Utopia: tema

Materie:Tema
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Testo

Utopia
Progetto di una comunità ideale, che non esiste in nessun luogo, ma di cui è auspicabile l'attuazione. Il termine "utopia" (dal greco ou, "non", e topos, "luogo") fu coniato agli inizi dell'età moderna da Tommaso Moro, ma un antecedente significativo del concetto di utopia può essere ritrovato anche nell'età classica.
La prima utopia nella storia, alla quale in definitiva si sarebbero rifatte tutte le altre, è quella fornita da Platone nella Repubblica. In quel dialogo Platone ritraeva il modello di uno stato ideale, retto dai filosofi e fondato sulle classi dei governanti (i filosofi appunto), dei guerrieri (che insieme coi filosofi sono i "custodi" dello stato) e dei lavoratori. Lo stato platonico si presentava come una realtà organica, nella quale ciascun individuo, a seconda della virtù in lui prevalente (la saggezza, il coraggio, la temperanza), trovava collocazione all'interno di una delle tre classi e viveva in funzione dell'insieme.
A Platone si deve anche la descrizione della misteriosa isola di Atlantide contenuta nei dialoghi Timeo e Crizia, che forniranno lo spunto di alcune utopie sorte in età rinascimentale, in particolare quelle incentrate sul progetto di una "città ideale". Nella letteratura utopica del Rinascimento, che presentava lo stile dei resoconti di viaggio, venivano infatti descritte immaginarie terre lontane (perlopiù isole), nelle quali regnava un assetto sociopolitico perfetto. Fra queste descrizioni vanno ricordate, oltre quella di Tommaso Moro, il quale nel 1516 pubblicò Utopia e diede per primo una definizione di questo termine, le utopie di Tommaso Campanella, autore della Città del Sole (1623), e di Francesco Bacone, autore della Nuova Atlantide (1627). Nelle opere di questi pensatori veniva delineato il progetto di uno stato che realizzava ideali di uguaglianza e di giustizia, nonché di tolleranza religiosa, superando così i conflitti della società di quel tempo.
Nell'età dell'Illuminismo l'utopia si colorava dell'ideale dell'uguaglianza naturale e della felicità originaria, che la società futura doveva restaurare.
Nelle più recenti opere letterarie di carattere utopico, come Il mondo nuovo (1932) di Aldous Huxley, 1984 (1949) di George Orwell o Fahrenheit 451 (1953) di Ray Bradbury, i tratti della visione utopica vengono addirittura ribaltati, dal momento che il nuovo quadro sociopolitico assume agli occhi di questi autori connotazioni decisamente negative. Mentre le precedenti utopie rappresentavano l'adempimento di un progetto incentrato sui valori della libertà, della giustizia e della ragione, le utopie negative (o "antiutopie") profilano forme di stato nelle quali vige un sistema di dominio totalitario e di completa manipolazione delle coscienze.
Diverso è il caso del filosofo d'ispirazione marxista Ernst Bloch, il quale nella sua opera ha sottolineato la funzione positiva dell'utopia nella storia come tensione al cambiamento e all’emancipazione delle classi oppresse

Da allora essa è passata nel linguaggio corrente a indicare la descrizione di un mondo immaginario che possiede istituzioni diverse e migliori di quelle vigenti nella realtà. ispirate a principi etici e sociali ritenuti di solito irrealizzabili. Se la parola nasce con Moro. il fatto che essa esprime e' molto più antico.
La ragione. con l'autorità che le conferisce la sua conquistata autonomia, chiede conto al principe del suo dispotismo, alla società delle sue ingiustizie, ai privilegiati delle loro ricchezze; impotente, da sola, a sanare quei mali contemporanei che tuttavia individua e denunzia, ne trasferisce la soluzione al di fuori e al di sopra della storia.
Nella figura di Peter Pan l’autore non solo ha creato il mito dell’infanzia, ma ne ha fatto il simbolo del sogno eternamente libero, della felicità avventurosa a cui ciascuno in segreto ritorna anche negli anni più affaticati e delusi.
Spesso grandi scrittori e filosofi hanno dato vita a mondi fantastici a volte positivi, a volte negativi. La ou-topos o eu-topos, il non luogo o il buon luogo, è una possibile risposta agli interrogativi dell'uomo, o forse più semplicemente uno spunto di riflessione sul nostro futuro. Quel che è certo è che leggendo questi racconti la nostra mente incontra isole lontane nelle quali rifugiarsi o scappare. Utopia è tutto quello che noi vorremmo essere, è tutto quello che non vorremmo mai diventare.

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