Plotino e S. Agostino

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia

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Testo

Neoplatonismo ultima espressione filosofia grca; tramite tra cultura classica e religioni bibliche. A partire da esso, iniziarono a circolare le idee platoniche tra i cristiani.
Plotino si presenta unicamente come trasmettitore del pensiero platonico; in realtà le sue dottrine sono innovative. E nonostante visse in un periodo di crisi, le sue opere sono distaccate, rigorosamente metafisiche. Tutti i suoi interrogativi vertono sulla realtà ultima del mondo e di noi stessi.
Plotino fu un maestro: raccolse intorno a sé discepoli. Successivamente mise per iscritto, ma in modo asistematico.
Opere: 54 trattati divisi in gruppi da 9 ( → Ennadi ); furono concepiti come trascrizione dell’insegnamento orale → difficile a leggersi.

Si sa poco di lui. Nacque in Egitto ( Licopoli ) nel 205, ma ebbe formazione greca. Si recò ad Alessandria per studi e conobbe Sacca, fondatore neoplatonismo. Nel 243 partecipò alla guerra contro i Persiani. Dopo la sconfitta scappa a Roma, dove fonda la scuola. Muore forse di lebbra nel 270.

Plotino osserva che il mondo è costituito da una molteplicità di enti. Che senso hanno questo gran numero di enti? Perché esistono? Esseri tali in virtù dell’unità. Ogni cosa si presenta unitaria, e suggerisce l’esistenza dell’Uno assoluto. Ecco quindi spiegata la nostalgia dell’Uno, che spinge l’uomo a ricongiungersi con il proprio principio.
Tutto dervia dall’Uno, ogni cosa deriva da lui. Chi è l’Uno? Non si può né classificare né determinare, essendo trascendente. Si può solo dire ciò che non è ( teologia negativa ).
L’Uno non è il Dio ebraico/cristiano, che è persona e volontà, perché altrimenti sarebbe imperfetto.
Non è il demiurgo di Platone, subordinato alle idee.
Non è il dio aristotelico, che non ha rapporti con il mondo.
Non è neppure la causa delle cose, perché la causa implica l’effetto ( noi ) → la causa riguarda più noi che lui.
Non è né pensiero, né essere e neppure il Bene, attribuibile a qualcosa che si relaziona con gli altri.
Non si può definire neppure Uno, perché questo nome è la negazione di molteplicità .
L’unica cosa che si può dire è che è al di là del pensabile e del dicibile. ( Ineffabile)

Come da vita alla molteplicità? Plotino non concepisce atti d’amore ( come i greci ) da parte di un dio. L’uno irradia la sovrabbondanza, senza modificarsi ( processo emanazione ). Emanando, origina delle entità chiamate ipostasi ( realtà sostanziali ).

I ipostasi: l’uno stesso.
II ipostasi: intelletto o spirito, o mente divina. Esso da una parte si rivolge a contemplare l’uno ( Essere ), e dall’altra guarda sé stesso ( mente ). Esso è quindi sia essere che pensiero. L’intelletto pensa tutti i modelli eterni delle cose: le idee,
III ipostasi: anima, che da una parte partecipa alla vita dell’intelletto ( riceve la luce delle idee ), e dall’altro vivifica e organizza, la materia che si genera da esse. Ha quindi posizione intermedia tra mondo sensibile e intelligibile. Il mondo sensibile deriva dall’Anima.
Ultima emanazione dell’uno: la materia, concepita come limite. Essa è male, inteso come assenza di luce e di bene ( non arriva la luce dell’uno ).

L’anima ha quindi un ruolo di rilievo. In essa si manifesta il dolore per la disunione con l’Uno. L’uomo però non si deve lamentare, perché esso è un dolore necessario dell’incarnazione. Il saggio è colui che riesce a distaccarsi, dalle cose material e che vive nlla dimensione spirituale, senza farsi toccare dalla nostalgia.
Il ritorno all’uno prevede il ritorno dell’uomo a se stesso, nell’inteeriorità. Scala di valori che permette il cammino inverso: virtù, contemplazione bellezza, filosofia. Le virtù sono quelle di platone.
Il secondo gradino consiste nel cogliere l’uno nell’armonia delle cose, nel mondo sensibile.L’umo non piò raggiungere l’uno tramite l’intellligenza, ma solo tramite l’estasi, il mumento culminante di un processo intellettuale attraverso cui l’anima si eleva acquisendo una visione delle idee. Colui è il saggio. L’estasi è rara e raggiungibile solo con la ragione e le virtù. Visione razionale della vita e fiducia nell’uomo.

Agostino.

