spinoza-leibniz- locke

Materie:Riassunto
Categoria:Filosofia

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Testo

Spinoza
Per spiegare la possibilità di raggiungere la conoscenza del vero bene, Spinoza distingue 4 generi di conoscenza:
• Per sentito dire, che ci porta a seguire le opinioni altrui;
• Per esperienza vaga, nella quale ci fondiamo sull’esperienza acquisita casualmente, non condotta secondo un ordine;
• Ragione dimostrativa, mediante la quale risaliamo dagli effetti alla causa;
• Intuizione, con la quale conosciamo gli effetti attraverso le cause e l’ente incausato (Dio) direttamente nella sua essenza.
Solo l’ultima ci permette di conoscere l’essenza delle cose. IL sistema della conoscenza deve fondarsi su un’idea dalla quale dipendono le altre; è l’idea di un essere come causa di tute le cose.
Spinoza avverte la necessità di esporre delle regole di morale provvisoria:
• Parlare in modo da farsi comprendere;
• Fare uso di ciò che dà piacere entro i limiti;
• Principio di moderazione in rapporto al denaro.
L’etica dimostrata secondo il metodo geometrico, cerca di spiegare come un uomo si debba comportare in base al metodo geometrico, cioè con assiomi e proposizioni.
Causa sui, propria dell’ente necessario: la cui essenza implica l’esistenza;
sostanza: ciò che è in sé ed è per sé concepito e non ha bisogno di nient’altro per sussistere.
La materia è sostanza perché non ha bisogno di altro per sussistere eccetto di Dio che l’ha creata e la conserva; la sostanza è Dio, senza il quale nulla può esistere né essere concepito.
Esiste una sola sostanza (monismo), dotata di infiniti attributi, dei quali la nostra mente è in grado di concepirne solo due: l’estensione e il pensiero, Gli attributi sono infiniti, come infinita è la sostanza divina. Pensiero ed estensione sono infiniti, in quanto espressione di una sostanza infinita.
Egli esclude che ci possa essere qualcosa al di fuori di Dio, panteismo: egli è causa immanente e non transitiva del mondo, Dio nn crea il mondo come una sostanza separata e distinta dalla natura divina, ma il mondo discende dalla natura di Dio.
Determinismo: Tutte le cose discendono da Dio in modo necessario secondo un rigido nesso causale negazione della contingenza. Critica il finalismo, che secondo egli è un pregiudizio che condiziona i comportamenti dell’uomo. Dio non crea le cose secondo progetti implicanti la subordinazione intenzionale delle cose all’uomo.
Dio è libero, non è determinato da altro ad agire e ad operare. Gli enti finiti sono determinati da altro ad operare = nega il libero arbitrio. Il Dio di Spinoza è completamente differente dal Dio della bibbia.
L’unico carattere che possiamo riconoscere a Dio è quello dell’infinita potenza. Se Dio è premessa da cui discendono tutte le cose, queste seguiranno dalla potenza divina in modo necessario (dal triangolo alle sue proprietà). Da Dio seguono necessariamente tutti i modi possibili.
Volontà ed intelletto sono facoltà che coincidono tra loro ma non le pone all’origine del mondo, tutto deriva per necessità dalla natura di Dio,senza uno scopo o una scelta.
Ogni ente si sforza di conservare se stesso, questo sforzo è comune a tutte le menti e a livello emotivo costituisce la cupidità. Questo sforzo se agevolato, provoca l’aumento della potenza dell’ente (letizia), se ostacolato (tristezza). Da questi tre affetti primitivi hanno origine tutti gli altri affetti: l’odio e l’amore. Questi e gli altri affetti sono detti passioni in quanto procedono da idee inadeguate. Non tutti gli affetti sono passioni, ci sono anche gli affetti attivi.
L’uomo non può impedirsi di desiderare quel che aumenta la propria potenza e di fuggire a quello che la diminuisce. L’uomo che tende al vero bene desidera la conoscenza adeguata, e poiché ogni conoscenza adeguata implica l’idea di Dio, l’uomo che ha idee adeguate desidera conoscere Dio. L’uomo che aumenta la propria conoscenza e che sa che ognuno opera per necessità di natura è libero.
Etica: nega la distinzione assoluta di bene e male.
Bene: mezzo per avvicinarsi al modello della natura umana che ci proponiamo;
Male: ciò che ci impedisce di avvicinarci a tale modello.
Fondamento della morale sono le idee adeguate (conoscenza vera) e queste implicano l’idea di Dio. La libertà sta nell’adesione al bene, cioè a Dio.
Leibniz
Segue un modello razionalistico. Parte da un’osservazione: se esistono dei composti, devono esistere delle sostanze semplici e questi semplici non devono essere materia. Modello di pensiero pluralista spiritualistico.
La realtà è costituita da monadi, centri di forza non materiale che non hanno estensione e quindi non possono perire per qualche fattore esterno. E’ necessario che le monadi abbiano qualche qualità, altrimenti non sarebbero distinguibili l’una dall’altra e non si percepirebbero i mutamenti nelle cose (diversità qualitativa).
