Tommaso Campanella

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia

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Testo

Tommaso Campanella

Nacque a Stilo, in Calabria, nel 1568. A 18 anni inizia una lunga serie di viaggio che lo portano in contatto con civiltà e culture diverse. Ritornerà poi a Stilo dove cerca di instaurare una repubblica teocratica. Per ciò viene incarcerato per circa 27 anni, durante i quali approfondisce i suoi studi, dalla filosofia alla teologia. Politicamente Campanella era convinto che l’Italia fosse ormai matura per l’avvento di una grande monarchia. Uscito dal carcere, sotto sorveglianza si reca a Roma, ma riesce a partecipare ad una congiura contro il viceré di Sicilia. Questa volta abbandona l’Italia e si rifugia in Francia, dove muore nel 1639. Gli aspetti fondamentali della sua filosofia sono due:
- la forte influenza del naturalismo telesiano;
- il Neoplatonismo di fondo.
Per Campanella, la natura diventa la base di ogni tipo di conoscenza e libertà umana, e il filosofo fa propri i temi dell’animismo rinascimentale. Si ha una concezione della natura animistica, facente capo all’iniziativa creatrice di Dio. C’è un netto rifiuto dell’aristotelismo, poiché ritiene che vi sia un legame tra la concezione di pensiero greco, falsa e menzognera, e la concezione di pensiero latina, l’unica in grado di cogliere il nucleo della natura.
Campanella scrive un’apologia di Galileo e poi una lettera a quest’ultimo, per indurlo a continuare le sue scoperte. Della tesi geocentrica, contesta il fatto che, a causa della Bibbia, si impediscono le nuove scoperte. Nonostante l’influenza di Telesio, ci sono delle differenze tra i due filosofi naturalisti: infatti, Telesio afferma che la conoscenza si identifica con il contatto tra l’organo di senso e il sensibile, mentre Campanella afferma che il conoscere non si risolve esclusivamente in una pura passività dell’organo di senso, ma implica una consapevolezza di fondo di sentire, cioè l’essere consapevole di essere modificato da un oggetto esterno. Perciò, l’atto del conoscere s’identifica con la consapevolezza di sentire. Il soggetto dovrà chiarire questa consapevolezza interiore. La filosofia moderna partirà da qui. Campanella così supera la gnoseologia sensitiva di Telesio, e avviarsi verso la metafisica e la religione.
Per Campanella l’essere umano è diviso in tre primalità: potenza, sapienza e amore. Ogni essere è in quanto può esistere, è in quanto sa di essere, ama il suo prossimo. Il possesso di queste tre primalità permette di costruire una gerarchia degli esseri umani. Al vertice c’è Dio e al di sotto gli esseri finiti. Quindi ci saranno essere finiti saggi, esseri finiti potenti, essere finiti amorosi. L’uomo è quindi un ponte fra la realtà suprema di Dio e gli esseri finiti.
Dal momento che nella sua filosofia ci sono indirizzi di pensiero divergenti, Campanella può essere assunto come il prototipo di una nuova età altrettanto incerta e ambigua. Il suo tentativo di costruire una grande religione universale si inserisce nel clima controriformistico. Se ritiene di poter identificare questa religione con il cattolicesimo, attribuisce nuovi significati ai suoi principi.

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