Agostino nacque in una città dell’Africa Nord nel 354. Studia grammatica e retorica a Cartagine e a Roma. Con l’appoggio di personaggi manichei nel 385 ottiene la cattedra di retorica milanese ( collaborava quindi alla stesura dei discorsi dell’imperatore). Nel 386 si converte e torna in Africa, dove fonda un monastero. Da allora si occupa solo di chiesa. Muore nel 430. Le sue opere più importanti sono le Confessioni, Maestro, Dottrina Cristiana, Trinità.

Sin dagli anni in cui studia retorica, ha una fede spontanea nel cristianesimo, che conosce però solo superficialmente. Da giovane aderisce al manicheismo ( spiegazione più semplice dell’universo ). Il mondo materiale è regno oscurità, generato dal male, la parte spirituale, presente nei corpi, è un frammento divino, e deriva dal bene. Solo con rigide pratiche può tornare in cielo.
Quando si trasferisce a Milano entra in contatto con le oper di Plotino., considerato come il più autentico interprete di Platone e adatto all’integrazione con cristianesimo. Temi più interessanti: antimaterialismo e la trascendenza di Dio.
Agostino conosce Ambrogio, vescovo di Milano e intuisce concordanza tra filosofia e cristianità, in particolare conil Vangelo di Giovanni. Abbandona quindii il manicheismo. Il Logos neoplatonico viene messo in relazione con il Vangelo di Giovanni ( al principio Verbo ). Il Logos di Giovanni è però diverso dall’intelletto. Il Logos secondo Plotino non è figlio di Dio.
Agostino riprende quindi il tema del male. Ora inizia a chiedersi cosa sia il male, e non da dove derivi. Il male è solamente privazione di essere → non ha più senso chiedersi da dove venga. Dio non può averlo creato, dunque. Quello che noi identifichiamo come male è solo minore perfezione. Il male morale è il peccato: debolezza della volontà dell’uomo, che ripone tutto se stesso nel mondo. ( Fine del peccatore è materiale ).
Nel 387 riceve il battesimo. Prima di questo passo soffre molto, vive un tormentoso dialogo interiore che si conclude con un pianto liberatorio.
In Africa torna a diffondere il Vangelo. Parte da Ostia, discorrendo di Dio e dell’anima in compagnia della madre che muore qui. L’ultima sua fase di vita fu orientata verso attività pastorale e difesa verità cristiana contro nemici della Chiesa. In quel periodo c’è sacco di Roma.

Durante soggiorno fuori Milano, compone Soliloquia: anche lui crede che non si possa cercare verità senza dialogo, inteso pel come discorso con se stesso. La riflessione deve essere quindi un dialogo con la propria anima. Dio è nell’anima dell’uomo; essa è stata creata a immagine e somiglianza. In qualche modo l’uomo è quindi e perfetto. L’uomo esiste, conosce ed ama ( Padre=Essere perfetto; Figlio= intelligenza; Spirito=Amore ).
L’analisi dell’ama consente di attingere alla rivelazione. ( sempreteologia negativa ). Per avere una prova di Dio, la cosa più efficace è la prova interiore: quando diciamo la verità, inontriamo Dio. Egli è Verità. Ci parla dunque sia attraverso la ragione, sia con la conversione. Incontro tra fede e grazia di Dio permette l’incontro dell’anima con Dio. La fede è un dono di Dio.
Dio e anima sono legati. Questa relazione comporta complementarità tra ragione e fede. Prima di capire bisogna credere. L’intelligenza è una ricompensa della fede.
L’uomo deve convertirsi e decidere se trasformarsi da uomo vecchio in uomo nuovo: l’anima deve aderire a Dio.
Il dramma umano viene interiorizzato. Esiste il libero arbitrio;. L’uomo può scegliere. In questa libertà si può cadere nel peccato. Il libero arbitrio è quello che ci fa scegliere, la libertà la capacità di perseguire scelte.
Sol ocon la grazia la libertà può essere assolutamente efficace.

Crede nella creazione dal nulla: Dio unica causa reale. Ogni cosa non può esistere senza una causa! Dio è eterno: è prima di ogni tempo e senza tempo. Il tempo è un fenomeno mentale, estensione dell’anima. Solo il presente ( istantaneo ) è concreto; il passato deriva dalla memoria, il futuro dall’attesa. → concezione lineare del tempo.

L’umanità si divide in due gruppi, che forano due città.
La città di Dio è in cielo e i suoi cittadini sono pellegrini sulla terra. Non coincide con la Chiesa, anche se è in relazione con essa. La città di Dio va intesa come qualcosa di spirituale.
La città terrena è del demonio: ne fanno partetutti gli Stati e le società. Se uno stato però si da lo scopo di servire Dio, nnon è terrena.

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