L’attività della monade è quella rappresentativa o percezione secondo gradi diversi. La percezione può diventare appercezione cioè cosciente. Oltre alla percezione, le monadi sono dotate di appetizione, cioè hanno la tendenza a passare da una percezione all’altra.
Le monadi si distinguono pertanto tra loro per il diverso grado di chiarezza e di perfezione delle loro percezioni. Esiste una gerarchia delle monadi; quelle di grado infimo (che compongono lo strato della materia) che hanno percezioni confuse e indistinte; le anime o entelechie in cui la percezione è più distinta ed accompagnata alla memoria e le sostanze razionali in cui oltre alla memoria c’è anche la riflessione.
Le monadi non sono direttamente in comunicazione reciproca, ma ognuna è uno specchio del mondo, che rappresenta in maniera più o meno chiara tutte le altre. L'accordo fra le monadi è garantito e stabilito da Dio, monade suprema. Egli, nell'atto di creare una monade, la rende adatta all'insieme di tutte le altre, in maniera di far corrispondere gli stati interni, o percezioni, di essa agli stati interni delle altre monadi.
L'universo costituito da queste monadi è pertanto il risultato armonioso di un piano divino. Gli esseri umani, tuttavia, con le loro rappresentazioni limitate, non riescono ad accettare come parte dell'armonia universale mali come le malattie e la morte.
Ogni monade è un essere completo che possiede nella propria definizione la ragione o causa di tutto ciò che le potrà accadere.
Leibniz divide le verità:
• Verità necessarie: il cui contrario implica contraddizione;
• Verità di fatto o contingenti: ciò il cui opposto non implica una contraddizione.
Le verità di fatto sono tutte quelle che accadono nella realtà e non sono deducibili a priori dalla ragione, si accertano in base all’esperienza, quindi a posteriori.
Principio di ragion sufficiente: nulla esiste senza una ragione perché sia anziché non essere.
DIMOSTRAZIONE DI DIO
Dimostrazione a priori: data l’idea di una cosa e date una serie di caratteristiche, questa cosa deve esistere per forza. Posto che il suo essere sia possibile, egli non può nn esistere.
Dimostrazione a posteriori: gli esseri contingenti possono avere la loro ragione ultima o sufficiente soltanto nell’essere necessario, cioè in quell’essere che ha in sé la ragione della sua esistenza.
TEORIA DELLA CONVENIENZA.
Poiché nelle idee di Dio c’è un’infinità di universi possibili, e tuttavia uno solo i essi può esistere, deve esserci una ragione sufficiente che determini Dio a scegliere un mondo piuttosto che un altro: convenienza.
Libertà: l’opposto di una verità di fatto è sempre possibile anche se è certo che non si verificherà mai.
LOCKE
Contrariamente all’opinione comune diffusa fra i suoi contemporanei, per Locke non esistono principi o idee innate, espresse sin dalla nascita nella mente dell’uomo che le troverebbe quindi senza doverne dimostrare l’esistenza e la validità. Locke ritiene che la mente dell’uomo sia paragonabile ad una tabula rasa. Non esiste affatto un accordo di tutti gli uomini nel riconoscere quelle idee e verità che si pretende siano innate. Pur essendo in principio una tabula rasa, la mente dell’uomo si riempie di contenuti, di idee che provengono dall’esperienza del mondo esterno e quindi dalla sensazione, sia dall’esperienza del mondo interno, quindi dalla riflessione.
Locke distingue le qualità sensibili in primarie o oggettive (estensione,movimento)che corrispondono a caratteristiche effettive dei corpi, proprie dell’oggetto e secondarie o soggettive (colori, odori)che dipendono dall’intervento del soggetto.
Tutte quelle enumerate sono idee semplici, chiare e distinte, s’impongono senza che noi abbiamo alcun potere su di esse, non possiamo né inventarle né distruggerle e sono i materiali della conoscenza. Quando lo spirito le percepisce è passivo, mentre quando le collega o le confronta è attivo e produce ulteriori idee: quelle composte e quelle astratte. L’idea di sostanza è complessa, grazie all’associazione delle idee più semplici ed è un’idea oscura perché in conoscibile.
LINGUAGGIO E CONOSCENZA.
Le idee, sono i segni con i quali l’intelletto rappresenta la realtà; le parole che formano il linguaggio sono a loro volta i segni con i quali l’uomo comunica le idee.
La conoscenza è data dalla percezione dell’accordo o del disaccordo delle idee fra loro. Può essere di tre tipi:
• Intuitiva, percezione è tratta dalle idee stesse oggetto del confronto, certezza più certa e è il fondamento di ogni altra;
• Dimostrativa: accordo o disaccordo emergono in virtù di passaggi intermedi, l’errore è possibile quindi questa conoscenza è meno certa;
• Sensibile: permette di attingere le cose al di fuori di noi, affinché sia possibile raggiungere la corrispondenza tra le idee e la realtà.
Se sono attuali coprono il campo di un sapere certo, altrimenti è solo probabile

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