ha una circolarità
continua formata dalla successione di giallo, rosso,
magenta, blu, ciano e verde, dal quale si passa di
nuovo al giallo. Così, ogni colore primario è affiancato
da due colori secondari che ha contribuito a creare.
Mescolare in proporzioni uguali un primario ed un
secondario che siano adiacenti nel disco, otteniamo
un colore terziario; ne possiamo realizzare sei di
queste mescolanze. Ogni settore compreso fra un
colore primario ed uno secondario è occupato da un
colore derivante dalla loro mescolanza.
Oltre ai terziari, esistono anche i colori quaternari
(mescolanza tra primari e terziari) e quelli quinari
(mescolanza tra secondari e terziari). Variando, però,i
rapporti di proporzioni nelle mescolanze, si ottengono
moltissime tonalità di colore; così facendo si
possono riprodurre, l’infinita gamma di sfumature
cromatiche esistente in natura.
Colori complementari
I colori si dicono complementari perchè hanno la
caratteristica di esaltare e rafforzare a vicenda la
propria luminosità.
Per trovare il colore complementare di una tinta,
basta congiungerla con il colore opposto. I
complementari dei colori puri formano coppie
cromatiche con caratteristiche molto marcate.
Si definiscono complementari due colori che
mescolati tra di loro generano il grigio puro.
Ogni coppia di complementari è formata da un
primario e dal secondario ottenuto dalla
mescolanza degli altri due primari. Per sapere
qual'è il complementare del colore primario giallo,
mischiate gli altri due primari, il rosso e il blu:
ottenete il viola che risulta essere il complementare
del giallo.
I pigmenti
I pigmenti sono i “colori” più antichi del mondo. Si
tratta di polveri, più o meno fini, ottenute da elementi
presenti in natura o riprodotte poi, in tempi più
moderni, con tecniche di laboratorio.
Il pigmento è l’elemento che sta alla base della
creazione di ogni tipologia di colore.
Si è passati nei secoli dall’utilizzo delle terre, di
semplice reperibilità, alla ricerca, prima con
l’alchimia e poi con la chimica moderna, di prodotti
sempre più puri fino a giungere ad una produzione
industriale. Per alcuni colori è infatti sempre
necessario ricorrere a materiali non comuni o a
procedimenti alquanto laboriosi.
I pigmenti moderni sono molto "concentrati" e
richiedono quindi una quantità minima di prodotto
per una colorazione molto intensa.
Il colore dei corpi
• Colori
• Disco di newton
• Colori complementari
• Colori fondamentali
• pigmenti
Lo spettro visibile
Ovvero l’arco delle radiazioni elettromagnetiche a cui l’occhio umano è sensibile, è formato
da luci monocromatiche comprese tra le lunghezze d’onda di 380 e 760 nanometri*
Il colore di un fascio di luce monocromatico, o che contiene radiazioni elettromagnetiche
comprese entro una ristretta banda di lunghezze d'onda, viene detto colore puro o tono di
colore. I colori puri sono definiti saturi, e capita molto raramente di poterli vedere al di fuori
dei laboratori dove vengono prodotti artificialmente. Un'eccezione è la luce delle lampade
ai vapori di sodio usate talvolta nella illuminazione stradale, che di fatto è giallo saturo. La
gran varietà di colori che vengono percepiti ogni giorno, nella vita comune, sono colori
meno saturi, ovvero sono un miscuglio di radiazioni luminose visibili con diverse lunghezze
d'onda. Il tono di colore e la saturazione sono le due differenze qualitative tra colori reali; la
differenza quantitativa è la brillanza, o intensità della luce.
*(un nanometro corrisponde ad un milionesimo di millimetro).
Il prisma ottico
Isaac Newton dimostrò che un raggio di luce bianca è composto da tante radiazioni di
colore diverso. Egli scoprì che facendo passare un fascio di luce solare attraverso un
prisma di vetro, si scopre che in realtà la luce che ci appare bianca è il risultato della
sovrapposizione di diversi colori. Questo fenomeno è dovuto alla proprietà del prisma
ottico di deviare i raggi di colore diverso in direzioni diverse: la luce rossa subisce la
deviazione minore, la luce blu quella maggiore.
