Ricerca esauriente su Marx e il capitale

Materie:Riassunto
Categoria:Filosofia

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Testo

Il Capitale
Il Capitale è la maggiore e più importante opera del filosofo ed economista tedesco Karl Marx, è un’opera complessa e poderosa che affronta diversi temi e problemi, del suo oggetto d’indagine principale: il modo di produzione e distribuzione capitalistico. L’opera è divisa in tre libri, di cui solo il primo però fu dato alle stampe, ad Amburgo nel 1867, dallo stesso Marx. I libri II e III furono invece pubblicati postumi da Engels nel 1885 e nel 1894.
Il materialismo storico
Il problema per Marx ed Engels consiste nell’abolire, più che la religione, le condizioni storiche la rendono possibile. Questo programma di modificazione storica della realtà trova espressione nella celebre tesi secondo cui “I filosofi hanno solo interpretato il mondo in modi diversi; si tratta però di mutarlo”. Si dice nell’Ideologia tedesca, gli uomini si distinguono dagli animali non perché dotati di pensiero, bensì quando iniziano a produrre i loro mezzi di sussistenza. Ciò che gli individui sono, dipende dalle condizioni materiali della loro produzione: questo è il presupposto basilare della concezione materialistica della storia. Marx rifiuta una concezione della storia come pura raccolta di fatti senza connessioni, ma anche quella della storia speculativa, che attribuisce le vicende storiche all’azione di soggetti immaginari, come l’autocoscienza hegeliana. Il problema è di spiegare i fatti nella loro successione, senza pretendere di dedurli da un principio filosofico astratto. Marx ed Engels riprendono l’idea che la base della società civile in tutti gli stadi della sua storia è il modo gli uomini si procurano la sussistenza: questi pensatori avevano distinto gli stadi della pesca,della caccia, della pastorizia, dell’agricoltura, dell’industria e del commercio. Anche per Marx la base della società è economica ed è data dal modo di produzione che la caratterizza. La soddisfazione dei primi bisogni e l’incremento della popolazione generano nuovi bisogni, per soddisfare i quali è necessario una più articolata divisione del lavoro. Il grado di sviluppo delle forze produttive è quindi indicato dal grado di sviluppo della divisione del lavoro; questa ha assunto storicamente varie forme, dando luogo in particolare alla separazione tra città e campagna, cioè tra agricoltura, da una parte, e commercio e industria, dall’altra, e successivamente anche tra industria e commercio. Il modo di produzione non coincide con la società nella sua totalità, ne è solamente la base; infatti la “società civile” è costituito da tutto l’insieme delle relazioni materiali tra gli individui entro un determinato grado di sviluppo delle forze produttive. Ai gradi di sviluppo del lavoro corrispondono forze produttive diverse e diverse forme di proprietà. Marx ed Engels distinguono quattro tipi di proprietà: 1) la proprietà tribale, nella quale predominano la caccia, la pesca e la pastorizia; in essa la divisione del lavoro è ancora scarsa; 2) la forma di proprietà caratteristica della comunità antica, in cui ormai si è costituito lo Stato e in cui la principale forza produttiva è costituita dagli schiavi: in questa forma già compare la divisione del lavoro; 3) la proprietà feudale, in cui predomina l’agricoltura: in essa la società è organizzata gerarchicamente e incominciano a generarsi le prime forme di capitale; 4) la proprietà caratteristica del modo di produrre capitalistico predomina l’industria. In questo quadro, la natura ha una storia, legata ai processi dell’industria e ai rapporti umani. La storia umana, non viene più concepita come lo svolgimento dell’essenza umana in generale, ma come lo sviluppo di forme di produzione della vita materiale. I modi di produzione determinano il carattere dei rapporti sociali e politici e la stessa produzione delle idee. Questo è il nucleo della distinzione tra struttura e sovrastruttura, la quale le idee e le produzioni culturali, la religione e la stessa filosofia, non si generano in modo del tutto indipendente, ma sono anch’esse il prodotto di determinati tipi di organizzazione economica e sociale. Questo significa che per comprendere il processo storico bisogna partire dai modi in cui gli uomini producono la loro vita materiale, più che da ciò che essi dicono o pensano di essere.

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