Il disco di newton
Serve a mostrare come la luce bianca sia composta da
luce di ‘colori’ diversi che, nel loro insieme, producono
sul nostro occhio la sensazione del bianco. In realtà si deve
parlare di frequenza della luce.
(A colori diversi corrispondono frequenze diverse)
I dischi sono suddivisi in 7 (o 14) settori di uguale
ampiezza, ciascuno corrispondente a un colore dell’iride.
Se si mette il disco in rapida rotazione, l’occhio non
percepisce più i singoli colori ma la loro sovrapposizione.
La sensazione risultante non è in genere quella del bianco,
ma quella del ‘grigiastro’ perché i colori usati solitamente
non sono i colori spettrali puri, ma colori composti, e perché
le ampiezze dei settori dovrebbero essere proporzionali
alle larghezze occupate nello spettro dai singoli colori.
La condizione richiesta è soltanto che
la velocità angolare di rotazione sia tale che il colore
riflesso da ogni settore all'occhio dell'osservatore
permanga sulla retina di quest’ultimo per meno di l/10
s, in modo da non consentire la percezione cromatica
separata dei vari colori.
Il cerchio cromatico
Nel cerchio cromatico sono disposti i tre colori
primari ed i colori derivati, perciò si ha una circolarità
continua formata dalla successione di giallo, rosso,
magenta, blu, ciano e verde, dal quale si passa di
nuovo al giallo. Così, ogni colore primario è affiancato
da due colori secondari che ha contribuito a creare.
Mescolare in proporzioni uguali un primario ed un
secondario che siano adiacenti nel disco, otteniamo
un colore terziario; ne possiamo realizzare sei di
queste mescolanze. Ogni settore compreso fra un
colore primario ed uno secondario è occupato da un
colore derivante dalla loro mescolanza.
Oltre ai terziari, esistono anche i colori quaternari
(mescolanza tra primari e terziari) e quelli quinari
(mescolanza tra secondari e terziari). Variando, però,i
rapporti di proporzioni nelle mescolanze, si ottengono
moltissime tonalità di colore; così facendo si
possono riprodurre, l’infinita gamma di sfumature
cromatiche esistente in natura.
Colori complementari
I colori si dicono complementari perchè hanno la
caratteristica di esaltare e rafforzare a vicenda la
propria luminosità.
Per trovare il colore complementare di una tinta,
basta congiungerla con il colore opposto. I
complementari dei colori puri formano coppie
cromatiche con caratteristiche molto marcate.
Si definiscono complementari due colori che
mescolati tra di loro generano il grigio puro.
Ogni coppia di complementari è formata da un
primario e dal secondario ottenuto dalla
mescolanza degli altri due primari. Per sapere
qual'è il complementare del colore primario giallo,
mischiate gli altri due primari, il rosso e il blu:
ottenete il viola che risulta essere il complementare
del giallo.
I pigmenti
I pigmenti sono i “colori” più antichi del mondo. Si
tratta di polveri, più o meno fini, ottenute da elementi
presenti in natura o riprodotte poi, in tempi più
moderni, con tecniche di laboratorio.
Il pigmento è l’elemento che sta alla base della
creazione di ogni tipologia di colore.
Si è passati nei secoli dall’utilizzo delle terre, di
semplice reperibilità, alla ricerca, prima con
l’alchimia e poi con la chimica moderna, di prodotti
sempre più puri fino a giungere ad una produzione
industriale. Per alcuni colori è infatti sempre
necessario ricorrere a materiali non comuni o a
procedimenti alquanto laboriosi.
I pigmenti moderni sono molto "concentrati" e
richiedono quindi una quantità minima di prodotto
per una colorazione molto intensa.

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